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giovedì 7 marzo 2019

Kubrick 20: indovina i titoli

- Certo lei non facilita le cose, né agli spettatori, né ai critici. Ha affermato di voler suscitare reazioni emotive nel pubblico. Crea delle emozioni forti, ma si rifiuta di darci risposte semplici.
- É perché non ho risposte semplici.
Stanley Kubrick (intervistato su Rolling Stone 27/8/87)

Sarò un fanatico, ma per me è come esistesse un prima e un dopo Kubrick; è il regista che mi ha fatto amare il cinema più di chiunque altro. La sua filmografia è una sfilata di capolavori pazzeschi e non ha senso stilare una classifica: dico solo che Arancia meccanica è il film che colloco nell'empireo. Se ne avete voglia, ditemi qual è il vostro.
Per chi non l'avesse visto, consiglio la visione del bellissimo documentario di Alex Infascelli S is for Stanley, uscito un paio di anni fa; ne ho già parlato qui nel blog: è un racconto sorprendente che aggiunge tasselli preziosi di conoscenza della biografia e della filmografia di un genio. 

Nel ventennale dalla scomparsa, il primo che indovina i titoli riceverà in premio un litro di latte+ offerto dal Korova Milk Bar, sponsor della teiera volante.

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venerdì 16 giugno 2017

Potere della settima arte: autobiografia cinematografica #1

Negli anni '70 nel piccolo paese in cui sono cresciuto c'erano ben tre sale. Io abitavo in un appartamento che si trovava proprio di fianco all'ingresso del glorioso Cinema Italia dove fin da bambino ho trascorso tutte le domeniche pomeriggio.
Che cosa ci porta ad amare un film per poi elevarlo nel corso degli anni allo status di cult personale? Nella lista che segue mi sono divertito a tracciare un percorso che in quattro fasi attraversa idealmente la passione per il cinema con le visioni che per differenti motivi hanno contribuito alla mia formazione.

ADOLESCENZA (CON TANTA FANTASCIENZA)
  • 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (Boris Sagal - 1971) 
    Charlton Eston, ultimo sopravvissuto ad un virus planetario, ha acceso fin da ragazzino la mia fissa per il genere post apocalittico; da allora non ne perdo uno (ciofeche incluse).

  • 2001 Odissea nello spazio (Stannley Kubrick - 1968) 
    Devo averlo visto a 12-13 anni al cinema parrocchiale senza capirci una mazza. Eppure quelle immagini, quella musica, qualche effetto l'hanno avuto...

  • Arancia Meccanica (Stanley Kubrick - 1971)
    Ero già più grandicello (16-17) e ne uscii traumatizzato, frastornato, ma soprattutto affascinato. Un colpo di fulmine e l'inizio di un amore assoluto per un genio.

  • Harold e Maude (Hal Ashby - 1971)
    Un toccasana per chi nell'adolescenza ha ben presto manifestato insofferenza verso l'omologazione e l'autorità.

  • Novecento (Bernardo Bertolucci - 1976)
    Le nuove uscite arrivavano nelle sale di paese un paio di anni dopo la prima visione. Questo film alla soglia dei 18 anni è stata un'esperienza formativa.

  • Tommy (Ken Russel - 1975)
    La scoperta che il connubio musica e cinema poteva generare una miscela esplosiva. Allucinato dal vortice di immagini al ritmo della musica degli Who. Da questo film, da Il fantasma del palcoscenico, Jesus Christ SuperstarHair e Rocky Horror Picture Show (visti più tardi) è nata l'esaltazione per i musical.

via


venerdì 13 gennaio 2017

S is for Stanley

Una sera di dicembre del 1970 su Londra infuria una tempesta di neve ed Emilio D'Alessandro, che lavora come autista per una piccola società, viene chiamato per una consegna urgente. Viste le condizioni meteo si sono tutti rifiutati. Quando arriva al magazzino gli viene consegnata l'enorme scultura di un fallo con la destinazione Hawk Films. Stanno per iniziare una collaborazione ed una grande amicizia che sarebbero durate trent'anni. Il giorno dopo Emilio viene convocato agli studi dove stanno girando Arancia Meccanica. Una segretaria gli chiede se sa per chi ha lavorato: Kubrick lo vuole incontrare per chiedergli se vuole diventare il suo autista. Emilio era emigrato nel 1960 per sfuggire alla leva e dopo svariati lavori si è fatto una vita a Londra; una grande passione per le corse e le auto. Da quel giorno la sua vita cambia radicalmente, perché non si limiterà a fare l'autista, ma diventerà l'assistente e il tuttofare di uno dei più grandi registi di tutti i tempi

