mercoledì 28 settembre 2011

Studiate finché potete (e non vi fate fottere)

Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite.
(Gilbert Keith Chesterton)


Prendo spunto da un breve post di Reanto che affronta alla sua maniera la questione dello studiare in un paese come il nostro.
Qualche anno fa, quando mio figlio era un bambino e il nostro Paese sembrava ancora un luogo normale in cui vivere, gli dicevo sempre di impegnarsi a scuola per poi iscriversi all'università, laurearsi e magari trovare un lavoro che gli piacesse. E ora che all'università c'è arrivato? L'unico suggerimento che mi sentirei di esprimere è un concetto solo in apparenza paradossale, visto il periodo completamente assurdo e anche un po' di merda che stiamo vivendo: erosione dei diritti, precarietà perenne e modelli lavorativi schiavistici che stanno prendendo una forma sempre più definita ovunque, anche là dove si pensa che tutto sia friendly e democratico.
"Come dovevasi sospettare, il “miracolo” Amazon (super-sconti, spedizioni velocissime, “coda lunga”, offerta apparentemente infinita) si regge sullo sfruttamento di forza-lavoro in condizioni vessatorie, pericolose, umilianti. Proprio come il “miracolo”-Walmart, il “miracolo”-Marchionne e qualunque altro miracolo aziendale ci abbiano propinato i media nel corso degli anni." da un'articolo molto documentato di Wuming.

Tornando al concetto di cui sopra, mi verrebbe da dire a mio figlio e a tutti i suoi coetanei: "Cari ragazzi: studiate finché potete, o almeno fino a quando i genitori ve lo consentono (e io mi toglierei il pane dalla bocca), perché - sempre che un lavoro riusciate a trovarlo - vi toccherà comunque arrivare a 80 anni per avere una pensione di merda. Tante vale iniziare il più tardi possibile." 

15 commenti:

  1. Inoltre, Lucien, mi viene anche da dire che studiare può essere utile soprattutto a chi ha potenzialità: lo vedo quando, al lavoro, capita di trovare in ruoli di rilievo persone assolutamente inadatte soltanto perchè arrivate al traguardo della laurea breve.
    Quindi, per chi invece talenti ne ha, è proprio un peccato smettere per vedersi scavalcati.

    Parlando personalmente, invece, rimpiango di aver smesso per lavorare soltanto perchè con la laurea avrei potuto inseguire il "sogno di riserva" di diventare insegnante.

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  2. l'unica motivazione che trovo, da insegnante, è : "studiate per essere persone migliori!!"

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  3. “If you think education is expensive, try ignorance”

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  4. Complimenti per la citazione dell'articolo di Wuming. Illuminante.

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  5. man mano che lo scrivevo, il mio commento diventava sempre più lungo: ergo post sul mio blog (http://minervajones.blogspot.com/2011/09/imparareinsegnarecondividere.html) e link a questo tuo. Bacio, buona giornata, mio caro :-)

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  6. A 30 anni mi sono appena iscritto all'università per prendere una seconda laurea (però stavolta di una cosa che mi piace)...

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  7. scusa per questo commento fuori tema, ma c’è un problema di urgenza che interessa tutti i blog
    Comunicazione
    Sulle rettifiche in blog e multe ho inserito questa lettera che passo
    Cordiali saluti
    http://www.lacrisi2009.com/2011/09/rettifiche-in-questo-blog-gia-fatto.html

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  8. Leggere, riflettere, imparare, essere curiosi, pensare con la propria testa, avere interessi e passioni e una mente elastica e aperta... Sono cose indispensabili per rimanere (anzi, DIVENTARE, poiché non lo si nasce!) LIBERI, e non pezzi di ricambio per il lavhorror schiavista, per quei malati di mente che incitano alla continua crescita, come se una macchina che già pericolosamente viaggia a 200 all'ora dovesse per forza arrivare a 300 sulla stessa brutta strada, senza possibilità di scelta.
    La laurea (che nel 90% dei casi è un pezzo di carta) può essere conseguenza di ciò oppure anche no, ma che conta è il nostro atteggiamento mentale. Se ci facciamo inculare dal miraggio di guadagnare presto per avere più potere d'acquisto sulla merda che dicono LORO, non potremo diventare altro che servi consumatori, pecore somare, muli da soma e da riproduzione.

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  9. @ allelimo:
    Dove lavoriamo abbiamo messo il manifesto con questa frase. :)

    @ Zio Scriba:
    Grazie Nick.
    Un'integrazione che completa perfettamente il senso del mio post.

    @ Notizie dal futuro:
    Un'idea che spesso ho accarezzato anch'io...

    @ Diamond:
    Grazie a loro. Sempre cose acute, interessanti e molto ben documentate dalle loro parti.

    @ Cirano:
    E dici tutto!

    @ James Ford:
    Per come sta andando la scuola è più un incubo...

    @ Minerva Jones:
    Passo al più presto!

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  10. ai miei figli (una è in prima liceo, l'altro in prima media) ripeto spesso le prime parole del commento di Zio Scriba... dovrebbe essere la scuola (docenti) a ripeterle e aiutarti a metterle in pratica, purtroppo non è così...

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  11. La tua forza è nelle idee/C'è una sola strategia è di sapere sempre più, ah ah/E la tua rivoluzione comincerà così, yeah
    Litifiba - Siamo umani
    Da ragazzino ho ascootato tanto i Litfiba, forse l'unico gruppo che cito a memoria. Wuming me lo leggerò dopo, grazie, sempre stimolante.

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  12. Non c'è dubbio che l'unico strumento di difesa che ci rimane è la conoscenza...
    Il sapere, che si acquisisce con lo studio, oggi più di prima è fondamentale per la nostra esistenza..
    C'è il rammarico che i nostri figli (fortunato te di averli già laureati..) pur avendo studiato, non hanno immediato riscontro al loro impegno nella vita lavorativa...
    Una trentina d'anni fa una laurea significava lavoro, oggi no...E' una constatazione, un dato di fatto..

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  13. "Il linguaggio ben temperato e la cultura non sono vezzi da fichetti, come credono le camicie verdi (e come credevano gli squadristi). La cultura è ciò che dà dignità al popolo, lo libera dalla sottomissione, lo trasforma in classe dirigente."

    L'amaca di oggi - Michela Serra

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  14. "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza."

    A.Gramsci (L'Ordine Nuovo, 1919)

    mainard

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