mercoledì 30 giugno 2010

Visioni: giugno 2010


Blindness - Fernando Meirelles @@@@
La cecità come assenza di valori umani. La lotta per la sopravvivenza in un mondo terrificante dove la "privazione della vista è in un certo senso la privazione della ragione".
Dal romanzo di Saramago (sue le parole virgolettate) una riuscita trasposizione cinematografica in cui brilla Julienne Moore. Come sempre più spesso capita, non ancora distribuito in Italia.

La nostra vita - Daniele Lucchetti @@@
"Qui si paga tutto in nero, siamo gente per bene."
Come si sopravvive nell'Italia che affonda.

Il segreto dei suoi occhi - Juan José Campanella @@@@
Film argentino, Oscar 2010 come miglior film straniero. Difficile raccontare senza spoiler una trama che si snoda in un arco temporale di 25 anni che comprendono anche il golpe argentino del 1976. Un'opera da vedere, in equilibrio tra noir, dramma, commedia e una storia d'amore sullo sfondo.

Bright star - Jane Campion @@½
Gli ultimi anni della vita precaria del poeta romantico John Keats (Londra 1795 - Roma 1821) e la sua complicata e "non consumata" storia d'amore con Fanny, bright star del titolo. Una ballata fuori dal tempo, delicata e poetica ma poco coinvolgente.

Rashomon - Akira Kurosawa @@@@@
L'altra sera al bar mentre si chiacchierava di cinema, il mio amico Ram ha fatto l'elogio di questo capolavoro del 1950 che conoscevo solo di nome. E' il film che ha fatto conoscere il maestro giapponese in occidente. Siamo nel Medioevo: un boscaiolo racconta l'omicidio di un samurai rivissuto nelle testimonianze delle tre persone coinvolte: un brigante, la moglie del samurai, e il samurai stesso rievocato dall'aldilà. Tre verità relative, in contrasto ma plausibili a cui si aggiunge la versione del boscaiolo. Un film complesso dal sapore pirandelliano; moderno nonostante i 60 anni trascorsi. Non mi avventuro in altri giudizi critici: siamo di fronte a uno dei monumenti della storia del cinema e sono contento di aver recuperato una delle mie tante falle. Servirebbero due tre vite per vedere tutto quello che mi interessa!

Legenda giudizi nella barra a destra

martedì 29 giugno 2010

Bush Tetras - Boom in the night

Riordinando il mio studio è rispuntato un vecchio 45 giri dei Bush Tetras. Era un gruppo underground della scena no wave newyorkese dei primi anni '80. In quegli anni pubblicarono tre EP che tempo fa sono stati raccolti in un unico CD intitolato Boom in the night. Il loro sound era una miscela ipnotica di tribalismo dark-funk, con un basso bello pompante, riff dissonanti di chitarra (a tratti distorta e a volte funkeggiante) e la voce di Cynthia Sley sempre a metà fra cantato e recitato. Il genere di musica che mi piaceva suonare con il mio gruppo.
Parentele più strette con la scena inglese del periodo: A Certain Ratio, Slits, Pop Group, Gang of four.

lunedì 28 giugno 2010

L'uso criminoso della TV

Pasolini e la televisione
E' stata la televisione che ha, praticamente (essa non è che un mezzo), concluso l'era della pietà, e iniziato l'era dell'edonè. Era in cui dei giovani insieme presuntuosi e frustrati a causa della stupidità e insieme dell'irraggiungibilità dei modelli proposti loro dalla scuola e dalla televisione, tendono inarrestabilmente ad essere o aggressivi fino alla delinquenza o passivi fino alla infelicità (che non è una colpa minore).

Da un articolo sul Corriere del Sera del 1975 (
Aboliamo la TV e la scuola dell'obbligo)

Impressionante ogni tanto rileggere o ascoltare Pasolini e rendersi conto di quanto fosse profondo e anticipatore il suo pensiero.

venerdì 25 giugno 2010

Gaznevada e gli anni della new wave italiana

La prima volta li vidi suonare al Punkreas, un ex-circolo anarchico trasformato nella cantina-laboratorio della new wave bolognese. Fecero un successo clamoroso suonando delle cover dei Ramones e qualche pezzo loro. Quasi tutte le sere ero lì o in Piazza Maggiore dove si concentrava l'energia creativa di una generazione che aveva sogni troppo grandi.
Dua anni dopo i Gaznevada erano cresciuti e grazie a Oderso Rubini (fondatore del'etichetta indipendente Italia Records) realizzarono uno dei dischi imprescindibili della new wave italiana: Sick Soundtrack, di cui ho già parlato qui.
Nel video, soprattutto per chi non li conosce, testimonianze dirette e il racconto del clima del periodo. Una discografia non esaustiva, ma abbastanza completa e interessante della new wave italiana, si può trovare su rateyourmusic.

