mercoledì 24 luglio 2013

Autostop

Prima degli anni '80 e di Gioca Jouer l'autostop era una cosa seria. Essendo nato nel 1960, è stata per me una stagione breve che ho vissuto degnamente fino al suo epilogo inevitabile. Sì perché da un certo punto in poi, causa il boom catastrofico dell'eroina ed il proliferare di tossici e scoppiati, gli automobilisti non si sono più fidati. Fra l'altro film come The Hitcher del 1986 con Rutger Hauer nei panni dell'autostoppista psicopatico, non hanno certo aiutato. Un tempo era quasi il contrario: nella mia carriera di autostoppista mi è capitato più di una volta di ricevere passaggi da personaggi poco raccomandabili.
Per tre anni consecutivi le mie vacanze estive di studente sono state subordinate a questa filosofia di viaggio, slow per eccellenza: pochissimi soldi, sacco a pelo e autostop. Due viaggi memorabili in Spagna e in Sicilia, dove eravamo partiti addirittura in otto (cinque maschi e tre femmine) divisi a coppie. Ovviamente la coppia mista era sempre la più avvantaggiata. Di solito si decideva una meta (in quel caso Trapani, per poi traghettare alle Egadi) stabilendo il punto di ritrovo che quasi sempre era la stazione.

Una sera io e Gigi ci ritroviamo sul raccordo anulare; nessuno si ferma e decidiamo di raggiungere un parchetto ai margini di una villa per riposarci. Appena stesi i sacchi a pelo e dato il primo morso al panino, dalla recinzione dietro di noi sentiamo ringhiare. Ci giriamo e nella penombra vediamo le sagome di due cani lupo. Raccogliamo tutto in fretta, ma nel frattempo il più grosso dei due si materializza dalle parte opposta verso la via di fuga: silenzioso e immobile, ma non per questo meno minaccioso. Non troppo convinto impugno il coltello da viaggio temendo il peggio, ma dopo pochi minuti la bestia si dilegua nell'oscurità incombente. Quella sera ho afferrato a pieno il  significato di correre in preda al panico.  
A volte le botte di culo erano incredibili, come quando in Spagna due nostri amici ebbero un passaggio da un uomo d'affari tedesco in mercedes che stava raggiungendo la famiglia in vacanza a Rimini. Arrivarono a casa 24 ore prima di noi.
Un'altra volta, tra la Basilicata e la Campania, salimmo sull'auto scassata di tre freak brothers in versione irpina completamente sbarellati, oltre che fatti. Quando ci rendemmo conto che la loro auto era una farmacia abusiva ambulante, mica potevamo dire: No grazie, abbiamo cambiato idea!
Fortunatamente ci andò bene e la portammo a casa senza incidenti e senza incorrere nella squadra narcotici.
A proposito di sbarellati...

7 commenti:

  1. Grande post Lucien.Tempi d'oro..
    Quella dei cani lupo sembra una scena da film, immagino la strizza..
    A me è successo da Torino a Firenze di essere caricato da un camionista sardo in debito di sonno che si stava buttando su uno spartitraffico..Ho dovuto urlare per svegliarlo..E' vero : da un certo momento in poi non si fermavano piu' tanto volentieri ed è stato un peccato perchè era un bel modo di viaggiare sopratutto per il basso costo!

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  2. uh, quanti ricordi... Ho viaggiato in autostop per anni, in compagnia di un'amica. All'inizio per mancanza di mezzi (non avevamo ancora la patente e BISOGNAVA (!) andare a ballare il sabato sera, scherzi?) poi abbiamo continuato, il week end al mare, la gita a firenze, all'epoca soldi pochi ma tanta voglia di muoversi comunque.
    Per non parlare del campionario di varia umanità che potevi incontrare, ricorderò sempre il contadino con la camicia a quadri d'ordinanza, la gonna e i collant... :)

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  3. @ Mr.Hyde
    Ci si trovava sempre, senza bisogno dei cellulari. Bastava aspettare.

    @ poison:
    Mica scherzava il contadino! :))
    Anche per tornare da scuola era il modo più veloce se non volevi aspettare la corriera.

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  4. uh, vero, dimenticavo la scuola.
    soprattutto per andarci, che perdevo sempre l'autobus!

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  5. ah..dimenticavo: la Patty era veramente stracotta, veramente hard per quei tempi!

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  6. Mai fatto l'autostop. Sono troppo fighetta per queste cose. Anche adesso, in treno, tra la prima e la seconda classe...scelgo la prima. Vuoi mettere? :v

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  7. io invece appartengo alla categoria di chi gli autostoppisti li portava volentieri con un'Alfa Giulia un po' scassata; dopo che l'ho venduta qui però non l'ho più fatto, troppa gente assurda in giro ora...

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