
The Black Angels - Directions to see a ghostNegli ultimi giorni d'ozio prima di tornare alla routine quotidiana, ho ascoltato un CD arrivatomi proprio il 31 dicembre, appena in tempo per il buon anno.
Secondo album già uscito a metà anno (anch'io ho i miei tempi) per questi ragazzi texani di Austin, che nel nome si sono ispirati alla canzone dei Velvet Undergroung The black angel's death song. Oltre al gruppo di Nico e Lou Reed, Black Angels hanno ben ascoltato i loro antenati, gente tipo Grateful Dead, ma anche parenti meno lontani come Jesus & Mary Chain. Alla fine seguendo le loro tracce si sono persi e hanno visto i fantasmi nel deserto fra i quali appare anche Jim Morrison che a tratti riecheggia nel cantato del barbuto Alex Maas, che in un brano si diletta persino a suonare il sitar. Grande recupero di sonorità psichedeliche aggiornate con estrema originalità all'estetica dei nostri giorni: chitarre acide cariche di effetti, bassi pulsanti e cavalcate allucinate al ritmo di percussioni tribali, fino a raggiungere i 16 minuti dell'ultimo splendido mantra Snake in the grass.
In dicembre sono passati in Italia a Roma al
Circolo degli Artisti e da quanto letto in questa
recensione la loro esibizione merita sicuramente.