giovedì 26 febbraio 2015

Frasi e scene cult della storia del cinema sulla teiera volante

Mi sono divertito a mischiare il sacro col profano.

Noi siamo gli uomini vuoti
noi siamo gli uomini impagliati
appoggiati l'uno all'altro
la testa piena di paglia. Ahimè!
Le nostre voci disseccate
che bisbigliano tra loro
sono sorde e prive di significato
come il vento sull'erba rinsecchita
o zampe di topo sopra frammenti di vetro
nelle nostre cantine aride
Volume senza forma, ombra senza colore
forza paralizzata, gesto senza movimento

Marlon Brando - Colonnello Kurtz
(Apoclypse Now, 1979)







Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai: già sento l'impulso ad occupare la Polonia.
Woody Allen a Diane Keaton (Misterioso omicidio a Manhattan, 1993) 

Avete mai fatto caso che ogni tanto si incrocia qualcuno che non va fatto incazzare? Quello sono io! 
Clint Eastwood - Walt Kowalski (Gran Torino, 2009)

Ecco che cosa succede quando cerchi di fottere chi non conosci!
John Goodman - Walter (Il Grande Lebowski, 1997)

Mai stato così lontano dallo stare bene.
Marsellus Wallace (dopo essere stato vittima dei due maniaci nel retro del negozio)
Pulp Fiction, 1994

Quei cazzo di hobbit sono una palla da suicidio. Tutto il film a seguire una camminata! Tre film con questi stronzi che fanno trekking verso un cazzo di vulcano!
Jeff Anderson - Randal (Clerks II, 2006)

I tuoi genitori dicono che tu menti sempre.
Beh, mento... Mento ogni tanto, si... spesso. Se dicevo la verità non mi credevano!

Jean-Pierre Léaud (I 400 colpi, 1959)

MODESTAMENTE...

- Come fai a sapere il cingalese? 
- Una volta che sai il sanscrito tiri giù tutto il ceppo..
I benzinai latinisti (Smetto quando voglio, 2014)

Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!
Alberto Sordi - (Il marchese Del Grillo, 1981) 

Voglio scopare tutto quello che si muoveee!
Dennis Hopper - Frank Booth (Velluto Blu, 1986)

E d'un tratto capii che il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione.
Malcom McDowell - Alex (Arancia Meccanica, 1971)

William Holden: Mi ricordo di voi, siete Norma Desmond, eravate grande!
Gloria Swanson: Io sono ancora grande, è il cinema che è diventato piccolo!
(Viale del tramonto, 1950)

E per chiudere...

martedì 24 febbraio 2015

Il 24 febbraio 1975 usciva Physical Graffiti

Dopo aver celebrato Horses , ecco un altro capolavoro datato 1975 che compie proprio oggi quarant'anni.
Una copertina di cui ho raccontato anni fa in uno dei primi post della teiera e che con la sua foto dell'edificio vittoriano al 96 St. Mark's Street di New York è diventata un'icona dell'immaginario collettivo. Un album da collocare in quella schiera di pochi eletti che hanno avuto il merito cambiare il corso della musica, testimoniando in questo caso la summa artistica dei Led Zeppelin e nello stesso tempo la certificazione della morte del classico rock targato 70's in cui Page, Plant, Jones e Bonham sono stati i numeri uno. Due anni dopo arrivò il colpo di grazia con il punk.
Nell'occasione esce l'immancabile edizione super, extra, mega deluxe con sette tracce in più, ma voglio segnalare un interessante tributo uscito in cd con la rivista Mojo: Physical Graffiti Redrawn


1. White Denim – Custard Pie
2. Blackberry Smoke – The Rover
3. Miraculous Mule – In My Time of Dying
4. The Temperance Movement – Houses of the Holy
5. Son Little – Trampled Underfoot
6. Songhoy Blues – Kashmir
7. Syd Arthur – In the Light
8. Laura Marling – Bron-Yr-Aur
9. Max Jury – Down By the Seaside
10. Michael Kiwanuka – Ten Years Gone
11. Duke Garwood – Night Flight
12. Rose Windows – The Wanton Song
13. Kitty, Daisy & Lewis – Boogie with Stu
14. Hiss Golden Messenger – Black Country Woman
15. Sun Kil Moon – Sick Again

