giovedì 29 maggio 2014

Most promising band of '77







































Anno incendiario in cui fece capolino un gruppo apparentemente anonimo e misurato che in realtà si rivelò essere uno dei progetti più radicali e all'avanguardia concepiti all'interno di quel magma musicale che prese il nome di new wave.
I primi ad immettere pura linfa nera nella musica bianca e cerebrale.

giovedì 22 maggio 2014

Quando il videoclip diventa (quasi) cinema

Non ho una particolare passione per i videoclip musicali a parte quando alla qualità del brano si abbina una storia che sconfina in veri e propri ambiti cinematografici.
E' quello che accade con l'ultimo video degli Arcade Fire (We Exist) e ancor di più nei sette minuti di Around Town (secondo singolo del prossimo album dei Kooks da Brighton) dichiaratamente ispirati a Luc Besson e Tarantino nel raccontare le gesta di una giovanissima e spietata criminale, assoldata dal boss dopo un iniziale colloquio di lavoro. Gran ritmo, con basso pompante e l'aggiunta di cori gospel che donano un tocco di sacralità blasfema.




martedì 13 maggio 2014

I miei anni ottanta: 1981 playlist

E alla fine anche a me arrivò l'odiata cartolina precetto che mi portò inutilmente a Salerno, San Giorgio a Cremano ed infine al corpo a Padova, dove rimasi poche settimane per poi essere ricoverato per deperimento/depressione (ovviamente finti). Quattro mesi di servizio militare erano già troppi; dovevo tornare a casa perché si erano formati i Reverse che mi aspettavano per suonare. Un anno in cui per mesi in vetta alla hit parade dominò Gioca Jouer, segnale inquietante dell'epoca di rincoglionimento generale che ci aspettava sotto l'egida delle neonate tv commerciali; Canale 5 in particolare, dal 1980 al 1981, vide aumentare i propri introiti pubblicitari da 13 a 75 miliardi di lire.
Intanto però...

venerdì 9 maggio 2014

Smetto quando voglio


L'autore l'ha definita "una sorta de I soliti ignoti al tempo di Ocean's eleven, The Big Bang theory e Breaking bad". Riuscire a realizzare una commedia in Italia ben congegnata, originale, senza moralismi e volgarità, è già una notizia; se poi si aggiunge il fatto che ho riso di gusto come non capitava da anni, è più che sufficiente per consigliare questo film, opera prima del salernitano Sidney Sibilla. Una specie di stoner comedy all'americana (Una notte da leoni) attualizzata nella crisi della società italiana e innestata su una storia alla Romanzo Criminale, però in versione comico-amara. I protagonisti sono infatti un gruppo ricercatori universitari sfruttati e malpagati che decidono di utilizzare le loro intelligenze per delinquere nel mondo delle droghe sintetiche fino alle estreme conseguenze.
Gag a profusione e ritmo incalzante: su tutti Stefano Fresi, alias Alberto Petrelli, chimico computazionale.

Così il regista racconta la genesi del film, uscito nelle sale il 6 febbraio: "Tutto comincia da un articolo di giornale. La prima fonte di ispirazione è stato un trafiletto su un quotidiano che titolava ‘Quei netturbini con la laurea da 110 e lode'. In pratica si parlava di due ragazzi laureati in filosofia con tanto di master, che lavoravano per l'AMA, la società che si occupa della pulizia delle strade di Roma. Due netturbini che all'alba, mentre spazzano il marciapiede, discutono della critica della ragion pura è stata la prima, e per molto tempo unica, immagine del film. Era la primavera del 2010... in testa avevo solo i due netturbini filosofi. In realtà quell'immagine era però una sintesi di quello che stava accadendo in quei giorni. Le prime pagine dei giornali erano piene di articoli sui tagli alla ricerca, e sulle conseguenti manifestazioni di ragazzi che per una vita avevano sempre e solo studiato e che ora si ritrovavano, quasi quarantenni, senza un lavoro e senza una prospettiva. Nessuno sembrava accorgersi del paradosso che le persone più intelligenti del paese venivano messe ai margini. E se avessero deciso di ribellarsi? E se a delinquere adesso fossero le menti più brillanti in circolazione? Se si coalizzassero?".

lunedì 5 maggio 2014

Quando eravamo zingari felici


Da un'altra era è pervenuto questo flash di trenta secondi; è tratto da una delle nostre performance scovata e riportata alla luce dall'amico Hans, incredibile cacciatore di ricordi. In prima linea, il futuro pilota della teiera volante con il fisico da culturista denutrito. Non ricordo cosa stessimo ballando; forse ognuno aveva la sua musica in testa e probabilmente anche la sua libertà e la sua ribellione. Chi frequentava l'università ma studiava da indiano metropolitano; chi già inseguiva la musica punk e chi l'arte; chi voleva vivere suonando o viaggiando sulle orme di Rimbaud; chi creava fumetti; chi manifestava con rabbia per le strade di Bologna.
Ricordo ancora più struggente perché qualcuno non c'è più.

“Oggi gli zingari non sono ben visti, abbiamo un prezzo imposto, per sopravvivere dobbiamo mimetizzarci da brave persone... Ma sul nostro sorriso non si può mentire”. Claudio Lolli