Visualizzazione post con etichetta cover VS original. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cover VS original. Mostra tutti i post

domenica 15 dicembre 2019

Caligari e altre cose belle di fine anno

Spero di vedere presto questo film documentario su un grande regista spesso dimenticato e sottovalutato. Solo tre film, di cui l'ultimo, Non essere cattivo, concluso grazie al contributo di Valeria Mastandrea perché Caligari stava già molto male.



Qualcosa di meraviglioso
Visto la scorsa settimana prima dell'orgia di stronzate natalizie: una storia di immigrazione e integrazione da proiettare in tutte le scuole. Una storia di riscatto sociale attraverso il gioco degli scacchi. Qua.




















Come trasformare e migliorare una hit mediocre degli anni '80.





Joana Karda - Le molte vite di Magdalena Valdez
L'ultimo libro che ho letto e apprezzato è opera di un collettivo di scrittrici: un'italiana che vive a Lione (Vanessa Piccoli), un’italiana che vive a Trieste (Claudia Mitri), un’indiana che vive a Trieste (Laila Wadia) e una lettone che vive a Bologna (Lolita Timofeeva). Quattro donne per raccontare la storia di una donna che assumerà altri nomi, altre patrie, altre lingue. Così di capitolo in capitolo troviamo Maggie, Lenočka, Lena, Maddalena e Mad. Un percorso che dallo Sri Lanka giungerà a Trieste, e infine in Brasile, passando attraverso l’Unione Sovietica della Perestrojka, la Roma di tangentopoli e la Trieste post basagliana.


Oggi è l'anniversario dell'uscita di London Calling: 14 dicembre 1979.
Uno di quei dischi che ha cambiato e reindirizzato il corso della musica. Peccato che il richiamo di Londra in questi giorni sia di tutt'altro tenore. Vedremo...
Su Jacobinitalia

venerdì 19 aprile 2019

Lost & Found: A Certain Ratio, Talking Heads e una cover riemersa 40 anni dopo

A Certain Ratio agli Strawberry Studios con Grace Jones


















A Certain Ratio, storica band di Manchester della Factory Records, festeggia il 40° anniversario quest'anno con un nuovo cofanetto dal titolo ACR: BOX con 20 tracce inedite. Sono allergico ai cofanetti celebrativi, ma in questo c'è la sorpresa come nell'uovo di Pasqua: una cover che unisce due fra le mie più grandi passioni musicali di sempre: A Certain Ratio e Talking Heads
Il brano in questione e uno di quelli che hanno tracciato l'evoluzione della musica negli anni '80 insieme all'album di cui fa parte: sto parlando di House in Motion da Remain in Light. Nel progetto originale doveva esserci la collaborazione di Grace Jones che però all'epoca non completò il suo take, ma ora la traccia è stata conclusa ripescando la registrazione originale e il risultato è stre-pi-to-so, video compreso.

House in Motion - Talking Heads, 1980 (A Certain Ratio cover)

lunedì 11 febbraio 2019

The Slits - I heard it to the grapevine (Marvin Gaye cover)





















