mercoledì 28 febbraio 2018

Serie e cinema: la fantascienza che convince e quella che delude

Quando da bambino andavo da solo al cinema sotto casa dove lavorava mio zio, ho cominciato a viaggiare con film come Il Pianeta delle scimmie e Occhi Bianchi sul pianeta Terra, appassionandomi alla visione di scenari futuri, viaggi nel tempo e apocalissi assortite. Da sempre perciò sono un amante della fantascienza che, dopo un periodo di stasi, sta vivendo una stagione di rinascita grazie anche alle serie che ultimamente stanno sviluppando storie a cui il cinema, per svariati motivi, ha rinunciato.

Non tutte le serie però riescono col buco. Anzi, di buchi a volte ne spuntano parecchi. Ho già scritto della parziale delusione di Altered Carbon, e delle aspettative tradite di Philip K. Dick’s Electric Dreams, che ho addirittura abbandonato circa a metà stagione.
Un regista partito col botto, ma che purtroppo stiamo perdendo per strada è Duncan Jones. Un ottimo esordio con Moon, seguito da un'altra buona pellicola come Source Code per poi naufragare con il pessimo Warcraft - L'inizio. Confidavo nella sua nuova opera, dedicata al padre David Bowie, intitolata Mute, da qualche giorno disponibile su Netflix. Siamo a Berlino nel 2049 molto (troppo) simile alla Los Angeles di Blade Runner. Questo scenario (a parte dispositivi vari e ologrammi) è quasi l'unico elemento di fantascienza. Il resto è una storia ordinaria: un barista amish muto va in cerca della fidanzata misteriosamente scomparsa nei bassifondi della città. L'intreccio non è neanche particolarmente avvincente; peccato!

COMING SOON

La migliore serie di fantascienza degli ultimi anni, senza bisogno di effetti speciali, è The Handmaid's Tale con la strepitosa Elisabeth Moss. A fine aprile arriverà la seconda stagione, sempre con la supervisione di Margaret Atwood.

Alex Garland, regista di Ex-Machina, ha girato per Netflix l'adattamento di Annientamento, il primo romanzo della trilogia dell'Area X. La protagonista è Natalie Portman. Non ho letto i libri di Jeff VanderMeer, ma mi dicono che sono molto complessi. Vedremo presto, perché uscirà a marzo.

The Rain è la prima serie originale danese ad uscire su Netflix in primavera. Anche se ormai abusato, è il mio genere. Il plot: Sei anni dopo che un virus brutale portato dalla pioggia ha sterminato quasi tutti gli abitanti della Scandinavia, due giovani fratelli emergono dalla sicurezza del loro bunker per scoprire che la civiltà come la conoscevano è del tutto scomparsa. 

Counterpart
J. K. Simmons è un funzionario governativo che lavora a Berlino e casualmente scopre l'esistenza di un universo parallelo apparente fotocopia del nostro, ma che nel corso del tempo ha cominciato a deviare sempre più dalla realtà iniziale, facendo evolvere la società in maniera diversa. Lo sto vedendo in questi giorni in contemporanea all'uscita su Starz. Non è male: atmosfera plumbea stile socialismo reale, in un misto tra noir, fantascienza e spy story.

giovedì 22 febbraio 2018

Appunti musicali: Rhye, U.S. Girls, Joan as Policewoman













Tra le nuove uscite di inizio anno, delusione per MGMT e Franz Ferdinand, mentre ho avuto belle sensazioni da tre album che mi stanno facendo compagnia e risollevano l'umore in queste giornate pallide di lavoro e pioggerella.

Rhye è un un progetto del musicista canadese Michael Milosh che aveva esordito qualche anno fa con Woman. Ora torna con Blood e con la sua voce vellutata che ricorda incredibilmente quella di Sade. Atmosfere soft che, traccia dopo traccia, ti avvolgono come una coperta calda.

La classe di Joan Wasser, ex compagna di Jeff Buckley, in arte Joan as Policewoman non si discute. “Posso dire che la musica ha salvato la mia vita, perché le sono devota. Non è qualcosa che si può scegliere, è semplicemente così”. Damned Devotion il titolo del nuovo lavoro.

L'ho scoperta da pochissimo dal blog di Andrea: U.S. Girls, è il progetto musicale di Meg Remy, americana- canadese, classe 1985. L'undici maggio suona a Bologna al Locomotiv Club.
A poem unlimited
L’album nasce da cupe riflessioni sulle atmosfere che precedono e seguono gli atti di violenza. Molte delle canzoni riguardano le donne alle prese con il potere: raccontano come guadagnarlo e come esercitarlo spiritualmente, ma anche le strategie disperate per mitigare la sua imposizione. Inoltre, Remy si ribella alle bugie dei leader politici e religiosi, e si domanda quali siano le menzogne che raccontiamo a noi stessi per sopravvivere.

venerdì 16 febbraio 2018

Dark, Stranger Things e miei anni '80

Il recente successo di Stranger Things e Dark (se n'è parlato qui e qui) mi ha ispirato una rivisitazione personale di quel periodo; una specie di blob soprattutto in chiave musicale.

