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lunedì 18 maggio 2020

L'amore ci farà a pezzi

Per chi con questa musica ci è cresciuto, l'ha suonata e respirata, il 18/05/1980 è una data da ricordare. Spesso si parla a sproposito di dischi o band di culto; mai come nel caso di Ian Curtis e Joy Division il termine risulta appropriato.
Curioso pensare come due tra i dischi che ho più amato provenissero da pianeti apparentemente opposti tra loro: i volti bruciati dalla luce dei Talking Heads di Remain in light e il bianco e nero funereo di Closer.



Il lato bianco del mio Unknown Pleasures. Lo ricomprai nuovo di zecca con Closer quando Nannucci (BO) all'inizio degli anni '90, decise che era il momento di svendere tutti i vinili a poche migliaia di lire.
Per chi non l'avesse visto, Control di Anthony Corbijn (2007) è nel complesso un buon film che riesce nell'intento di raccontare la biografia di Ian Curtis senza mitizzazioni e a far emergere le peculiarità di una band esteticamente unica nella storia della musica.

domenica 17 novembre 2019

On the Beach


Nell'epoca pre-internet gli spartiti musicali erano carissimi e introvabili. Io avevo solo quello di Harvest, che sapevo suonare a memoria. Quando il mio grande amico Gigi (detto Belgio perché risiedeva con la famiglia a Bruxelles) tornò al paese per le consuete vacanze estive con lo spartito di On the beach, fu un regalo molto gradito.
Blues, malinconico e struggente: è uno dei miei dischi preferiti di Neil Young. La sua copertina enigmatica mi ha sempre affascinato, a cominciare dal rottame di Cadillac che spunta dalla sabbia, simile ad un razzo schiantatosi sulla spiaggia. Il giallo è il colore dominante, ma l'insieme trasmette tristezza, come una giornata di fine estate. Forse il definitivo addio all'utopia di Woodstock e al movimento hippie? Neil Young, di spalle, è solo di fronte all'oceano della vita: il rimorso per la morte da eroina degli amici Bruce Barry e Danny Whitten (chitarrista dei Crazy Horse); la solitudine per il fallimento della relazione con la moglie, l'attrice Carrie Snoodgress; la scoperta della malattia cerebrale del figlio Zeke. Dopo i trionfi di Harvest, due anni terribili dai quali se ne uscì con un capolavoro, all'epoca poco compreso. Una parte della stampa specializzata lo bollò come deprimente.
Un altro oggetto significativo della copertina, anche se non in gran evidenza, è il giornale: il titolo della facciata richiama il caso Watergate che portò alle dimissioni di Nixon. Neil Young non aveva mai nascosto il suo disprezzo nei confronti presidente americano, reso esplicito nel testo della famosa e tragica Ohio (Tin soldier and Nixon coming) in cui vengono rievocati gli avvenimenti del 1970, quando quattro studenti vennero uccisi durante una manifestazione dalla guardia nazionale.
On the beach è uno di quei dischi degli anni settanta che periodicamente non posso fare a meno di ascoltare, specie nei periodi in cui la scena musicale non offre niente di entusiasmante. Un album da isola deserta.
Tutta la mia devozione a colui che considero quasi come un fratello maggiore che mi ha insegnato a suonare la chitarra.


il manifesto promozionale

venerdì 7 giugno 2019

Ambulance songs - Non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita

La musica - direbbe Kandinskij - è una necessità interiore, una vocazione spirituale a cui, anche da semplice ascoltatore, non puoi sottrarti. Manderà i suoi emissari un giorno, ma tu ricostruirai il senso di quell'incontro solamente a distanza di tempo. (pag.28)

E a distanza di anni, un brano è tornato a farmi visita e a soccorrermi con le sue parole in occasione della morte improvvisa di un carissimo amico. L'ultima volta l'avevo incontrato alla reunion del mio gruppo; sembrava in gran forma: spaccone e simpatico come al solito. Il nome del blog si deve in buona parte a lui, oltre che ovviamente ai Gong, per un certo periodo la nostra band favorita. Abbiamo viaggiato insieme sulle teiere volanti sognando l'anarchia e una rotta per ogni tipo di libertà.

