giovedì 31 dicembre 2009

Il futuro della ragione e il nuovo decennio

«Giungerà dunque quel momento in cui il sole illuminerà, sulla terra, non altro che uomini liberi che non riconoscono altra guida che la loro ragione; in cui i tiranni e gli schiavi, i preti e i loro stupidi o ipocriti strumenti, esisteranno solo nella storia o nei teatri; in cui non ci si occuperà più di costoro, se non per piangere le loro vittime e i loro inganni e per mantenere, grazie all’orrore dei loro eccessi, una indispensabile vigilanza, al fine di saper riconoscere e soffocare, sotto il peso della ragione, i primi germi della superstizione e della tirannia, se mai osassero riapparire».

Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, noto come Marchese di Condorcet
dalla sua ultima opera Esquisse d'un tableau historique des progrès de l'esprit humain 1794

Il mio augurio è racchiuso nella speranza che più due secoli dal tempo dei Lumi non siano passati inutilmente e che gli anni '10, ormai alle porte, ci portino qualcosa di meglio rispetto ai loro predecessori con il doppio zero.

mercoledì 30 dicembre 2009

The The - Dogs of Lust

Con la fine della new wave e l'avvento del pop sintetico Matt Johnson, meglio conosciuto come The The, è stato uno degli artisti che mi ha accompagnato più assiduamente negli anni '80.
Dischi come: Soul Mining (1983) Infected (1986) Mind Bomb (1989) hanno girato spessissimo sul mio piatto; l'ultimo dei tre, anzi, è stato uno dei primi CD acquistati in assoluto. Dopo quattro anni di pausa nel 1993 un altro bel disco intitolato Dusk. Poi probabilmente la vena compositiva si è inaridita, le sue apparizioni dal vivo sono state sempre più sporadiche. Nel 1995 è uscito Hanky Panky, un album di cover del songwriter country Hank Williams; nel 1997 la dura rottura con la Sony che si rifiutò di pubblicare Gun Slut (un album già pronto) e nel 2000, dopo cinque anni, l'uscita di Nakedself, l'ultimo lavoro ufficiale. Poi praticamente 10 anni di silenzio con un'unica apparizione da solo al Meltdown Festival di Londra nel 2002.
Grande in questo live del 1993 al Jools Holland.

martedì 29 dicembre 2009

LP Cover Lover

Nell'ordine: Megan Foxx, Marylin (fotografata da Harold Lloyd), Marlene Dietrich, Natalie Wood. Le foto provengono da lpcoverlover.com, un sito che raccoglie le più assurde, vecchie e bizzarre copertine di vinili che abbiate mai visto. Un must per gli appassionati. C'è anche una ruota della fortuna da cliccare per far comparire una copertina a caso.







sabato 26 dicembre 2009

I 10 Film più belli del 2009

Rispetto a quello passato, dal mio punto di vista è stato un anno più avaro. Oltretutto niente film italiani (anno scorso invece erano tre). Devo dire, a onor del vero, che qualcuno me lo sono perso, ad esempio La doppia ora e La prima linea.

10) I love Radio Rock - Richard Curtis

Quando è possibile un film musicale non mancherà mai tra i miei preferiti. Brillante, anarchico e con un'ottima colonna sonora: un film sul rock'n'roll. I personaggi sono un po' stereotipati e a volte rasentano la macchietta, ma quando la nave pirata comincia a sparare cannonate a base di Rolling Stones, Beach Boys, David Bowie, Jimi Hendrix, The Who, lo spettacolo è assicurato.
9) Revolutionary Road - Sam Mendes

Dramma coniugale nella placida provincia americana degli anni '50 che si trasforma in una prigione per la coppia Di Caprio-Winslett, entrambi protagonisti di una grandissima prova. Tratto da un romanzo dello scrittore Richard Yates. Le frustrazioni, i silenzi, i momenti di furore in una sceneggiatura impeccabile e dialoghi di rara intensità.

