martedì 29 aprile 2014

I miei anni ottanta: 1980 playlist

Il tormentone dell'anno (10000£)
I primi due mesi li trascorsi in Marocco. Dopo aver viaggiato con ogni mezzo, avevamo affittato una camera in un villaggio di pescatori sull'oceano, meta di fricchettoni del nord europa: gli ultimi fuochi del nomadismo hippie stile anni '70 la cui onda lunga aveva colpito di striscio anche la nostra generazione. Tornati alla civiltà, il mondo cominciò a frullare come una trottola impazzita, accelerando tutta una serie di cambiamenti epocali e personali. Un anno inaugurato con l'insediamento di Ronald Reagan alla Casa Bianca (20 gennaio) e concluso in dicembre con l'omicidio di John Lennon a New York. Un anno in cui provai a fare l'operaio con i turni in una catena di montaggio; qualche mese di lavoro estivo e ritornò la voglia di studiare. Un anno dove spopolò Video killed the radio star, ma dove in realtà si poteva sentire della musica eccezionale che ho tentato di sintetizzare in novanta minuti, ovviamente secondo i miei gusti di allora e di adesso. L'anno in cui ricominciarono i concerti in Italia: una vera e propria ondata di freschezza in cui tuffarsi.

domenica 27 aprile 2014

Cura Robespierre: da Q a L'Armata dei Sonnambuli

In contemporanea all'uscita de L'armata dei sonnambuli, una sorpresa da parte della sezione musicale dei Wu Ming: è in distribuzione dal 18 aprile un album intitolato Bioscop che raccoglie in versi e musica le mini biografie o racconti biografici di alcuni personaggi maschili, contemporanei e non, fra cui: Vittorio Arrigoni, Juan Manuel Fangio, Socrates, Peter Norman, Bradley Manning, Hồ Chí Minh. Seguirà una seconda parte al femminile. Al di là dell'aspetto musicale, il disco ha il pregio di riportare alla luce storie poco conosciute come ad esempio quella dell'australiano Peter Norman, medaglia d'argento nei 200 alle olimpiadi di Messico '68, boicottato per tutta la vita dal suo paese per aver solidarizzato con Tommie Smith e John Carlos. Com'è noto i due atleti americani sul podio misero in scena la più eclatante protesta nella storia dei giochi olimpici, con il guanto nero e il pugno chiuso durante l'esecuzione dell'inno.
Tornando al campo letterario, prosegue il viaggio affascinante nella Storia del collettivo bolognese, giunto ormai al giro di boa dei vent'anni. C'è un filo prezioso di ricerca, passione e attualità che lega questi libri attraverso i quali gli autori riescono sempre a parlare al nostro presente attraverso la formula del romanzo storico. Li ho letti tutti e il mio preferito resta sempre Q, il primogenito e il punto di partenza della loro bibliografia. Questa volta ne L'armata dei sonnambuli la macchina del tempo di Wu Ming ci porta alla madre di tutte le storie, nonché della modernità: la Francia della rivoluzione e più precisamente del 1794, periodo immediatamente successivo al Regime del Terrore del Comitato di Salute Pubblica guidato da Robespierre. E' l'ora della cura e della lettura.

L’armata dei sonnambuli sono le folle dei commuters della subway londinese all’ora di punta, sono le folle che si accalcano all’entrata del supermercato il giorno in cui c’è uno sconto, sono i milioni di oppressi che vanno a votare per il loro oppressore, sono l’immenso pubblico della televisione multiforme e uniforme.
Grazie all’azione ipnotica di un cospiratore reazionario si forma l’armata dei sonnambuli: un esercito di schiavi che si identificano con il loro padrone e ne eseguono ciecamente i disegni perché la loro coscienza e la loro sensibilità sono state ipnotizzate, anestetizzate. Da questo punto di vista il romanzo racconta(anche) il divenire automa dell’umanità moderna.
Franco Berardi "Bifo"



martedì 22 aprile 2014

Liberiamo la musica e l'Italia dagli italiani

Mentre sono in fila al distributore arriva un furgone con due tizi vestiti da lavoro che si fermano a pochi centimetri dal paraurti della mia auto. Va beh, un'occhiata storta e finita lì. Scendono, e il più vecchio (comunque un po' più giovane di me) per ingannare l'attesa inizia a canticchiare, in modo ben udibile e con aria compiaciuta, una canzone inneggiante il duce. A quel punto il sottoscritto non può esimersi dal commentare a voce alta:- "Bella canzoncina di merda". Ne nasce un parapiglia (fortunatamente solo verbale) sull'orgoglio di essere italiani, su come ci siamo ridotti e sul nonno tornato a piedi dalla Germania. E quindi? Se è per questo, il mio di nonno ha avuto i piedi amputati per assideramento in Grecia dove era andato a combattere proprio per Mussolini.
Ancora oggi, dopo 70 anni, c'è ancora gente che vive tristemente di queste mitologie. Pace all'anima loro.