Cover VS Original è una vecchia rubrica della teiera che ogni tanto ricompare.
Fin da quando ho iniziato a suonare non ho mai amato le cover fotocopia o peggio versione karaoke; mi piacciono solo quando si riesce a dare nuova linfa alle canzoni: non sempre basta stravolgerle completamente. I heard it to the grapevine delle Slits è un ottimo esempio di quello che intendo: classico della Motown del 1966 (cantato da Gladys Knight, the Miracles, Credence Clearwater Revival e nella versione più famosa da Marvin Gaye) venne incisa dal gruppo inglese delle Slits nel 1979 come lato B del loro primo singolo. Invece delle solite versioni dei gruppi punk del periodo, abbiamo qui un approccio dub, con un basso pompante e percussioni tribali, in una reinterpretazione completamente nuova ed originale.
Si formarono nel 1976 e fu il primo gruppo punk e post-punk tutto al femminile guidato da Ariane Daniela Forster (Ari Up) vocalist di origine tedesca, morta nel 2010. Furono tra i primi gruppi insieme a PIL e Clash a contaminare il punk con le sonorità dub e si fecero conoscere proprio come supporter dei Clash nel White Riot Tour del 1977. In seguito collaborarono anche con The Pop Group. Comprai il vinile del loro album di debutto, Cut. E' ancora un pugno in faccia a partire dalla copertina, con le tre ragazze che posano insolenti a seno nudo tutte sporche di fango. Un disco che col tempo è diventato un classico post-punk. Raggiunse la trentesima posizione in classifica nel Regno Unito. Ironiche e al tempo stesso riot grrrls incazzate ante litteram: «buy magazines» (“comprano riviste”), «worry about spots» (“si preoccupano dei brufoli”), «don’t create» (“non creano”), «don’t rebel» (“non si ribellano”).  «Who invented the typical girl?» (“Chi ha inventato la ragazza standard?”) così cantano in Typical Girls. Kurt Cobain era un loro grande fan.
All'epoca in Italia avevamo le Kandeggina Gang con Jo Squillo... fate un po' voi!

giovedì 30 giugno 2016

Portishead - SOS

Nelle ultime settimane qualcosa mi ha sottratto la voglia di scrivere, oltre che il buonumore. Fra un paio di settimane siamo in partenza per Berlino, ma non sento quell'entusiasmo che di solito precede la partenza per vedere qualcosa di nuovo. 
Sarà quello che accade nel mondo, il futuro incerto dei figli, i genitori che invecchiano e hanno sempre più bisogno, il lavoro che un tempo mi piaceva e nel frattempo è diventato una discreta merda. Passerà... spero presto.

Proprio Berlino. Ricordo l'eccitazione, in quel novembre alla fine degli anni ottanta, di fronte alle immagini del muro che cadeva in coincidenza con il mio compleanno. Non avevo ancora trent'anni.
Ora, a volte, ho l'impressione di vivere una realtà distopica, come in uno di quei film di fantascienza con cui sono cresciuto.

La cover tributo di Beth Gibbons (Portishead) a Joe Cox. Una versione nello stesso tempo dolce e spettrale della canzone degli Abba.

martedì 18 marzo 2014

Brian Eno - Third Uncle

Talmente avanti da inventare il post punk ancor prima del punk.
Third Uncle è il primo brano della facciata B di Taking Tiger Mountain (1974), secondo album solista di Brian Eno che vide il contributo di Phil Manzanera e Robert Wyatt.
Il basso pulsante dell'intro ricalca sfacciatamente la ritmica e il timbro di One of these days dei Pink Floyd, poi la canzone prende tutta un'altra piega, anticipando le tendenze musicali degli anni a venire fino a quando, in coppia con D. Byrne, quel geniaccio di Eno spalancò nuove frontiere della musica con quel capolavoro (ancora oggi in grado di scuotermi ed esaltarmi) che è My life in the bush of ghosts.
Tornando al brano in questione, una delle cover più conosciute, non a caso, è quella che fecero i Bauhaus nel 1982 come apertura del loro terzo album The Sky's Gone out.




martedì 12 novembre 2013

Tributo di Morrissey a Lou Reed

Una delle canzoni più belle scritte da Lou Reed nella versione di Morrissey. L'ex cantante degli Smiths da un paio d'anni la esegue nei suoi live e presto uscirà in versione digitale.
"Non ci sono parole per esprimere la tristezza per la morte di Lou Reed. Sarebbe dovuto esserci per tutta la mia vita. Sarà sempre nel mio cuore. Grazie a Dio esiste chi, come Lou, si muove all'interno delle proprie leggi, altrimenti immaginate come sarebbe noioso il mondo." Morrissey 



mercoledì 22 maggio 2013

Dark Dark Dark: live Hana-Bi

Bel concerto ieri sera all'Hana-Bi di Marina di Ravenna. Hanno inaugurato la stagione live in spiaggia i Dark Dark Dark: gruppo di Minneapolis guidato dalla bionda e carismatica Nona Marie Invie (guest vocal nell'ultimo disco dei National). In scaletta quasi tutti i brani dall'album Who needs who, uno dei migliori lavori usciti nel 2012. Per chi non lo conosce, da recuperare
Il bis finale con la cover di Running up that hill di Kate Bush.