8) Moon - Duncan Jones

Dal figlio di David Bowie una delle sorprese del 2009. Finalmente ritorna la fantascienza d'autore e di contenuti, ispirata senza timori ai maestri del genere: Kubrick e Tarkovskij su tutti. Un budget bassissimo (cinque milioni di dollari) per un ottimo esordio che è stato premiato al British Indipendent Film Award come miglior film e miglior regista esordiente.




7) Two lovers - James Gray

Un film che racconta la forza dei sentimenti in maniera intensa, senza cadere nei cliche del triangolo amoroso e nelle banalizzazioni che troppo spesso il cinema ci propone. Immenso Joaquin Phoenix, sofferente e smarrito per le strade di Brooklyn.



6) Ricky - Una storia d'amore e libertà - François Ozon

Mescolando il piano onirico con quello reale, il regista francese ci racconta un fiaba contemporanea sulla diversità, sull'amore materno e sulla libertà. Inutile farsi troppe domande: a volte la razionalità va lasciata da parte per farsi coinvolgere e commuoversi.

5) Lasciami entrare - Thomas Alfredson

Anni '80 periferia di Stoccolma: due teneri outsider adolescenti come protagonisti in un horror dalle atmosfere rarefatte che ti avvolge lentamente fino a conquistarti. Impossibile resistere alla figura tenera e feroce di Eli.



4) A serious man - Joel & Ethan Coen

Ancora una volta in grado di stupire con un cast sconosciuto e una storia che con un certo cinismo prende di mira l'ambiente e la comunità ebraica in cui i registi sono cresciuti neglianni '60. Anche se in chiave tragi-comica, una sconfortante visione del mondo.


3) Il nastro bianco - Michael Haneke

Palma d'oro al festival di Cannes. Episodi inspiegabilmente crudeli si susseguono in un villaggio protestante della Germania alla vigilia della prima guerra mondiale, fino a far emergere un'inquietante verità. Una società ignara sta crescendo i germi del male del XX secolo. Un racconto morale e un film lucido, di un pessimismo cupo, girato in uno splendido bianco e nero.

2) Gran Torino - Clint Eastwood

Appena uscito è già un classico. C'è racchiusa tutta la filmografia di Clint, con in più un'amara riflessione sulla vecchiaia e sulla fine del sogno americano. Un film da vivere e come la vita capace di toccare tutti i registri: si ride, si piange, si riflette, ci si emoziona. Un mito.

1) Bastardi senza gloria - Quentin Tarantino

Da vero deus ex machina con la sua scrittura fluviale Quentin si è divertito a cambiare i destini della Storia in modo bastardo, disegnando dialoghi e personaggi memorabili.



Per concludere, come da tradizione, il premio brush toilet:Sette anime di Muccino
"Se vi manca un occhio, un rene, una casa, chiedete pure a Will. Ci pensa lui." (Moviesushi) Snervante e pateticamente buonista.

Visto in extremis: merita di entrare fra i migliori anche Il mio amico Eric di K. Loach: una storia sorpendente in equilibrio tra commedia e tragedia.

mercoledì 23 dicembre 2009

La parte più bella del Natale


Sono al lavoro per la classica cena della vigilia che come da tradizione si svolge a casa nostra con gli amici più cari. Come si può intuire dalla foto sopra, non mi occupo della parte culinaria.
A presto, dopo Santo Stefano con il post dei film più belli dell'anno.
Siate felici.

martedì 22 dicembre 2009

God Save the Queen a 10.000 dollari


Questo 45 giri due settimane fa è stato venduto all'asta su ebay a 10.266 dollari. Eventuali possessori, non montatevi la testa: si tratta della prima versione del maggio 1977, quella che ha come B-side No Feeling, uscita in poche copie per A&M records. In seguito i Pistols firmarono con la Virgin che fece stampare una nuova versione con Did you no wrong nel lato B. Non male per Johnny il Marcio che predicava "No Future" con gli occhi fuori dalla testa. L'art work è opera di Jamie Reid, artista anarchico inglese e vecchio compagno di scuola di Malcom McLaren che ha firmato tutte le copertine dei Sex Pistols. In occasione del giubileo, l'oltraggio alla regina (con gli occhi e la bocca coperti dalle scritte) era compiuto. Il singolo volò al numero due nelle classifiche ufficiali UK dietro Rod Stewart, ma molti sostengono che in realtà fu il più venduto del periodo e fu fatto slittare dietro perchè sarebbe stato troppo offensivo. Tutto il seguito è storia della musica.
Coverizzare un brano del genere è un po' rischioso: si rischia la parodia. Ci hanno provato i Motorhead nel 2000 e proprio quest'anno i francesi Nouvelle Vague con risultati che lascio a voi giudicare.