Il racconto dell'uomo, oggi 75enne, è fluente e ricco di aneddoti, come quando conosce Jack Nicholson e Kubrick domanda se gli piace; lui risponde: - è ok, sì, ma perché non prendi Charles Bronson? In realtà lo detesta, perché come racconta senza peli sulla lingua, Jack Nicholson sniffava in continuazione e fermava le donne per strada mentre erano in auto.
Alex Infascelli, regista di questo prezioso documentario, lascia quasi sempre a lui la parola con pochi interventi fuori campo. Emerge la quotidianità del rapporto tra i due che diventa sempre più intimo; la precisione e la meticolosità di Emilio, sono di certo le doti che avevano conquistato Stanley Kubrick, noto per il suo perfezionismo. Sicuramente anche la sua pazienza e la disponibilità totale, visto che a un certo punto viene installata a casa sua una linea telefonica dedicata solo al regista, nonostante le proteste della moglie. 

Oltre ai documenti e alle foto mai viste, è incredibile il numero biglietti, scritti a mano o a macchina, firmati sempre S, lasciati dal regista al suo collaboratore fidato con svariate richieste: da quelle ordinarie a quelle più assurde, come quando gli chiede di trovare un quantitativo impossibile di candele per coprire il lunghissimo periodo delle riprese di Barry Lyndon. La narrazione diventa commovente quando Emilio racconta del loro addio, per poi ritrovarsi qualche anno dopo l'ultima volta per le riprese di Eyes Wide Shut, dove il regista omaggia l'amico con un cameo. 
Dopo la morte del regista Emilio, torna definitivamente a Cassino dove finalmente si decide a vedere tutti i film del maestro. All'epoca non aveva tempo e li trovava troppo lunghi. Solo a quel punto si rende pienamente conto della genialità di un uomo con cui ha avuto un rapporto privilegiato.

Premiato col David di Donatello, questo di Alex Infascelli è gran bel documentario con le musiche originali di John Cummings (ex chitarrista dei Mogwai). Da non perdere. Purtroppo ha avuto una presenza lampo al cinema come evento speciale a fine maggio 2016. I meriti a Sky Arte per averlo trasmesso qualche sera fa. Un tassello importante per approfondire la personalità di un genio: il regista fra tutti quelli che ci hanno lasciato di cui sento veramente la mancanza. Quando usciva un suo film, anche dopo attese di anni, è stato sempre un momento indelebile. Come una cerimonia che portava ad un appagamento per gli occhi e per la mente. Peccato aver potuto vivere solo tre volte queste emozioni. Pochissimi altri al cinema sono mai più riusciti a trasmettermi qualcosa di simile.

Ha voluto portarci in posti che non avremmo mai immaginato, così li ha immaginati lui per noi. Spielberg

voto

Kubrick con Emilio D'Alessandro


Alex Infascelli con Emilio D'Alessandro




lunedì 10 febbraio 2014

Se dico cinema ...

Finalmente operativi! E per festeggiare partecipo alla bella iniziativa sul cinema lanciata dal blog Criticissimamente.



Se dico cinema, dico la magia della doppia proiezione della domenica pomeriggio tra nuvole di fumo e sparatorie.

La sala sotto casa, lo storico Cinema Italia, dove mio zio faceva la maschera (figura estinta da decenni).

La scoperta della fantascienza: i pianeti delle scimmie; gli occhi bianchi sul pianeta Terra; il 2001 che pareva futuro lontanissimo.

Se dico cinema, dico stupore, emozione, immersione, meditazione, follia, viaggi nel tempo, visioni... la miglior roba in circolazione per sollevarsi dalle miserie della vita.

Se dico cinema, dico pensare diversamente come fanno e hanno fatto i registi che amo.

Se dico cinema, dico Kubrick.