Il giorno di Pasqua Klaus-Peter Diehl, flautista e musicista tedesco che ha suonato in svariate orchestre d'Europa, si presenta in frac e papillon nella piazza principale di Ravenna per allietare la giornata con brani di musica classica. Ben presto viene bloccato da due zelanti vigili urbani che gli notificano un verbale da 50 euro per la mancanza di permessi: è il regolamento comunale sui buskers. Un norma che obbliga a presentare preventivamente una Scia (Segnalazione certificata inizio attività) dove l'artista deve dichiarare le proprie generalità, il possesso dei requisiti morali, il tipo di spettacolo previsto, il luogo e gli orari dello stesso. Il commento dell'artista di fronte all'idiozia della burocrazia: Ho sempre suonato ovunque liberamente. E poi questa non è la città candidata a capitale europea della cultura? Eccolo qui in un live con Sinead O'Connor.

venerdì 18 aprile 2014

Un ricordo di Gabriel García Márquez


In quella Macondo dimenticata perfino dagli uccelli, dove la polvere e il caldo si erano fatti così tenaci che si faceva fatica a respirare, reclusi dalla solitudine e dall'amore e dalla solitudine dell'amore in una casa dove era quasi impossibile dormire per il baccano delle formiche rosse, Aureliano e Amaranta Ursula erano gli unici esseri felici, e i più felici sulla terra.
Nel 1981, fra le centinaia di cose inutili del servizio militare, ce ne fu per me almeno una positiva: il tempo dedicato alla lettura di Cent'anni di solitudine, uno di quei libri e di quegli autori che ti segnano e ti fanno amare per sempre la letteratura.

Non c'è atto di libertà individuale più splendido che sedermi a inventare il mondo davanti ad una macchina da scrivere.
Gabriel García Márquez 

mercoledì 16 aprile 2014

Teiera volante vol.11: Spotify o non Spotify?

La mia prima volta su Spotify. L'anno scorso avevo creato un account che però usavo di rado, più che altro per ascoltare musica in giro per la rete. Non ho ancora un'opinione precisa su questo servizio anche se non comprendo le critiche di Nigel Godrich  (“Se il pubblico avesse ascoltato Spotify e non acquistato dischi nel 1973, dubito che Dark Side of the Moon dei Pink Floyd sarebbe stato registrato, sarebbe stato troppo caro”) visto che siamo nel 2014, come testimonia questa compilation che raccoglie alcuni fra i brani che più ho apprezzato in questi primi mesi dell'anno.

lunedì 7 aprile 2014

Video '80: one-hit wonder

One-hit wonder è il termine con cui nell'industria musicale viene definito un artista o un gruppo noto al grande pubblico per un solo singolo. (wikipedia).

Tra gli innumerevoli esempi nostrani ci sono i Jalisse e Valeria Rossi che con "Dammi tre parole" nel 2001 restò per 7 settimane al primo posto fra i singoli più venduti in Italia. Per non parlare dei fenomeni da baraccone che lanciava Cecchetto. Gli anni ottanta hanno proprio rappresentato l'acme di questo fenomeno. Quasi sempre in vetta alle classifiche mondiali delle meteore musicali si ritrovano i Soft Cell con "Tainted Love" o gli a-ha con "Take on me". 

Chissà se qualcuno conosce o si ricorda di questa band londinese: The Passions. Furono tra i primi a proporre quel tipo di sonorità che poi diede origine al dream pop. A me piacevano; sfondarono (solo in Uk) nel 1981 con la hit intitolata I'm in Love with a German Film Star, per poi sparire rapidamente. Ne sono state fatte diverse cover fra cui una anche dai Foo Fighters.



Nei primi anni '80 un altro gruppo new wave, questa volta di Toronto, si fece conoscere con il singolo Echo Beach, per poi ritornare nel semi-anonimato. La canzone entrò ai primi posti nelle classifiche di mezza Europa. Sono Martha and the Muffins.

mercoledì 2 aprile 2014

Desert Blues: Toumast Tincha (il popolo è stato svenduto)



Nel titolo del post c'è anche l'amara traduzione del titolo del brano dei Tinariwen. Il video è ambientato attraverso il deserto di Joshua Tree. Emmaar, il sesto album del collettivo del Mali, è uscito il 10 febbraio.

«Dovevamo registrare in un deserto. Ci piacerebbe vivere in pace nel nord del Mali, ma è difficile, non c’è amministrazione, banche, cibo, benzina. Noi amiamo i deserti, sono posti dove stiamo bene per vivere e per creare».
Tinariwen - Emmaar... recensione di una vita non di un disco

E sempre a proposito di desert blues e band del Mali, da leggere il post di Wu Ming 5 intitolato Desert Blues. Armi e chitarre dei Tuareg

Joshua Tree 2001 e Sahara 2011: due luoghi magici che ho avuto la fortuna di visitare a dieci anni di distanza l'uno dall'altro.

La pilota sulla duna al tramonto