domenica 20 dicembre 2009

La testa del premier


Dal sito Carmilla online segnalo La facciata, di Alessandra Daniele: breve racconto (di fantasia?) di ciò che è successo dopo l'aggressione ad un noto primo ministro.

venerdì 18 dicembre 2009

I particolari che fanno la differenza

In una piazza ho visto i bambini delle scuole che addobbavano gli abeti con i loro lavoretti: faceva molto clima natalizio; tutto bello e creativo. Come sottofondo musicale gli altoparlanti gracchiavano Le tagliatelle di nonna Pina... Poi mi sgridano perché a Natale divento intollerante! Ovunque vai sei circondato da cose demenziali (l'ultima è Babbo Natale che si arrampica) nonché da milioni di kilowatt bruciati.

Sono solo canzonette

Ci sono musicisti e gruppi di talento quasi sconosciuti, capaci di esprimere un pop sì orecchiabile, ma raffinato e per niente banale; canzoni nel senso classico del termine che viaggiano al di fuori dei carrozzoni commerciali di radio e tv. Ci sono melodie che fin dal primo ascolto ti accarezzano, come nel caso di questa Taste of your heart, dolce e malinconica al punto giusto. Si chiamano Parallel Lions, sono australiani di Melbourne ed è uscito da poco il loro primo album che si intitola Holding Patterns.

mercoledì 16 dicembre 2009

Un luogo di perdizione e odio

Dopo il delirio a proposito di bavagli o filtri alla rete, immagino che qualcuno abbia mostrato a Maroni (e spero anche alla fissata Carlucci) l'elenco qui a fianco: sono i Paesi i cui governi censurano internet. Pare quindi che ci sia stato un dietro-front; ricordiamo comunque al nostro ministro ayatollah che in Italia esistono leggi che puniscono l'apologia di reato e l'istigazione a delinquere. Purtroppo, oltre alla vocazione censoria, l'ignoranza regna sovrana nelle alte sfere della politica e del giornalismo di regime: Vesponi, ad esempio, ogni volta che parla di rete (sempre solo per sottolinearne gli aspetti negativi) si incupisce di brutto: secondo me è convinto di avere a che fare con un luogo oscuro di perdizione che travia le menti e semina odio. In ogni caso ci sono alcuni aspetti di Facebook che non mi convincono. Ecco un esempio. Io per ora continuo a restarne fuori.

Aggiorno il post di ieri con l'ultima stronzata: l'ha detta oggi Schifani, il nostro borbonico presidente del senato, dichiarando che facebook è più pericoloso dei gruppi extraparlamentari degli anni '70. Per mentalità mi sembra più idoneo a ricoprire una carica nel Regno delle due Sicilie.

LP cover art: Brain salad surgery 1973


Non ho mai particolarmente amato Emerson Lake & Palmer e il loro stile barocco, ma questa copertina mi ha sempre affascinato; la vedevo sempre quando entravo nei negozi di dischi e ci passavo ore, specie da Nannucci a Bologna, dove sfruttavo impunemente le cabine insonorizzate facendo indispettire le commesse.
I disegni sono opera di H. R. Giger, artista svizzero (scultore, pittore, designer) famoso per aver creato il mostro Alien nel film di Ridley Scott del 1979. Giger fu contattato dal gruppo e il lavoro fu eseguito in soli due giorni senza bozze o progetti (34*34 cm), il che è incredibile, vista la qualità dei particolari.
Una strana creatura composta da parti meccaniche e da un teschio femminile occupa tutta la facciata della copertina. Una specie di schermo circolare illumina il collo e la parte inferiore del viso, mettendo in evidenza un fallo che si innalza dalla base con il logo del gruppo, volutamente confuso con l'effetto del bagliore Il titolo stesso è un modo di dire meno diretto utilizzato per indicare la fellatio. Le tavole originali dei disegni sono state rubate durante una mostra a Praga nel 2005; è stata addirittura messa una taglia di 10.000 $ sul loro ritrovamento.
Giger nel 2001 ha progettato e costruito un'asta microfono molto particolare da utilizzare dal vivo per il cantante dei Korn.


