giovedì 31 marzo 2011

Due grandi problemi della scuola italiana

Mario Biani
Il primo ci è stato svelato una decina di giorni fa: ed è che in Italia abbiamo più bidelli che carabinieri, ma le scuole sono sporche. Da notare che nel nostro Paese ci sono 5.000 stazioni dei carabinieri a fronte di 40.000 scuole.









Il secondo problema riguarda i testi scolastici: sono troppo faziosi. Da qui la proposta di legge di un'altra mente eccelsa di istituire una Commissione d'inchiesta sull'imparzialità dei libri di testo. Ecco un passaggio illuminante:
Con la caduta del Muro di Berlino e con la fine dell'ideologia comunista in Italia i tentativi subdoli di indottrinamento restano tali, anzi si rafforzano e si scagliano non solo contro gli attori della storia che hanno combattuto l'avanzata del comunismo ma anche contro la parte politica che oggi è antagonista alla sinistra.

lunedì 28 marzo 2011

Appuntamenti mancati

Il 28 giugno 1980 un gruppo di amici partì per andare a Torino, mentre il giovane Lucien se ne restò a casa invaghito di una fanciulla. Scelta sbagliata, vista l'inconsistenza della storia. Tre mesi dopo a Pittsburgh, a soli 35 anni, Bob Marley tenne il suo ultimo concerto.

venerdì 25 marzo 2011

Teiera Volante 5 - Gun flowers

Si parte dall'Africa e si arriva a Brooklyn.
Per raccogliere i fiori passare dal solito posto.











Los Chicharrons - Kounandi
dall'album Roots of life
Kiran Ahluwalia - Mustt Mustt (feat. Tinariwen)
dall'album Aam Zameen: Common Ground
Space Invadas - Done it again
dall'album Soul: Fi
Black Dub - Nomad
dall'album Black Dub
Selah Sue - This world
dall'album Selah Sue
Joan as Policewoman - The action man
dall'album The Deep Field
Blancmange - By The Bus Stop @ Woolies
dall'album Blanc Burn
Lykke Li - Get Some
dall'album Wounded Rhymes
Kurt Vile - Puppet to the man
dall'album Smoke Ring For My Halo
Low - Witches
dall'album C'mon
Cowboy Junkies - Supernatural
dall'album Demons: The Nomad Series Volume 2
Rue Royale - Flightline
dall'album Guide to an Escape
Paolo Benvegnù - Avanzate, ascoltate
dall'album Hermann
Sara Lov - There Is a Light That Never Goes Out
dall'album I Already Love You
The National - Think You Can Wait
dal film Win Win

martedì 22 marzo 2011

Ti sei fottuto il disco

Questo è stato il simpatico commento del mio amico radiologo mentre mi mostrava lo spazio ristrettissimo fra le mie vertebre cervicali C5-C6.
E' la prima volta che utilizzo la parola disco in questa accezione e non è una bella cosa. Ecco spiegati i continui dolori e il torcicollo che mi torturano da circa un mese. Con estremo dispiacere dovrò diradare la presenza nel mio e in tanti altri blog che mi piace frequentare per dedicare tempo e pazienza alla soluzione di questo problema.
A presto, ai prossimi post e commenti.

lunedì 21 marzo 2011

COVER vs ORIGINAL: There Is a Light That Never Goes Out

Una canzone sulla stretta relazione fra amore e morte. Amore non dichiarato. Solo immaginato, fino alle estreme conseguenze di una morte in un incidente stradale accanto alla persona amata. La strana paura nel buio sottopassaggio è forse la paura del rifiuto o la paura stessa di una nuova relazione. La luce che non si spegnerà mai simboleggia la luce di questo amore inconfessato, per sempre accesa nell'anima del passeggero di questo giro in auto. worldofmorrissey.com

Probabilmente la canzone più amata dai fans degli Smiths. Un equilibrio perfetto tra l'abilità compositiva di Marr ed il lirismo di Morrisey. In tanti si sono cimentati nella cover di questo brano, diciamolo subito: inarrivabile. La versione di Sara Lov è comunque un tributo sentito, che riesce a trasmettere da una diversa angolatura la dolcezza e l'intimità di questa canzone. La cantautrice americana è da poco uscita con il nuovo album (I already love you) composto da dieci cover, fra cui anche La Bambola di Patty Pravo cantata in italiano.

E se un bus a due piani
si schiantasse contro di noi
morire al tuo fianco
sarebbe un modo divino di morire (ma anche no)
e se un camion da dieci tonnellate
ci uccidesse entrambi
morire al tuo fianco
bene, il piacere, il privilegio è tutto mio. 

