Dopo Once e Tutto può cambiare, John Carney continua a proporre come tema centrale nei suoi film quello della musica e dell'influenza che può avere sulla vita delle persone.
Siamo dalle parti di Dublino nel 1985, in piena crisi economica e il quattordicenne Conor, vittima di bullismo in una scuola cattolica vecchio stampo, cerca una via di fuga dai problemi familiari e sociali creando una band. Chi, fra coloro che hanno qualche annetto in più, non l'ha fatto o sognato negli anni '80?
E' iniziata la stagione dei videoclip; Duran Duran e Spandau Ballet stanno spopolando e inizialmente sembrano essere i modelli di riferimento, ma in seguito, grazie ai consigli del fratello maggiore, Conor si evolve: scopre Cure, Depeche Mode fino a mettere a frutto il suo talento compositivo in maniera originale. Londra resta il sogno da raggiungere per evadere dal grigiore quotidiano. Non c'è da aspettarsi chissà quali svilippi dalla trama, ma la spontaneità e la delicatezza con la quale viene raccontato questo romanzo di formazione ti conquistano, insieme alla qualità della colonna sonora, filo conduttore e ingrediente fondamentale nell'evoluzione di tutti i personaggi. Nonostante i protagonisti siano molto più giovani, non può non tornare in mente The Commitments di Alan Parker.
Oggi in anteprima al Cinema Boldini di Ferrara e Odeon di Bologna a soli 2 euro; il 10 novembre l'uscita in Italia.
Frase cult: "No woman can truly love a man who listens to Phil Collins." (il fratello a Conor)
Esilarante il tentativo di produrre il primo videoclip
Un film tanto semplice, quanto efficace.
RispondiEliminaMi ha conquistato completamente. :)
Grazie! Non lo conoscevo ho preso nota.,, sei proprio bravo a scoprire queste primizie.
RispondiEliminaSono come il Mossad! :)
EliminaIl film ispira, penso che andrò a vederlo.
RispondiEliminaA proposito della frase cult: hai presente il protagonista di American Psycho, il romanzo di Bret Easton Ellis? Lui era un fan di Phil Collins... e ho detto tutto!
L'ho visto anche io in anteprima, in un cinema della mia città, e pur detestando gli anni '80, e certa musica (i Duran Duran in primis), mi è piaciuto un sacco. Film spontaneo e diretto, stupendo come mostri bene il processo creativo dello scrivere (in questo caso canzoni), ironico e disincantato, con alcuni momenti da antologia (sì, la scena del video, ma come non citare il concerto finale, con tutti i ragazzi con la faccia del prete fotocopiata? provocazione situazionista da anni '80, la parte migliore).
RispondiEliminap.s.
E la romantica incredbile fuga in barca?