Il disegno di interno copertina

martedì 15 dicembre 2009

Le foto di William Coupon

William Coupon è un fotografo ritrattista nato a New York nel 1952. Cominciò ad appassionarsi a questa arte nel 1979 fotografando nella sua città la gioventù post-punk/new wave al Mudd Club di Manhattan. Dal 1980 al 1990 ha viaggiato ritraendo popolazioni tribali, urbane e gruppi sociali vari in ogni zona della Terra: dagli aborigeni australiani, alle drag queen, ai nativi americani.

George Harrison 1988


Miriam Makeba 1987


Neil Young 1987

domenica 13 dicembre 2009

I dischi più belli del 2009 + il migliore italiano

  1. The Decemberists - The hazards of love
  2. Califone - All my friends are funeral singers
  3. Black Heart Procession - Six
  4. Kasabian - West ryder pauper lunatic asylum
  5. Silversun Pickups - Swoon
  6. The XX - The XX
  7. Bath for Lashes - Two suns
  8. The Leisure Society - The Sleeper
  9. Florence and the Machine - Lungs
  10. Dead Weather - Horehound
Miglior disco italiano:
Julie's haircut - Our secret ceremony
Bellissimo ed eclettico doppio cd del gruppo emiliano che avrebbe il giusto riconoscimento se fossimo in UK. In Italia ci meritiamo Fazio che ci sfrappola i maroni con Baglioni e Sting, oltre ai vari Factor, Ferreri e Vasco che fanno cover oscene.

venerdì 11 dicembre 2009

La fotografia di un paese di Merda

natangelo.it

La lettera su Repubblica di oggi di una signora di 75 anni:
Ieri pomeriggio mi trovavo nel ridente paesone di Olgiate Olona (Varese) all'interno del parcheggio di un supermercato, quando all'uscita sono stata aiutata da un ragazzo extracomunitario che mi ha portato le borse fino all'autovettura. Ho voluto ricompensare il ragazzo con 1 euro. A quel punto interviene un muscoloso vigile urbano che avvivinandomi mi dice: - Signora lei sta commettendo un reato! E io: - Che reato, mi scusi? - Lei favoreggia l'accattonaggio. Se vuole aiutare il ragazzo lo porti a casa sua a mangiare. Stupita, indignata, infastidita e turbata per l'accaduto, rispondo al nostro impareggiabile agente:- Ma mi lasci stare, io rispondo solo alla mia coscienza, vergogna!
Il tipo in divisa annota il numero di targa e se ne va. Sono una signora di 75 anni che mai avrebbe voluto constatare una deriva tanto squallida di quest'Italia che mio padre ha orgogliosamente contribuito a liberare dalla morsa fascista.


C'è stato un periodo in cui in questo blog mi sono occupato spesso di politica, scuola o episodi di cronaca. Ultimamente ho rallentato su questi fronti, per evitare la depressione o la furia omicida a seconda dei casi, ma la lettera di oggi mi ha colpito. Fatico a commentare mantenendo la lucidità e soprattutto certe tematiche, che ormai si trascinano immutabili da anni, mi hanno nauseato. Questo non significa che non legga e commenti su questi temi, mi informi e partecipi alla vita civile; in generale nei post preferisco proporre ciò che più riesce ad ispirarmi e a darmi soddisfazione.
Il mio commento alla lettera è già nel titolo.

giovedì 10 dicembre 2009

Menu cinematografico natalizio


Primo: gnocca al sangue

Secondo: inflazione di film d'animazione.