mercoledì 3 ottobre 2012

One on my turns - A tribute to Pink Floyd

In tanti potrebbero storcere il naso: dai puristi pinkfloydiani a coloro che non li amano particolarmente e pensano sia un'operazione inutile quella di spolverare i loro brani per rileggerli e reinterpretarli nel 2012.
Confesso che inizialmente, dopo aver ascoltato i dieci minuti di Echoes, la pensavo sia nel primo modo che nel secondo (pur amandoli). Poi è arrivata una bellissima ed originale versione di Pigs ed ho cominciato a cambiare idea. Proseguendo ascolterete in tutto 15 cover di gruppi italiani (per me quasi tutti sconosciuti) che in buona parte dimostrano di giocarsela ottimamente, recuperando diversi brani del periodo Syd Barrett e altre canzoni "minori". Fra le prove migliori: Bike di Ofeliadorme. Ah, dimenticavo: si può scaricare gratis anche da qui sotto il lettore, grazie a Magmusic.  


1. Ropsten – Echoes, Part 2 (Meddle)
2. Sara Ardizzoni (Pazi Mine) e Giorgio Canali – Pigs  (Animals)
3. A Violet Pine – Embryo (brano che non si trova in nessun disco ufficiale) 
4. Mondo Naif – Have a Cigar (Wish you were here)
5. Desert Wizards – Childhood’s End (Obscured by Clouds)
6. DUNE – Astronomy Domine (The piper at the gates of dawn)
7. Ka Mate Ka Ora – If (Atom Heart Mother)
8. OfeliaDorme – Bike (The piper at the gates of dawn)
9. Furious George – Grantchester Meadows (Ummagumma)
10. Unmade Bed – Crying Song (More)
11. Senzafissa Dimoira – Remember a Day (A Sacerful of secrets)
12. Dani Male & the Dead – Jugband Blues (A Sacerful of secrets)
13. Fabio Zuffanti – Julia Dream (singolo)
14. The Child of a Creek – Breathe (The dark side of the moon)
15. NUT – Set the Controls for the Heart of the Sun (A Sacerful of secrets)

giovedì 12 luglio 2012

Paranoid Android: genesi di un capolavoro

Quindici anni fa i Radiohead per me erano solo un nome come tanti nell'universo musicale e qualche brano ascoltato di sfuggita. Fino a quando, nell'estate del 1997, dalla radio della mia auto uscirono le note di questa canzone. Fu un colpo di fulmine coronato sei anni dopo con il concerto di Ferrara.
IL TITOLO
E' un riferimento a Marvin, il robot depresso e paranoico di Guida galattica per gli autostoppisti, romanzo di Douglas Adams da cui è stato tratto l'omonimo film.
LA MUSICA
L'idea venne a Thom durante le prove, quando convinse i suoi compagni a comporre una canzone sul modello di Happiness is a warm gun dei Beatles, formata da tre temi musicali ben distinti assemblati con bruschi cambi di ritmo. I Radiohead si misero al lavoro cercando di creare un pezzo con svariati elementi sonori il più possibile diversi tra loro: la scommessa era nel riuscire a cucirli insieme. Nella versione originale il brano durava 8-10 minuti in più che comprendevano anche una lunga coda di organo Hammond. Eseguirla dal vivo era veramente divertente... Avevamo pensato di portare anche il glockenspiel sul palco, sarebbe stato uno spasso. Ed O'Brien
IL CONTENUTO
Paranoid Android parla della gente più ottusa del cazzo che vive sulla faccia della Terra. (Thom Yorke
L'ispirazione per il testo venne a Thom Yorke dopo essere entrato per bere qualcosa in un locale di Los Angeles, dove si era visto circondato da yuppies e gente odiosa (a quanto pare strafatta di coca), compreso il personaggio della "kicking screaming Gucci little pig" (porcellina firmata Gucci scalciante e urlante). Racconta Thom che qualcuno le aveva versato accidentalmente un drink sul vestito e lei si era trasformata in un demonio, con uno sguardo talmente disumano che l'aveva scioccato. 
USCITA
Nel 1996 i Radiohead aprivano i concerti di Alanis Morisette e suonarono Paranoid Android diverse volte arrivando spesso a 15 minuti e oltre. L'anno seguente fu inciso come singolo un mese prima dell'uscita di OK Computer e ridotto a 6:25. Una scommessa vinta.
COVER
Austra, band elettronica di Toronto, ne ha fatto una cover coraggiosa, uscita un mese fa insieme ad un tributo a Ok Computer. A me non dispiace.