Buon viaggio G
La luce si fa più forte
E tutti i nostri occhi guardano laggiù
Per vedere cosa sta succedendo
Ma è tutto a posto
Presto sarai fuori vista
E navigherai verso il sole

da I Never Glid Before - Gong

venerdì 18 gennaio 2019

1979



Come raccontano gli Smashing Pumpkins, crescendo in una periferia nel 1979 era molto facile annoiarsi (e a volte poteva essere una fortuna) ma di certo non con la musica: ascoltarla ma anche suonarla. Dalla lista pazzesca qui sotto riportata verrebbe da pensare che le annate che finiscono con nove musicalmente siano molto prolifiche... speriamo!
  • Joy Division - Unknown Pleasures
  • The Clash - London Calling
  • The B-52's
  • Talking Heads - Fear of music
  • Public Image Ltd. - Metal Box
  • The Cure - Three Imaginary boys
  • The Police - Reggatta de Blanc
  • The Stranglers - The Raven
E per stare sui classici:
  • Supertramp - Breakfast in America
  • Joni Mitchell - Mingus
  • Fabrizio De Andrè & PFM in concerto
  • Pink Floyd - The Wall
Tre fra le copertine più iconiche di sempre.

martedì 8 maggio 2018

I Zimbra

Un brano che ha ormai quarant'anni ma che (come conferma questa esibizione live di David Byrne) non li dimostra. D'altra parte, associare una ritmica africana ad un poema dadaista è un'operazione che non proprio tutti sono in grado di fare.
Così disse in un intervista Jerry Harrison dei Talking Heads: We also knew that our next album would be a further exploration of what we had begun with "I Zimbra". 
Fear of music è l'album della svolta e delle prime contaminazioni per le teste parlanti. Uno di quelli che non ti stanchi mai di ascoltare.


sabato 10 marzo 2018

L.P. Cover art: Devo - Q: Are we not men? 1978

Prodotto da Brian Eno, usciva quarant'anni fa questa pietra miliare della new wave. La copertina riflette il tipico stile demenziale del gruppo che all'epoca si presentò con una cover memorabile di Satisfaction.
Teorizzarono la de-evolution, cioè il processo che avrebbe portato gli americani a regredire allo stadio di vegetali, rappresentati da loro stessi in scena sotto forma di patate giganti o altri travestimenti, simbolo di regressione e idiozia. In copertina è infatti disegnato un volto con il ghigno ebete dell'americano medio. Col senno di poi, forse non si erano sbagliati di molto.

Io e miei amici fummo folgorati dai Devo: ci pareva di aver messo un piede nel futuro e impazzimmo alla notizia che avrebbero suonato a Bologna; è stato uno dei miei primi concerti in assoluto.
Sotto, il video dell'esibizione al Saturday Night Live del 1978.


venerdì 4 agosto 2017

Dischi che arredano
























Nella nuova camera da letto il posto migliore che ho trovato (dopo il giradischi).
Sotto ovviamente c'è anche Closer.

domenica 11 giugno 2017

1977

Le note autobiografiche di questo blog (che in giugno compie 9 anni) riportano in estrema sintesi: I grew up in the 70's between flower-power and punk. Un decennio di contraddizioni e grandi trasformazioni per gli adolescenti di allora, nati in pieno miracolo economico e poi cresciuti negli anni di piombo.
Il 1977 è l'anno di rottura: il primo gennaio finisce ufficialmente Carosello e la Rai inizia le trasmissioni a colori! Battute a parte e riferendomi alla musica, a Londra esplode definitivamente il fenomeno punk che in Italia come sempre attecchisce in ritardo: i primi emuli li vidi due anni dopo quando abitavo e studiavo a Bologna ad un concerto dei Gaznevada. 
Tornando al nostro anno, ecco una selezione dei 12 album preferiti sulla teiera volante. Ce n'è uno che non mi stanca mai e periodicamente rientra nelle rotazioni dei miei ascolti. Ne ho già parlato qui.



