domenica 19 novembre 2017

The Place (speriamo faccia ridere)

Ogni tentativo che si discosti dai soliti cliché che ingabbiano gran parte del cinema italiano è sempre ben accetto. Una posizione di cui sono convinto ancor prima che le luci si spengano in sala, dopo aver ascoltato i discorsi del gruppo di persone sedute nella fila dietro alla mia: Speriamo che faccia ridere come l'altro. Ci guardiamo perplessi...
Genovese conferma di essere un valido autore e con questo film dimostra di avere il coraggio di sfilarsi dal meritato successo di Perfetti sconosciuti per percorrere una strada assai diversa, ambiziosa e con un potenziale notevole dato dall'ispirazione letterariamente nobile. Inutile accennare alla trama (magari gli spettatori alle mie spalle qualcosa avrebbero dovuto leggere) si punta in alto con un impianto teatrale sorretto da un'ottima prova di tutto il cast, su tutti Mastandrea in versione diavolaccio stanco. Il risultato non è del tutto riuscito: la processione dei personaggi con le loro richieste è intrigante e inizialmente ti cattura, per poi diventare troppo ripetitiva, quasi meccanica. Risulta poi complicato adattare il fascino narrativo di una serie, con i suoi personaggi che acquistano spessore puntata dopo puntata, alla forma cinema che con i tempi molto più ridotti rischia di appiattire e condensare la loro personalità. Intento apprezzabile, risultato non eccezionale ma neanche da sbadigli come mi è capitato di leggere in giro. Di sicuro non lascia indifferenti anche solo per i quesiti morali e le tematiche profonde che solleva. 




LEGENDA VOTI

@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

10 commenti:

  1. Assolutamente d'accordo: film imperfetto ma coraggioso, che osa con un soggetto non originale ma comunque difficile da portare al cinema. Meglio cento film imperfetti come questo che il classico film d'autore patinato e ammiccante. Per me merita la più ampia sufficienza

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    1. Hai ragione da vendere, non so perché mi viene in mente una recensione su La Corrispondenza di Tornatore, dove si parla di "sobria eleganza formale". Come diceva Nanni Moretti "continuiamo così facciamoci del male"...

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  2. Concordo con le tue riflessioni Lucien. A questo punto non mi resta che vedere la serie The booth at the end ... ;-)

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    1. Ormai sono talmente tante che serve una bussola! ;)

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  3. A Genovese, facce ride! ...
    Battutaccia a parte, devo ancora vederlo, ma mi aspetto buone cose, una scrittura non banale, anche se imperfetta.

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    1. Non in romano ma più o meno il livello era quello.

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    2. Visto ieri sera, e trovato grandissimo. Semplificando: un capolavoro. Mastandrea strepitoso, nel ruolo della sua vita (non ha mai interpretato un personaggio così, e mai più riuscirà). La meccanicità degli episodi? Forse è a vita che è meccanica, e gli esseri umani in fondo tutti uguali, anche se diversi, tutti prevedibili ... il film vola alto, si possono aprire molti discorsi filosofici. Poi direi che Genovese, nella scrittura (ma anche nella scelta degli attori), si rivela un ottimo autore, sia con il film precedente (che faceva ridere sì, ma risate imbarazzate, per un certo rispecchiarsi nei tipi di quel film). Realismo magico? Chi ha sbadigliato, forse era stanco per poterlo apprezzare ...
      p.s.
      e pensare che ci siamo incappati per caso in questo film, dovevamo vedere La ragazza nella nebbia, ma l'avevano annullato, e io ho detto, allora andiamo a vedere questo, ne ho letto nel blog di Lucien, interessante, vediamo ...

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    3. Anche per me, ancora oggi i blog amici che seguo sono una delle fonti principali di informazione.
      Genovese è andato migliorando di film in film.

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  4. L'ho visto ieri e mi è piaciuto molto; anche se non è un capolavoro, mi ha comunque catturata e per certi versi inquietata. Mastandrea è bravissimo e non sono così certa che impersoni il diavolo... potrebbe anche essere dio, quel dio cinico che osserva gli uomini ammazzarsi senza apparente motivo.
    E' tratto da una serie tv? questo non l'avevo capito.

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    1. Sì, è ispirato alla serie "The Booth at The End" (in Italia su Netflix)

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