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martedì 24 febbraio 2015

Il 24 febbraio 1975 usciva Physical Graffiti

Dopo aver celebrato Horses , ecco un altro capolavoro datato 1975 che compie proprio oggi quarant'anni.
Una copertina di cui ho raccontato anni fa in uno dei primi post della teiera e che con la sua foto dell'edificio vittoriano al 96 St. Mark's Street di New York è diventata un'icona dell'immaginario collettivo. Un album da collocare in quella schiera di pochi eletti che hanno avuto il merito cambiare il corso della musica, testimoniando in questo caso la summa artistica dei Led Zeppelin e nello stesso tempo la certificazione della morte del classico rock targato 70's in cui Page, Plant, Jones e Bonham sono stati i numeri uno. Due anni dopo arrivò il colpo di grazia con il punk.
Nell'occasione esce l'immancabile edizione super, extra, mega deluxe con sette tracce in più, ma voglio segnalare un interessante tributo uscito in cd con la rivista Mojo: Physical Graffiti Redrawn


1. White Denim – Custard Pie
2. Blackberry Smoke – The Rover
3. Miraculous Mule – In My Time of Dying
4. The Temperance Movement – Houses of the Holy
5. Son Little – Trampled Underfoot
6. Songhoy Blues – Kashmir
7. Syd Arthur – In the Light
8. Laura Marling – Bron-Yr-Aur
9. Max Jury – Down By the Seaside
10. Michael Kiwanuka – Ten Years Gone
11. Duke Garwood – Night Flight
12. Rose Windows – The Wanton Song
13. Kitty, Daisy & Lewis – Boogie with Stu
14. Hiss Golden Messenger – Black Country Woman
15. Sun Kil Moon – Sick Again

lunedì 28 gennaio 2013

BACHI DA PIETRA: barattare e scaricare a scrocco

La prima novità italiana dell'anno è l'album dei Bachi da Pietra che s'intitola Quintale. Nel loro sito trovate tre canzoni in streaming, fra cui la strepitosa Fessura, che nel weekend scorso ha viaggiato in loop nel mio pc. Nel complesso un disco interessante, anche se per i miei gusti troppo duro, specie quando la loro matrice blues subisce una metamorfosi metal. Baratto@bachidapietra.com è il brano di chiusura dell'album, registrato appositamente con un telefonino e con un testo superpolemico riguardo il download selvaggio che di certo non fa piacere a chi incide musica e poi deve rientrare almeno con le spese. Lo so che è dura e fa rabbia, ma fatevene una ragione: mio figlio ha 21 anni e come il 99% dei suoi coetanei non compra cd, né scarica canzoni pagando. Suona pure lui in un gruppo che incassa qualcosa con i compensi dei concerti durante i quali vendono anche la musica che si sono autoprodotti (pagando lo studio di registrazione) e le magliette; gli mp3 sono gratis online.
Comunque lo dice anche mia madre che il baratto, tipo quello che proponete nella canzone, è la prospettiva del futuro; lei ha iniziato da tempo: fa la sarta e scambia i suoi servizi con frutta e verdura e altri beni che le danno i suoi clienti. In ogni caso auguro a voi Stone-worms di riuscire a continuare a fare della musica il vostro mestiere, nonostante i tempi difficili. Il tempo degli acquisti al buio, quando noi vecchi appassionati ci facevamo inchiappettare dalle recensioni dei critici o dall'ascolto di un brano promozionale alla radio, per fortuna è finito da almeno un decennio, per cui: prima ascoltare e poi forse pagare per sostenere i musicisti se il loro lavoro ci ha conquistato.


venerdì 18 gennaio 2013

Disco del weekend: My Jerusalem - Preachers


Secondo album, uscito lo scorso ottobre per l'indipendente londinese One Little Indian, per questo quintetto originario di New Orleans che attualmente vive e lavora ad Austin in Texas. Se preferite le atmosfere calde e notturne dovrebbe piacervi. Per dare un'idea: ci ho trovato qualcosa di Black Heart Procession (più pop però) e qualche richiamo a The National e Nick Cave. Ottima band guidata dalla voce profonda di Jeff Klein, con un sound che è stato definito postmodern gothic soul: etichetta piuttosto enigmatica; quella che conta è la musica e le undici tracce di questo album lasciano il segno, fin dalle prime note di pianoforte dall'emozionante title track d'apertura.

