venerdì 29 giugno 2012

Pensieri sparsi sul calcio e sulla nazionale

Sono cresciuto con il mito di Italia-Germania 4 a 3. E' stata la mia prima emozione sportiva: avevo nove anni e giocavo nei pulcini; mio padre mi svegliava di notte per vedere le partite del mondiale in Messico e ho ancora nitidissimo il ricordo di quella incredibile semifinale in cui Gianni Rivera, il mio idolo da bambino, segnò il goal decisivo.
In verità oggi un po' mi dispiace per i giovani tedeschi (gravati da un complesso di inferiorità durato 40 anni che progressivamente si è trasformato in un macigno), uccellati con un uno-due micidiale da Balotelli*. Quando furono loro a vincere il mondiale a Italia 90 (ingiustamente) pensai dentro di me che avremmo fatto lo stesso appena fosse toccato a loro ad organizzare il torneo. Con calma, dopo un quarto di secolo, sono stato accontentato. 
Una rivalità storica che ha sempre dato enormi soddisfazioni. Poveracci: ci detestano e li capisco. Avevo un conoscente tedesco che viveva in Romagna: persona educatissima e pacata, però ogni volta che si toccava l'argomento calcio cominciava a schiumare rabbia e risentimento (comprensibili); mi ricordava Stielike nella mitica finale del 1982 con Pertini in tribuna. Meglio non toccare l'argomento.
Nel 2006 vendetta compiuta anche contro i francesi dello spocchioso e incompetente Domenech.

Ora non mi dispiacerebbe dare una lezione anche agli spagnoli il cui gioco, nelle ultime partite, è apparso piuttosto sbiadito: col Portogallo hanno fatto sbadigliare e non hanno propriamente meritato. Certo che noi italiani per tradizione siamo specializzati nel complicarci la vita, anche quando dominiamo. In ogni caso sono incomprensibili le sceneggiate di Buffon: hai vinto, sei in semifinale e non festeggi? Non mi sembra a posto e rischia il ridicolo.

Rimpiango gli anni romantici in cui potevano vincere lo scudetto il Verona e la Sampdoria. Ultimamente, ad un calcio sempre più involuto e in mano agli sceicchi, preferisco il basket e l'atletica. Onore comunque a Prandelli: è merito suo se piano, piano ho ricominciato a guardare le partite della nazionale. 

Per finire, ci attende un weekend torrido che di certo passerò al mare in cerca di brezza ristoratrice e con il racchettone in mano in attesa della finale. Unico dubbio è se vedere la partita in spiaggia o tornare a casa per starmene in solitudine come per la semifinale. Un bel dilemma esistenziale!

*Questo ragazzo si chiama Italia. Perché l’Italia adesso è anche un nero con l’accento bresciano. Nato a Palermo da genitori ghanesi. 
(Maurizio Crosetti, La Repubblica 29/06/12)

CONCLUSIONE

"Tre settimane vissute pericolosamente, dunque, che ci lasciano qualche certezza: Prandelli è bravo, la Rai no; qualche azzurro è gay, Cassano no; Balotelli è italianissimo, Dossena, almeno da come parla, sembrerebbe di no."  Domenico Naso

mercoledì 27 giugno 2012

Beirut - The Rip Tide (new video)

A un anno dall'ultimo album, i Beirut hanno fatto uscire in questi giorni il video della canzone-titolo. Una barca a vela, apparentemente vuota, scivola sull'oceano. Tutto qui? Non sarebbero i Beirut e Zach Condon, che si sono affidati al video-maker Houmam Abdallah per trasformare la canzone in immagini. Nella seconda parte il cielo si trasforma in un maestoso quadro in movimento dalle infinite sfumature.
Sedetevi tranquilli e ammirate a tutto schermo. 

martedì 26 giugno 2012

Timira - Romanzo meticcio

Questa è una storia vera... comprese le parti che non lo sono. 
Timira - Romanzo meticcio è la storia di Isabella Marincola, italiana nata a Mogadiscio in Somalia nel 1925 dalla relazione illegittima di un maresciallo dell'esercito coloniale italiano con una donna somala, usanza molto diffusa a quei tempi. Ciò che non era comune era riconoscere i figli, dargli il proprio cognome e farli crescere in famiglia nella madrepatria fascista; è quello che accadde ad Isabella e al fratello maggiore Giorgio (che parteciperà come partigiano alla guerra di liberazione). Un romanzo biografico collettivo costruito con il contributo stesso di Isabella/Timira (deceduta a due anni dalla sua pubblicazione) del figlio Antar e di Wu Ming 2. Una struttura a mosaico: complessa, lucida e commovente che illumina alcuni passaggi cruciali di 70 anni di storia italiana attraverso la testimonianza di una profuga in patria, sempre in lotta contro i pregiudizi, divisa tra Italia e Somalia e infine costretta a fuggire da Mogadiscio durante la guerra civile del 1991, ultima cittadina italiana ad essere rimpatriata.
Come sempre i Wu Ming (in questo caso #2) fin dai tempi di Q riescono ad appassionarmi con il loro scavare nelle pieghe della storia e delle storie insabbiate che riescono a portare alla luce perché meritano di essere raccontate. In questo libro, che mi ha catturato per quasi un mese, oltre all'unicità del personaggio, è il metodo narrativo (composto da foto, materiali d'archivio, pagine di diario, lettere, narrazione in prima e terza persona) a fare la differenza. Qui si possono leggere e vedere diverse fonti ed immagini intorno al romanzo.
Isabella, mondina dalla pelle scura in Riso Amaro (wuming)
«Per lungo tempo, mi sono raccontata che mio padre è stato un gentiluomo, che ha fatto un gesto generoso, molto insolito per quei tempi. Darci il suo cognome, il nome dei nonni. Ma ora che ascolto mia madre, ora che lei può parlare, mi rendo conto che devo accettarlo: sono figlia di una violenza, e lo sarei anche se i miei genitori si fossero tanto amati, come in un bel fotoromanzo. L’amore ai tempi delle colonie è impastato di ferocia. Un pugnale affilato minaccia e uccide, anche se lo spalmi di miele»

