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mercoledì 17 giugno 2020

Spike Lee: Da 5 Bloods e American Utopia

Ci contavo molto, ma anche Spike Lee è rimasto invischiato nel pantano del Vietnam. Un terreno in cui non è parso sempre a suo agio; diverse idee interessanti, però sembra proprio non essere riuscito a sfruttare al meglio il suo talento. Troppi generi si mischiano e si sovrappongono; il tema politico, sempre presente, è pure interessante grazie ai filmati originali, ma diversi cliché seminati lungo la trama sono poco convincenti (su tutti Jean Reno in ruolo da macchietta). Non è una stroncatura, perché nel complesso risulta scorrevole ed anche ricco di colpi di scena. Il problema sono i termini di paragone: film come La 25ª ora, He got game, Inside man sono capolavori che si collocano non uno, ma parecchi gradini sopra. Un altro intoccabile è Fa' la cosa giusta che a distanza di 30 anni è ancora attualissimo. Per chi, anche per motivi anagrafici, non conosce bene il regista di Atlanta (già oltre i venti film) e volesse approfondire, questo è come un poker d'assi.

Ora aspetto con curiosità l'uscita dell’adattamento cinematografico di American Utopia, il live spettacolare di David Byrne (visto a Ravenna due anni fa). Sarà diretto proprio da Spike Lee e uscirà a fine anno per HBO. Datemi un pizzicotto - ha commentato Byrne - non avrei potuto pensare a niente di meglio per questo progetto

giovedì 16 aprile 2020

Life songs - Canzoni della vita

Essendo nato nel '60, questo disastroso 2020 rappresenta un giro di boa significativo. Visto il momento, bilanci direi che non è il caso di farne e guardo avanti perché non so ancora quanto mi toccherà lavorare. E così ho scelto dieci canzoni, non necessariamente le più belle, ma quelle che rappresentano la colonna sonora dei periodi e dei momenti più significativi della mia vita. In parte le ho scelte io, ma quasi sempre sono state loro a scegliere me.

Patti Smith - Gloria
Bologna 1979, il mio primo concerto.

R.E.M. - Shiny happy people
Dopo la guarigione da una grave malattia, l'estate 1991 la trascorsi tutta al mare aspettando la nascita di nostro figlio e ascoltando Out of Time.

Talking Heads - Psycho Killer
Primi anni '80: l'esordio su un palco con la cover di questa canzone.

Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici
La fine dell'adolescenza, le radio libere, le rivolte di Bologna del 1977 e la certezza di far parte di una minoranza.

The Cure - The Lovecats
1984: dopo un periodo buio, un lungo viaggio in camper fatale per i piloti di questa teiera volante.
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David Sylvian - Orpheus
Alla fine degli anni '80 siamo andati a vivere insieme e il sottofondo era questo: l'ultimo disco solista di Sylvian; l'ho amato e ascoltato a ripetizione.

Radiohead - Lucky
I nostri tempi richiamano alla mente i personaggi di Walt Disney quando corrono sull'orlo di un baratro senza rendersene conto. (Thom Yorke, a proposito del verso We are standing on the edge che chiude la canzone.)
Mai attuale come ora, ma in realtà questa canzone (anche per il titolo) è l'emblema di un periodo spensierato di viaggi in auto ascoltando della gran musica per tutti gli anni '90. Gli ultimi con le cassette.

Police - Message in a bottle
Autunno 1979: Finite le superiori, fuga da casa per vagabondare nell'Europa del nord finendo a fare lo squatter e, per mantenermi, il lavapiatti in un ristorante di lusso sul Mare del Nord. Tutte le sere passava in radio.

Tre allegri ragazzi morti - La mia vita senza te
2012: Una canzone che mi strappa il cuore, perché coincide con la prima volta in cui ho dovuto affrontare la scomparsa di una persona cara.

The Shins - Phantom Limb
Madagascar 2007, colonna sonora (per caso) di un viaggio solitario e indimenticabile in mezzo alla natura primordiale. Gruppo poco noto in Italia, ma portatore di un pop sopraffino.

martedì 17 dicembre 2019

Gli altri anni '80: doppia puntata su Radio Sonora

Stasera alle 22 su Radio Sonora sarò ospite del programma Brazzzwave per la prima di due puntate sugli anni '80 dove si parlerà di musica e altro. Link sul logo per la radio e questi sono i link per i podcast delle puntate 1 e 2.

Al netto di tastiere tamarre, synth-pop plastificato e rock da stadio, gli anni '80 (sulla scia della fine del decennio precedente) hanno prodotto nuovi generi e band seminali che hanno influenzato il corso della musica. Mi riferisco in particolare a post punk e new wave in tutte le derivazioni. Un'onda lunga che ancora oggi influenza una moltitudine di band e musicisti. Ci sono tante cose da riscoprire e da riascoltare, come la bellissima e commovente Dear God degli XTC: una lettera immaginaria che l'autore Andy Partridge scrive a Dio mettendo in dubbio la sua benevolenza e la sua esistenza. Molti negozi rifiutarono il singolo per paura di ritorsioni.

