venerdì 24 luglio 2015

Soffrire al cinema: Louisiana - The Other Side



L'altra faccia dell'America. Il documentario girato da Minervini in Louisiana, racconta l'esistenza di una comunità di emarginati: una visione dove la frontiera tra documento e finzione è molto labile perché l'impressione è che i protagonisti, sapendo di essere ripresi, recitino (a volte al limite del compiacimento) le loro vite fatte di produzione casalinga di amfetamine, buchi, alcool e invettive contro Obama e la sua amministrazione. Un limite sta proprio qui, nello sfiorare il voyeurismo, nonostante si avvertano chiaramente l'empatia e la fiducia con cui il regista è entrato in contatto con questa comunità di dropout. Spesso durante la visione sorge istintivo chiedersi non a cosa si stia assistendo, ma come il regista sia stato in grado di girare immagini così forti e intime, in particolare quelle dei due personaggi principali e del loro amore tossico: le iniezioni in primo piano, i rapporti sessuali, i dialoghi (non si sa quanto spontanei).
Citando le parole di Caden Cotard nel suo blog Il Buio in Sala: Se sceneggi allora vorremmo anche una storia, se non mi dai la storia allora, forse, ci vorrebbe una regia ancora più distaccata, semplice osservatrice, e non così mise en scene.
I bianchi in Louisiana rappresentano ancora la maggioranza della popolazione in una condizione sociale generale di estremo degrado e di altissima disoccupazione nonostante la ripresa economica americana e la crescita del PIL. Il merito del film è quello di aver saputo cogliere e mostrare con efficacia questo aspetto politico-sociale di cui poco o nulla sapevo, specie nella seconda parte quando la telecamera segue l'addestramento di un gruppo paramilitare inneggiante ad una rinascita americana ispirata ai valori di patria e famiglia declinati però in maniera delirante. Il finale con il bombardamento e l'esplosione dell'auto dove è stato piazzato il pupazzo di Obama è uno dei momenti più potenti di un film interessante e che ha fatto molto discutere. Innegabili il notevole talento registico e l'originalità dell'approccio documentaristico di Roberto Minervini, una prospettiva che mi lascia comunque qualche perplessità.

Sofferenza totale per arrivare ai titoli di coda. Può anche darsi che il mio giudizio ne sia stato influenzato. A parte la scomodità storica delle sedie del cinema all'aperto che frequentiamo, sembrava veramente di starci nelle paludi della Louisiana per il caldo feroce e l'umidità. Mai vista una roba simile! Detto da uno che il caldo lo sopporta alla grande.


   

venerdì 17 luglio 2015

Arcade Fire - Porno

Fa talmente caldo che i tasti che sto pigiando si sciolgono sotto i miei polpastrelli.
Con questo clima tropicale la voglia di scrivere è prossima allo zero.
Mi restano solo le forze per volare ad Haiti dove gli Arcade Fire (che stanno per tornare in studio) hanno girato questo video promozionale in vista del film The Reflktor Tapes che uscirà a settembre. Un trip meraviglioso di otto minuti nel quale si sovrappongono due frames a creare una prospettiva molto particolare. Obbligatoria la visione a tutto schermo.

giovedì 16 luglio 2015

Cantalamappa - Atlante bizzarro di luoghi e storie curiose

I Wu Ming non finiscono mai di stupirmi. Fin da bambino ho avuto una passione sfrenata per la geografia, per carte e mappe, argomenti colpevolmente trascurati nelle scuole e comunque insegnati con superficialità. Ho accolto perciò con entusiasmo la loro nuova opera: Cantalamappa - Atlante bizzarro di luoghi e storie curiose, Mondadori ElektaKids. Un libro per bambini svegli e adulti che hanno ancora il gusto e la curiosità della scoperta. Si viaggia attraverso il nostro pianeta in compagnia di Guido e Adele Cantalamappa e del loro librone corredato di mappe alla ricerca di luoghi e storie intriganti come Il cinema nel deserto, L'isola delle Rose, il Verme Mongolo della Morte, Il viaggio delle paperelle di plastiche nell'oceano e la storia d'amore e d'anarchia fra Dolcino (quello de Il Nome della Rosa) e Margherita.

Leggetelo e regalatelo ai vostri bambini, direi dai nove anni in su.




lunedì 13 luglio 2015

Il cinema e il bisogno di spaesamento

... il cinema serviva a quello, a soddisfare un bisogno di spaesamento, di proiezione della mia attenzione in uno spazio diverso, un bisogno che credo corrisponda a una funzione primaria dell’inserimento nel mondo, una tappa indispensabile d’ogni formazione. Certo per crearsi uno spazio diverso ci sono anche altri modi, più sostanziosi e personali: il cinema era il modo più facile e a portata di mano, ma anche quello che istantaneamente mi portava più lontano. Ogni giorno, facendo il giro della via principale della mia piccola città, non avevo occhi che per i cinema, tre di prima visione che cambiavano programma ogni lunedì e ogni giovedì, e un paio di stambugi che davano film più vecchi o scadenti, con rotazione di tre alla settimana. Già sapevo in precedenza quale film davano in ogni sala, ma il mio occhio cercava i cartelloni piazzati da una parte, dove s’annunciava i film del prossimo programma, perché là era la sorpresa, la promessa, l’aspettativa che m’avrebbe accompagnato nei giorni seguenti.  Italo Calvino - Autobiografia di uno spettatore, 1974

Ecco, io la vedo ancora così. Il percorso di formazione di cui parla Calvino è permanente.
Appena tornato dalle vacanze, una delle prime esigenze è proprio quella di immergermi in un film. E quale migliore occasione di Sapore di Cinema, rassegna estiva che proprio dalle mie parti propone grandi classici restaurati dalla cineteca di Bologna. Si inizia con il Macbeth di Roman Polanski del 1971.

E a proposito di spaesamento, esattamente trent'anni fa nel 1985 proprio alla fine dell'estate, usciva questo capolavoro di Terry Gilliam (titoli di testa).
Tornando invece al presente, Un piccione seduto sul ramo riflette sull'esistenza ha soddisfatto totalmente le caratteristiche di cui sopra.

sabato 11 luglio 2015

Quando un assolo di chitarra può ancora farti venire i brividi

Album della piena maturità per Karl Larsson e i suoi Last Days Of April, “Sea Of Clouds” è un progetto difficile da riporre velocemente nell’archivio, un mix di alternative-country e pop privo di coloranti e additivi, un vero toccasana per le vostre orecchie. Ondarock

Non lo fa quasi più nessuno, ma un assolo di slide guitar fatto come si deve può ancora farti venire i brividi. Dal nono album degli svedesi Last Days of April la dolce e malinconica The Thunder & The Storm.