lunedì 24 agosto 2009

Il costo dei nostri cellulari

Un articolo letto qualche giorno fa mi ha colpito e mi ha spinto a cercare ulteriori informazioni in rete su un conflitto poco conosciuto che da diversi anni sta devastando la Repubblica Democratica del Congo (ex-Zaire) e coinvolgendo altri stati confinanti dell'Africa centrale nel silenzio quasi totale dei media. Dopo aver consultato varie fonti ho capito che è in atto una vera e propria guerra, il cui scopo è l'approvvigionamento del coltan (contrazione per columbite-tantalite), una specie di sabbia nera da cui si estrae il tantalio: conduttore termico fondamentale per la produzione soprattutto di telefonini ed altri gingilli elettronici presenti in ogni casa. Una massa di poveracci, sfruttati e in seguito spesso schiavizzati sotto la minaccia delle armi, lavora nel sud e nel nord Kivu, la regione in cui dieci anni fa sono stati scoperti enormi giacimenti di coltan. Per capire l'importanza commerciale di questo prodotto basta ricordare che nel 2000 il lancio della play-station 2 subì dei ritardi proprio a causa della carenza momentanea di coltan, estratto nelle miniere australiane e brasiliane. Il suo costo, nel giro di pochi anni è quintuplicato. Questo business delle società occidentali va a finanziare, a seconda delle convenienze, le opposte fazioni di una guerra civile che ha coinvolto oltre al Congo, nazioni confinanti come Ruanda e Uganda che appoggiano le forze ribelli anti-governative. Tutto ciò ha causato la morte di milioni di persone, altrettanti profughi, nonché la distruzione della fauna dei parchi nazionali presenti in quelle zone (nel 1996 erano presenti 3600 elefanti, ora praticamente spariti).
Di fronte a questo e ad altri tragici eventi del genere, non si può fare a meno di sottolineare la stupidità e la grettezza dei nostri governanti che, con l'introduzione del reato di clandestinità, illudono gli italiani di poter arginare il fenomeno dell'immigrazione. Fino a quando le politiche economiche occidentali saranno queste, continueranno ad arrivare persone non solo dall'Africa, ma da ogni angolo del mondo sfruttato e sottosviluppato (un altro esempio attuale è l'Eritrea), nonostante tutto e tutti, anche se gli venissero bombardati realmente i barconi e non solo per finta come invitava a fare in un videogioco il subumano microcefalico figlio di Bossi.
"Siamo la loro carne, le loro bestie". "Voi cosa fareste con una pistola puntata in faccia?"
(Testimonianze di minatori congolesi, da "la Repubblica" 10 agosto 09)
Meditate, voi che possedete più telefonini o che li cambiate dopo pochi mesi di utilizzo.
Per ulteriori approfondimenti
http://www.womeninthecity.articolo21.com/it/notizia.php?id=1268

5 commenti:

  1. Purtroppo questo è solo uno dei molteplici esempi di "globalizzazione" indiscriminata e priva di regole.
    Bell'intervento, molto interessante, che mi spingerà ad approfondire.
    Saluti

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  2. Che tristezza, Lucien! Si continua a parlare di civiltà & progresso in Occidente quando il nostro benessere si fonda ancora sull'infelicità di chi occidentale non è.
    A parte tutto, hai fatto proprio bene a parlarne sul tuo blog.

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  3. Purtroppo la superficialità é tale che quasi nessuno si degna di ragionare quantomeno su questa realtà.

    Certa gente non medita; non ha tempo sta inviando l'ennesimo MMS con suoneria allegata.....

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  4. Porca puttana! Questa non la sapevo, ma ce ne sarebbero infinite. Altro che "non date loro un pesce, ma insegnate loro a pescare", qui gli portiamo via anche quel poco che hanno, e con la violenza...

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  5. @Strato:
    Un'altra situazione di emergenza è in Eritrea. Prima la guerra con l'Etiopia e ora una dittatura tra le più dure del mondo. L'ultimo barcone che hanno lasciato alla deriva trasportava proprio dei poveracci venuti da lì.

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