giovedì 5 luglio 2018

Barry, una serie da non perdere

Sempre più difficile orientarsi in un mondo che si sta espandendo a dismisura come quello delle serie, ma con un po' di intuito si riescono a pescare delle chicche come questa, consigliata a chi ama i Coen e la contaminazione tra generi: noir, commedia, grottesco. Un'operazione che per riuscire bene richiede notevoli capacità autoriali.

Attenzione per i fanatici: piccolo e innocuo spoiler. Trattasi solo dei 10/15 minuti iniziali.

Barry torna dalla guerra con una sindrome da stress post traumatico e avendo imparato a sparare molto bene, accetta l'ingaggio come sicario al soldo di svariate organizzazioni criminali. Barry esegue il suo lavoro in maniera apatica e distaccata, come stesse svolgendo una pratica burocratica. Quando viene mandato a Los Angeles per una delle solite commissioni, pedinando la vittima predestinata entra in una scuola di recitazione e lì avviene la folgorazione: Barry scopre un nuovo scopo nella vita, una passione che lo attrae in modo irresistibile e lo trasforma, ma la sua esistenza si complica terribilmente. Autore, produttore, nonché protagonista è Bill Hader, membro del cast del Saturday Night Live per una decina di anni.
Questa nuova serie HBO è una scommessa vinta malgrado un coefficiente di difficoltà elevato per via del registro che alterna con estrema naturalezza momenti drammatici e situazioni comiche. Sono otto veloci episodi da 30 minuti che frantumano i generi per miscelarli in qualcosa di originale. I dialoghi sono scoppiettanti e i personaggi indimenticabili come i mafiosi ceceni e il riesumato Henry Winkler (Fonzie) nei panni del maestro di recitazione marpione. Man mano che la storia si evolve, Barry vivrà in maniera sempre più dissonante la sua passione e il legame che si crea con gli amici di recitazione che sognano il successo e trattano tutto come se fosse questione di vita o di morte.

Le qualità superiori di questa serie:
- Innovativa e politicamente scorretta.
- Il tema del reduce di guerra lontano dai soliti stereotipi.
- La presa per il culo del machismo militare e del mondo dello show business.

4 commenti:

  1. Con quella foto mi hai fatto venire la sindrome post traumatica dall'aver visto invecchiare il mitico fonzarelli.

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    1. Ah ah ah! In effetti fa uno strano effetto, però c'è un filo molto fine che unisce i due personaggi: Fonzarelli e Cousineau sono entrambi "buoni" ma un po' cialtroni!

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  2. Come sai non guardo quasi mai la tv, e nel caso solo per recuperare qualche film perso, ma questo, fosse solo per il buon vecchio Fonzie, lo guarderei. Per me Fonzie è la tv, essendo "Happy Days" una delle prime serie viste in vita mia. Magari manco lo capivo, vedendo ridere i fratelli maggiori e i genitori, ma poi l'ho visto quasi ogni replica, e appena lo vedo, non riesco a fermarmi ridendo e divertendomi. L'ultima volta in una camera di un b&b con Elle, che essendo di un'altra generazione non capiva cosa ci trovassi (e in effetti, me lo chiedo anche io, ma mi piace l'idea di quel telefilm). Mi sono dilungato, forse tu che l'hai visto a suo tempo da giovane, e guardi molta tv di un certo livello potrai notare l'evoluzione del mezzo ... ma allora, quel colore, quella nostalgia di un ventennio prima, il rock'n'roll, Fonzie a rappresentare i duri di allora, e il bravo ragazzo della porta accanto, con i primi turbamenti.

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    1. Veramente fantastico Winkler in questo ruolo. Happy Days avevo 17/18 anni lo guardavo un po' distrattamente a tavola a cena, comunque era divertente.

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