Dolce: bis di cinepanettoni rancidi
Natale a Beverly Hills + Pieraccioni

Anche quest'anno si mangia a casa.

lunedì 7 dicembre 2009

A serious man


Kafkiano. E' la secca definizione con cui definirei l'ultimo film dei fratelli Coen. Ancora una volta in grado di stupire con un'opera minore che con un certo cinismo prende di mira l'ambiente e la comunità ebraica in cui sono cresciuti alla fine degli anni sessanta. Larry è uno Schlimazel, cioè una persona che cade vittima degli eventi e del destino; una serie di imprevisti sgradevoli e incomprensibili lo investono a catena: dal lavoro, all'ambiente familiare, ai rapporti personali.
Anche se in chiave tragi-comica, una sconfortante visione del mondo: l'uomo è smarrito di fronte all'ineluttabilità del caos e in questo caso non trova neanche conforto nella religione (demenziali e sublimi allo stesso tempo i colloqui con i vari rabbini) che anzi non fa che accrescere il suo senso di angoscia e l'insicurezza. Si sorride e qualche volta si ride di fronte all'humour nero e alla galleria di personaggi grotteschi, nella cui creazione i Coen non hanno rivali al mondo. Ho letto in giro solenni stroncature ed esaltazioni forse eccessive; siamo comunque vicini a quello che per i miei gusti considero il loro poker d'assi: Fargo, Il grande Lebowski, L'uomo che non c'era, Non è un paese per vecchi. Un film che si apprezza se si conosce la loro filmografia.
Nota finale sulla solita distribuzione demenziale, che non riesce a piazzare una copia in nessuna delle due multisale della nostra vicina città. Comunque qualche km in più d'auto vale sempre un film dei Coen brothers, soprattutto se il premio è una sala semivuota.

domenica 6 dicembre 2009

Per chi ha amato Pazienza e Zanardi


Se passate da Fusignano (RA), paesino della bassa Romagna reso famoso dall'Arrigo nazionale, fermatevi al Parco Piancastelli. Il busto dall'aspetto inequivocabile è stato realizzato da Luca Tarlazzi in vetro resina e materiali sintetici. Ero presente quando venne inaugurato il 23 aprile del 1994 in occasione della mostra dedicata a Paz. Qualche anno fa l'opera era stata stupidamente deturpata; dopo essere stato restaurato, nel 2007 Zanna è stato risistemato al suo posto di sentinella nel piccolo parco.
Cinico, scorretto, sgradevole: Zanardi fu un pugno allo stomaco del fumetto italiano; la faccia disillusa e nichilista degli anni '80. Il tipico figlio di puttana che si odia, quello che ti frega sempre, ma anche la nostra cattiva coscienza, colui che in fondo da ragazzi in certe situazioni ci sarebbe piaciuto essere. Nel 1981 su Frigidaire, Pazienza fa presentare così il suo personaggio:
Perché il freddo, quello vero, sa essere qui nel mio cuore di sbarbo... (incipit di Giallo Scolastico).

"Aveva la risata aperta e comunicativa, si capiva che sapeva di piacere, ma non era mai strafottente... Andrea era il tipo che non si sarebbe affatto sorpreso se aprendo la finestra avesse trovato, una mattina, un ufo. Era predisposto alle stranezze e in quanto tale freak, un bambino selvaggio che saltava da un'invenzione all'altra." Freak Antoni, da Le donne, i cavalier, l'arme, la roba - Storia e storie di Andrea Pazienza di F. Giubilei

venerdì 4 dicembre 2009

Anticipazioni musicali 2010


Stereogum ha pubblicato la lista dei 25 album più attesi per il 2010. Quelli che personalmente sono più curioso di sentire sono cinque:
THE NATIONAL - senza titolo
Sembra impossibile che riescano a fare ancora meglio o a livello di Boxer, ma ci si spera.
CHARLOTTE GAINSBOURG & BECK - IRM
Il primo singolo non è niente male. Uscita ufficiale a gennaio.
MGMT - CONGRATULATIONS
Horacular Spectacular mi era piaciuto. Ai due ragazzi di Brooklyn (assai pompati dalla critica) il talento non manca.
INTERPOL - senza titolo
Lunga vita alla wave.
MASSIVE ATTACK - HELIGOLAND
L'otto febbraio, pare. Era ora! I nuovi brani ascoltati al concerto mi erano parsi fortissimi; molto meno il recente E.P. Sapranno stupirci ancora?