My Jerusalem - Preachers by Lucien X on Grooveshark

venerdì 26 ottobre 2012

Disco del weekend: Calexico - Algiers

Calexico da Tucson, Arizona. L'album è uscito un mese fa e lo propongo ora, con un paio di estratti di recensioni, perché mi ha conquistato lentamente, ascolto dopo ascolto. Ogni tanto si riesce ancora a dare alle canzoni il tempo necessario per farsi amare.

Lo spessore di una band come questa lo si percepisce in ogni nota e in ogni cambio di tono, in ogni falsetto di Burns e in ogni spazzolata di rullante di Convertino, ad ogni suono di tromba e ad ogni arpeggio di chitarra. Più il tempo passa, più i Calexico invecchiano bene. rockol.it 4/5

Come suggerito dal titolo di quest’ultimo brano ecco che un altro album dei Calexico svanisce proprio come una desertica Route 66 dietro a un tramonto di una giornata di fine estate. “Algiers” si propone (se mai ce ne fosse stato bisogno) come un ulteriore prova di maturità artistica di una favolosa band che, 16 anni e 7 album dopo l’esordio, non ha ancora perso la voglia di stupire ed affascinare il suo pubblico. outsidermusica 8

giovedì 18 ottobre 2012

Sono pazzi questi svedesi

Goat si sono materializzati da Korpilombolo: un paesino di 500 abitanti nell'estremo nord della Svezia con un disco folle intitolato semplicemente World Music. Come ha scritto giustamente qualcuno per il brano sotto: James Chance meets Fela Kuti.
La recensione su sentireascoltare.

sabato 13 ottobre 2012

Disco del weekend: Brasstronaut - Mean Sun

Per questo fine settimana Brasstronaut: un sestetto canadese molto interessante al secondo album.
Un disco che riesce a unire in maniera magistrale influenze post rock, raffinatezza jazz, attitudine indie rock e briciole folk; tanto di cappello.  iyezine.com -  7.50

C’è il sound ricco degli Arcade Fire (non a caso canadesi) i Destroyer (la matrice è sempre quella, un po’ nordica e un po’ europea) qualche richiamo folk alla Fleet Foxes e una profonda radice orchestrale. 

panopticonmag -  80/100

...una musica settata sugli spazi ampi, ricca di sfumature insospettabili e fuori dagli hype a comando. sentireascoltare - 7.2

Insomma non è poi facile descrivere perfettamente la musica della formazione di Vancouver e, allora, risulta meglio dire che essa ha trovato una propria originalità nel comporre canzoni dal gusto pop, con una dinamica quasi jazz nelle ritmiche e negli interventi di clarinetto e tromba. ondarock - 7


link nei commenti

mercoledì 3 ottobre 2012

One on my turns - A tribute to Pink Floyd

In tanti potrebbero storcere il naso: dai puristi pinkfloydiani a coloro che non li amano particolarmente e pensano sia un'operazione inutile quella di spolverare i loro brani per rileggerli e reinterpretarli nel 2012.
Confesso che inizialmente, dopo aver ascoltato i dieci minuti di Echoes, la pensavo sia nel primo modo che nel secondo (pur amandoli). Poi è arrivata una bellissima ed originale versione di Pigs ed ho cominciato a cambiare idea. Proseguendo ascolterete in tutto 15 cover di gruppi italiani (per me quasi tutti sconosciuti) che in buona parte dimostrano di giocarsela ottimamente, recuperando diversi brani del periodo Syd Barrett e altre canzoni "minori". Fra le prove migliori: Bike di Ofeliadorme. Ah, dimenticavo: si può scaricare gratis anche da qui sotto il lettore, grazie a Magmusic.  


1. Ropsten – Echoes, Part 2 (Meddle)
2. Sara Ardizzoni (Pazi Mine) e Giorgio Canali – Pigs  (Animals)
3. A Violet Pine – Embryo (brano che non si trova in nessun disco ufficiale) 
4. Mondo Naif – Have a Cigar (Wish you were here)
5. Desert Wizards – Childhood’s End (Obscured by Clouds)
6. DUNE – Astronomy Domine (The piper at the gates of dawn)
7. Ka Mate Ka Ora – If (Atom Heart Mother)
8. OfeliaDorme – Bike (The piper at the gates of dawn)
9. Furious George – Grantchester Meadows (Ummagumma)
10. Unmade Bed – Crying Song (More)
11. Senzafissa Dimoira – Remember a Day (A Sacerful of secrets)
12. Dani Male & the Dead – Jugband Blues (A Sacerful of secrets)
13. Fabio Zuffanti – Julia Dream (singolo)
14. The Child of a Creek – Breathe (The dark side of the moon)
15. NUT – Set the Controls for the Heart of the Sun (A Sacerful of secrets)

