mercoledì 7 gennaio 2009

Le sbarre o la libertà della rete?

L'amico Thinker con un suo post mi ha offerto lo spunto per una breve (spero) riflessione.
Cito alcune frasi dal suo post:
"Ho la netta sensazione che in maniera lenta e inesorabile ci stanno infinocchiando. Hanno iniziato con la televisione poi è venuto il satellite e adesso internet, nella versione corrente detta web2.0"
"Se prendiamo un imbuto e lasciamo defluire tutto quello che leggiamo (riferito alla rete) mi sa che faccio prima ad andare nel deserto con una bacchetta da rabdomante e mettermi a cercare l'acqua..."
"Dieci anni fa quando ho iniziato a navigare pensavo che la rete fosse non dico la soluzione ma almeno un grande aiuto; oggi invece percepisco in maniera chiara e limpida il fatto che ci stanno inc*****o con la vasellina, in maniera lenta ma inesorabile."
Che in Italia si faccia un uso intenso di vaselina (quando va bene) è noto da tempo. Già dalla fine degli anni '70, sulla scia dell'esempio americano, grazie alla diffusione delle droghe pesanti sono riusciti a rincoglionire una buona parte dei giovani cervelli di allora e a far squagliare un movimento che aveva tentato di destabilizzare con la creatività, la forza delle idee e del linguaggio l'ordine sonnacchioso e tetro della politica. Una parte minima poi confluì stupidamente nella lotta armata con tutte le conseguenze ben note.
Dagli anni '80 in poi a completare l'opera di rimbambimento hanno contribuito le TV del nostro sire (con quelle di Stato a ruota), costruendo mattone dopo mattone, anno dopo anno, modelli antropologici e culturali ad uso e consumo delle masse da mungere. Ed ecco allora in sequenza il velinismo, il tronismo, l'opinionismo da ipermercato, le telepromozioni, i reality e poi il martellamento da cui nessuno è immune: consumate, consumate, consumate o siete delle nullità, siate cool con questi occhiali, con questo telefonino, con questo fisico, comprate un SUV o nessuno vi caga. Poi è arrivata la globalizzazione e a chi in Italia ha tentato di opporsi (vedi Genova) si è cercato di fare capire con due giornate di sospensione della legalità e botte da orbi che non era il caso di protestare. Kossiga docet. E la marcia continua...
Senza girare molto, mi guardo attorno e vedo un mio vicino di casa che ha quattro anni girare con una jeep a batteria che sembra quasi vera; suo padre ne ha quaranta, è vestito come un adolescente deficiente e si vanta di non aver mai letto un libro (giuro, sentito con le mie orecchie). Mi fermo, ma l'elenco potrebbe diventare una lunga sequenza di immagini tipo blob. A volte ho la sensazione che la teoria della de-evoluzione dei Devo stia cominciando ad avverarsi in modo inquietante.
E sulla rete che dire? Molto complicato fare analisi e non ho la presunzione di essere in grado di farne. Dico semplicemente, ricollegandomi al post citato all'inizio, che io vedo più libertà che sbarre, cerchiamo però di mantenerla questa libertà e di coltivarla con le idee.

9 commenti:

  1. Per fortuna ci sono ancora persone che si salvano da questa situazione.
    Però riporto l'esempio di una cara amica, che passa le sue giornate su internet, conosce gente virtualmente e vive una vita asociale.
    Io non mi sentirei appagata, ma lei apparentemente è felice.

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  2. Scambiare Internet con la realtà è come essere in una prigione di sbarre invisibili. Anch'io ho conosciuto una così, poi alla fine è scoppiata.

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  3. concordo, il web è ancora un luogo di libertà. Gli strumenti, di per se, non sono buoni o cattivi, dipende dall'uso che se ne fa.
    Almeno sulla rete le possibilità si scelta sono infinite e il Potere, nonostante i tentativi, non riesce a imbrigliare il mezzo.
    Nonostante questo, di certo la rete non sarà argine al consumismo e idiotismo di massa. Come può propagandare la controinformazione così diffonde la stupidità, è uno specchio della realtà, di ogni realtà
    Sussurri obliqui

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  4. Ti sei risposto con le ultime parole del tuo post: "vedo più libertà che sbarre, cerchiamo però di mantenerla questa libertà e di coltivarla con le idee."

    La libertà non deve mai essere data per scontata va riconquistata ogni giorno ed in buona parte dipende da noi. Io, tu, i tuoi lettori, tantissime persone se ne fottono dei tronisti, delle opinioniste con le tette fuori, della dietrologia imperante, delle veline, dei calciatori, dei suv, del gossip, quindi chi ci casca è perchè non ha palle di reagire. La libertà è scomoda e difficile, pensare con la propria testa ed i propri limiti idem, a volte la pappa pronta sarebbe più comoda, ma chiede in cambio l'imbecillità. Questione di scelte e di testa ma non credo che ci sia alcun complotto a limitare la libertà della rete, certo c'è tanto pattume ma come nel resto della società. Le isole felici non ci sono, sono un miraggio pubblicitario.
    ciao, silvano.

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  5. Difendiamo la libertà del web... Bellissimo post, dovrei risponderti con mille parole ;-)

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  6. Se non ci fosse libertà sulla rete, allora Cassinelli (leggi Berlusconi) ci lascerebbe tranquilli. Il fatto che qualcuno voglia 'regolamentare' la rete è ancora indice di libertà. Per definizione la rete è mondiale, metterci su le mani sarebbe un sogno per chiunque, soprattutto per quei delinquenti che abbiamo al governo. Riusciranno i bloggers di tutto il mondo a non farsi soffiare la libertà da sotto il naso?

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  7. E' vero: secondo me l'esistenza di qualcosa di così importante su cui non è ancora in grado di mettere le mani lo tormenta, ma il web esisterà ancora quando lui non ci sarà più e i server ai margini del mondo saranno sempre incontrollabili.

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  8. Il fatto che siamo tutti qui invece che sonnecchiare sul divano a guardare la tv dovrebbe significare qualcosa. Anche la tv non è nè buona nè cattiva, ci sono bei programmi, bisogna cercarli ad orari assurdi o sui canali oltre il tasto 6. Altrimenti tanto vale un bell'acquario o un caminetto acceso. E bella musica in sottofondo.

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  9. Parole sante le tue...Dobbiamo resistere e preservare la libertà!

    Anche se purtroppo di gente come il tuo vicino di casa ce n'è davvero tanta...Troppa!

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