Se dico cinema, dico lezioni di vita, tipo che non bisogna mai cercare di fottere chi non conosci.


lunedì 29 luglio 2013

Non ho risposte semplici

Well, you don't make it easy on viewers or critics. You've said you want an audience to react emotionally. You create strong feelings, but you won't give us any easy answers.
That's because I don't have any easy answers.
Certo lei non facilita le cose, né agli spettatori, né ai critici. Ha affermato di voler suscitare reazioni emotive nel pubblico. Crea delle emozioni forti, ma si rifiuta di darci risposte semplici.
E' perché non ho risposte semplici.
Stanley Kubrick (intervistato su Rolling Stone 27/8/87)

In questo torrido fine luglio avrebbe compiuto 85 anni colui che mi ha fatto amare il cinema più di chiunque altro.

giovedì 2 agosto 2012

Stanley Kubrick: The Exhibition

Eye è il museo nazionale del cinema di Amsterdam che fino al 9 settembre 2012 ospita una mostra internazionale dedicata a Stanley Kubrick. Foto inedite dall'archivio di famiglia, modelli (il labirinto di Shining, le astronavi di 2001 Odissea nello spazio) costumi, scenografie e documenti sulla vita e le opere di un genio del cinema e non solo. Confesso l'emozione e la pelle d'oca: non volevo più uscire! Partendo da Rapina a mano armata (1955) fino ad Eyes wide shut, c'è una sala dedicata a ciascuno dei suoi film. L'avevo persa questa straordinaria mostra che aveva toccato anche Roma ed altre città dal 2004 al 2007. Nella sua seconda edizione probabilmente è più completa ed è stata riorganizzata dopo tre anni di pausa. Proprio in questi giorni circola la notizia che la Warner abbia in cantiere un prequel di Shining: in pratica il racconto dei fatti che hanno macchiato di sangue il famigerato Overlook Hotel prima dell'arrivo di Jack e famiglia. Chissà! L'idea non è neanche male, ma la perplessità è d'obbligo. Tornando alla mostra, l'ambiente era molto scuro per via delle proiezioni dei film, ma qualche foto sono riuscito a farla.

Un bicchiere di latte più.

Altro pezzo dell'arredamento del Kolova Milk Bar, luogo di ritrovo di Alex e compari.

...come imparai ad amare la bomba

I'm singing in the rain...

Denny, vieni a giocare con noi?



martedì 30 giugno 2009

La mia rassegna di film horror d'autore


Ho uno strano rapporto con i film horror, genere che è nato con il cinema stesso, capace di vette altissime e spesso, come mi è capitato in recenti visioni, di livelli veramente bassi. Dico strano perché malgrado le immancabili delusioni, mi ostino a non farmi sfuggire buona parte della produzione mondiale.
Da bambino casa mia si trovava di fianco all'ingresso del glorioso cinema Italia e sono cresciuto a latte, western, zombie e vampiri. Devo ammettere che ultimamente ho preso più di una cantonata: recentemente Imago mortis, una pellicola che si rifà al nuovo filone spagnolo, però in maniera piuttosto goffa e prevedibile; l'ultima è stata Martyrs, imbarazzante e pretenzioso film francese, frutto di menti disturbate. Il problema è che ho in testa certi modelli che spero sempre possano essere avvicinati se non raggiunti. Alla fine del post ho elencato nove cult (credo non solo per me) senza andare troppo indietro negli anni, altrimenti una selezione diventerebbe veramente ardua. Unica eccezione la voglio fare per un film che adoro: Freaks di Todd Browning del 1932. Uno di quei film che chiunque ami il cinema non può non aver visto. Da sempre considerato horror, in realtà lo si potrebbe definire spietatamente realista.
Ecco gli altri nove (meno uno) che ho selezionato per un'ipotetica super-rassegna d'autore.
  • Shining - Stanley Kubrick 1980 Il talento di Nicholson al servizio del genio di Kubrick. Un capolavoro assoluto al di là dei generi.
  • Rosemary's baby - Roman Polanski 1968 Un magistrale crescendo dall'inquietudine alla paranoia, fino alla scoperta di una verità orribile. Psicologicamente devastante.
  • Eraserhead - La mente che cancella - David Linch 1977 Uno dei peggiori incubi mai messi in scena. Un bianco e nero di pura angoscia che mise in luce tutto il talento di un grande regista.
  • Profondo rosso - Dario Argento 1975
  • 28 giorni dopo - Danny Boyle 2002
  • Session 9 - Brad Anderson 2001
  • Zombi - George A. Romero 1979
  • Il sesto senso - M. Night Shyamalan 1999
Per il decimo sono troppo indeciso: chi ne ha voglia suggerisca un titolo.