mercoledì 26 settembre 2012

C'è del buono in Danimarca

Fino a poco tempo fa conoscevo un solo gruppo danese: Quadron, guidati dalla magica voce di Coco Maja Hastrup, fino a quando mi sono imbattuto in questo trio di Copenaghen chiamato Efterklang (riverbero, in danese) attivo dal 2000 e giunto al quarto album intitolato Piramida. Nell'agosto 2011 sono partiti come una vera e propria spedizione in una base russa abbandonata nell'isola di Spitsbergen in mezzo all'oceano artico a nord della Norvegia fra Russia e Groenlandia. Dieci giorni in esplorazione a caccia di suoni (fields recording poi inseriti nell'album) e d'ispirazioni nella città fantasma di Piramida, definitivamente abbandonata vent'anni fa, dove un tempo c'era una miniera di carbone e al centro dell'abitato troneggiava una gigantesca statua di Lenin.


















La loro musica sfugge alle definizioni più schematiche. Dopo un paio di ascolti l'album mi ha conquistato e mi pare uno dei più interessanti ed originali usciti nella seconda metà dell'anno. Come ho letto in una recensione: grandissima capacità di scrivere canzoni con un piede nel pop… e l’altro ovunque.
Se volete farvene un'idea lo trovate su impactus, mentre per chi vuol fare il bravo, 10£ su Amazon e passa la paura. Sotto il trailer molto suggestivo di due minuti sulla folle spedizione. 

mercoledì 29 agosto 2012

Cult movie: La casa dalle finestre che ridono

Visto il periodo fiacco di nuove uscite, mi sono deciso a recuperare questo film cult del 1976. L'anno prima il pubblico era stato investito da Profondo rosso, (autentico fenomeno mediatico dell'epoca e apice del filone horror all'italiana) mentre Pupi Avati, reduce dal mezzo disastro di Bordella, costato parecchi soldi e sequestrato per oltraggio al pudore, si inventò questa inquietante opera a basso costo che, prendendo a prestito il titolo di una raccolta di Eraldo Baldini, potremmo definire gotico rurale. Ambientato nella bassa ferrarese (fine anni '50 - primi anni '60) il film racconta la storia di un restauratore chiamato da un bizzarro imprenditore locale per ridare splendore ad un affresco ritrovato in una chiesa di campagna, raffigurante il martirio di San Sebastiano, realizzato da un pittore folle morto suicida trent'anni prima. Con la trama mi fermo onde evitare il benché minimo spoiler.
L'originalità di questa storia è indubbiamente legata all'ambientazione: una pianura padana assolata e dark al tempo stesso, dove tutto è visibile ma non è quello che sembra e dove certi segreti è meglio che restino tali. Comacchio e dintorni (a mezz'ora da casa mia), zone dove è stato girato il film, all'epoca e fino agli anni settanta, erano veramente località depresse e poco raccomandabili; zone di frontiera dominate dalle zanzare e dagli indigeni locali.
Notevole è il crescendo angosciante dell'atmosfera, sottolineato dall'incredulità del protagonista (Lino Capolicchio) circondato da personaggi bizzarri e patologicamente disturbati; messo di fronte a verità sconcertanti e ad un orrore sempre più invadente che sgretola le sue certezze e che, in un finale agghiacciante, deflagra clamorosamente. I 36 anni trascorsi rivelano alcune lentezze ed ingenuità che però non svalutano un film che oserei definire unico nel panorama cinematografico nostrano, in grado di trasmettere genuina paura senza ricorrere ai soliti mezzi inflazionati tipici delle pellicole di questo genere.
Le incursioni di Pupi Avati nel filone mistery/horror hanno avuto due repliche: Zeder (1983) con Gabriele Lavia  (chi l'ha visto?) e l'Arcano incantatore (1996), che vidi al cinema ma di cui ricordo ben poco. 