Paranoid Android recensita dai bambini

FONTI
radiohead1.tripod.com
followmearound.com
songfact.com
James Doheny - Radiohead: la storia - le canzoni (Giunti)

venerdì 13 gennaio 2012

Millennium soundtrack

Perchè a poco più di un anno di distanza venga prodotta un'altra versione di Millennium - Uomini che odiano le donne è uno dei tanti misteri del mercato cinematografico.
A suo tempo ho letto la trilogia di Stieg Larsson e in seguito ho anche visto la mediocre versione svedese; stavolta penso che passerò nonostante un regista cult come Fincher ed i fantastici titoli di testa (musica di Trent Reznor e voce di Karen O). Il brano è una cover di Immigrant song. In un'intervista la cantante degli Yeah Yeah Yeahs ha ammesso candidamente di non aver mai ascoltato i Led Zeppelin prima di questa esperienza!
I plead total ignorance to Led Zeppelin. I am totally in the dark about them. I didn’t have any reverence for the track as I didn’t really know it. When they asked I thought it was called The Pilgrim Song.

martedì 15 novembre 2011

PJ Harvey: The Peel Session 1991-2004


Una delle songwriter più carismatiche degli ultimi vent'anni.
Il suono ruvido e inconfondibile della prima PJ Harvey nella cover di un classico del blues.

The Peel Sessions: 1991-2004.

Wang Dang Doodle


martedì 16 agosto 2011

Patti Smith - Gimme Shelter


Nel 2007 esce Twelve, album di Patti Smith composto da 12 covers. Per me una delle più riuscite e sentite è questa dei Rolling Stones, brano d'apertura dell'album Let it Bleed. Correva il 1969, l'anno di Woodstock; sugli schermi uscivano film come Easy Rider e sullo sfondo la guerra del Vietnam, il primo conflitto anche mediatico della Storia. Da ricordare nell'originale il preziosissimo contributo della vocalist soul-gospel Merry Clayton.

venerdì 3 giugno 2011

Florence + The Machine - Not Fade Away

Per ricordare i 75 anni dalla nascita di Buddy Holly a fine mese uscirà il tributo di cui vedete la copertina a fianco. Florence canterà Not fade away, brano del 1957; un classico supercoverizzato: dai Rolling Stones ai Grateful Dead, da Bob Dylan a Patti Smith. Qui è rivisitato alla grande dalla magica voce della rossa londinese in una originale versione Cajun e New Orleans sound. Alla fine dell'elenco dei brani, il video di Florence girato proprio nella città della Louisiana.

‘Dearest’ - The Black Keys
‘Every Day’ - Fiona Apple & Jon Brion
‘It’s So Easy’ - Paul McCartney
‘Not Fade Away’ - Florence + The Machine
‘(You’re So Square) Baby, I Don’t Care’ - Cee Lo Green
‘Crying, Waiting, Hoping’ - Karen Elson
‘Rave On’ - Julian Casablancas
‘I’m Gonna Love You Too’ - Jenny O.
‘Maybe Baby’ - Justin Townes Earle
‘Oh Boy’ - She & Him
‘Changing All Those Changes’ - Nick Lowe
‘Words Of Love’ - Patti Smith
‘True Love Ways’ - My Morning Jacket
‘That’ll Be The Day’ - Modest Mouse
‘Well… All Right’ - Kid Rock
‘Heartbeat’ - The Detroit Cobras
‘Peggy Sue’ - Lou Reed
‘Peggy Sue Got Married’ - John Doe
‘Raining In My Heart’ - Graham Nash

