mercoledì 16 marzo 2011

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                       Davide Ceccon


















E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà. 
Carmine Crocco, brigante rivoluzionario

Si festeggi pure, ma la domanda è: siamo vicini a un punto di non ritorno? Io spero ancora di no. Però in un paese di disonesti e mafiosi, in cui vanno avanti quasi sempre solo i furbetti e i mediocri, indignarsi non basta più.
Come scrisse Flaiano: In Italia l'unica vera rivoluzione sarebbe una legge uguale per tutti. Insieme ad un po' più di senso civico, aggiungo io; ma quello, purtroppo, è come il coraggio di Don Abbondio.

15 commenti:

  1. dispiace dirlo....ma io non so proprio che festeggiare.

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  2. nulla da festeggiare in questa baraonda retorica che volutamente dimentica le uniche cose buone del risorgimento: Pisacane e la repubblica romana!

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  3. niente da celebrare, niente da festeggiare, da parte mia.

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  5. io vado a cercare una bandiera asburgica...

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  6. Che è qui un covo di "legaioli" ?
    Quoto Allelimo e bel post a Lucien

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  7. Quoto anch'io allelimo.
    Il concetto di Italia nasce da sempre per fronteggiare qualcuno.
    I tedeschi, le nazionali di calcio ai mondiali, la Lega.
    Siamo una nazione solo "in combattimento".
    Altrimenti ci massacriamo inter nos.

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  8. Personalmente sento molto di più il 25 aprile, una data che celebra la libertà, valore che viene decisamente prima dell'unità.

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  10. Seguendo la metafora: la mia mamma è la libertà e il mio papà l'uguaglianza. L'unità (importante anche lei ed è giusto festeggiarla) la vedo più come una nonna o una zia.

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  11. quoto Lucien. La mia festa cade il 25 di Aprile. E non c'entra un piffero la lega.

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  12. Ricorrenza vuota, ad uso e consumo dei potenti del tempo (e poi, perchè non il 20 settembre 1870? ... o la fine della I guerra mondiale, dove l'unità d'Italia è completa, anzi, territorialmente qualcosa di più?). Niente bandiera, ma nessun cedimento regionalista, ma un avanzamento internazionalista. Il 25 aprile è la mia festa (e dura fino al I maggio).

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  14. Quoto Allelimo. Penso che esistano mille ragioni per essere orgogliosi di essere italiani.
    Riassumo: i grandi artisti e scienziati del Rinascimento, gli ideali ancora attuali del risorgimento, la nostra costituzione, le mille culture di ogni disperso paesetto.
    E questo dovrebbe bastare: buon anniversario anche ai più scettici!

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  15. Non riuscirei a dire le cose meglio di Allelimo. Ne condivido ogni parola (pure sulla mamma e il papà :)).

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