martedì 23 dicembre 2014

Pride per evitare i cinepanettoni



Sono passati trent'anni da quando nel 1984 il pugno duro della Thatcher si abbatté sui minatori del Galles con la chiusura programmata di venti siti estrattivi di carbone; un provvedimento che equivaleva alla perdita di 20 mila posti di lavoro. Iniziò uno sciopero a oltranza che diede vita al più grande scontro di classe nell'Inghilterra del dopoguerra. Una lotta durissima durata più di un anno e costata due morti, quasi 2000 feriti, migliaia di arresti e licenziamenti per rappresaglia. La sconfitta di quelle lotte portò poi al liberismo sfrenato che generò sì ricchezza, ma anche grande disparità sociale. 
Una parte della storia è raccontata in Pride da un'angolazione particolare partendo da un episodio realmente accaduto, quello che vide due minoranze solidarizzare in maniera imprevedibile: i minatori del Galles insieme al movimento LGSM (Lesbians & Gays Support Miners) che per supportare le lotte dei lavoratori gallesi promosse una raccolta di fondi culminata con il concerto del 10 dicembre 1984 all'Electric Ballroom di Camden. (Sting ed Helton John declinarono l'invito che invece fu accettato da Jimmy Somerville dei Bronski Beat).

Il regista Matthew Warchus confeziona un film coinvolgente, raccontato con il classico stile inglese dove i momenti di drammatici e quelli divertenti si alternano con ritmo. Trattandosi di una commedia gli si perdonano i passaggi più ruffiani e superficiali, anche perché la storia è in grado di restituire in maniera intatta il mood di quegli anni grazie ad una strepitosa colonna sonora e a scene esilaranti come questa. Tra i coming out dei figli della buona borghesia inglese e lo spettro incombente dell'Aids, un film corale che descrive con leggerezza il modo in cui si possono spezzare le barriere del pregiudizio. Giovani e anziani, gay ed etero, radicali e proletari uniti per una battaglia che coniugava il diritto al lavoro con i diritti civili.
Incredibile a dirsi, i rudi minatori gallesi nel 1985 si unirono alla testa del corteo del Gay Pride a Londra. In seguito le Unions inglesi accettarono per la prima volta di includere nel loro statuto i diritti dei gay proprio su pressione dei minatori.
Distribuzione fuori dai circuiti maggiori per uno dei pochi film usciti a Natale che merita di essere visto in mezzo alla solita invasione di cine-panettoni.

Voto


  

16 commenti:

  1. Cercherò di vederlo durante queste festività.Periodo (storicamente) molto intrigante della storia inglese, che mi riporta con la mente a quel favoloso collettivo di musicisti capitanati da Paul Weller e Billy Bragg, passato alla storia col nome di Red Wedge.

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  2. Diciamo pure in mezzo alla solita invasione di merda, mondo coprofago!!!!

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    1. Ti dirò, quest'anno anche meglio del solito. Qualcosa di buono da vedere c'è con gli ultimi film di Ken Loach e David Fincher

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    2. Sì, ho adocchiato pure io delle buone recensioni. Mi riferivo più che altro allo scenario casereccio, e al fatto che le programmazioni intelligenti (eppure al tempo stesso belle e magari divertenti) siano sempre più rare e periferiche. Loach è una garanzia: mi sono appena rivisto "La parte degli angeli", semplicemente meraviglioso.

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  3. L'inizio della fine dello stato sociale in tutta Europa. E c'è chi si augura che Renzi sia come una Tatcher in salsa italica...

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    1. Come sempre fra i peggio ci siamo noi, perché in quasi tutta Europa è rimasto un minimo reddito di cittadinanza per le fasce deboli, Inghilterra compresa.

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  4. Fincher e Loach su tutti!!! Vorrei vedere anche Pride, se solo fosse possibile prima dei cineforum della prossima primavera......
    Un abbraccio a tutti e buone feste :-)

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  5. Certo che lo vedrò e mi troverebbe nello spirito giusto.Oltre alla trama m'interessa la colonna sonora: Weller e gli altri mi piacciono. Buone feste a te a i tuoi cari.

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    1. Auguri di cuore anche a te e alle persone che ti sono care.

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  6. Interessante film, come i molti arrivati dall'Inghilterra sui diritti politico-sociali ... da me non è ancora uscito, ma spero per gennaio. E poi, qui, a giorni alterni, sono iniziati i nebbioni, che mi hanno fatto perdere Wenders (ma forse lo recupero in originale a casa sua...), e Loach. Aspetto primavera... intanto buone feste.

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    1. Anche qui nella bassa romagna a nebbie non scherziamo: la grande muraglia!
      Buone Feste.

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  7. Buon natale!
    Si non male questo periodo natalizio al cine: Ken Loach sempre bello, divertente e amaro. Il sale della terra su Salgado poi c'è anche Pedro....

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