Battute a parte, una delle più belle e struggenti canzoni di tutti gli anni ottanta.

venerdì 18 marzo 2011

A lezione di insurrezione

Occorre svegliarsi dal sogno malato della crescita infinita per veder chiaramente che c’è una bolla immensa di lavoro inutile che si gonfia col nostro tempo. Inventiamo una vita che non pesa. Che non costa. Una vita leggera.

La lezione tenuta all'accademia di Brera da Franco Berardi BIFO.
Arrendersi mai, bisogna trovare nuove forme di ribellione e disubbidienza.



COME SI FA

Anche l'amore nel tempo precario
è diventato una cosa per vecchi,

un privilegio di anziani amanti
che hanno del tempo da dedicarsi.
Noi eredi di un secolo feroce
che rispettava soltanto il futuro,
siamo il futuro promesso,
l’ultimo forse però, perché il profitto
non rispetta né il domani né l’adesso.
Il patto è stato cancellato
perché la regola non vale nulla
quando non c’è la forza per imporla.
Ora ciascuno è privato,
e solitario elabora segnali
sullo schermo mutevole che irradia
intima luce ipnotica. Riceve
ordini telefonici, e risponde
con voce allegra perché non è concesso
ch’altri conosca l’intima afflizione
che ci opprime.
Talvolta sul contratto di assunzione
è compresa una norma che ti impegna
a non suicidarti.
Questo non ferma certo l’espansione
dell’esercito immenso di coloro
che levano la mano su se stessi.
Nel solo mese di maggio
all’azienda trasporti di Bologna
si sono uccisi tre lavoratori.
Dieci anni fa erano tremila
i conducenti degli autobus cittadini,
oggi sono soltanto milleduecento
e il traffico non è certo meno intenso.
Alle officine Foxconn
si danno fuoco giovani operai.
A migliaia s’immolano
i contadini indiani,
alla Telecom France
si ammazzano a decine per il mobbing.
In molte fabbriche italiane
minacciano di buttarsi giù dal tetto.
E’ un sistema perfetto
razionale, efficiente, produttivo.
Chi s’ammazza è un cattivo
cittadino che non ha capito bene
come funziona il nuovo ordinamento.
Devi essere contento,
partecipi allo sforzo collettivo
che rilancia la crescita e impedisce
che il deficit sorpassi il tre per cento.
Brucia ragazzo brucia
brucia la banca centrale
e quella periferica.
A poco servirà, purtroppo
Perché i numeri che ti rovinano l’esistenza
Non sono conservati in nessuna banca,
neppure in quella centrale.
Vagano nell’infosfera
E nessuno li può cancellare.
I nemici nascosti sono numeri
Null’altro che astratte funzioni,
integrali, algoritmi e deduzioni
della scienza economica.
Ma come puoi chiamare scienza
questo sapere che non sa niente
questo assurdo sistema di assiomi
di tecniche che spengono la vita
per non uscire dalle previsioni
di spesa?
Non è una scienza, è una superstizione
che trasforma le cose in astrazione
la ricchezza in miseria
e il tempo in ossessione.
Meglio andarsene di qui, ecco come si fa.
Meglio lasciare vuoto
il luogo dell’obbedienza e del sacrificio.
Meglio dir grazie no a chi ti propone
sopravvivenza in cambio di lavoro.
Impariamo a essere asceti
che non rinunciano al piacere né alla ricchezza
ma conoscono il piacere e la ricchezza
e perciò non li cercano al mercato.
Come gli uccelli nel cielo
e come i gigli nei campi
non abbiamo bisogno di lavoro
né di salario, ma di acqua e di carezze,
di aria, di pane, e dell’infinita ricchezza
che nasce dall’intelligenza collettiva
quando è al nostro servizio, non al servizio
dell’ignoranza economica.
Se vuoi sapere come si fa
io posso dirti soltanto
quello che abbiamo imparato dall’esperienza.
Non obbedire a chi vuole la tua vita
per farne carcassa di tempo vuoto.
Se devi vendere il tempo in cambio di danaro
sappi che non c’è somma di danaro
che valga il tuo tempo.
E’ comprensibile che qualcuno pensi
Che solo con la violenza
Possiamo avere indietro
Quello che ci han sottratto.
Invece non è così,
- dispongono di armate professionali
che la gara della violenza la vincerebbero
in pochi istanti.
Quel che puoi fare è sottrargli il tempo della tua vita.
Occorre diventare ciechi e sordi e muti
quando il potere ti chiede
di vedere ascoltare e parlare.
L’esodo inizia adesso
andiamocene via
ciascuno col suo mezzo di trasporto.
Meglio morto
che schiavo dell’astratto padrone
che non conosce
dolore né sentimento né ragione.
Ma meglio ancora vivo
senza pagare né il mutuo né l’affitto.
Quel che ci occorre non è nostro
se non nel breve tempo di un tragitto.
Quando arrivi parcheggi,
lasci le chiavi e lo sportello aperto
per qualcun altro che deve spostarsi
nella città, sui monti o nel deserto.
Ecco come si fa.
Si smette di lavorare
ché di lavoro non ce n’è più bisogno.
Occorre svegliarsi dal sogno
malato della crescita infinita
per veder chiaramente
che c’è una bolla immensa di lavoro inutile
che si gonfia col nostro tempo.
Inventiamo una vita che non pesa,
Che non costa.
Una vita leggera.
E poi sai che ti dico?
Non ti preoccupare del tuo futuro
Che tanto non ce l’hai. E’ tutto destinato
A pagare l’immenso debito accumulato
Per ripianare il debito delle banche.
Il futuro di cui parlano gli esperti
è sempre più tetro ogni giorno
che passa. E’ meglio che diserti
e comunichi intorno
il lento piacere dell’essere altrove.
Ecco come si fa.

