venerdì 22 luglio 2011

LP cover art: Bauhaus - Bela Lugosi's Dead 1979

 


Small Wonder Record era la casa discografica indipendente londinese che nell'agosto del 1979 fece uscire in edizione limitata (5000 copie) in vinile bianco il primo celeberrimo brano dei Bauhaus, pietra miliare del goth rock: nove minuti e mezzo costruiti su un ritmo dub/reggae, con le corde della chitarra elettrica scorticate da Daniel Ash e un giro di basso lugubre e ossessivo. Dopo una lunghissima introduzione, entra la voce tenebrosa di Peter Murphy che declama le vicende del primo attore vampiro della storia del cinema.
Sulla scia del goth inglese, prese piede in Italia il fenomeno dark: all'inizio degli anni '80, specie nelle discoteche alternative, si vedevano schiere di ragazzi e ragazze vestiti totalmente di nero. Come spesso accade dalle nostre parti, questa tendenza divenne ben presto una moda come tante.
Più che il look a me interessava la musica: ascoltarla e soprattutto suonarla; l'anno dopo andai a vederli dal vivo e fu un gran concerto. Dopo il successo furono stampate nuove edizioni con vinili e copertine di altri colori.
L'immagine è stata presa da una sequenza del film Il gabinetto del dottor Caligari, film horror muto del 1920.

Picture Disc ristampato nel 1988 in edizione limitata

10 commenti:

  1. Dalle mie parti i darkettoni modaioli li chiamavamo panineri...
    Belle sia la copertina che il picture disc e pezzone da leggenda.

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  2. I Bauhaus lasciarono alla Small Wonder Records la possibilità di stamparne varie edizione, ad esempio una in rosa.

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  3. E rimane un mistero come un pezzo dub sia diventato uno dei capisaldi del "genere" goth!
    Complimenti per la scelta del termine: "dark" si usava solo in Italia, ma a partire da qualche anno dopo, diciamo periodo Pornography dei Cure e primi Sister of Mercy.
    I panineri, giusto: a Milano in via Torino era pieno, ma i loro gruppi musicali di riferimento erano i Depeche Mode più che i Bauhaus :-)

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  4. non ho mai nutrityo una gran passione per i bauhaus,nè per il dark in genere..questo però rimane un gran pezzo..in efetti alle ha ragione:come abbia fatto un pezzo dub a diventare un caposaldo del goth..bò?

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  5. Non è poi così un mistero: il testo, i rintocchi lugubri del basso, l'aspetto inquietante di Peter Murphy che canta "Undead, undead"...
    Il ritmo dub con echi e riverberi fu il tocco di originalità.

    La mia passione per i Bauhaus è limitata a quei due anni: In the Flat Field è un gran album. Già nei due lavori successivi cominciarono a ripetersi.

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  6. Quanti ricordi questa canzone...Per un paio di anni i Bauhaus sono stati semplicemente inarrivabili.
    Ancora oggi ascolto spesso In The Flat Field,un disco che inseme a Pornography dei Cure e Unknown Pleasures dei Joy Division rappresenta il trittico di riferimento delle mie derive dark.

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  7. @ Blackswan:
    Per fare poker aggiungerei Ju Ju: Siouxsie and the Banshees all'apice della loro creatività ed ispirazione.

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  8. lucien
    hai ragione..ho postato "monitor" da juju l'altro giorno nel mio blog..anche per me il miglior album di siouxsie..(anche l'ultimo in verità)

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  9. Giusto ieri si parlava di questo pezzo quando un amico blogger l'ha messo nel suo dj set all'aperitivo e di come effettivamente un pezzo reggae/dub potesse essere identificato con la cultura goth/dark. Sicuramente è il basso che risuona come una campana a morto insieme alla voce "sepolcrale" di Peter a tracciare possibili stilemi del genere. Un esordio fulminante.

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  10. anche a me i bauhaus sono piaciuti fino a the flat field. Siouxsie, nonostante ju ju sia un ottimo album, a mio parere chiude bottega con join hands.

    gianf

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