Visualizzazione post con etichetta film 2009. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta film 2009. Mostra tutti i post

venerdì 9 aprile 2010

Simon Konianski

Uno dei modi più originali e divertenti che si siano mai visti per presentare un film.
Simon Konianski è una commedia di Micha Wald in uscita oggi in Italia.
Ieri intanto sono uscite le nomination per i David di Donatello 2010. Fosse per me non ci sarebbe partita: L'uomo che verrà miglior film, Giorgio Diritti miglior regista.

giovedì 28 gennaio 2010

Della serie Avatar può aspettare ancora un po'

Una veloce carrellata sui film visti in questo inizio d'anno.


Il mondo dei replicanti - Johnatan Mostow
Ritorna Bruce Willis che a un certo punto si incazza stufandosi del suo ridicolo surrogato con parrucchino facendoci capire dove si andrà a parare. Fantascienza molto standard con qualche buona idea rimasta lì da sviluppare. Uscita 08/01/10

Tra le nuvole - Jason Reitman

Dal regista di Juno un'intelligente e attuale commedia con retrogusto amaro e per niente scontata. Magistrale George Clooney nelle vesti del job killer, licenziatore su commissione. Uscita 22/01/10

Soul Kitchen - Fatih Akin
Bel modo di inaugurare il 2010 al cinema. Ne ho già parlato qui: dalla Germania una commedia trascinante e vitale. Uscita 08/01/10

Francesca - Bobby Paunescu
Dalla Romania il film che ha fatto incazzare il sindaco di Verona e Alessandra Mussolini (citati a ragione in modo poco gradevole) che si è rivolta inutilmente ad un tribunale per impedirne l'uscita in Italia. Il sogno italiano visto dalla prospettiva rumena: idea molto interessante, anche se a lunghi tratti la quotidianità rappresentata diventa noiosa e ripetitiva. Uscita 27/11/09

Baaria - Giuseppe Tornatore
Sentivo di poterne fare a meno, ma l'ho voluto recuperare. Un baraccone ipercarico e pretenzioso. La prospettiva storico-sociale è interessante, ma manca lo spessore; inoltre troppe caricature e macchiette spuntano in continuazione ovunque urlando in una lingua incomprensibile e senza sottotitoli. Uscita, anche no.
La doppia ora - Giuseppe Capotondi
Tra thriller, noir e realtà deformata in stile Lynch, nulla si può dire sulla trama tutta giocata sulla concatenazione degli eventi e su una sceneggiatura ben congegnata. Opera prima che avuto un buon riscontro a Venezia. Uscita 09/10/09

LEGENDA

mercoledì 6 gennaio 2010

WELCOME: la giungla francese sulla Manica

Spesso presi dai nostri guai interni, dimentichiamo che anche nella Francia di Sarkozy la destra ha il suo bel volto xenofobo. Questo film rappresenta un duro atto d'accusa nei confronti della politica francese sull'immigrazione, non solo nei confronti dei clandestini, ma anche dei cittadini che prestano loro aiuto, i quali rischiano fino a cinque anni di galera secondo la legge 622/1. In base a questa nuova normativa è stata messa sotto inchiesta l'organizzazione umanitaria Emmause, mentre una casalinga di 59 anni, accusata di aver ricaricato il cellulare a degli extracomunitari, è stata portata in questura ed interrogata per nove ore.
Da diversi anni Calais è diventato un crocevia dove arrivano profughi, provenienti soprattutto da zone di guerra (in particolare Iraq e Afghanistan) che tentano di raggiungere in tutti i modi parenti ed amici nella vicina Inghilterra nascondendosi e rischiando la vita dentro o sotto i tir che si imbarcano sui traghetti di linea. Il film, uscito l'undici dicembre fra cartoni e cine-spumanti, racconta la storia di Bilal, un ingenuo e ostinato ragazzo curdo che dopo un viaggio di tre mesi raggiunge la Manica: l'ultimo ostacolo al suo sogno di raggiungere la fidanzata a Londra. Con lucidità Philippe Loiret ci mostra una realtà durissima, un autentico girone infernale (soprannominato giungla) in cui la mancanza di umanità, l'indifferenza e la stronzaggine della gente hanno preso il sopravvento. Commovente e umana la figura di Simon, insegnante di nuoto sconfitto dalla vita, l'unico che si prenda cura del ragazzo accettando fino in fondo le conseguenze del suo gesto. Se vi capita recuperate questo film indipendente, campione d'incassi in Francia fra le polemiche (botta e risposta su Le Monde tra il regista che ha accusato apertamente il governo e il ministro per l'immigrazione Eric Besson) e premiato dal pubblico al festival di Berlino. I francesi hanno dimostrato da che parte stare, facendo incassare alla pellicola 10 milioni di euro.
La Teodora Film ha devoluto una donazione dai proventi a favore dei rifugiati e degli sfollati dell’Iraq e dell’Afghanistan.