giovedì 24 giugno 2010

Mister Arroganza e i suoi fantasmi

vignetta da direttanews.it
Mi è uscito di getto; è il primo e l'unico post che scriverò sui mondiali in Sudafrica.
La storia calcistica non ha insegnato nulla. Nel 1986 Bearzot fu grato al gruppo che quattro anni prima aveva vinto i mondiali in Spagna, ma una squadra stanca e senza qualità non andò oltre gli ottavi di finale, con la differenza che il burbero allenatore friulano era dieci volte più simpatico di Cippo Lippi.
E così si è consumata l'eliminazione della nostra nazionale (arrivata addiritura ultima nel suo girone) guidata da un uomo presuntuoso, arrogante e forse appagato. I segnali di un imminente naufragio erano stati molteplici, ma il nostro condottiero ha continuato per mesi a dare risposte piccate, indispettendosi nei confronti di chiunque osasse mettere in dubbio la bontà del suo santo uffizio.
Se si decide di lasciare a casa senza validi motivi gli unici tre giocatori italiani (Balotelli, Cassano, Miccoli) in grado di saltare l'uomo e fare un po' di differenza a discapito di gente bollita e modesti pedatori (clamoroso il liscio finale di Pepe) non ci si può meravigliare di questa eliminazione umiliante. Sarebbe stata comunque inevitabile? Non lo sapremo mai; magari perdere agli ottavi dall'Olanda sarebbe stato più dignitoso, ma è stato giusto così.
Un'ultima considerazione. Oltre alla determinazione e allo spirito di squadra: ma che culo abbiamo avuto nel 2006?

Da Marco Carta a Bob Dylan in quattro passaggi



Dopo aver letto il post dell'amico Allelimo dal titolo Gerontorock ho avuto un'ispirazione e sono andato sul sito sito 6 Degrees of Black Sabbath: un motore di ricerca in grado di creare connessioni impensabili tra una coppia a scelta fra musicisti, cantanti, gruppi di qualsiasi genere. Strano ma vero, i due nomi che ho inserito sono più vicini di quanto si possa pensare.

From Marco Carta to Bob Dylan in 4 steps

  • First we start with Marco Carta
  • that created the track Sa fortza mea (feat. Marco Carta) that was performed by Tazenda
  • that performed the track Domo mia (feat. Eros Ramazzotti) by Eros Ramazzotti
  • that performed the track Fuoco nel fuoco (feat. Carlos Santana) by Carlos Santana
  • that created the track Why Do I Have to Choose? (feat. Carlos Santana) that was performed by Bob Dylan

mercoledì 23 giugno 2010

Piccoli misteri quotidiani


  • Perchè le aperture facilitate delle confezioni non funzionano mai?
  • Perchè il postino non suona mai due volte, mentre i testimoni di geova sì?
  • E soprattutto, come è possibile che il pezzo di pane della foto (la molletta da bucato è per dare l'idea delle dimensioni) mi sia stato venduto in una panetteria al prezzo scandaloso di un euro?

