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lunedì 15 ottobre 2018

Futuro invisibile

Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero
De André - Amico Fragile

All'inizio di questa storia si racconta della sparizione di un'intera città. Si fanno chiamare Invisibili. Hanno imparato a muoversi tra le pieghe della società civile come fantasmi, abitando le aree abbandonate del territorio reale. Il libro è la prima parte de “La trilogia degli evaporati" 

Visionario e con spunti parecchio stimolanti. A volte succede che un libro che all'improvviso accenda lampadine che se ne stavano lì pronte in un angolo della mente, in attesa di qualcuno o qualcosa che premesse l'interruttore. Un'illuminazione per far prendere forma a concetti intangibili che diventano parole nitide in grado di riflettere ciò che hai elaborato dopo tanti anni di lavoro.
Non è stato per modestia e né per scarsa voglia che sono voluto ritornare ad essere un soldato semplice, ma solo perché così il tempo improduttivo è tornato ad essere mio alleato. Il mito della crescita infinita... che si fottano! Come ultimo atto, terminata questa pantomima, bisognerebbe proprio trovare la strada e il coraggio per ritirarsi; sempre più underground, non catalogabili. Fino a diventare un giorno invisibili. Forse l'unica utopia ancora immaginabile per ribellarsi alla società in cui stiamo vivendo. 

Viviamo in un'epoca di grandi cambiamenti, un'epoca in cui la tecnologia è sempre più pervasiva e la nostra identità, la nostra vita, sempre meno private. Entriamo in un negozio e dopo qualche minuto Facebook ci propone pubblicità dei prodotti che erano in vendita in quel negozio. Ci tracciano, ci ascoltano, sanno tutto di noi e noi diciamo loro tutto, tramite i social, tramite le nostre tracce elettroniche. Allora forse la vera rivolta, il vero sovvertimento del sistema non sarà opporsi alla globalizzazione, opporsi alla finanza, opporsi all'autorità, ma semplicemente sparire. Diventare invisibili al sistema, non lasciare più tracce, costruirsi una vita non solo fuori dagli schemi, ma proprio del tutto fuori dal sistema.
da fantascienza.com


giovedì 15 luglio 2010

L’anarchia è la più efficace forma d’organizzazione sociale

"L'anarchismo non è la visione, basata su congetture, di una società futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell'esperienza della vita quotidiana, che funziona a fianco delle tendenze spiccatamente autoritarie della nostra società e nonostante quelle." Colin Ward (1924-2010)

Colin Ward, architetto, giornalista e insegnante, è stato uno dei più grandi pensatori e ideologi anarchici contemporanei. Convinto pacifista, non ha teorizzato la sovversione nei confronti dello Stato, ma la creazione di nuovi modelli sociali di solidarietà e cooperazione dal basso al di fuori della logica del controllo dell'autorità e la riorganizzazione degli spazi nelle città.
Una delle poche vie praticabili (insieme al voto) per opporsi alla casta, ai partiti e alla loro degenerazione.

"L'alternativa anarchica è quella che propone la frammentazione e la scissione al posto della fusione, la diversità al posto dell'unità, propone insomma una massa di società e non una società di massa."
Da "Anarchia come forma di organizzazione - La pratica della libertà" Eleuthera, Milano