lunedì 28 luglio 2014

Uno così riesce a far fare bella figura perfino a Blatter

Ecco quello che si può definire un fine pensatore. Uno così, che riesce a far fare bella figura perfino a Blatter, dovrebbe dirigere al massimo una bocciofila e invece è candidato alla guida della federcalcio italiana.
Al di là del concetto di razzismo e della solita menata del politically correct che sempre fa insorgere i paladini dell'ipocrisia, sorgono grossi dubbi non solo sull'intelligenza, ma anche sulle capacità di un personaggio (pluricondannato) che ormai certo di avere le chiavi in mano della FIGC, se ne esce con una frase così infelice in un contesto ufficiale. Indicativa dello spessore dell'uomo.
Qualche tempo fa Tavecchio, da saggio dirigente qual è, ha elargito perle di saggezza anche sul calcio femminile: “Si pensava che le donne fossero handicappate rispetto al maschio, ma abbiamo riscontrato che sono molto simili”
Qualche mese fa Donald Sterling, presidente dei Clippers di Los Angeles, è stato sospeso a vita dalla NBA per aver detto alla fidanzata "niente neri alle partite".


domenica 20 luglio 2014

Afghan Whigs ovvero l'irresistibile fascino della metropolitana di NYC

Prendere la metropolitana in estate a New York è un'esperienza affascinante ma estrema: scese le scale l'afa diventa insopportabile, poi una volta saliti sui vagoni si viene investiti da un'ondata di gelo siberiano con uno sbalzo minimo di 20 gradi. Gli abitanti della grande mela non fanno una piega, probabilmente nel corso del tempo hanno avuto una mutazione genetica che gli permette di sopportare qualsiasi temperatura con indifferenza. Per fortuna qualche spettacolo è sempre assicurato: musicisti di ogni genere si esibiscono nei sottopassaggi; una volta ci siamo incantati per più di mezzora ad ascoltare tre ragazzi ai fiati accompagnati da un percussionista strepitoso. Ballerini pronti ad ogni tipo di performance appaiono spesso sui vagoni: una tradizione di New York fin dai primi anni settanta.
Ultimamente però la polizia del nuovo sindaco Bill de Blasio ha messo in atto una campagna repressiva che ha portato all'arresto di più di duecento performers accusati di disturbare viaggiatori. In realtà pare che molte di queste operazioni siano state accompagnate dai sonori booo dei passeggeri che nella maggioranza dei casi, lo dico per esperienza diretta, non hanno nulla in contrario: sono indifferenti oppure tendono a divertirsi.

La copilota della teiera nei meandri della subway

I musicisti di cui sopra












































Gli Afghan Whigs, tornati con un nuovo album dopo sedici anni, hanno realizzato un video con vari ballerini che si esibiscono in un vagone della metropolitana in risposta polemica proprio su questa questione. Tutto da vedere!


giovedì 17 luglio 2014

Johnny Winter

Come accarezzava le corde lui con lo slider ce n'erano pochi. Il suo ultimo Roots è un capolavoro omaggio agli eroi del blues. Se n'è andato a 70 anni uno dei più grandi chitarristi della storia.
Febbraio 1969: Hendrix al basso, Johnny Winter alla chitarra e Buddy Miles alla batteria.

domenica 13 luglio 2014

Arriva la tempesta

Ieri pomeriggio sulle spiagge di Ravenna. Calma piatta e dopo 15 minuti il diluvio.


























Altri titoli a scelta: E la chiamano estate, Here Comes The Rain Again, Stormy Weather, ma soprattutto ...

venerdì 11 luglio 2014

Titoli di testa: The Bridge

La suggestiva sigla iniziale della serie crime scandinava Bron/Broen (già ricopiata in versione americana con il titolo The Bridge) è opera del compositore e chitarrista greco-danese Jannis Noya Makrigiannis. Attorno al suo progetto denominato Choir of Young Believers ruotano diversi musicisti. In realtà l'ultimo album Rhine Gold, datato 2012, non è che mi abbia entusiasmato; di certo non quanto l'intrigante serie tv in questione: una coproduzione svedese e danese che cattura l'attenzione a partire dagli opening titles.
Con un'estate così, dal clima quasi autunnale, tanto vale immergersi nelle cupe atmosfere scandinave, visti anche i molti scarti nelle uscite cinematografiche ed un mondiale di calcio assai deludente sia come qualità del gioco che come spettacolo.
Per saperne di più, l'ottima recensione di bradipofilms.



Il brano completo

giovedì 3 luglio 2014

Top of the Lake



















Una ragazzina di dodici anni tenta di togliersi la vita sulle rive di un lago; viene salvata e le analisi rivelano che è in stato di gravidanza. Tui è il nome dell'adolescente che si chiude in un mutismo ostinato limitandosi a scrivere in un foglietto "No one". E' l'incipit di Top of the Lake. 
Dopo Breaking Bad un'altra mini-serie (di soli sette episodi) da guardare tutta d'un fiato. Spesso, a causa della prolissità, difficilmente mi faccio coinvolgere da questo genere, ma quando entrano in campo una regista come Jane Campion, attori come Peter Mullan e in più gli scenari incontaminati della Nuova Zelanda, impossibile non immergersi a capofitto nelle sette puntate. Nonostante la violenza che permea la natura e gli animi umani, non si pensi ad una serie d'azione con inseguimenti e sparatorie; chi conosce la regista lo può già immaginare: i temi a lei cari qui affiorano prepotentemente (la violenza sulle donne, la complessità dell'animo umano, la contrapposizione tra natura e civiltà, tra generi maschile e femminile) in quello che risulta essere vero e proprio cinema d'autore.
Su tutti spiccano Peter Mullan, nei panni di un padre padrone dilaniato dai sensi di colpa, vittima e carnefice della sua stessa violenza; la guru Holly Hunter (Lezioni di piano), che sotto il nome di GJ guida in modo enigmatico una squinternata comune femminile che si è accampata sulle rive del lago; la protagonista Elisabeth Moss, giovane detective esperta di casi infantili, che ritorna dall'Australia alla sua terra d'origine per seguire il caso della ragazzina: un intreccio che la porterà a scoperchiare il suo passato e un mondo ai margini della civiltà, fatto di omertà, abusi e giustizia sospesa. Temi universali già ampiamente esplorati sia nel cinema che in letteratura, che qui però trovano la loro forza nella suggestione dei paesaggi mozzafiato, nei dialoghi dilatati, nei personaggi memorabili e in una trama tentacolare che coinvolge inesorabilmente fino ad un vero e proprio finale. “Mi piaceva questo mondo, ma non per 20 episodi” ha dichiarato la regista.