domenica 20 giugno 2010

Scuola schizofrenica

Lunedì 7 giugno verso mezzanotte vedo comparire in tv la faccia da stitica cronica della Gelmini che invita i docenti ad usare il buon senso per l'ammissione all'esame di maturità: soprattutto nei casi di una sola insufficienza non è il caso di applicare la norma alla lettera. A parte che questo tipo di indicazioni il Ministero le dovrebbe inviare sotto forma di nota scritta alle scuole, peccato che nella stessa giornata una parte degli scrutini si fossero già svolti. Il giorno dopo veniamo a sapere che nella quinta di un amico di mio figlio nove studenti non sono stati ammessi all'esame di Stato. Stessa scuola, però in prima superiore: il figlio di una conoscente ha avuto il giudizio sospeso con quattro debiti (meglio tenersi buoni i clienti i primi anni quando potrebbero ancora cambiare scuola). La madre ha chiesto un incontro col preside durante il quale ha definito ridicoli i professori e ha firmato per la bocciatura.
Nelle scuole quest'anno si è verificata una totale mancanza di uniformità di giudizio: l'ammissione agli esami di Stato, specie per chi zoppicava un po', è stata una specie di lotteria: ragazzi con più insufficienze ammessi solo perché si trovavano nella sezione o nella scuola giusta mentre altri, magari più meritevoli, sono stati segati inesorabilmente proprio in vista del traguardo.
I continui cambiamenti normativi in assenza di un progetto educativo, i tagli, la scarsa professionalità e la demotivazione di una buona percentuale di docenti, l'atteggiamento dei genitori (troppo spesso pronti a giustificare l'indolenza dei figli), hanno dato vita ad una scuola schizofrenica, il cui emblema è la ministra dalla doppia personalità inventata da Caterina Guzzanti. Adesso arriveranno anche i quiz.

Ma se io avessi previsto tutto questo

dati causa e pretesto le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi
questa gloria da stronzi
non avrei cercato altre occupazioni...

venerdì 18 giugno 2010

Se fossimo stati a Roma avremmo spaccato tutto

Settembre 1990. Con i biglietti in tasca partiamo alla volta di Modena per il Sound+Vision Tour: forse l'ultima occasione per sentire Bowie cantare tutto il suo repertorio classico. La band è straordinaria e la scaletta è strepitosa (altro che Tin Machine). Ecco un estratto:

Space Oddity

Changes
Life on Mars?
Queen Bitch
Starman
Ziggy Stardust
Suffragette City
Rock 'N' Roll Suicide
Panic in Detroit
The Jean Genie
Rebel Rebel
Young Americans
Fame
Heroes
Ashes to Ashes
Fashion

Arriviamo presto, ci piazziamo a una distanza ottimale e quando inizia il concerto l'emozione è palpabile. Poi, dopo un quarto d'ora, il dramma: a metà della quarta o quinta canzone Bowie stecca; improvvisamente la voce diventa roca e gli si abbassa di un'ottava. Si ferma, dà un calcio all'asta del microfono e si allontana. Dopo un minuto riprende a cantare, ma la voce non c'è più. Con tanto mestiere riesce a portare avanti un minimo concerto supportato da Adrian Belew che con la chitarra cerca di sopperire al naufragio. Tre giorni prima a Zagabria, causa il maltempo, Bowie si è raffreddato e a causa di una laringite la voce è andata a farsi fottere. Delusione cocente, ma purtroppo non c'è niente da fare.
Dietro di noi c'è un gruppo di ragazzi romani; alcuni urlano e protestano fra la gente rassegnata che comincia ad andarsene. Mi giro, allargo le braccia e il più esagitato si rivolge verso di me: - Se fossemo stati aRRoma avemmo spaccado tutto!
Da allora quella frase è diventata un cult, da usare in qualsiasi contesto in cui le cose non funzionano come dovrebbero.

mercoledì 16 giugno 2010

Arcade Fires: due nuovi brani in anteprima


E' iniziato con qualche anticipazione il conto alla rovescia per The Suburbs, il nuovo e atteso album degli Arcade Fires in uscita il 2 agosto. BBC Radio ha trasmesso due brani in anteprima We used to wait e Ready to start. La qualità è da audio streaming, ma ciò non impedisce di apprezzare le doti compositive del sestetto di Montréal.

martedì 15 giugno 2010

Organo Hammond: 75 anni e non li dimostra

Nato nel 1935 come alternativa ai costosi organi a canne delle chiese, ne ha fatta di strada grazie a gente come Steve Winwood, Brian Auger e tanti altri, fino a diventare uno strumento di culto con quel gusto vintage che in brani come quello del video mi fa impazzire. Sven Hammond Soul è un gruppo fondato da Sven Figee, qui supportato dalla voce di Sherry Dyanne.

