lunedì 5 gennaio 2009

Anni di piombo

Ulrike Meinhof
La Banda Baader-Meinhof - Uli Edel
Ho recuperato questo film tedesco presentato fuori concorso al festival del Cinema di Roma ed ora anche in lizza insieme al nostro Gomorra, per i Golden Globe.
Due ore e mezzo sono lunghe e la meticolosità della ricostruzione storica e cronologica, dieci anni (1967-77) di terrorismo tedesco e internazionale, tendono a rallentare il ritmo. Forse un taglio più focalizzato sulla psicologia dei protagonisti e sulle loro storie personali avrebbe reso più avvincente una vicenda già di per sé interessante.
Colonna sonora: non pervenuta. Ben interpretato dagli attori principali e utile comunque ad accendere la curiosità di coloro che hanno un buco di quegli anni. Finita la visione, mi è tornato subito in mente il bellissimo film di Bellocchio, Buongiorno Notte, che con la sua poetica e il suo lirismo è riuscito a cogliere in pieno le atmosfere e il senso di instabilità di quegli anni più di qualsiasi analisi storica.
Leggendo la filmografia di questo regista tedesco, classe 1947, mi sono accorto che il suo primo film fu Christiane F., noi i ragazzi dello zoo di Berlino (1980). Allegria! Mi ricordo che ai tempi lessi il libro ed ebbi anche il coraggio di vedere il film.

RI-VISTI
Il mistero delle dodice sedie - Mel Brooks 1970

Per riprenderci andiamo un po' sul leggero. Dopo tanti anni ho rivisto in DVD il secondo film del regista di Brooklin (classe 1926), figlio di genitori ebrei immigrati dalla Russia. Un commedia ambientata in Unione Sovietica nel 1927, dieci anni dopo la rivoluzione russa, dove si raccontano le vicende di un ex-nobile degradato a funzionario. Ancora godibile, anche se non raggiunge i vertici divertenti di Frankenstein Junior e Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974).

LEGENDA


8 commenti:

  1. Anch'io ebbi coraggio, e penso che a 14 anni ogni giovane dovrebbe vederlo.

    Belli i combiamenti: complimenti...
    ciao Luka

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  2. La Banda Baader-Meinhof l'ho perso nei cinema, cercherò di rimediare in qualsiasi modo! Ciao
    PB

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  3. ..io l'ho riletto da poco il libro,
    è un coraggio sano,
    è insana la perdita di coraggio nell'accettazione della verità;
    Christiane F. è ciò che disconosciamo, è ciò che vorremmo non fosse ma, Christiane F. è semplicemente la realtà della paura e del limite di un libero arbitrio spesso ingombrante.

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  4. @Luna_tica
    Sul libro niente da dire, era una testimonianza che raccontava una verità ingombrante di quegli anni, dove l'eroina invase non solo la Germania ma anche le nostre città e i paesi.

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  5. Mi unisco ai coraggiosi: ebbi anch'io il coraggio prima il film e poi il libro.
    Il film sulla Raf non l'ho visto aspetto il dvd.
    ciao Lucien e buona continuazione d'anno.
    silvano.

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  6. Io il contrario prima il libro, poi il film più per curiosità che per coraggio e come spesso è accade in questi casi (vedi anche "Come Dio Comanda",parziale delusione)sarebbe meglio tenersi il ricordo del libro.

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