E in Italia? Ho letto dei Baustelle in sala d'incisione. Poi per ora non vedo nient'altro di interessante all'orizzonte.

giovedì 3 dicembre 2009

Reality reale

Mi è capitato un paio di volte di fermarmi in un bar a bere un caffè e di osservare da vicino questa recente de-evoluzione di una parte della specie umana maschile: bizzarri soggetti lampadati che perfino nella penombra di una giornata nebbiosa indossano imperterriti i loro occhialoni supertamarri. Se poi scatta l'intorto verso la barista bonazza di turno e ci aggiungiamo l'orrido sottofondo musicale, il quadro è completo: ecco il set di uno sfigatissimo reality di periferia. A volte non basta spegnere la televisione o cambiare canale.

martedì 1 dicembre 2009

Anni zero: I dieci film più belli del decennio

Da parecchi anni ho l'abitudine di appuntarmi giudizi e valutazioni sui film che vedo in una sorta di blog casalingo pre-rete. Ci sono alcuni buchi temporali, ma devo dire che ho avuto una certa costanza; per cui, direttamente dal quadernino, ecco i miei magnifici dieci in ordine cronologico:
  • Magnolia (Paul Thomas Anderson 2000)
  • Mulholland drive (David Linch 2001)
  • Il signore degli anelli (trilogia P. Jackson 2001-04)
  • Il pianista (Roman Polanski 2002)
  • Big fish (Tim Burton 2003)
  • Million dollar baby (Clint Eastwood 2004)
  • Le vite degli altri (H. von Donnersmarck2006)
  • Non è un paese per vecchi (F.lli Coen 2007)
  • Across the universe (Julie Taymor 2007)
  • Into the wild (Sean Penn 2007-08)
Mi è dispiaciuto lasciare fuori due film di Spike Lee molto belli (La 25° ora e Inside Man), l'ultimo di Tarantino e lo struggente Mare dentro di Amenabar. Prima della classifica ero indeciso se attendere o meno il nuovo film dei fratelli Coen (A serious man) che esce venerdì e mi ispira assai. Vedremo.

ITALIANI
  • I cento passi (Marco Tullio Giordana 2000)
  • L'imbalsamatore (Matteo Garrone 2002)
  • La meglio gioventù (Marco Tullio Giordana 2003)
  • Buongiorno notte (Marco Bellocchio 2003)
  • La finestra di fronte (Ferzan Ozpetek 2003)
  • Lavorare con lentezza (Guido Chiesa 2004)
  • Le conseguenze dell'amore (Claudio Sorrentino 2004)
  • Il Caimano (Nanni Moretti 2006)
  • Il divo (Claudio Sorrentino 2008)
  • Gomorra (Matteo Garrone 2008)
Rendetevi conto: non ce n'è uno, non dico allegro, ma almeno che si avvicini alla commedia (lasciando perdere i vari manuali d'amore, della serie la commedia all'italiana è morta). Paradossalmente quello meno scuro alla fine è il Divo, che parla di Andreotti. Non so se è solo colpa delle mie scelte o se effettivamente in Italia negli ultimi dieci anni c'è poco da stare allegri.

lunedì 30 novembre 2009

Funeral singers


L'anno si sta avviando alla conclusione e le classifiche cominciano a fioccare. All my friend are funeral singers dei Califone, per quello che ho visto finora, non sembra essere preso in gran considerazione, ma sarà sicuramente in cima alla mia lista. Un lavoro difficilmente inquadrabile come tutta la musica del gruppo di Chicago, capace di fondere più stili partendo dalla tradizione folk e utilizzando una varietà incredibile di strumenti: sia acustici (banjo, ukulele e mandolino) che elettronici. Un disco di cui è impossibile stancarsi, fatto di grandi canzoni che conquistano ascolto dopo ascolto e di splendide ballate in crescendo come questa.