sabato 26 dicembre 2009

I 10 Film più belli del 2009

Rispetto a quello passato, dal mio punto di vista è stato un anno più avaro. Oltretutto niente film italiani (anno scorso invece erano tre). Devo dire, a onor del vero, che qualcuno me lo sono perso, ad esempio La doppia ora e La prima linea.

10) I love Radio Rock - Richard Curtis

Quando è possibile un film musicale non mancherà mai tra i miei preferiti. Brillante, anarchico e con un'ottima colonna sonora: un film sul rock'n'roll. I personaggi sono un po' stereotipati e a volte rasentano la macchietta, ma quando la nave pirata comincia a sparare cannonate a base di Rolling Stones, Beach Boys, David Bowie, Jimi Hendrix, The Who, lo spettacolo è assicurato.
9) Revolutionary Road - Sam Mendes

Dramma coniugale nella placida provincia americana degli anni '50 che si trasforma in una prigione per la coppia Di Caprio-Winslett, entrambi protagonisti di una grandissima prova. Tratto da un romanzo dello scrittore Richard Yates. Le frustrazioni, i silenzi, i momenti di furore in una sceneggiatura impeccabile e dialoghi di rara intensità.

8) Moon - Duncan Jones

Dal figlio di David Bowie una delle sorprese del 2009. Finalmente ritorna la fantascienza d'autore e di contenuti, ispirata senza timori ai maestri del genere: Kubrick e Tarkovskij su tutti. Un budget bassissimo (cinque milioni di dollari) per un ottimo esordio che è stato premiato al British Indipendent Film Award come miglior film e miglior regista esordiente.




7) Two lovers - James Gray

Un film che racconta la forza dei sentimenti in maniera intensa, senza cadere nei cliche del triangolo amoroso e nelle banalizzazioni che troppo spesso il cinema ci propone. Immenso Joaquin Phoenix, sofferente e smarrito per le strade di Brooklyn.



6) Ricky - Una storia d'amore e libertà - François Ozon

Mescolando il piano onirico con quello reale, il regista francese ci racconta un fiaba contemporanea sulla diversità, sull'amore materno e sulla libertà. Inutile farsi troppe domande: a volte la razionalità va lasciata da parte per farsi coinvolgere e commuoversi.

5) Lasciami entrare - Thomas Alfredson

Anni '80 periferia di Stoccolma: due teneri outsider adolescenti come protagonisti in un horror dalle atmosfere rarefatte che ti avvolge lentamente fino a conquistarti. Impossibile resistere alla figura tenera e feroce di Eli.



4) A serious man - Joel & Ethan Coen

Ancora una volta in grado di stupire con un cast sconosciuto e una storia che con un certo cinismo prende di mira l'ambiente e la comunità ebraica in cui i registi sono cresciuti neglianni '60. Anche se in chiave tragi-comica, una sconfortante visione del mondo.


3) Il nastro bianco - Michael Haneke

Palma d'oro al festival di Cannes. Episodi inspiegabilmente crudeli si susseguono in un villaggio protestante della Germania alla vigilia della prima guerra mondiale, fino a far emergere un'inquietante verità. Una società ignara sta crescendo i germi del male del XX secolo. Un racconto morale e un film lucido, di un pessimismo cupo, girato in uno splendido bianco e nero.