mercoledì 16 marzo 2011

150

                       Davide Ceccon


















E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà. 
Carmine Crocco, brigante rivoluzionario

Si festeggi pure, ma la domanda è: siamo vicini a un punto di non ritorno? Io spero ancora di no. Però in un paese di disonesti e mafiosi, in cui vanno avanti quasi sempre solo i furbetti e i mediocri, indignarsi non basta più.
Come scrisse Flaiano: In Italia l'unica vera rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti. Insieme ad un po' più di senso civico, aggiungo io; ma quello, purtroppo, è come il coraggio di Don Abbondio.

lunedì 14 marzo 2011

Horror economy

Criticato ed elogiato in egual misura il Gioiellino, seconda opera di Molaioli dopo il buon esordio de La Ragazza del lago, ci racconta il baratro verso cui ci stanno portando le corporation e la virtual economy fatta di derivati, bond e grossi stronzi. Lo fa dall'interno mostrando l'implosione della cosiddetta sana provincia attraverso una delle sue aziende simbolo (Leda è il nome di fantasia con tanto di finto sito web) e soprattutto dei suoi dirigenti che coscientemente discendono tutti i gradini dell'abiezione morale mascherata con quei valori come lavoro e famiglia da sempre sbandierati pubblicamente per fottere meglio la gente e continuare a dividersi la torta con i politici e le banche. Raccontare una storia in relazione al crac Parmalat era sicuramente un'operazione difficile, che correva il rischio di cadere nella noia o nel didascalismo; il film invece scorre bene, dosando e sintetizzando in maniera convincente gli aspetti politico-economici che hanno caratterizzato la vicenda, compreso il richiamo ad un  personaggio alle cui barzellette bisogna ridere. 
Azzeccato il ripescaggio di Remo Girone, il vero personaggio horror, perfetto nel ruolo del patron perbenista, superficiale e provinciale, che se ne va in pellegrinaggio nel paese del papa con la moglie devota proprio mentre sta mandando in rovina migliaia di famiglie. Al suo fianco Toni Servillo nell'ingrato ruolo del cinico e  misantropo ragioniere, la vera mente diabolica del colossale raggiro. 

sabato 12 marzo 2011

You Should Have Heard Just What I Seen

Negli anni '70 e '80 James Hamilton è stato fotografo per The Village Voice, settimanale newyorkese indipendente fino al 2005, anno dell'acquisizione da parte di Village Voice Media.
You Should Have Heard Just What I Seen raccoglie in 252 pagine immagini rare o mai viste di molti artisti che hanno animato la scena musicale nei due decenni in questione.
Il titolo è un verso tratto da Who do you love? di Bo Diddley. Le foto.


giovedì 10 marzo 2011

The National - Conversation 16

Lui è un agente della sicurezza segretamente innamorato della presidentessa che però vola in Russia fatalmente attratta (come già qualcun altro prima di lei) dalla virilità di plastica di un altro uomo ...