venerdì 27 novembre 2009

Michael Haneke vs Lars von Trier




Della serie continuiamo così, facciamoci del male! Quando si va a vedere un film di questi due signori, ci si deve preparare psicologicamente; bisogna essere consapevoli del fatto che non sarà un'esperienza leggera.
Breve indagine per due grandi registi con i quali ho un rapporto di odio-amore, per assegnare simbolicamente l'Oscar della crudeltà (in particolare nei confronti della donna) e del pessimismo.
Dopo il calvario di Funny Games (nipote moderno di Arancia Meccanica senza però il talento visionario del capolavoro di Kubrick), prima di vedere Il nastro bianco, l'ultimo film di Haneke, temevo un'altra tortura psicologica. La mia metà mi aveva quasi odiato per averla sottoposta al film remake del regista austriaco: un'opera in cui la violenza psicologica, ma anche fisica, appare talmente devastante e fine a se stessa da farti pensare di desistere. Stavolta è stata una visione solitaria. Il nastro bianco ha vinto la palma d'oro a Cannes, ma anche qui c'è poco da stare allegri. Episodi inspiegabilmente crudeli si susseguono in un villaggio protestante nella Germania del 1910, fino a quando emerge un'inquietante verità che è meglio oscurare. Una società che ignara sta crescendo i germi del nazismo. Un film lucido, di un pessimismo cupo, girato in uno splendido bianco e nero.
Scorrendo indietro di qualche anno, come non citare La pianista, con la grande Isabelle Huppert. In questa storia la misoginia di Haneke si accanisce sull'attrice francese umiliandola in tutti i modi, cucendole addosso un'interpretazione che le è valsa il premio come migliore attrice protagonista a Cannes 2001.
Passando a Lars von Trier, non ho ancora visto Antichrist, ma in ogni caso nelle opere precedenti c'è solo l'imbarazzo della scelta . La discesa all'inferno di Nicole Kidman, vittima della crudeltà collettiva di un villaggio (Dogville); la sfiga cosmica di Bjork in quel capolavoro straziante che è Dancer in the dark; i patimenti autopunitivi di Emily Watson (Le onde del destino).
Visti tutti e sei di seguito in una rassegna sarebbe una roba da suicidio, o da patibolo per l'ideatore. Presi singolarmente, alcuni sono dei capolavori. Difficile assegnare il premio, aspetterei il prossimo film per la consacrazione definitiva.

giovedì 26 novembre 2009

Zaffiro e Acciaio

Forse è stato il telefilm più estremo ed ermetico mai trasmesso in tv. Sorretto da un'idea narrativa geniale: non sono i personaggi a viaggiare nel tempo ma è il Tempo stesso ad irrompere nella realtà creando paradossi e situazioni anomale. Tra la fantascienza e il thriller psicologico, questa seria fu prodotta in Inghilterra tra il 1979 e il 1982. Zaffiro e Acciaio sono due agenti dotati di poteri paranormali inviati sulla Terra da non si sa quale entità per risolvere le distorsioni spazio-temporali, che avvengono in tempi e luoghi diversi, attraverso i loro poteri paranormali. Il tutto si svolge in set quasi teatrali con tempi lunghissimi, in cui la tensione monta in modo quasi impercettibile, fino ad arrivare a situazioni assurde, incomprensibili, spesso agghiaccianti e paurose. Le prime puntate furono trasmesse su RAI 1 a partire dall'ottobre 1980. Mi colpì fin dall'inizio e rimasi sorpreso nel sentire come sigla un brano di John Foxx tratto da Metamatic, il primo album solista dell'ex cantante degli Ultravox che avevo da poco comprato. Il pezzo era New kind of man.
Tempo fa la Yamato video ha fatto uscire su DVD tutte le puntate. Con un po' di pazienza qualcosa si trovava anche in rete.

mercoledì 25 novembre 2009

Foto di Lynn Goldsmith

Lynn Goldsmith, classe 1948. Fotografa e grande amica del boss. Più di 100 foto di copertine di album: alcune memorabili (Easter - Patty Smith) altre un po' meno, come questa.


Bruce Springteen driving - 1978


Police al mixer - Monserrat 1981


Frank Zappa - New York 1984


Michael Jackson & Andy Warhol - 1981

martedì 24 novembre 2009

Le sette cose

Le 7 cose che da anni rendono la mia vita più gradevole. Una per ogni giorno della settimana (ovviamente esclusi gli affetti).