giovedì 19 febbraio 2015

Whiplash: ovvero come trasformare il conservatorio in una caserma punitiva


Al di là della visione cinematografica che scorre anche piacevole, ci sono aspetti legati alla realtà dell'essere musicista che mi hanno lasciato perplesso.
Le situazioni da caserma punitiva, con l'insegnante nei panni del sergente Hartman di Full Metal Jacket, pur divertendomi all'inizio, hanno finito con lo stancarmi, facendo sorgere l'idea che tutta l'impalcatura, jazz compreso, sia solo un pretesto. Come ambientazione potevano andare bene anche il pugilato, la ginnastica artistica o il canottaggio, visti i ritmi alti da tenere e la prova muscolare del protagonista.
Non dubito del talento di Damien Chazelle (regista trentenne di Providence, Rhode Island) in grado di infondere un bel ritmo alla storia e per certi aspetti anche di spiazzare lo spettatore nel tratteggiare la personalità del ragazzo e soprattutto nel tralasciare gli aspetti più convenienti dal punto di vista commerciale (come ad esempio la storia d'amore appena abbozzata e poi completamente ignorata), per focalizzarsi sull'allievo e sulla volontà assoluta di raggiungere l'obiettivo. Da qui a dichiararlo il miglior film musicale degli ultimi anni...

Come ho letto a margine di questa recensione:
... per dover di cronaca, in qualsiasi orchestra che ho avuto modo di sentire se non addirittura conoscere, se un suo componente si azzardasse a fare solo un decimo di quello che ha combinato il ragazzo nell'ultimo concerto (tra errori e sbruffonate), non suonerebbe più per il resto dei suoi giorni, se non da solo. Su una cosa come questa sì, i musicisti sono spietati tra loro.


p.s. Comunque anch'io e il mio amico Fina una volta abbiamo versato sangue sui nostri strumenti, ma non per il troppo allenamento: eravamo in montagna e suonare da sbronzi e senza plettro davanti al fuoco non è molto salutare per le dita.



  

martedì 10 febbraio 2015

Birdman: e io che mi aspettavo un film su un supereroe...
















No, non temete, non è la milionesima recensione di Birdman!
Il giudizio più originale che ho letto nel profluvio di post e commenti che hanno sommerso la rete è quello di uno spettatore stizzito e deluso (o sarcastico?):
fa schifo... palloso come pochi ed abbastanza truffaldino, perchè uno vede il trailer con il mega-uccello e l'inizio del film e si aspetta un film di super-eroi, non un'agonia filosofisca sulla psicosi di un uomo. 
Siamo nel cuore della critica che stronca (argomento fra l'altro centrale nel film).

Citazioni cult a parte, ciò che ha maggiormente diviso nelle discussioni del mondo blogger è il finale del film: da alcuni giudicato deludente o addirittura in caduta libera; da altri geniale. Come ho scritto commentando il post di James Ford, viste le premesse è un finale perfetto: Keaton/Thomson  in preda alla schizofrenia tra il St. James Theater di Broadway e il suo passato da Birdman, (tra la nicchia indie-cultural-snob e il mainstream) compie una scelta definitiva e radicale, riflessa negli occhi trasognati della figlia, andando oltre ... e oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò ...

Ho anche letto di un finale alternativo (mai girato) che prevedeva un cameo di Johnny Depp:
“La macchina da presa si sarebbe mossa, come in tutto il resto del film, attraverso il backstage e i corridoi che abbiamo imparato conoscere e saremmo finiti in un camerino in cui Johnny Depp, intento a osservarsi nello specchio, stava indossando la parrucca di Riggan Thompson (il nome del personaggio interpretato da Keaton, ndr) con il poster di Pirati dei Caraibi 5 sullo sfondo. Poi avremmo sentito la voce di Jack Sparrow dire ‘Come ci siamo ridotti così, amico?'”.

In ogni caso, dopo un film così, non resta che attendere il 26 febbraio quando uscirà Vizio di forma di P.T. Anderson, perché sarà difficile trovare di meglio nelle uscite imminenti. 

Il nuovo voto teiera:


lunedì 9 febbraio 2015

Non sposate le mie figlie e non esaltatevi come al solito per qualsiasi commedia francese

Una coppia tradizionale della provincia parigina è sull'orlo della disperazione a causa delle tre giovani figlie sposate (tipo barzelletta) con un magrebino, un ebreo e un cinese. Ormai le speranze di avere finalmente un genero francese DOC sono tutte riposte nella quartogenita...

Va beh, ogni volta che arriva in Italia una commedia francese ci si esalta oltremisura. Stavolta c'è ben poco: battute spesso scontate in un film dove non si ride mai e soprattutto l'apoteosi del cerchiobottismo, misto al terrore di apparire politicamente scorretti. 
Il risultato è zero empatia per qualsiasi personaggio e tutt'al più qualche accenno di sorriso in una trama che scivola via senza sussulti particolari.

Spoiler (si fa per dire)
Non penso di rivelare nulla scrivendo che ovviamente trionferanno i buoni sentimenti e la marsigliese con gran ballo finale multietnico.

Speriamo che a qualcuno non venga di nuovo l'idea di replicare la versione italiana, come è già accaduto recentemente con Cena tra amici (decisamente molto più coraggioso e meritevole di questo) ripreso da Francesca Archibugi e Giù al Nord.

voto: