sabato 15 dicembre 2018

2018 in musica: canzoni, album, concerto dell'anno

Da quando c'è la rete qui sulla teiera mi piace condividere novità interessanti (a volte anche entusiasmanti) purtroppo però non mi sono mai annoiato come quest'anno nell'ascoltare nuove uscite. Tutta la rete e milioni di ascolti a disposizione, però (parafrasando Forma e Sostanza di C.S.I.) Comodo ma come dire poca soddisfazione. Siccome ho bisogno della mia dose giornaliera, negli ultimi mesi sono spesso andato a ripescare nel passato recuperando ascolti molto datati ma sempre eccezionali: in particolare Traffic, Soft Machine, Brand X e ovviamente Gong.
Tornando comunque al 2018, qualcosa si salva e merita.

LA CANZONE
L'ultimo lavoro degli Editors non mi ha esaltato, diciamo un 6½ di stima. La versione elettronica della title track ha un fascino vintage irresistibile, ma quella acustica ha qualcosa di magico e potente.




IL CONCERTO
American Utopia non passerà alla storia come un album fondamentale, ma per come sa rappresentare la sua musica dal vivo David Byrne è uno degli ultimi artisti geniali ancora in circolazione.




















ALBUM

Rhye - Blood
Sembra Sade, ma è Mike Milosh, voce maschile del duo canadese Rhye. Mischiano con raffinatezza R&B a dream-pop.










Dopo gli esordi punk-hardcore ha messo il suo talento al servizio della melodia componendo due album di ballate acustiche dal sapore beatlesiano con echi di Simon & Garfunkel. Siamo abituati alla ridondanza, ai cofanetti deluxe e anch'io in un primo momento sono rimasto spiazzato dalla brevità di dieci brani che non superano i due minuti e mezzo: sono come miniclips d'autore che condensano il meglio in poche immagini. Mai come in questo caso il motto less is more risulta azzeccato. Qua



J. Mascis - Elastic Days

Classe '65 e ancora tanta classe da vendere.









Me lo ricordo in The Commitmens di Alan Parker ambientato a Dublino; un ragazzino dai capelli rossi. Ha iniziato a suonare per le strade della capitale irlandese a 13 anni e dopo tanti anni ha ancora qualcosa da dire. Disco caldo come un abbraccio grazie anche all'uso di Hammond e fiati. Qua







Impossibile non apprezzare l'electro-soul di James Mathé:  songwriter, producer, e musicista londinese che usa lo pseudonimo di Barbarossa. Poco conosciuto in Italia.

Don't Enter Fear


IL VIDEO
Valerio Mastandrea si presta ad una spassosa pantomima. Da notare intorno al minuto 2:30 le due locandine di Non essere cattivo, di cui una mezza strappata.


DISCHI ITALIANI
Guarda un po' chi si rivede!

Ustmamò - Il Giardino che non vedi
Disco autoprodotto tramite crownfunding sulla piattaforma musicraiser.

Massimo Zamboni - Sonata a Kreuzberg
Qua il nuovo progetto dell'ex C.C.C.P - C.S.I. con Angela Baraldi incentrato su Berlino.
Qui si può ascoltare/scaricare.

6 commenti:

  1. sono molto legato agli Editors ma ormai non capisco piu' dove vogliono andare. è come se stessero sprecando da tanto tempo il loro talento o forse, il suo talento.

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  2. Invidia per David Byrn(anche l'incontro con lui, da doppio sogno), e sul versante italico consiglio Alessandro Bondì, siciliano che sembra brasiliano e Killing Cartisano, calabrese giramondo che ha fatto un disco d'esordio incantevole.

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  3. Fra non molto pubblicherò la mia “Non classifica”. Non sarei drastico... J. Mascis lo sto aspettando... poi su tutto i Low, Marc Ribot, Oneida, T. Thorne, i Dead Can Dance (ritmi pazzeschi) John Parish.... David Eugene Edwards & Alexander Hacke – Risha ... Julia Holter – Aviary ... Jonathan Wilson c’è tsnta roba buona.

    I Low poi un disco enigmatico magnetico che ti porta ad interrogarmi se sono o non sono una persona passiva verso il sistema imperante di accettare tutto... scusami forse sto pontificando.... aiutoooo

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    1. Dead Can Dance devo recuperarlo. Dei Low ho amato tantissimo The Great Destroyer, poi per me non sono più riusciti a trovare quell'equilibrio incredibile. L'ultimo l'ho ascoltato (forse troppo poco) ma non mi ha convinto.

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