  • la musica (si era capito?)
  • il cinema
  • internet
  • la birra
  • il basket
  • gli scacchi (ahimé ultimamente trascurati)
  • i libri
All'opposto sette cose di cui faccio o farei volentieri a meno.
  • Berlusconi (e ribadisco cose, perché per me resta una cosa aliena)
  • la Chiesa Cattolica
  • il freddo
  • i suv
  • il piano bar
  • i centri commerciali
  • le sagre

lunedì 23 novembre 2009

Joni Mitchell - The Hissing of summer lawns 1975

A certi dischi si resta legati da un filo invisibile, attraverso strani meccanismi tra cui spesso quelli affettivi.
Nel 2002 ero in vacanza a Londra e stavo spulciando i CD in un negozietto a Greenvich Village, quando riscoprii dopo più di vent'anni di oblio questo disco. Lo comprai subito in preda ad un mix di ricordi e nostalgia: lo collegai istintivamente a due cari amici ormai lontani (fratello e sorella) miei compagni di viaggio e d'avventura e come me grandi appassionati di musica. A suo tempo mi piaceva, ma mi sembrava troppo freddo e preferivo il più classico Blue. Una volta tornato a casa, nel riascoltarlo ne sono rimasto affascinato. Un disco che - non solo a mio modo di vedere - ha precorso i tempi ed è ancora oggi di una modernità incredibile. Forse per questo all'epoca non fu particolarmente apprezzato: nè dalla critica, nè dai fan (vendite bassissime). Un uso magico del piano elettrico Rhodes, il contributo dei migliori strumentisti della West Coast dell'epoca (John Guerin, Joe Sample, Larry Carlton, Robben Ford, Jeff Baxter, Chuck Findley, Victor Feldman) e la voce di Joni Mitchell, hanno prodotto uno scrigno di raffinatezze. Fin dal primo brano, In France they kiss on main street, che vede la presenza vocale di Crosby, Nash e James Taylor, si viene colpiti dall'originalità delle armonie e dalla qualità degli arrangiamenti. Questo è l'album che segna il passaggio dalla fase folk, allo sviluppo di nuove sonorità, in primis il jazz, ma anche sperimentazioni fra cui ad esempio il campionamento di tamburi tribali del Burundi (Jungle line). Lost and found.

sabato 21 novembre 2009

Non si uccidono così i giovani lettori?

Abbiamo fatto il possibile per fare amare la lettura a nostro figlio e ci siamo (quasi) riusciti. Mi ricordo in particolare le serate passate a leggergli Roald Dahl, un sano divertimento anche per noi. Le nostre frecce di carta erano riuscite a far scoccare la passione: leggere Il signore degli anelli (in versione originale) a 13 anni, non è da tutti.
Poi, inspiegabilmente, in prima liceo gli sono stati imposti con tanto di recensione obbligatoria: Le ultime lettere di Jacopo Ortis e Cronache di poveri amanti, testo assolutamente inadatto per un ragazzino di 14 anni. Mi ricordo che per la stizza gli scaricai il film di Lizzani e glielo feci vedere in alternativa alla lettura. Come stroncare sul nascere la passione di un giovane lettore. Ora legge pochissimo, certo non solo per l'episodio descritto, ma spero che la fiammella sia rimasta accesa.

venerdì 20 novembre 2009

Deadgirl

Prendi una donna zombie, trattala male; anzi, falla diventare una schiava del sesso, poi vedrai che quando si libera sono cazzi tuoi. (Ferradini spinto all'estremo). All'inizio, con mio dispetto, sembra un teen-horror, invece è qualcosa di molto più guasto e malato. Io comunque ci casco sempre: l'idea è anche interessante, ma come capita spesso negli horror di ultima generazione, manca la sostanza.
Non è ancora uscito in Italia e l'ho visto in lingua originale. In America ha ottenuto la R di Restricted (per una volta direi giustamente).
Da non perdere: la scena in cui i due sfigati tentano di rapire una donna.