The National

I was afraid I'd eat your brains / Temevo che ti avrei mangiato la testa
I was afraid I'd eat your brains
'Cause I'm evil / Perché sono cattivo
'Cause I'm evil
'Cause I'm evil

Appuntamento il 5 luglio a Ferrara.

martedì 8 marzo 2011

(proto)Japan

Don't Rain on My Parade. Con questa cover tratta dal musical Funny Girl esordivano nel 1978 degli irriconoscibili Japan. L'originale era cantata da una giovanissima Barbara Streisand, qui nel film del 1968 con il quale vinse l'oscar. Un'altra versione di Bobby Darin la si sente anche in una sequenza di American Beauty.

lunedì 7 marzo 2011

Musiche e ricordi

I ricordi suscitati da una musica o da un odore per me sono sempre i più forti e struggenti.
Quando sento l'odore dell'adesivo delle figurine, ad esempio,  ritorno di colpo alla mia infanzia, con l'album Panini sotto braccio e il pacchetto delle doppie sempre pronto per gli scambi.
Ma è soprattutto la musica che si tende ad associare a momenti indelebili ed emozionanti. L'aspetto strano è che spesso si tratta di canzoni o dischi che non rappresentano fedelmente i propri gusti musicali: si sono insinuati nelle nostre vite casualmente; in certi casi si tratta di sigle e colonne sonore generazionali che perdono il loro significato per chi è nato qualche anno prima o dopo. I primi che mi sono venuti in mente sono questi:

La prima cotta adolescenziale è Anche per te di Lucio Battisti.
Ho visto anche degli zingari felici è il primo vinile comprato dopo anni di mangianastri.
La radio libera in cui trasmettevo la associo alla musica di Frank Zappa, in particolare Overnite Sensation, colonna sonora della festa più folle a cui abbia mai partecipato.
In-A-Gadda-Da-Vida è Supersonic, programma radiofonico che ascoltavo la sera a letto.
Non al denaro, non all'amore, né al cielo è il primo viaggio all'estero, in Spagna con la Prinz.
Harvest è la mia palestra di chitarrista.
Message in a bottle mi ricorda il lavoro di lavapiatti in un ristorante sul Mare del Nord.
Psycho Killer dei Talking Heads, la prima volta che ho suonato e cantato su un palco.
The Raven degli Stranglers è il primo viaggio a Londra.
La nascita di mio figlio è Losing my religion dei R.E.M., ascoltata per tutta l'estate in attesa dell'evento.

venerdì 4 marzo 2011

Druganaut



Stanchezza e voglia di sole. La neve a marzo dovrebbe essere vietata!
Poca ispirazione per scrivere e purtroppo poco tempo per gironzolare nei vari blog; più che altro voglia di ascoltare qualcosa di poco impegnativo, tipo questo sound che trasuda 70's da ogni nota. 
La scorsa estate hanno suonato dalle mie parti e li ho snobbati pensando: Ma ha ancora un senso nel 2011 questa musica? Magari dal vivo non erano neanche male. Di sicuro un senso ce l'hanno questi due concerti (biglietti già in saccoccia).

Primavera
Estate

mercoledì 2 marzo 2011

Black Dub

Ogni tanto qualche pesce pregiato scappa dalla rete. Mi è capitato con Black Dub, gruppo messo su da Daniel Lanois, famoso più come produttore (ultima collaborazione Le Noise con Neil Young) che come musicista. Black Dub è anche l'album omonimo, uscito alla fine del 2010, registrato in presa diretta nel salone della villa/studio di Lanois, posizionando i microfoni in modo da registrare gli strumenti tutti insieme in un'unica session; il tutto documentato da una serie di video. Al canto l'autentica sorpresa della giovane Trixie Whitley, figlia d'arte dalla calda voce. Gruppo dal nome programmatico: black music con un vago accenno di sfumature dub, ma anche blues e jazz (la radice comune del bassista Daryl Johnson e del batterista Brian Blade), spruzzate di chitarra distorta con quel gusto funk sporco che non guasta mai. Suoni autentici senza tanti orpelli e appesantimenti da super-post-produzione. Last Time, suonata dal vivo nel video sotto, è esemplificativa dello stile di questo album del marpione canadese che veleggia verso i sessanta.
Buona pesca e buon ascolto.

martedì 1 marzo 2011

I più ascoltati sulla teiera (febbraio 2011)

1) Radiohead - The King of Limbs
2) Gregg Allman - Low country blues (live D. Letterman)
3) Paolo Benvegnù - Hermann
4) PJ Harvey - Let England Shake
5) Bright Eyes - People's Key (live D. Letterman)

La canzone più bella che ho ascoltato ultimamente è questa Avanzate, ascoltate da Hermann, il terzo disco del cantautore milanese. Un giro iniziale di piano (birichino) che fa venire subito in mente Karma Police, seguito da un testo che si trasforma in un'invocazione poetica in un crescendo orchestrale irresistibile.