mercoledì 6 aprile 2011

Ohio

Quarant'anni fa Neil Young fu protagonista di una formidabile solo performance acustica: il Live at Massey Hall a Toronto in Canada (19 gennaio 1971).
Nel video la versione da brividi di Ohio, una delle canzoni di protesta più famose della storia del rock. La vicenda è nota: il testo esprime l'orrore e la rabbia per uccisione da parte della Guardia Nazionale di quattro studenti americani nel 1970 durante una manifestazione di protesta contro la guerra del Vietnam. Quando Neil Young vide le immagini su Life, il giornale che aveva portato Crosby, rimase scioccato; sparì per parecchie ore e si ripresentò con la canzone.
Il brano fu subito registrato live al Record Plant Studio di Los Angeles insieme a Find the cost of freedom di Stephen Stills. Altrettanto velocemente la casa discografica realizzò il singolo che fu mandato anche a tutte le radio, molte delle quali lo censurarono.

Stranamente poche le cover (forse un brano troppo impegnativo e doloroso con cui cimentarsi). La più riuscita a mio avviso è quella realizzata da Paul Weller nel 1993. Orrenda invece la versione dei Devo del 2002. La canzone fra l'altro ha per due di loro un significato particolare: Jerry Casale e Mark Mothersbaugh all'epoca dei fatti erano proprio studenti a Kent State e conoscevano due dei ragazzi uccisi; il bassista in particolare fu testimone della loro uccisione.

lunedì 21 marzo 2011

COVER vs ORIGINAL: There Is a Light That Never Goes Out

Una canzone sulla stretta relazione fra amore e morte. Amore non dichiarato. Solo immaginato, fino alle estreme conseguenze di una morte in un incidente stradale accanto alla persona amata. La strana paura nel buio sottopassaggio è forse la paura del rifiuto o la paura stessa di una nuova relazione. La luce che non si spegnerà mai simboleggia la luce di questo amore inconfessato, per sempre accesa nell'anima del passeggero di questo giro in auto. worldofmorrissey.com

Probabilmente la canzone più amata dai fans degli Smiths. Un equilibrio perfetto tra l'abilità compositiva di Marr ed il lirismo di Morrisey. In tanti si sono cimentati nella cover di questo brano, diciamolo subito: inarrivabile. La versione di Sara Lov è comunque un tributo sentito, che riesce a trasmettere da una diversa angolatura la dolcezza e l'intimità di questa canzone. La cantautrice americana è da poco uscita con il nuovo album (I already love you) composto da dieci cover, fra cui anche La Bambola di Patty Pravo cantata in italiano.

E se un bus a due piani
si schiantasse contro di noi
morire al tuo fianco
sarebbe un modo divino di morire (ma anche no)
e se un camion da dieci tonnellate
ci uccidesse entrambi
morire al tuo fianco
bene, il piacere, il privilegio è tutto mio. 

Battute a parte, una delle più belle e struggenti canzoni di tutti gli anni ottanta.

martedì 8 marzo 2011

(proto)Japan

Don't Rain on My Parade. Con questa cover tratta dal musical Funny Girl esordivano nel 1978 degli irriconoscibili Japan. L'originale era cantata da una giovanissima Barbara Streisand, qui nel film del 1968 con il quale vinse l'oscar. Un'altra versione di Bobby Darin la si sente anche in una sequenza di American Beauty.