mercoledì 16 maggio 2012

God bless America

Per ricollegarmi al post di ieri... Certi film girano solo per rassegne e purtroppo non vengono quasi mai distribuiti, specialmente in Italia. Meno male che in rete si riescono quasi sempre a recuperare (sottotitolati più o meno bene).
God bless America, diretto da Bobcat Goldthwait, è stato presentato nel settembre scorso al festival di Toronto e in America si può vedere on demand. Ottimamente interpreto da Joel Murray (fratello di Bill), divorziato e solitario di mezza età in caduta libera e da Tara Lynne Barr, improbabile e terribile ragazzina killer-intellettuale. Si tratta di una black comedy sarcastica e grottesca con dialoghi incisivi che mirano diretti a colpire gli aspetti più trash e consumistici della società americana. Tra satira sociale e killer movie, un on the road con la strana coppia formata da Frank e Roxy in giro per l'America a far fuori senza pietà tutti quelli che secondo i loro parametri non meritano di stare al mondo: stupidi protagonisti di reality e talent show, presentatori stronzi, cafoni e maleducati incontrati per caso, attivisti del tea party, in una escalation delirante. Non un capolavoro, ma spassoso e liberatorio.
Voto: 8

No one has any shame anymore, and we are supposed to celebrate it. (Joel Murray - Frank)

venerdì 13 aprile 2012

I brontosauri che salveranno la musica



Doppio effetto: grottesco + boomerang.
E' ora di concedersi una meritata pensione (voi che almeno potete).
In merito alla questione segnalo un lucido post su sentireascoltare.

Occorre capire che per gli artisti il disco è un investimento, i guadagni eventuali arrivano dalle tournée e questo vale per i piccoli quanto per i grandi.
Luca Giovanardi dei Julie's Haircut dall'intervista del 10 aprile su Il Fatto Quotidiano.

lunedì 9 aprile 2012

White Rabbits - Alienazione domestica



Due belle mogli, una casa elegante e la pillolina da ingerire alla sera. Resta il mistero del titolo della canzone (che mi sono permesso di rinominare).
Con questo notevole video ad ambientazione catatonico-familiare i sei conigli bianchi di Brooklyn hanno accompagnato l'uscita del loro terzo album intitolato Milk Famous. Uno dei dischi che ho più apprezzato nelle ultime settimane.

martedì 27 marzo 2012

Tyrannosaur














Nelle ultime settimane niente di esaltante sul fronte musicale, mentre per quanto riguarda il cinema ho diverse cose da segnalare, a partire da questo film inglese (mi piaceva la locandina tedesca) che ha raccolto premi in giro per il mondo sia per la regia che per i due attori protagonisti, ma in Italia non ha ancora distribuzione. Tyrannosaur, primo lungometraggio dell'attore inglese Paddy Considine, è un pugno allo stomaco fin dalla sequenza iniziale quando Peter Mullan, vedovo ubriacone e attaccabrighe, ammazza il suo cane in un attacco d'ira. I sobborghi londinesi fanno da sfondo all'incontro improbabile fra due solitudini alla ricerca di una via d'uscita dalla propria disperazione quotidiana. Sia che ci si aggrappi ai pochi amici rimasti o si cerchi rifugio nella religione, un senso di sconfitta e rabbiosa rassegnazione sembra avvolgere la vita delle persone facendo emergere violenze degradanti e miserie morali; il riscatto o la redenzione sono sempre possibili, ma le conseguenze possono essere estreme.
Mostruosa in tutti i sensi l'interpretazione di Peter Mullan (uno degli attori prediletti di Ken Loach) al pari della coprotagonista Olivia Colman, moglie-vittima timorata di Dio, la cui esistenza avrà una svolta imprevedibile proprio grazie all'incontro con l'uomo che inizialmente chiederà il suo aiuto.
Dirompente e commovente il finale sulle note di We were wasted.
Voto: 8
Link nei commenti.

martedì 7 febbraio 2012

Btjunkie suicide

Dopo sette anni di servizio ininterrotto dal Canada ci ha lasciato il più tossico dei motori di ricerca. Sta per finire anche l'era torrent?


mercoledì 25 gennaio 2012

Mark Lanegan - Blues Funeral

Chi non vorrebbe un funerale blues!
Il primo disco dell'anno che mi piace veramente uscirà il sei febbraio.

martedì 24 gennaio 2012

Tornare al muletto?