2) Gran Torino - Clint Eastwood

Appena uscito è già un classico. C'è racchiusa tutta la filmografia di Clint, con in più un'amara riflessione sulla vecchiaia e sulla fine del sogno americano. Un film da vivere e come la vita capace di toccare tutti i registri: si ride, si piange, si riflette, ci si emoziona. Un mito.

1) Bastardi senza gloria - Quentin Tarantino

Da vero deus ex machina con la sua scrittura fluviale Quentin si è divertito a cambiare i destini della Storia in modo bastardo, disegnando dialoghi e personaggi memorabili.



Per concludere, come da tradizione, il premio brush toilet:Sette anime di Muccino
"Se vi manca un occhio, un rene, una casa, chiedete pure a Will. Ci pensa lui." (Moviesushi) Snervante e pateticamente buonista.

Visto in extremis: merita di entrare fra i migliori anche Il mio amico Eric di K. Loach: una storia sorpendente in equilibrio tra commedia e tragedia.

lunedì 7 dicembre 2009

A serious man


Kafkiano. E' la secca definizione con cui definirei l'ultimo film dei fratelli Coen. Ancora una volta in grado di stupire con un'opera minore che con un certo cinismo prende di mira l'ambiente e la comunità ebraica in cui sono cresciuti alla fine degli anni sessanta. Larry è uno Schlimazel, cioè una persona che cade vittima degli eventi e del destino; una serie di imprevisti sgradevoli e incomprensibili lo investono a catena: dal lavoro, all'ambiente familiare, ai rapporti personali.
Anche se in chiave tragi-comica, una sconfortante visione del mondo: l'uomo è smarrito di fronte all'ineluttabilità del caos e in questo caso non trova neanche conforto nella religione (demenziali e sublimi allo stesso tempo i colloqui con i vari rabbini) che anzi non fa che accrescere il suo senso di angoscia e l'insicurezza. Si sorride e qualche volta si ride di fronte all'humour nero e alla galleria di personaggi grotteschi, nella cui creazione i Coen non hanno rivali al mondo. Ho letto in giro solenni stroncature ed esaltazioni forse eccessive; siamo comunque vicini a quello che per i miei gusti considero il loro poker d'assi: Fargo, Il grande Lebowski, L'uomo che non c'era, Non è un paese per vecchi. Un film che si apprezza se si conosce la loro filmografia.
Nota finale sulla solita distribuzione demenziale, che non riesce a piazzare una copia in nessuna delle due multisale della nostra vicina città. Comunque qualche km in più d'auto vale sempre un film dei Coen brothers, soprattutto se il premio è una sala semivuota.

venerdì 20 novembre 2009

Deadgirl

Prendi una donna zombie, trattala male; anzi, falla diventare una schiava del sesso, poi vedrai che quando si libera sono cazzi tuoi. (Ferradini spinto all'estremo). All'inizio, con mio dispetto, sembra un teen-horror, invece è qualcosa di molto più guasto e malato. Io comunque ci casco sempre: l'idea è anche interessante, ma come capita spesso negli horror di ultima generazione, manca la sostanza.
Non è ancora uscito in Italia e l'ho visto in lingua originale. In America ha ottenuto la R di Restricted (per una volta direi giustamente).
Da non perdere: la scena in cui i due sfigati tentano di rapire una donna.