lunedì 14 giugno 2010

Nostalgia degli anni novanta

In questi giorni ho ascoltato, il nuovo disco dei Kula Shaker (in uscita il 28 di questo mese). Non è male, ma la memoria mi ha riportato agli anni '90, quando uscì K il loro primo album. Ricordo che ascoltavo Govinda a tutto volume; mio figlio era piccolo e divertendoci da matti cantavamo Mio cuggino da Eat the phikis di Elio, uscito lo stesso anno.
Mi è presa una botta di nostalgia per quegli anni; non mi era mai capitato. E' vero che Berlusconi nel 1994 era già sceso in campo con mio sommo disgusto, ma la sua permanenza al governo aveva dato l'impressione di un breve incidente di percorso, in un Paese che dopo i terribili attentati del 1992 a Falcone e Borsellino sembrava stesse voltando pagina. Invece dal 2001 una serie di disgrazie in successione: il ritorno del cainano, le torri gemelle, le guerre, la crisi economica e per concludere la china pericolosamente autoritaria e decadente che abbiamo imboccato. Sono per natura ottimista, ma comincio ad avere difficoltà nel vedere il bicchiere mezzo pieno.
Ogni tanto si fa strada un pensiero, non so quanto consolatorio. Come ho già scritto venerdì commentando nel blog di Marco, c'è sempre voluto un po' di tempo, ma alla fine in Italia i pelatoni boriosi hanno sempre fatto una fine poco gloriosa. L'ultimo fu quello che emigrò in Nord Africa. Varrà anche per coloro che i capelli se li fanno disegnare con il pennarello indelebile?

giovedì 10 giugno 2010

La teiera volante vol. 2



estate 2010
DAY
Tre Allegri Ragazzi Morti - Puoi dirlo a tutti
(da Primitivi del futuro 2010 - alt-rock, reggae-dub)
CéU - Comadi
(Vagarosa 2009 - pop brazil, dub)
Africa Unite -
(Rootz 2010 - Reggae)
Dirtmusic - Desert wind
(BKO 2010 - etno-rock-blues)
The Acorn - I Made The Law
(No ghost 2010 - folk, indie Canada)
Stornoway - The Coldharbour Road
(Beachcombers Windowsill 2010 - pop-folk UK)
John Common & Blinding Flashes of Light - In My Neighborhood
(Beautiful empty 2010 - folk-rock, indie USA)

NIGHT
Lone Wolf - Keep Your Eyes On The Road
(The Devil and I 2010 - song writer UK)
Blitzen Trapper - Heaven and Earth
(Destroyer of the void 2010 - folk-rock Oregon)
Erland & The Carnival - Trouble in mind
(Erland & The Carnival 2010 - psych-folk-pop UK )
Tracey Thorn - Why does the wind
(Love and its opposite 2010)
Almamegretta - Drop & Roll
(Dubfellas vol.2 - 2010 dubstep, trip-hop)
Melissa Auf Der Maur - Meet Me On The Dark side
(Out of our mind 2010 - alt-rock)
New Young Pony Club - Chaos
(The Optimist 2010 - synth pop, wave UK)

Da non perdere gli splendidi video di Lone Wolf (un omaggio a Sledgehammer) e degli Erland & The Carnival.

mercoledì 9 giugno 2010

Ci sono disgrazie peggiori


La collezione estate della teiera volante è in dirittura d'arrivo, ma il pilota è a terra come suo figlio.
Amici e parenti non fanno che ripetere la frase del titolo, però dopo cinque anni (sudati per tutti) trovare all'ultimo istante nella buchetta della posta un gelido telegramma che comunica la non ammissione all'esame di stato, crea una sensazione sgradevole di vuoto e impotenza.
Il tutto mentre il diretto interessato stava studiando in biblioteca convinto di avercela fatta. Passerà. Non cerco alibi, ma conosco bene i meccanismi e ce ne sarebbero di cose da raccontare sulle storture della scuola a cominciare dalla malafede e dall'inettitudine di chi la governa; ora non ne ho nè la forza, né la voglia.

lunedì 7 giugno 2010

La mia cavia musicale

La copilota della teiera hai suoi gusti musicali che molto spesso coincidono con i miei. Quando riunimmo i nostri dischi per andare a vivere assieme, i doppioni abbondavano e non era un caso. La copilota però detesta una cosa: fare da cavia quando si viaggia in macchina. Questo capita quando ne approfitto per ascoltare per la prima volta in auto le cose più svariate che ho scaricato e masterizzato in mp3. Le cavie in realtà siamo due, ma lei dice: - Ho una fiducia totale nei tuoi gusti però fammi sentire le cose solo dopo che hai selezionato quelle che ti piacciono veramente! Dura vita quella del selezionatore musicale, come quella del selezionatore della nazionale: fai esperimenti e ti criticano, vai sulle certezze antiche e ti accusano di essere conservatore!
A proposito di nazionale: oggi a mezzogiorno, di ritorno dal lavoro, cercavo il nuovo The National per ascoltare in particolare la splendida Runaway, ma era sparito. Buongustaia!
Lucien: Allora questo ti piace! E' un disco che cresce ascolto dopo ascolto.
Copilota: Veramente a me è piaciuto fin dall'inizio, questa è musica fatta col cuore.

venerdì 4 giugno 2010

La leonessa e le rane dalla bocca larga

Al Roland Garros c'è chi a 30 anni pensa a giocare, vincere ed entusiasmare...