...Non crederò nel paradiso e nell'inferno,
niente santi e peccatori, nessun diavolo per buon conto,
nessun cancello con le perle, niente corona di spine,
tu lasci sempre noi umani nelle peste
le guerre che porti, i bimbi che anneghi,
i dispersi del mare mai ritrovati, e accade così ovunque nel mondo intero,
le ferite che vedo aiutano a capire che Padre Figlio e Spirito Santo sono la truffa ad opera di qualcuno non certo sacro
e se tu sei lì in alto percepirai che sto parlando col cuore aperto
Se c'è una cosa in cui io non credo
Sei tu... Caro Dio.


La scaletta della prima puntata:

The The -Violence Of Truth 1989
Cassiber - At last I'm free 1984
David Sylvian - Taking The Veil 1986
Brian Eno & David Byrne - Regiment 1981
Surprize - Don't Want Be Easier 1982
XTC - Dear God 1986
Tuxedomoon - Incubus (Blue Suit) 1981
23 Skidoo - Coup 1983



giovedì 12 novembre 2015

Canzoni commoventi

Quali sono i meccanismi soggettivi che portano ad emozionarsi o addirittura a commuoversi ascoltando una canzone? Sicuramente i ricordi ad essa legati, capaci di creare quel mix di nostalgia e rimpianto; poi c'è il testo, con le riflessioni e le sensazioni che suscita; un binomio classico sono le immagini associate alla musica: a molti sarà capitato guardando un film; infine l'umore e la situazione del momento: perché la stessa canzone ci può investire oppure in altri casi scorre via senza lasciare particolari emozioni. Cos'altro non saprei, se non scrivere alcune delle mie canzoni. Tutte di seguito però non le ascolterò mai.

Claudio Lolli - Michel 
Le amicizie della prima adolescenza sono assolute e sembra impossibile che possano spezzarsi. Questa canzone ne coglie l'essenza in maniera struggente.
Francesco De Gregori - Sempre e per sempre
Trasformare in musica e poesia certi concetti è un'operazione complicata e ad alto rischio retorico. De Gregori ci riesce con due strofe, in maniera commovente.
Fabrizio De André - Fiume Sand Creek
Da piccoli giocavamo con i soldatini, quasi sempre indiani e cowboy; poi uscirono film come Soldato Blu e Piccolo grande uomo e ci fecero capire perché istintivamente avevamo sempre parteggiato per i pellerossa.
Nico - The fairest of the seasons
Non a caso utilizzata da Van Sant per il finale tragico e poetico del suo ultimo film Restless.
Lou Reed - Perfect day
L'illusione di un giorno perfetto che sembra cancellare i periodi bui che prima o poi attraversano la nostra esistenza.
Eddie Vedder - No Ceiling
Splendida colonna sonora di Into the Wild che mi ricorda le fughe giovanili e la voglia di mollare tutto.
Pink Floyd - The great gig in the sky
Vocalizzo magico, forse il più famoso della storia del rock, che nella versione live del 1994 con le tre coriste fa venire il groppo alla gola.
David Sylvian - Nostalgia
E poi arriva l'assolo di tromba...
Patti Smith - Pissing in a river
In questa ballatona il piano e la voce toccante di Patti Smith sono protagonisti, ma il colpo di grazia arriva con l'assolo di chitarra. Nick Hornby l'ha inserita fra le 31 canzoni colonna sonora della sua vita.
Radiohead - Lucky
Irresistibile incedere tra dolcezza e malinconia blues.
Smiths - There is a light that never goes out
Avete mai vissuto momenti così felici, intensi o romantici da fottervene di tutto? Morrisey con la musica e le parole descrive perfettamente questa sensazione.
The Cure - Picture of you
La foto di una persona cara.
Johnny Cash - Hurt
Ma che cosa sono diventato?
Caro amico mio
Alla fine tutti quelli che conosco se ne sono andati.

lunedì 1 luglio 2013

David Sylvian - Orpheus (su RAI 2, 1988)

Fra i vari meriti di Renzo Arbore c'è anche quello di aver portato David Sylvian ad esibirsi dal vivo per la tv italiana: correva l'anno 1988. Tempo fa è uscito il cofanetto che raccoglie una serie di esibizioni da quel fortunato programma (DOC), in onda inizialmente alle tre del pomeriggio dal 2 novembre 1987 fino al 1989 su Rai 2. Manca però la performance di Sylvian che con la sua band suonò ben quattro brani: Taking the veil, Weathered Wall, Ancient evening e la splendida Orpheus. Per fortuna c'è sempre youtube a darci una mano. Essermelo fatto scappare all'epoca, quando venne in tournée in Italia, è uno dei miei rimpianti musicali.

mercoledì 6 febbraio 2013

Duecento dischi fondamentali: 1985 - 1986

Gli anni di Bottino Craxi e della Milano da bere, ma soprattutto di Reagan e Gorbaciov. Si comincia a parlare di Aids. Per la prima volta nella mia vita comincio a rientrare qualche sera prima di mezzanotte. Il motivo? Quelli della notte, programma cult di Renzo Arbore.
Nel febbraio del 1986 Berlusconi compra il Milan e due mesi dopo esplode la centrale nucleare di Chernobyl ... e vogliamo parlare della violenza visiva delle spalline imbottite e dei capelli cotonati? Anche no.