martedì 27 ottobre 2009

Terry Parnassus Gilliam e le perle ai porci

Anche se la sceneggiatura è un po' sgangherata, non posso non essere indulgente con lo zio Monty Python per i crediti che si è guadagnato con la sua arte e per le difficoltà oggettive dovute alla morte durante le riprese di Heath Ledger a soli 28 anni. Terry Gilliam lo ha ricordato così: "Era straordinario, non penso che il mondo abbia nemmeno cominciato a comprendere la reale portata del suo incredibile talento. Penso che nessuno della sua generazione possa nemmeno avvicinarsi alle sue capacità, era semplicemente il più straordinario attore sulla faccia del pianeta."
The Imaginarium of Doctor Parnassus resta comunque un film visivamente pazzesco. Un mondo onirico e lisergico in cui immergersi, apparecchiato con il consueto talento dal nostro geniale demiurgo. Il paradiso e l'inferno creati dalla potenza della mente. Bad trip o good trip a seconda dei casi.
A quelli seduti dietro di me il viaggio ha preso male! Commento finale lagnoso: - Un'occasione persa per stare a casa a guardare la TV. Magari! E speriamo che Mr Nick alias Tom Waits, la prossima volta che vi viene in mente di andare al cinema vi porti via con lui. Ogni volta che metto piede in una multisala, resto scoraggiato dall'idiozia imperante e dalla puzza di popcorn sempre più potente. Sabato sera (scelta masochistica per il cinema) gruppi familiari con pargoli al seguito hanno invaso la sala uno in maniera preoccupante.
Domanda retorica: ma la gente lo sa che diavolo va a vedere
? Temevo il peggio! I poveretti invece, sono rimasti storditi dalla potenza delle immagini e a parte qualche flebile lamento, non hanno quasi fiatato. Flashback. In fila alla biglietteria un gruppi di ragazzini/e sta discutendo: le femmine vogliono vedere Parnassus (Johnny Depp, Jude Low, Colin Farrell) mentre i maschi nicchiano. Interviene una signora, l'intenditrice: - Parnassus!? Ragazzi, non lo fate è una roba incomprensibile, piena di visioni tipo Donnie Darko o Magnolia; è lungo e noiosissimo!
In due ci siamo guardati e un lampo ha attraversato i nostri occhi.

martedì 6 ottobre 2009

Tarantino deus ex machina


Regista che spesso divide nei giudizi e che si permette di stravolgere la Storia, ma uno dei pochi capaci di giocare con il cinema e di creare mondi in cui immergersi totalmente. Le tre le cose che lasciano più il segno in Inglorious Basterds:
la tensione e i tempi dei dialoghi da culto nelle lunghissime scene madri, veri e propri meccanismi ad orologeria;
la sublime perfidia di Christoph Waltz nella parte di Landa, il nazista cacciatore di ebrei;
l'esaltante sequenza della vestizione di Shosanna che prepara la sua vendetta sulle note anacronistiche di Putting Out Fire di David Bowie/Moroder (già colonna sonora di Cat People). Come un geniale videoclip anni '80.

martedì 29 settembre 2009

Compagna cosmonauta

Valentina Vladimirovna Tereškova oggi ha 72 anni ed è stata la prima donna a viaggiare nello spazio e perciò motivo d'orgoglio dell'allora URSS nel lontano 1963. Questo episodio viene ricordato nel film Cosmonauta, opera prima della regista Susanna Nicchiarelli (scuola Nanni Moretti) premiata a Venezia nella sezione Controcampo. Ambientato a Roma proprio in quei primi anni sessanta in piena guerra fredda, ha per protagonista una ragazzina cresciuta, sulle orme del padre, con la fede comunista e con il mito dell'Unione Sovietica. Mentre guardavo il film mi tornavano alla mente situazioni simili legate alla mia adolescenza: in nessun'altra parte d'Italia come in Romagna, il PCI raggiungeva percentuali così schiaccianti alle elezioni (anche oltre 70%). Malgrado le correzioni di linea post '68 e l'intelligenza politica di Berlinguer, negli anni settanta con questa realtà dogmatica mi ci sono scornato, da giovane studente irruento qual ero che la FGCI tentò di cooptare senza successo attraverso pallosissime riunioni. Ero molto giovane, come la protagonista del film, ma decisi di stare dalla parte del movimento del '77 che vide il suo epicentro a Bologna e che ruotava attorno a Radio Alice.
Ma veniamo al titolo del post che rimanda ad un episodio curioso di quegli anni, raccontatoci da un'amica che era con noi al cinema. Suo padre, ex-partigiano e persona adorabile che ho conosciuto, negli anni '60 comprò una barca e decise di darle proprio il nome Valentina, in onore alla cosmonauta sovietica. Sapendo che la donna sarebbe dovuta venire in Italia per una serie di incontri organizzati dal partito, le scrisse una lettera per invitarla in occasione del varo. La compagna Valentina rispose dispiacendosi di non poter essere presente a causa di altri impegni, ma si dichiarò onorata di aver dato il nome ad una imbarcazione italiana.
La barca è ancora là nella darsena; ha resistito gloriosa nel tempo oltre che al suo padrone (che purtroppo ci ha lasciato una decina di anni fa) anche alla perestrojka. Fedeli alla linea.

