giovedì 16 dicembre 2010

Noi credevamo


Finalmente venerdì scorso nel piccolo cinema a due passi dalla teiera volante è arrivato il film di Mario Martone sul Risorgimento. Fin dalla sua uscita ero in animo di andarlo a vedere, ma le tre ore, l'argomento trattato e le distanze da percorrere mi avevano trattenuto. Questa volta non potevo trovare scuse e così, in compagnia della fida pilota, ho affrontato l'impresa. All'inizio della proiezione c'erano esattamente dieci persone in sala (chissà quanto ancora resisterà). Dopo il primo tempo tre piccoli indiani erano già spariti; alla fine, a mezzanotte in punto, eravamo rimasti in cinque. E' vero che la parte ambientata nelle prigioni borboniche si dilunga un po', ma per me le tre ore sono volate. 
Il film mi è piaciuto perché racconta il Risorgimento senza retorica attraverso le vicende di  uomini comuni: tre amici e patrioti del Cilento, ognuno con i propri ideali ed il proprio destino. Se si conosce un po' la Storia evidentemente lo si può meglio apprezzare, ma il regista va decisamente oltre, offrendo una riflessione critica sui quarant'anni che hanno portato all'unità d'Italia; su quel che avrebbe potuto essere e non è stato; sulla frattura devastante tra Nord e Sud; sulla distanza tra popolo ed intellettuali; sui sogni traditi di una generazione di giovani rivoluzionari, rappresentata magistralmente dalla figura di Lo Cascio, repubblicano sconfitto e deluso dagli eventi.
Film amaro e lungo sì, ma profondo nella sua capacità di scavare fino a scoprire e mostrarci le radici malate del nostro Paese, riservandoci nel finale una sorta di flashforward con la visione in mezzo alla campagna di una costruzione non terminata, tipica del nostro Sud, con i pilastri in cemento armato.
Ci crediamo ancora?

6 commenti:

  1. le cose cosi le guardano in pochi ormai. ci vuole troppo impegno, perché alla fine del film uscendo dal cinema non puoi dire "e che ci vuoi fare...è cosi che va il mondo!"
    il film spiega esattamente dove si è sbagliato. sono gli stessi errori che si fanno oggi. non credi?

    love, mod

    RispondiElimina
  2. devo andarlo a vedere a breve, opera importante, il napoletano Martone poi è tra i registi italiani che stimo maggiormente, pochi film ma tanto teatro, bravissimo. ti dirò ;-)

    approfitto per mandare un saluto a mod, ciao :*

    RispondiElimina
  3. @ Mod:
    Credo proprio di sì: Trasformismo, opportunismo, poca lungimiranza e a alla fine la pagano sempre quelli che vengono dopo.

    RispondiElimina
  4. ... è nella mia lista delle prossime visioni, sperando passi al cineforum. Martone è un regista unico in Italia. Mette sempre la testa nel dibattito politico-culturale senza darlo a vedere.

    RispondiElimina
  5. Ti è andata bene. Dalle mie parti non s'è visto. Come rimpiango il mio periodo romano!

    RispondiElimina

Welcome