mercoledì 4 gennaio 2017

Quarant'anni fa un titolo profetico: Disoccupate le strade dai sogni

















Dopo il successo di Ho visto anche degli zingari felici e lo sdoganamento verso un pubblico più ampio, nel 1977 Claudio Lolli se ne uscì con album cupo e spigoloso, figlio della repressione delle rivolte che ebbero l'epicentro nella grassa e dotta Bologna del Pci di Zangheri. Ribellione che segnò anche la fine delle illusioni all'alba del 13 marzo, quando una colonna di carri armati sfilò nelle strade del centro. Trent'anni dopo, in un'intervista, l'ex sindaco ammise: di quei giovani non è che avessimo capito un granché. Io che a Bologna c'ero (anche se all'epoca ero solo uno sbarbatello che ci andava di nascosto dai genitori) non posso che confermare. Un vizietto che ancora oggi la sinistra italiana - se così vogliamo chiamare il PD - non ha ancora perso. 

Ed il potere
nella sua immensa intelligenza
nella sua complessità.
Non mi ha mai commosso
con la sua solitudine
non l'ho mai salutato come tale.
Però ho raccolto la sfida,
con molta eleganza e molta sicurezza,
da quando ho chiamato prigione la sua felicità.


Incubo numero zero
Disoccupate le strade dai sogni,
per contenerli in un modo migliore,
possiamo fornirvi fotocopie d'assegno,
un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore...




Di Bologna, dopo 40 anni, che dire... Forse le sue strade non fanno più sognare i giovani, ma io la amo ancora: da Piazza Maggiore ai suoi 40 chilometri di portici; i pochi anni trascorsi lì, sono una parte fondamentale di quello che sono diventato. 
Purtroppo ormai per immaginare un futuro, se non più a cambiare la società, tanti ragazzi (anche non più ragazzi) prendono la via dell'estero: in fuga dall'incubo dei voucher, dai mediocri politici di turno e da un paese dove la ricchezza delle famiglie over 65 è sette volte superiore rispetto a quelle under 30. La prima generazione del dopo-guerra che ha visto arretrare, quasi di colpo, i propri diritti e privilegi. 
Allora mi viene in mente una scritta sul muro. Forse è una storia già vista, chissà... o forse riuscire a fuggire è già una piccola rivolta.


lunedì 13 aprile 2015

Il lettore di vinili

Il mio l'avevo mandato in pensione insieme al xx secolo...

Mio figlio un mese fa si è presentato con un piatto nuovo di zecca e in seguito mi ha sequestrato una parte dei vecchi 33 giri! La cosa più divertente (non ho capito se in senso ironico) è stata quando l'ha definito lettore di vinili.
Sarà anche una moda vintage di questo periodo, ma forse chi è cresciuto con la smaterializzazione della musica ha bisogno di conoscere i supporti fisici.
Io comunque non tornerei indietro, se non per godere della bellezza delle copertine... quanti post gli ho dedicato! (Una settantina)


martedì 24 febbraio 2015

Il 24 febbraio 1975 usciva Physical Graffiti

Dopo aver celebrato Horses , ecco un altro capolavoro datato 1975 che compie proprio oggi quarant'anni.
Una copertina di cui ho raccontato anni fa in uno dei primi post della teiera e che con la sua foto dell'edificio vittoriano al 96 St. Mark's Street di New York è diventata un'icona dell'immaginario collettivo. Un album da collocare in quella schiera di pochi eletti che hanno avuto il merito cambiare il corso della musica, testimoniando in questo caso la summa artistica dei Led Zeppelin e nello stesso tempo la certificazione della morte del classico rock targato 70's in cui Page, Plant, Jones e Bonham sono stati i numeri uno. Due anni dopo arrivò il colpo di grazia con il punk.
Nell'occasione esce l'immancabile edizione super, extra, mega deluxe con sette tracce in più, ma voglio segnalare un interessante tributo uscito in cd con la rivista Mojo: Physical Graffiti Redrawn