giovedì 10 settembre 2009

Videocracy: riflessioni a posteriori


Videocracy o del fascismo estetico, come ha scritto Andrea Inglese in un bellissimo articolo su Nazione Indiana.
Ho lette in rete reazioni tiepide di alcuni bloggers, i quali dopo la visione del film di Erik Gandini hanno scritto in sostanza che queste cose si sapevano già e che dal punto di vista politico-informativo non c'è nulla di rilevante e corrosivo. Opinione veritiera oltre che rispettabilissima, ma vorrei sottolineare che è dal punto di vista estetico-visivo e documentaristico che secondo me siamo di fronte ad un'opera d'impatto. Un conto è avere coscienza di questa melma e restarne consapevolmente alieni nella pianificazione della propria esistenza; un altro è assistere (masochisticamente) per 80 minuti al racconto impietoso dello scempio culturale e antropologico prodotto in tre decenni ai danni del nostro Paese. Lo avverti proprio sulla tua pelle come fosse un reality horror. Un racconto quasi nauseante, ma potente e realizzato in maniera impeccabile.

giovedì 3 settembre 2009

I tre valori fondanti della nostra democrazia

La cancrena proveniente dall'etere sta portando a compimento la sua opera, avendo ormai infettato le cellule cerebrali delle vittime con i suoi tre valori. Il loro diffusore supremo.


L'apparenza


Il vuoto


Il nulla

La vergognosa e ridicola censura di Videocracy da parte di RAI-Mediaset, spero non faccia altro che aumentare nelle persone la curiosità di andare a vedere questo film che viene presentato oggi a Venezia. Per ora uscirà solo in 40 sale venerdì 4 settembre.

martedì 1 settembre 2009

Dischi e film del mese - Agosto 2009

DISCHI
JJ CALE - Roll On
Mi era sfuggita questa uscita di qualche mese fa. Country-blues-rock da favola. Settant'anni:the golden age.

NOUVELLE VAGUE 3

Questi francesi si divertono a coverizzare la new wave in chiave lounge. Non male, ma alla lunga ( è il terzo disco) il giochino stanca.

MAISIE - Balera metropolitana
Dopo aver letto entusiastiche recensioni ho tentato di farmeli piacere, ma un doppio CD con 44 pezzi mi ha demolito psicologicamente.

The XX - Disco d'esordio. Ne ho già parlato qui.
CHAIRLIFT - Does you inspire you
Da Brooklin un trio di wave-elettronica. Alti e bassi.

VISIONI
GHOST TOWN - David Koepp
Fatto uscire vergognosamente il 17 luglio. Malgrado il titolo horror, è una commedia di gran classe (oserei dire old style) che ha come protagonista Ricky Gervais: personaggio misantropo, dall'humour tagliente e raffinato.
ITALIANS - Giovanni Veronesi
L'ho evitato al cinema e ho fatto molto bene. Una commedia modesta e scontata. Si ride di gusto in un paio di occasioni grazie alle gags di Verdone. Scamarcio e Castellitto imbarazzanti. E' già sufficiente la politica a farci compatire all'estero.
GIULIA NON ESCE LA SERA - Giuseppe Piccioni
Film drammatico che si regge sulla grande interpretazione di Valerio Mastandrea. Piccioni la mena assai sul ruolo dello scrittore e sulla vacuità dell'ambiente letterario. La Golino fa la Golino. Colonna sonora dei Baustelle.
UNA NOTTE DA LEONI - Todd Phillips
Sorpresa: pensavo fosse una stronzata volgarotta, invece è sì leggera, ma divertente ed alcune scene sono esilaranti. La sceneggiatura riserva sorprese fino alla fine.
ART SCHOOL CONFIDENTIAL - Terry Zwigoff
Dal regista di Ghost World e Bad Santa un film del 2006, mai distribuito in Italia (e te pareva). Una commedia/noir caustica e originale sul mondo dell'arte e delle accademie. John Malkovich nel ruolo di professore.