lunedì 25 giugno 2012

Quattro anni di blog

Il 25 giugno di quattro anni fa, da una piccola idea autobiografica, nasceva questo blog che un po' alla volta, fra alti e bassi (i secondi soprattutto in questo ultimo anno) è diventato una specie di secondo lavoro molto più divertente anche se assai meno remunerato di quello vero. Ricordo la soddisfazione quando il contatore cominciava a segnare i primi contatti e potevo leggere i primi commenti (che ormai si avvicinano a novemila!). Ringrazio perciò tutti voi amici bloggers e lettori che in questi anni avete contribuito attraverso critiche ed osservazioni a migliorare la teiera volante e a stimolarmi con le vostre idee.

Alcuni dati


Questo mi ha particolarmente stupito! Sarà attendibile?
Non c'è gara: al primo posto con più di centomila visualizzazioni il post che dopo qualche mese, con mio estremo stupore, ha fatto impennare le visite. Anche quello più controverso: all'inizio era divertente, poi a un certo punto ho disabilitato i commenti, stufo di  rispondere a improperi e bacchettate (spesso piene di kappa) di fans dei Litfiba o di qualsiasi altro artista non inserito in classifica. Però sono soddisfazioni. 

giovedì 21 giugno 2012

Incroci rock'n'roll

Visto il momento meteorologico direi la prima a sinistra.
Da sempre preferisco il caldo e l'estate e odio l'aria condizionata (non entrerà mai a casa mia) quindi 
non posso lamentarmi perché è da quando sono venuti due metri di neve che dico: Voglio 40°!  Ormai ci siamo vicini. 













mercoledì 20 giugno 2012

Hors Satan

Quando il cinema diventa arte del silenzio incorniciata dai paesaggi metafisici della Côte d’Opale, ambientazione in cui prendono forma i volti e i personaggi di Hors Satan (Bruno Dumont - Cannes 2011). Non una visione semplice da affrontare, ma mi ha conquistato per la sua radicalità e la sua purezza.
Voto 8

Il silenzio è l'essenza del cinema.
Charlie Chaplin

lunedì 18 giugno 2012

Riscoprire i Television













Strani e tortuosi possono essere i percorsi che ti portano ad apprezzare e a capire veramente un gruppo e il valore di un disco che credevi fare parte della tua formazione musicale. 
Il vinile di Marquee Moon è entrato nella mia collezione da una vita: da quando cominciai a suonare assorbendo come una spugna i suoni provenienti dalla New York underground che gravitava attorno al CBGB; primi fra tutti Talking Heads e Patti Smith ed ovviamente anche i Television di Tom Verlaine. Un fermento musicale che dalla metà degli anni '70 anticipò le tendenze punk, precorrendo quel periodo incredibilmente creativo definito new wave. 

Sono in auto e sto aspettando mio figlio davanti alla stazione.
Per ingannare il tempo comincio a sfogliare le custodie piene zeppe di cd e l'occhio si ferma su Marquee Moon. Una delle tante copie dei miei vinili scaricate e masterizzate dieci anni fa ai tempi delle prime sbornie di emule e spesso mai più riascoltate (quando l'abbondanza diventa anche dispersione). Cominciano a scorrere  le canzoni e resto stupito perché, a parte la title track che ricordo bene, sembra quasi di ascoltarle per la prima volta: come un bel disco nuovo da scoprire e assaporare piano piano. Alla fine mi rendo conto di come in passato non avessi colto a pieno il valore effettivo di quelle otto canzoni e della considerazione superficialmente positiva che a volte si dà alle cose: una sorta di adesione intellettuale aprioristica che come un filtro impedisce di comprenderle e apprezzarle fino in fondo, soprattutto in gioventù (ma non solo). 
E adesso... è ora di riascoltare anche Adventure.
Raramente mi è capitato di riscontrare una tale unanimità di giudizio critico nei confronti di un disco o di un gruppo.