Un decennio inaugurato col botto da capolavori come Remain in Light, Sandinista, Seventeen Seconds e Closer, l'emblema del post punk.


Le ultime rivoluzioni
New wave, post punk, electro, rap: le ultime vere rivoluzioni musicali sono arrivate a compimento o sono avvenute in questo decennio.

Selezione di concerti
Talking Heads, Bauhaus, Devo, Siouxsie and the Banshees, A Certain Ratio, The Tubes, Simple Minds, Adam and the Ants,Tuxedomoon, Killing Joke, Eurythmics, The Selecter, Talk Talk, Style Council, Miles Davis.

The The 
Genio (poco riconosciuto) di quegli anni. Un polistrumentista capace di appropriarsi dei generi e miscelarli in una formula originale ed inimitabile. Lo metto sullo stesso livello di Peter Gabriel, David Byrne e David Sylvian.

D.O.C. (1987-88)
Grazie ad Arbore, due anni in cui si è potuta sentire dell'ottima musica dal vivo in RAI. David Sylvian si esibì con quattro brani.

Andrea Pazienza e i fumetti
Cosa resterà degli anni '80 diceva la canzone. Per me sicuramente sono rimasti indelebili, i fumetti e l'inventiva di Paz che proprio quest'anno avrebbe compiuto sessant'anni. E poi ancora: Akira (il 18 aprile tornerà al cinema), Ken Parker, Dylan Dog, Le femmine incantate di Magnus.

Le discoteche alternative
Dove si poteva incontrare un'umanità eterogenea che rifuggiva i locali fighetti e la disco music. Lo Small a Pieve di Cento, Aleph a Gabicce Mare, Vidia a Cesena, Slego a Rimini.

Il video più anni '80 di tutti gli anni '80
Sotto la patina colorata, un testo straziante sulla dipendenza dalle droghe. Un vero flagello in Italia per questa decade.

Probabilmente ci siamo spinti troppo in là
Mi hai rubato tempo e denaro
Ora temo che tu mi abbia abbandonato
in un mondo che ha troppe pretese





La moda
Dopo aver esaltato la musica, stendiamo un velo pietoso sulla moda e in particolare sulla mia giacca con le spalline imbottite.

Le radio
Un po' alla volta non sono state più libere nel senso originale del termine, ma sempre più commerciali.

Il servizio di leva
Una vera merda! Fare obiezione era estremamente complicato. Gli ultimi a fare il militare sono stati i nati nel 1985, ma per chi è nato negli anni '60, ha rappresentato un incubo a cui molti tentavano di sottrarsi. Dopo tre mesi riuscii a scappare, ma per colpa sua persi il concerto dei Clash a Firenze.

Ultravox
Ero un loro fan quando ancora non li conosceva quasi nessuno (i primi tre dischi sono meravigliosi). Dopo l'addio di John Foxx, nel corso degli anni '80 sono stati poca roba. Manierismo vs sostanza.

Claudio Cecchetto e la musica in tv
Negli anni '80 ha imperversato lanciando una schiera di artisti da far accapponare la pelle. Sarà anche considerato un talent scout, ma non gli verrà mai perdonato di aver inciso nel 1981 Gioca Jouer e aver fatto cantare gente che per decenni ha ammorbato l'etere.

mercoledì 14 febbraio 2018

Hard Sun (ci meritiamo l'estinzione)

Serie in 6 episodi targata BBC. Per gli amanti del genere da non perdere. L'ho vista tutta d'un fiato nella settimana di Sanremo.

Alla Terra sono rimasti pochi anni di vita: cosa può succedere a chi si ritrova tra le mani un'informazione del genere? Diffondere la notizia col rischio che il panico e l'anarchia prendano il sopravvento o tenere tutto insabbiato ad ogni costo? Non è uno spoiler; questa è l'iniziale base di partenza sulla quale si sviluppa tutta la serie ambientata a Londra e che vede due agenti coinvolti in un'indagine su di un hacker che porterà ad una scoperta terrificante. Una fuga della notizia farà entrare in ballo i servizi segreti di sua maestà (MI-5) e allo stesso tempo produrrà un'ondata di reazioni folli ed imprevedibili tra la popolazione. Niente di particolarmente originale, ma è la maniera in cui viene condotta la storia che coinvolge, grazie ad un sottile equilibrio tra diversi generi: dramma familiare, crime e pre-apocalittico. 