lunedì 31 agosto 2009

I post apocalittici


Science fiction films are not about science. They are about disaster, which is one of the oldest subjects of art.
Susan Sontag (Imagination of disaster)
Amo la fantascienza e in particolare questo genere di film. Fin da bambino, dopo avere visto Occhi bianchi sul pianeta Terra, tutti i pianeti delle scimmie e in seguito Spazio 1999, sono cresciuto con questa fissa degli ultimi abitanti della Terra sopravvissuti ad una qualche catastrofe. Difficilmente me ne perdo uno, sorbendomi spesso anche le stronzate (a parte 2061 di Vanzina, quello mi sono rifiutato). The Road, è una storia ambientata nel futuro dopo un disastro planetario e si annuncia molto interessante, perché è tratta dall'ultimo romanzo di Cormac McCarthy, già ispiratore del capolavoro dei fratelli Coen, No country for old men. Racconta le vicissitudini di un padre e di un figlio senza nomi che fuggono verso sud dall'inverno, lungo una strada asfaltata in un mondo in cui gli unici esseri viventi sopravissuti sono gli umani. Il regista, l'australiano John Hillcoat (classe 1961) è un nome relativamente nuovo: ha lavorato soprattutto nell'ambito dei videoclip e nel 2005 ha diretto il film La Proposta, tratto da una sceneggiatura di Nick Cave, che di questo western ambientato in Australia ed anche del nuovo film ha composto le musiche con Warren Ellis. The road è in concorso a Venezia e dovrebbe uscire nelle sale in ottobre.
Il trailer
Fra i più belli del genere degli ultimi anni metto sicuramente L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam e 28 giorni dopo di Danny Boyle, mentre in parte mi hanno deluso E venne il giorno di Shyamalan e Io sono leggenda.

lunedì 22 giugno 2009

Sacro e profano (Filth and Wisdom)

Un film di Madonna come regista? Ammetto di essere partito prevenuto. Il fatto che fosse distribuito dalla Sacher dava qualche garanzia e devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito dalla freschezza e dalla vitalità di questa commedia a tratti anche sgangherata, ma priva di presunzione. Ambientata in una Londra anonima, la storia racconta le aspirazioni, le delusioni e le debolezze di un gruppo di personaggi che ruotano attorno al protagonista Eugene Hultz, leader di origine ucraina del gruppo etno-punk Gogol Bordello che pare uscito direttamente da un film di Kusturica e Tarantino messi insieme. Non voglio raccontare nulla della trama, se non che ci si ritrova empaticamente coinvolti nelle varie vicende, con alcuni momenti esilaranti, ma anche altri più riflessivi sulle stranezze e sulle pieghe della vita, sull'accettazione delle contraddizioni e della sporcizia (filth) che si deve calpestare per tirare innanzi. Certo non un capolavoro, ma 80 minuti piacevoli. Menzione a parte per la bellezza impacciata di Holly (Vicky McClure nella foto) che non può lasciare indifferenti i maschietti.

martedì 19 maggio 2009

Da Donnie Darko a The Box


Finalmente a più di due anni dalla sua realizzazione sono riuscito a procurarmi Southland Tales a spesa zero. Le recensioni lette in qua e in là erano troppo impietose per convincermi ad acquistare il DVD. Ne avevo tutte le ragioni: è uno dei film più sconclusionati e assurdi visti ultimamente. Per quanto Donnie Darko mi era piaciuto questo è stato una delusione; a tal punto che comincio a pensare che l'ottima riuscita del primo film dell'ex-enfant prodige Richard Kelly sia frutto di una serie di circostanze fortunate o forse in parte casuali. Ora attendiamo la prova del nove con l'uscita del terzo film, The Box, prevista per l'autunno di quest'anno negli USA. La storia, ambientata nel 1970, è tratta da un racconto di Richard Mathison (Io sono leggenda) ed è piuttosto interessante. Tutto parte da un dilemma morale: come vi comportereste avendo a disposizione una scatola dotata di un pulsante pigiando il quale potete ottenere all'istante un milione di dollari? C'è un particolare: questa scelta farebbe morire una persona. Una trama del genere è molto a rischio, vedremo cosa ne è uscito e se Kelly riuscirà a mettere a frutto il suo talento o a giocarsi del tutto la credibilità acquisita con Donnie Darko.
Nel frattempo sono in attesa dei film di Cannes, in particolare non vedo l'ora di vedere Agora di Amenabar (per me il migliore regista spagnolo dell'ultima generazione insieme ad Álex de la Iglesia) con la splendida Raquel Weisz e Taking Woodstock di Ang Lee.