Effetto domino dopo la chiusura di megaupload. Panico in rete, soprattutto in Usa.
Da noi alcuni servizi funzionano ancora (fileoron, filepost, uploaded) solo che fra account bloccati e cancellazioni a raffica è partita la caccia ai file hosting alternativi tipo iFolder.ru dove però non si capisce una mazza!

MegaUpload - closed.
FileServe - Closing, does not sell premium.
FileJungle - Deleting files. Blocked in USA
UploadStation - blocked in USA
FileSonic - Removes function of sharing.
Uploaded - banned in the USA under FBI investigation.
FilePost - deleting your files (will leave executable files, PDF’s, TXT’s)
Videoz - closed and banned in countries associated with us.
4shared - deleting files with copyright.
MediaFire - called to testify in 90 days. Pro FBI.

lunedì 9 gennaio 2012

Honey Devash: ninna nanna per grandi


Quando mi capita (per fortuna raramente) di svegliarmi e non riuscire a riprendere sonno, di solito ricorro alla musica. Sabato notte mai scelta fu più azzeccata: per 38 minuti mi sono fatto cullare viaggiando con Honey Devash, disco di un duo americano formato (per me) da sconosciuti: Gregg Kowalsky e Marielle Jakobsons; si fanno chiamare Date Palms. Di giorno non ero mai riuscito ad ascoltarlo per intero; è un disco d'altri, tempi formato da due soli brani: uno sul lato A e l'altro sul lato B. Un viaggio immersivo; un'esperienza metafisica, legata alle oscillazioni degli apparati elettronici e acustici, che alla lunga danno davvero l'impressione che anche l'aria dell'ambiente nel quale ci si trova subisca quelle rarefazioni e inflessioni ottiche caratteristiche del miraggio. (ondarock)

lunedì 2 gennaio 2012

Carmel and Rachel



In attesa che l'anno nuovo ci porti novità musicali degne d'interesse, facciamo un salto in un passato abbastanza recente fra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, quando queste due raffinate cantanti inglesi uscirono con due dischi che in quel periodo ascoltavo con piacere. Chissà se qualcuno se le ricorda: la prima è Carmel McCourt, nome d'arte Carmel, con l'album Everybody's Got a Little...Soul; musica di difficile catalogazione blues, jazz e soul ben amalgamati in una proposta originale. La seconda è Rachel Morrison che con i Bliss, band fondata a Coventry nel 1986, (da non confondere con gli omonimi e più giovani danesi) pubblicò nel 1991 A Change in the weather, con la famosa hit Watching over me.
Ma che fine hanno fatto? Anche i dischi non sono facili da rintracciare: di Bliss ho il cd originale, mentre Carmel avevo solo la cassetta e nel tentativo d'acquisto guardate un po' cosa ho trovato su amazon?

Evidentemente non è mai stato ristampato, perciò meglio ricorrere al dono di una befana anticipata. (Nei commenti)
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mercoledì 14 dicembre 2011

Teapot album 2011: n° 8 Bodi Bill - What?

Un tempo la musica elettronica di tutti i generi mi piaceva e mi affascinava: un percorso iniziato con Tangerine Dream, Kraftwerk, Brian Eno e il krautrock; proseguito poi negli anni '80 con John Foxx, Depeche Mode ed il filone sinth-pop, new wave.
Col passare degli anni me ne sono progressivamente distaccato, diventando sempre più critico e persino diffidente verso chi ne fa un uso intensivo, anche perché troppo spesso mi è capitato (con poche eccezioni) di imbattermi in robe inascoltabili o al contrario nella solita fuffa electro-dance.
Per i miei gusti attualmente ci sono pochi gruppi interessanti su questo versante. Come da tradizione, dalla Germania, fanno eccezione i Bodi Bill.

martedì 13 dicembre 2011

Teapot album 2011: n°9 Low - C'mon



Musica onirica, rock al rallentatore o slowcore: chiamatela come vi pare; il fatto è che l'originalità e le capacità compositive di Alan Sparhawk (voce e chitarra) e Mimi Parker (batteria e voce) coniugi del Minnesota, non si discutono. Suonano dal 1994, ma li ho conosciuti nel 2003: erano la band di supporto al tour dei Radiohead e presentandosi solo in due fecero una notevole performance.
Difficile superare la magia di un album come The Great Destroyer, però C'mon è un disco piacevole, con più folk-rock e meno asperità rispetto al passato.
Witches (qui interpretata stupendamente dal vivo) è una delle canzoni che preferisco.