Mentre a Milanello c'è chi invece di calciare una palla, straparla e le palle le fa cadere per terra.

Naturalmente, come da copione è seguita la smentita con le scuse.

giovedì 3 giugno 2010

Claudio Lolli e la ca' de camel

I miei amici li ho chiamati piedi, perché ero felice solo quando si partiva.
(da "Analfabetizzazione - Disoccupate le strade dai sogni)

Claudio Lolli venne a suonare nel mio paese alla festa dell’Avanti. In quel periodo il partito socialista locale tentava di contattare i cosiddetti giovani, categoria eternamente tirata in ballo, per coinvolgerli nell’organizzazione delle feste e darsi un tono di modernità. Malgrado le perplessità iniziali io e altri amici accettammo e armati di pennelli e vernici disegnammo all’interno dell’area della festa un murales psichedelico; convincemmo inoltre i responsabili intrallazzoni del partito sulla necessità di far venire Claudio Lolli a suonare. Probabilmente manco sapevano chi fosse!
Erano i mesi successivi agli scontri di Bologna, alla chiusura di Radio Alice e all’uccisione di Lorusso; alcuni di noi frequentavano l’Università, altri gli ultimi anni delle superiori e tutti più o meno eravamo orientati politicamente in un certo modo, perciò la scelta del cantautore bolognese non fu affatto casuale. Malgrado il nostro scetticismo iniziale, il concerto si fece. Era appena uscito il nuovo album, Disoccupate le strade dai sogni, che prendendo spunto proprio dai fatti di Bologna non risparmiava bordate alla sinistra con brani polemici e sarcastici come La Socialdemocrazia. La serata si trasformò in un vero happening underground con la presenza fra l'altro degli amici di Radio Graal, la radio più fricchettona e anarchica di tutta la Romagna, in cui anch'io avevo appena iniziato a trasmettere. Ricordo le discussioni furiose alla fine del concerto con il segretario della FGCI locale che accusava noi e Claudio Lolli di provocazione politica ed esaltazione della violenza. In seguito nessuno ci convocò mai più; probabilmente anche quell’unica volta, dopo aver visto i primi disegni e gli slogan del murales, i responsabili si erano quasi subito pentiti, ma ormai era troppo tardi. L’esperimento del murales ci era piaciuto e qualche giorno dopo con i resti delle vernici pagate dal PSI dipingemmo la facciata della casa dove ci trovavamo. A fine lavoro l'elemento che faceva più spicco era un cammello in primo piano su uno sfondo a tema orientaleggiante. Da allora il cammello divenne a nostra insaputa l’emblema famigerato della casa. La gente del paese aveva soprannominato il nostro covo la cà de camel. Giravano leggende su quel luogo di perdizione da cui entrava e usciva gente di ogni tipo in quello strano periodo che fu il passaggio tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80: fricchettoni, indiani metropolitani, i primi punk (in seguito dark) e varia umanità con cui sono cresciuto negli anni dell'università ciondolando tra Bologna, il bar e la ca' de camel.
Non so se per iniziativa propria o se sollecitato da qualche cittadino, un pomeriggio si presentò alla casa un Ufficiale della Polizia Municipale che in modo informale e con un certo imbarazzo ci invitò a cancellare il murale. Questo non fu mai fatto malgrado altri blandi solleciti e attualmente il murale, seppure sbiadito, è ancora al suo posto.

martedì 1 giugno 2010

La giusta fine delle boys band

Sorvolate sul pezzo; concentratevi sul video e sulla nemesi dei quattro pirla della finta boy-band, presi in prestito dagli Hot Chip per realizzare il video di I Feel Better. Resistete i primi 50 secondi, fino all'entrata in scena di Cancer Jesus, il santone pelato castigatore...
Qualche scena splatter non ci sarebbe stata male.