venerdì 13 febbraio 2009

Visioni febbraio 09: La Ricotta - Pasolini 1963

Ri/Visti: La ricotta - Pasolini

Quarto episodio di 35 minuti all'interno del film RoGoPaG. Gli altri episodi sono: Illibatezza di Rossellini, Il nuovo mondo di Godard, Il pollo ruspante di Gregoretti. Lo vidi all'università in un cineclub e per me ancora oggi ha un impatto devastante. Racconta le tragiche vicissitudini del poveraccio e perennemente affamato Stracci, che interpreta come comparsa uno dei ladroni finiti in croce con Gesù nel film a tema religioso che Orson Welles, regista spocchioso, sta girando alla periferia di Roma. La pellicola fu sequestrata per vilipendio alla religione; Pasolini nel 1964 fu assolto, ma il film subì tre tagli. In rete si può comunque trovare la versione integrale. Come al solito la censura fingeva di non capire che il bersaglio del regista non era la religione bensì la borghesia benpensante, ignorante e ipocrita, come si deduce da questa scena tra Orson Welles e il giornalista intervistatore. Un'Italia che purtroppo non si discosta tanto da quella odierna.





Il dubbio -
John Patrick Shanley (04/02/09)
Ambientato a Brooklin nel 1964 in una scuola parrocchiale in cui un prete (P. S. Hoffman) viene accusato di abusi sessuali da parte della direttrice Maryl Streep. Tutto il film risente dell'impostazione teatrale data originariamente dall'autore del testo, ora anche regista, nonché vincitore del premio Pulitzer. Fortunatamente, anche se la regia sembra un po' piatta e didascalica, la storia si regge grazie all'ottima sceneggiatura e alla prova fantastica di tutti gli attori: oltre ai due già citati, anche la giovane Amy Adams. I dialoghi e i tempi sono perfetti ed è un piacere assistere alla bravura mostruosa della Streep e di Hoffman, capaci di sfumature e profondità impossibili per la maggioranza degli attori comtemporanei.

Australia - Bazz Lhurmann (01/02/09)
Un grande dispendio economico e tempi lunghissimi per realizzare un'opera troppo ambiziosa e piuttosto pretenziosa, anche se spettacolare e a tratti divertente, solo nella prima mezz'ora. Il film è ambientato nel 1939 (guarda caso anno di uscita di Via col vento) e dopo alcuni spunti interessanti come il tema delle generazioni rubate, relativo ai bambini aborigeni, emerge un po' troppa melassa, troppi paesaggi ritoccati artificialmente e situazioni ampiamente prevedibili e scontate. Alla fine le due ore e 45 cominciano a farsi sentire. Dopo un'opera quasi geniale come Moulin Rouge, il regista australiano ha percorso una strada che forse non gli si addice.

Rachel sta per sposarsi - Johnatan Demme (10/02/09)
Notevole prova di maturità per Hanne Hathaway nei panni di un ex tossica con un pesantissimo fardello sulle spalle, in uscita dal centro di riabilitazione per recarsi al matrimonio della sorella. Per la sceneggiatura di Jenny Lumet (figlia del famoso regista) Demme sceglie un taglio realistico, quasi da filmino casalingo: telecamera a mano, luce naturale, musica diegetica (che alla lunga stufa non solo i protagonisti della storia ma anche lo spettatore) per rappresentare l'impatto devastante di questa ragazza all'interno di una festa di famiglie liberal fra le quali regna totale apertura per le differenze di razza, cultura e religione. Nei panni dello sposo Tunde Adebimpe, cantante dei TV On The Radio. La coda finale con torte, canti, balli multietnici e saluti è quasi noia e deja vu.

LEGENDA