106) Eurythmics - Be yourself tonight
It's alright (Baby's coming back)






107) The Smiths - The queen is dead
Bigmouth strikes again






108) The The - Infected
Infected






109) David Sylvian - Gone to earth
Taking the veil






ITALIANI

110) CCCP - 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi - Del conseguimento della maggior età.
Curami (Live doc Rai 2)
Artista del popolo for president!



giovedì 8 settembre 2011

Sette canzoni: David Sylvian


Dopo l'esperienza con i Japan ha attraversato indenne gli anni '80, decennio troppo spesso ingiustamente disprezzato, (bastava sforzarsi e grattare un po' la superficie sintetica) realizzando musica per menti libere e pensanti e mantenendo una coerenza estetico-musicale quasi unica. Amo sempre la sua musica per quanto mi risulti ostica la via di ricerca musicale che intrapreso negli ultimi anni.


  • Forbidden Colours (1983 con Sakamoto)
  • The ink in the well  (1984 promo video diretto da Anton Corbijn)
  • Nostalgia (1984)
  • Orpheus (1987)
  • When poet dreamed of angels (1987)
  • Midnight sun (1999)
  • Money for all (2007 con Nine Horses) 

martedì 3 maggio 2011

Vinyl collage #3

Secrets of the Beehive - 1987       Brilliant Trees - 1984          Gone to Earth - 1986   


















E pensare che c'è chi sostiene che gli anni '80 siano stati vuoti o superficiali.
David Sylvian è un esempio di artista (ma potremmo citarne altri) che in questo decennio, con il mainstream pronto a spalancargli le porte dopo il successo di Forbidden Colours, scelse di seguire la strada meno commerciale, quella della ricerca, avviandosi ad una carriera solista senza scendere a compromessi fino alle scelte più estreme che hanno caratterizzato i suoi ultimi lavori.
Avvalendosi della collaborazione di artisti di eccellenza, a cominciare da Sakamoto, sfornò tre album uno meglio dell'altro, elaborando uno stile unico tra avanguardia, ambient, jazz e ballate elettroniche, per poi ritornare ai suoni prevalentemente acustici nel suo terzo album.
Era un tempo in cui la RAI (nel famigerato decennio che vide il trionfo di DeeJay Television) aveva ancora la capacità e il coraggio di trasmettere meravigliosi momenti di musica dal vivo come questo.

mercoledì 7 aprile 2010

LP cover art: David Sylvian - The secrets of the beehive 1987




E' uno degli ultimi vinili acquistati, prima del passaggio definitivo ai CD. Copertina autunnale per un album incantevole, forse quello più amato di Sylvian (sul retro ritratto in penombra da Yuka Fuji).
Un viaggio interiore in cui per la prima volta il fondatore dei Japan, in controtendenza con l'elettronica dilagante degli anni '80, si affida ad una strumentazione quasi solo acustica con la collaborazione del fido Sakamoto e la partecipazione di musicisti d'eccezione come David Torn alla chitarra e Mark Isham alla tromba. Riascoltare oggi il calore e la poesia di canzoni come Orpheus rende ancora più incomprensibile l'approdo al freddo sperimentalismo di album come Manafon, che forse per limiti miei non riesco ad apprezzare.

mercoledì 17 settembre 2008

Video '80 TV inglese: Japan - Ghosts 1981

I Japan di David Sylvian arrivarono sulla scena musicale inglese proprio nel periodo in cui stava esplodendo il punk e questo fu un grande svantaggio perché il loro look e la loro musica andava in tutt'altra direzione: utilizzavano principalmente i sintetizzatori dando vita ad un sound elaborato che ricordava le raffinatezze dei Roxi Music. Altra caratteristica era l'utilizzo del basso fretless (basso senza capotasti inventato da Jaco Pastorius) che permetteva più sfumature allo strumento dando un tono quasi jazzato all'accompagnamento che insieme alla voce profonda e stilizzata di David Sylvian diventò il marchio di fabbrica dei Japan. Dopo il 1980 beneficiarono dell'ascesa dei gruppi definiti New Romantic (tipo gli odiosi e pacchiani Spandau Ballet e Visage) con cui comunque non avevano nulla a che fare, e da un giorno all'altro cominciarono ad avere i favori della critica. Il singolo Ghosts entrò addirittura nella Top 10 e come da copione il gruppo fu invitato a Top of the Pops dove Sylvian si presentò col viso bianco, immobile e algido per cantare (in playback) questa ballata elettronica senza basso e batteria, dove l'accompagnamento è semplicemente costituito da sintetizzatore e xilofono.