La 
musica dei Television definì di fatto l'estetica della new wave. Scaruffi

Hanno raccontato l'alienazione metropolitana coniugando la "vecchia" psichedelia e le nuove tendenze punk. Ondarock

Tre quarti d'ora di disperazione urbana agrodolce, onirica e intellettualizzata, da ascoltare di notte in macchina tornando a casa dopo una serata schifida.
Music for the (m)asses

L'impianto è veramente originale e integra, in modo creativo, psichedelia e rock essenziale. Un'esperienza musicale che nessuno mai è riuscito ad imitare. Enrico Negri

Anche oggi, quando il punk è oramai quasi materiale da museo, questo disco resta capace di stupire chi lo incontra per la prima volta. Sfuggendo a qualsiasi “categoria”. Marco Sideri

Le otto tracce di cui è composto sono altrettanti micidiali congegni sonori, così intensi e lucidi da aver ridisegnato il profilo del rock. Stefano Solventi

sabato 16 giugno 2012

Doppio ricordo di Andrea Pazienza

Un omaggio di Tanino Liberatore a Paz e alla sua arte, più tre racconti biografici (1- 2 - 3) dal blog di Daniele Brolli.
Scan dall'inserto de "Il Grifo" PAZIENZA - LA PITTURA, giugno 1991


martedì 12 giugno 2012

Canzoni tristi per sporchi amanti

Ci sono canzoni e dischi che trasmettono emozioni; sospendono i nostri soliti pensieri e il trantran quotidiano: per questo non ci stanchiamo mai di ascoltarli.
Era il 2003 e The National, originari dell'Ohio ma cresciuti artisticamente a Brooklyn, pubblicavano il loro secondo album: Sad songs for dirty lovers. Non li conoscevo ancora; sarei arrivato a loro cinque anni dopo grazie ad uno dei tanti input dei blog musicali. Dopo essermi innamorato di The Boxer, ho ripercorso cronologicamente i loro album fino ad arrivare, qualche tempo fa, a queste dodici canzoni dove la forza espressiva dei National tocca corde di malinconia e dolcezza che smuovono brividi, come in 90-mile Water Falls con uno straziante assolo di violino che spezza in due il brano. Un album di genere indefinibile e dal titolo programmatico: una soap opera di ordinari disadattati (Scaruffi) di cui Matt Berninger è il narratore crepuscolare con la sua voce profonda che ci conduce nel racconto delle esistenze di questi personaggi.

lunedì 11 giugno 2012

Due nuovi vicini di casa e un gradito ritorno

La musica e i gatti sono un ottimo rifugio dalle miserie della vita.
Albert Schweitzer
Finalmente acchiappati per la foto i due fratelli funamboli.






















Volevo che l'album (Banga) in conclusione desse la sensazione dell'alba che esplode e stavo pensando al tipo di canzone da scrivere. Ero in un caffé e mi è capitato di sentire After the gold rush di Neil Young e pensai "Neil l'ha già scritta".
Patti Smith (patrimonio dell'umanità)

venerdì 8 giugno 2012

Dieci momenti di viaggio da ricordare

Fino a quando sarà possibile, magari rinunciando ad altre cose, un viaggio non lo considererò mai un lusso ma quasi una necessità.
Amsterdam 1979
I Gong al Melkweg.
Marocco 1980
Tre ragazzi selvaggi dispersi a Paradise Valley: un eden nascosto tra le montagne dell'Atlante che per fortuna è rimasto incontaminato. Guardate questo breve filmato.
Barcellona 1985 
Paella e sangria tutte le sere sulla spiaggia di Barceloneta.
Lisbona 1990
Lo spettacolo infernale di fuochi e demoni nella piazza del Rossio.
Parigi 1991
Un limpido mattino d'inverno a Père-Lachaise.
California e Arizona 2001
Lo stupore davanti al Gran Canyon e il bagno nel Colorado.
La visione dei coyotes a Joshua Tree con 45 gradi centigradi.
Madagascar 2007
L'urlo dei lemuri nel cuore della foresta pluviale.
Islanda 2009
Il bagno nelle acque calde e lattiginose del cratere Viti.
Libia, Akakus Sahara 2011
Il Tuareg blues davanti al fuoco sotto il cielo stellato del deserto.

La vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte.
Omar Khayyam

lunedì 4 giugno 2012

Scrivere canzoni pop senza essere banali

Non sono tanti ad avere la classe e la leggerezza per riuscirci: James Mercer e soci sì.
Dall'ultimo album Port of Morrow uscito a marzo.

sabato 2 giugno 2012

Festeggiate pure

Recite e saggi finali stile Broadway de noantri (musicali, sportivi, di danza, ecc...).
Cene e pizzate sportive, di classe, di palestra, tra colleghi di lavoro.
Città dei ragazzi (ormai obbligatorie in ogni Comune, anche senza uno straccio di idea).
E poi oggi c'era la festa della repubblica con tanto di parata...
A tal proposito vi rimando al collage di Mr. Hyde.
Chissà perché tutto concentrato tra le ultime settimane di maggio e i primi di giugno.
Grazie, ma ho anche altri impegni: tipo leggere e oziare con una birra in mano; guardare i gatti; scrivere in questo blog (che fra non molto compirà quattro anni) e sparare cazzate nei momenti d'ispirazione.