1. White Denim – Custard Pie
2. Blackberry Smoke – The Rover
3. Miraculous Mule – In My Time of Dying
4. The Temperance Movement – Houses of the Holy
5. Son Little – Trampled Underfoot
6. Songhoy Blues – Kashmir
7. Syd Arthur – In the Light
8. Laura Marling – Bron-Yr-Aur
9. Max Jury – Down By the Seaside
10. Michael Kiwanuka – Ten Years Gone
11. Duke Garwood – Night Flight
12. Rose Windows – The Wanton Song
13. Kitty, Daisy & Lewis – Boogie with Stu
14. Hiss Golden Messenger – Black Country Woman
15. Sun Kil Moon – Sick Again

domenica 15 giugno 2014

Unknown Pleasures


Trentacinque anni fa, il 15 giugno 1979 usciva Unknown Pleasures.
Fu stampato in diecimila copie senza singoli promozionali. All'inizio le vendite furono piuttosto fiacche fino all'uscita, qualche mese dopo, di Transmission: la miccia che contribuì a far decollare un album destinato col tempo a diventare un cult con una copertina tramutata in icona.

lunedì 26 marzo 2012

La battaglia delle copertine


Ne resterà solo una!

Fine della post astinenza con qualche giorno di anticipo.
A presto!

lunedì 6 febbraio 2012

Copertine scandalo

Sono parecchie nella storia della musica le copertine censurate che hanno fatto scandalo, a cominciare dalla famosa foto dei Beatles macellai con le bambole insanguinate fatte a pezzi (Yesterday and today del 1966) alle troppe donne nude di Electric Ladyland o ai genitali dell'uomo-cane di Diamond Dogs. Di alcune ho già raccontato in questi tre anni e mezzo di blog; qui trovate un'interessante carrellata con le copertine originali censurate a confronto con quelle sostitutive.


























Bow Wow Wow era una band con velleità new wave creata ad hoc da Malcom McLaren che in pratica rubò i musicisti ad Adam Ant convincendoli a formare un nuovo gruppo. La cantante anglo-birmana, Annabella Lwin, aveva solo 14 anni e le beghe iniziarono per la copertina dell'album in questione dal titolo interminabile (‘See Jungle! See Jungle! Go Join Your Gang Yeah! City All Over, Go Ape Crazy!’). L'imitazione de La colazione sull'erba di Manet costò a Malcom e soci una denuncia da parte della madre della ragazza con tanto di indagini di Scotland Yard per via della figlia minorenne che posò nuda per la foto. La copertina fu ritirata e uscì con un'immagine differente in Inghilterra e in USA, mentre in alcuni paesi come l'Olanda rimase com'era. Ad ogni modo, modestissimo è stato il contributo di questa band alla new wave inglese, come si può intuire da questo video del 1981.

giovedì 3 novembre 2011

LP Cover Art: Talking Heads - Remain in light 1980





























Funk, new wave, world music, elettronica e sperimentazione: una combinazione di suoni in grado di cambiare il ritmo dei pensieri. Quando uscì questo disco, la maggior parte delle cose che avevo ascoltato prima mi sembrava inutile e banale.

Anche la copertina è in linea con l'avanguardia musicale rappresentata dai Talking Heads all'inizio degli anni ottanta. L'artwork fu realizzato con il supporto dei computers del Massachusetts Institute of Technology. I volti dei quattro membri della band, in bianco nero su sfondo blu, sono verniciati di rosso, mascherati come terroristi che nascondono la loro identità. Una dicotomia che pone in contrasto il titolo - Rimanere nella luce - con l'aspetto poco rassicurante di Byrne, Frantz, Harrison e Tyna Weymouth.
Nel retro e anche nella busta interna quattro aeroplani rossi con stelle verdi sulle ali volano in formazione sopra le montagne dell'Himalaya. In origine doveva essere questa la facciata principale, poi quando il titolo dell'album venne cambiato (la prima idea, Melody Attack, non convinceva Byrne), l'immagine fu spostata sul retro.

