venerdì 3 dicembre 2010

A Paz

E' da quando sono partito con la teiera che ogni tanto ci provo, ma mi riesce difficile. Tanto è stato scritto ed è stato detto su di lui e ogni volta che ci penso, non riesco a trattenere una strana nostalgia mista a disappunto. 
Cosa avresti scritto, disegnato e raccontato di questi anni di merda che non hai vissuto?
Chissà cosa avresti creato grazie alla rete, strumento che non hai conosciuto.
Come ha detto Benigni: Capostipite di una scuola che non ha avuto poi nessun allievo perché lui era inimitabile.



Per chi l'ha amato come l'ho amato io e per chi volesse conoscerlo in tutti i suoi aspetti, anche quelli più scomodi, consiglio un ottimo libro di Franco Giubilei uscito cinque anni fa : Le donne, i cavalier, l'arme, la roba - storia e storie di Andrea Pazienza. Il ricordo qui sotto l'ho preso da lì.

In quel modo in cui noi percepivamo il mondo allora, e in qualche modo anche ci immaginavamo il mondo a venire, Pazienza era quello più pazzo, quindi era quello più perfettamente sintonizzato sulle cose che circolavano... Ecco, noi avevamo interpretato gli anni Settanta, forse con Radio Alice abbiamo anche anticipato qualcosa della comunicazione a venire, però eravamo in fondo degli umani del ventesimo secolo. Pazienza era già nel secolo a venire. Ecco, questa era la sua stranezza, la sua potenza e anche la sua prepotenza, perché Pazienza era un prepotente. Da un'intervista a Bifo
Vignetta ricordo di Luca Enoch nel ventennale dalla sua morte

15 commenti:

  1. Non sapevo di questo libro, grazie della segnalazione.
    Immenso Paz.

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  2. Si, non è facile scrivere qualcosa su Paz dopo tutto quello che hanno scritto su di lui, però tu ci sei riuscito!

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  3. L'ho conosciuto tramite il film Paz!, però non ho mai avuto l'occasione di approfondire.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. superflui sono i miei commenti su quello che hai scritto... quando si parla del paz mi brillano gli occhi e mi commuovo, quasi sempre... e anche le tue parole mi hanno venire i lacrimoni come quando nel 1988 ci ha lasciati... anch'io spesso mi sono chiesto cosa avrebbe fatto in questi anni di web e di fumetto in crisi e anche cosa avrebbe prodotto il grande Tamburini, suo grande amico e papà di RanXerox.... Luca Enoch, autore della vignetta che hai messo, l'ho conosciuto venticinque anni fa come figlio del mio titolare (lavoraro in una tipografia) e scambiammo qualche chiacchera sul Paz che era ancora in vita... ora la smetto altrimenti divento noioso...

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  6. mi communovo sempre quando si parla di paz..grazie del post

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  7. Conosco pochi che non abbiano amato Andrea Pazienza. Erano anche i tempi di radio Alice, e i giovani erano forse più recettivi, non so.
    Comunque grazie per questo ricordo condiviso!
    Lara

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  8. Lucien, ma tu sai che io ho avuto sua mamma come profesoressa di Educazione Tecnica alle medie?
    Il mio rimpianto?
    ..NON AVERLE MAI CHIESTO NULLA DI COTANTO FIGLIO...
    Ero piccola..parliamo dei primissimi anni '80..allora..non sapevo neanche chi fosse Andrea Pazienza.
    :(
    Poi ho recuperato da grande ed ora sono, come sai, nel gruppo dei suoi sostenitori più accaniti! :)

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  9. @ Grace:
    Che storia!
    Io invece in quegli anni in cui cominciava a farsi conoscere ero a Bologna all'università e magari ci siamo anche incontrati, perché i posti in cui si bazzicava erano più o meno sempre gli stessi.

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  10. averlo visto disegnare è stato incredibile...

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  11. Ho conosciuto l'arte di Pazienza leggendo "il Male" e poi "Frigidaire": ho nostalgia di lui e di quei giorni.Lui raccontava le sue storie visionarie che coincidevano con le nostre visioni.

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