Il fermento musicale (e non solo) di Bologna alla fine degli anni '70 era un'avanguardia che portò alla nascita di tantissimi gruppi di cui purtroppo si è persa traccia. Non solo Skiantos e Gaznevada: un band favolosa, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo, erano i Surprize. Suonavano un genere molto simile a quello che tentavo di portare avanti con i miei Reverse, solo che loro lo facevano molto meglio.
Dal sito beatstream ho sintetizzato la loro bio, ma prima consiglio l'ascolto del brano.
La Base Records di Bologna, che pubblicava per il mercato italiano artisti del calibro di Joy Division o Pere Ubu, decise di iniziare le stampe di materiale italiano. I Surprize risultarono i più accreditati per dare il via a questa decisione discografica. The secret lies in rhythm (1982) flirtava coi ritmi tribali, col dub, con una sezione fiati da far paura. La musica della band era avanti anni luce rispetto al suono imperante in Italia. Infatti nella nostra penisola pochi se ne accorsero. Una copia del disco arrivò però negli uffici della Factory Benelux. Chi ascoltò il vinile ne rimase colpito. La band intanto aprì i concerti italiani dei New Order e degli Spandau Ballet, anzi in questo ultimo concerto i Surprize divennero l’attrazione principale, in considerazione del fatto che il gruppo inglese non arrivò mai al palazzo dello sport di Piazza Azzarita. La Factory Benelux chiamò quindi i ragazzi in quel di Manchester per registrare i brani da inserire nel nuovo disco.“In movimento” (1984) divenne un disco molto importante per la musica indipendente italiana, oltre al valore artistico delle tracce presenti, rappresentò il tentativo da parte di un gruppo italiano di esportare la “nostra” musica oltre i patri confini. Un luminoso futuro si spalancava davanti ai Surprize. Purtroppo continui litigi in seno alla band portarono all’inevitabile scioglimento. Oggi rimane un solo rammarico: i Surprize potevano diventare un grande gruppo. Il primo di Bologna che tentò la carta internazionale.