Possiamo perdonare un bambino che ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando gli uomini hanno paura della luce. Platone
I Talking Heads con questo album non solo non hanno avuto paura della luce, ma sono entrati nel suo cuore abbagliando anche tutti coloro che li hanno seguiti, fino all'apoteosi di due concerti indimenticabili a Bologna e Roma nel 1980.




venerdì 22 luglio 2011

LP cover art: Bauhaus - Bela Lugosi's Dead 1979

 


Small Wonder Record era la casa discografica indipendente londinese che nell'agosto del 1979 fece uscire in edizione limitata (5000 copie) in vinile bianco il primo celeberrimo brano dei Bauhaus, pietra miliare del goth rock: nove minuti e mezzo costruiti su un ritmo dub/reggae, con le corde della chitarra elettrica scorticate da Daniel Ash e un giro di basso lugubre e ossessivo. Dopo una lunghissima introduzione, entra la voce tenebrosa di Peter Murphy che declama le vicende del primo attore vampiro della storia del cinema.
Sulla scia del goth inglese, prese piede in Italia il fenomeno dark: all'inizio degli anni '80, specie nelle discoteche alternative, si vedevano schiere di ragazzi e ragazze vestiti totalmente di nero. Come spesso accade dalle nostre parti, questa tendenza divenne ben presto una moda come tante.
Più che il look a me interessava la musica: ascoltarla e soprattutto suonarla; l'anno dopo andai a vederli dal vivo e fu un gran concerto. Dopo il successo furono stampate nuove edizioni con vinili e copertine di altri colori.
L'immagine è stata presa da una sequenza del film Il gabinetto del dottor Caligari, film horror muto del 1920.

Picture Disc ristampato nel 1988 in edizione limitata

venerdì 1 luglio 2011

LP cover art: The Pretenders - Pretenders 1980

























Gennaio 1980: un tempismo perfetto nell'uscita per inaugurare la nuova decade all'insegna della new wave con una sintesi anglo-americana di punk, pop e rock che ebbe successo sia commerciale che di critica.
Chalkie Davis è il fotografo che ha immortalato i quattro Pretenders su uno sfondo chiaro, tutti vestiti in nero con il tipico look post punk, tranne Chryssie Hynde col giubbotto di pelle rossa. Due di loro purtroppo morirono molto giovani: il chitarrista James Honeyman-Scott (primo a destra) nel 1983 per un overdose di cocaina; il bassista Pete Farndon (primo a sinistra) pochi mesi prima per eroina.

venerdì 20 maggio 2011

Vinyl collage #6

Sedie e tavolo con vinyl tovaglia stile Talking Heads/David Byrne

























Pochissimi sono i gruppi per i quali nel tempo sono rimasti immutati il mio entusiasmo e la mia venerazione. I Talking Heads fanno parte di questa elite.

domenica 15 maggio 2011

Vinyl collage #5

Nonostante la domenica di pioggia, un vinyl collage dal sapore marittimo con quiz e citazione.
Tutti, prima o poi, nella propria carriera di appassionati di musica hanno avuto un'infatuazione per il gruppo i cui dischi vedete sulla sedia a sdraio.
Quale copertina di un altro loro album richiama la foto? 

Maggio è il mese ideale per passare il sabato pomeriggio in spiaggia: niente afa, pochi spaccamaroni e finalmente... beach tennis.
Colui che ha rimesso un po' in sesto il mio povero collo mi ha dato il via libera dicendo:
Gioca e divertiti senza fare il fenomeno. Fatto!