Così l'autore, Neil Cross:
"L'idea è nata dall'ascolto di Five Years di David Bowie (che immagina siano rimasti solo cinque anni alla fine del mondo) quindi ho una specie di piano quinquennale su dove dovrebbe andare la serie. In questo spettacolo, non ci sarà nulla dopo l’apocalisse, a meno che non ci venga offerta una sesta stagione.” 
Se il tutto si basa su una vecchia canzone di Bowie, non puoi sbagliare.

Che dire, se penso a quello che è accaduto sul nostro pianeta dal 2001 in poi, in fondo ce la meritiamo l'estinzione.
In un post di qualche anno fa ho anche raccontato come sopravvivere alla fine del mondo, per la quale mi sento già pronto. Almeno di una cosa sarei certo: smetterei subito di lavorare, invece di aspettare di diventare vecchio e rincoglionito.






venerdì 9 febbraio 2018

Sanremo e altre piccole (grandi) insofferenze
















Il Festival di Sanremo
Lo giuro, non è snobismo: non ce la faccio proprio e oltretutto non me ne frega una beata mazza di classifiche, commenti, ospiti marchettari e alla fine anche delle canzoni. L'ultima volta devo averlo visto (comunque a spezzoni) nel 1996, l'anno de La terra dei cachi. Oggi il senso è tutto in questo tweet:
Se una signora è andata in coma 50 anni fa, si sveglia ora e vede Sanremo con Baglioni, Pippo Baudo, La Vanoni e i Pooh pensa di aver dormito solo un paio di mesi.

La polo col colletto alzato
Tornerà l'estate.
Amici ometti: già la polo è triste... col colletto alzato sappiate che scatta l'effetto pavone o peggio ancora, pataca (alla romagnola con una c) che pensa di essere di figo.

I bambini che corrono, sbraitano e fanno danni nei luoghi pubblici 
La scorsa estate un pargolo di 6/7 anni che aveva l'abitudine di dare dello stupido al padre (sentito con le mie orecchie), ha scavato una buca praticamente sotto al nostro lettino nella più totale indifferenza. Vista la drammatica inerzia di certi genitori, serve una nuova figura professionale: l'esorcista da supermercato, da ristorante e da spiaggia.

Quelli che parlano al cinema
Non quelli che ridono o piangono.

Quelli che non mettono la freccia
... e quelli che in autostrada lampeggiano come pazzi arrivando da dietro (nonostante tu stia facendo i 135 km/h). Le ipotesi sono due: forse state impedendo loro di decollare; oppure, più banalmente, vogliono segnalare che loro ce l’hanno molto lungo.

mercoledì 7 febbraio 2018

Altered Carbon


Siamo nell'anno 2384 e una tecnologia di origine aliena permette di salvare l’identità di ogni persona in un disco di memoria, trasferibile da un corpo all'altro (custodie). Ciò rende possibile agli esseri umani che se lo possono permettere di sopravvivere alla morte fisica.

Non ho letto Bay City (Altered Carbon) il primo romanzo della trilogia di fantascienza cyberpunk di Richard Morgan. Visti lo scenario e le premesse, le aspettative per questa nuova serie targata Netflix erano notevoli; purtroppo devo dire che, puntata dopo puntata, la delusione è aumentata. Al netto dell'affascinante aspetto grafico-visivo (le citazioni di Blade Runner non mancano) si dipana una sceneggiatura modesta con personaggi a una dimensione; in poche parole manca un po' di sostanza, nonostante le implicazioni etiche e sociali di un tale soggetto. Non si contano le scazzottate: ci sono più cartoni nei 50 minuti di un solo episodio che in Più forte ragazzi. Per i miei gusti troppi muscoli e testosterone. Joel Kinnaman nei panni dello Schwarzenegger del nuovo millennio fa anche la sua parte, ma quando servirebbe un minimo di approfondimento psicologico, si rinuncia o ci si perde. E ancora, da fan di Tarantino non ho niente contro il pulp, però non si può far durare la scena di una tortura mezza puntata! Chiudo dicendo che quando una storia insiste, spingendo su questo versante oppure anche su inseguimenti e sparatorie in serie, io spesso mi annoio. Altered Carbon non è comunque da buttare: si guarda in scioltezza nei momenti buchi surfando superficialmente tra i cult del genere (il razzismo genetico e la divisione in classi sociali di Gattaca, qualcosa di Matrix e Minority Report), tutto questo però senza catturare come avevo sperato.