lunedì 31 gennaio 2011

LP cover art: Simply Red - Picture Book 1985





















Prima di facebook c'è stato un altro book-tormentone: impossibile sfuggirgli nel 1985. Per essere onesti bisogna dire che rispetto alle nefandezze che infestavano le radio*, il mio coetaneo Mike Hucknall aveva classe e voce da vendere, pur restando nell'ambito di un pop-soul chiaramente commerciale. Dopo aver tentato tentato senza fortuna il successo con il suo gruppo punk Frantic Elevator, Mike il rosso fece un botto di proporzioni planetarie con Picture Books che restò per 30 mesi nelle classifiche UK degli album più venduti. Il singolo che aprì la via del successo, Moneys' too tight to mention, è una cover; si tratta di un brano del 1982 dei Valentine Brothers con un testo politico che denuncia i disastri sociali ed economici causati dalla politica reaganiana. Un'altra cover è Heaven dei Talking Heads (in questo caso molto meglio l'originale)
Ricordo ancora un weekend passato a Lucca in occasione della fiera del fumetto, ospiti di un amico tedesco impazzito per questo disco: per due giorni non si ascoltò altro, nonostante i miei tentativi di proporre gli Style Council, all'epoca da poco usciti con Our favourite shop.
Per i dischi successivi il look proletario di Hucknall (maglia a righe e berretto di stoffa) venne modificato per essere fintamente cool e compatibile con la macchina dello show business, all'interno della quale si è progressivamente spento.
Wild Boys (Duran Duran) - Noi ragazzi di oggi (Luis Miguel)
Tarzan Boy (Baltimora). Dopo questo cult basta, perché ho pietà di voi.


lunedì 4 ottobre 2010

Mad World

Tutti ricorderanno la struggente versione di Gary Jules di Mad World nel film Donnie Darko. In questo video dal programma strippeddownlive il cantautore americano duetta dal vivo proprio con Curt Smith dei Tears For Fears in una versione solo chitarra acustica del brano.


And I find it kind of funny                 E trovo un po' buffo
I find it kind of sad                         E trovo un po' triste
The dreams in which I'm dying        Che i sogni in cui muoio  
Are the best I've ever had             Siano i più belli che abbia mai fatto


lunedì 2 agosto 2010

The Social Network

Qual è il vostro campanello preferito?
Io continuo ad essere blog-dipendente; Twitter non mi entusiasma e di Facebook non so che farmene, però sono curioso di vedere che razza di film è riuscito a cavarne David Fincher.
Il regista di Fight Club questa volta ha scelto un terreno scivoloso: raccontare la storia della nascita del social network da 500 milioni di utenti.
Intanto il trailer con in sottofondo una versione sconosciuta e molto d'effetto di Creep ha già colpito nel segno. Si tratta di Scala & Kolacny Brothers un coro di bravissime ragazze belghe che cantano cover come questa dei Depeche Mode accompagnate solo da un pianoforte.




martedì 22 dicembre 2009

God Save the Queen a 10.000 dollari


Questo 45 giri due settimane fa è stato venduto all'asta su ebay a 10.266 dollari. Eventuali possessori, non montatevi la testa: si tratta della prima versione del maggio 1977, quella che ha come B-side No Feeling, uscita in poche copie per A&M records. In seguito i Pistols firmarono con la Virgin che fece stampare una nuova versione con Did you no wrong nel lato B. Non male per Johnny il Marcio che predicava "No Future" con gli occhi fuori dalla testa. L'art work è opera di Jamie Reid, artista anarchico inglese e vecchio compagno di scuola di Malcom McLaren che ha firmato tutte le copertine dei Sex Pistols. In occasione del giubileo, l'oltraggio alla regina (con gli occhi e la bocca coperti dalle scritte) era compiuto. Il singolo volò al numero due nelle classifiche ufficiali UK dietro Rod Stewart, ma molti sostengono che in realtà fu il più venduto del periodo e fu fatto slittare dietro perchè sarebbe stato troppo offensivo. Tutto il seguito è storia della musica.
Coverizzare un brano del genere è un po' rischioso: si rischia la parodia. Ci hanno provato i Motorhead nel 2000 e proprio quest'anno i francesi Nouvelle Vague con risultati che lascio a voi giudicare.