giovedì 30 aprile 2009

Attitudine punk

Il mio primo gruppo musicale aveva un'attitudine new wave. Mentre a Bologna c'era già un certo fermento (Skiantos, Gaznevada), in quel periodo nella bassa romagna le band che cercavano di esprimere qualcosa che non fossero cover anni '70 o hard rock stile Van Halen, erano veramente poche e ci si conosceva tutti. Ci ritrovavamo a suonare in quelle rassegne di gruppi locali che ogni tanto venivano promosse per i "giovani" o alle feste dell'unità. In una di quelle occasioni avevo conosciuto due ragazzi (basso e batteria) che avevano messo su un gruppo e che ci davano giù di brutto, in tutti i sensi. Loro avevano un'attitudine punk innata, non solo nella musica, ma proprio come stile di vita.
Dalle nostre parti c'era una grande discoteca dal target fighetto/tamarro che ogni tanto, avendo intravisto il business, organizzava concerti e così una sera ci ritrovammo insieme a vedere i Damned. Da lì cominciammo a conoscerci e a frequentare saltuariamente questo luogo che in realtà detestavo, di solito a tarda ora. Bastava un pezzo un po' più ritmato e finalmente la serata si movimentava: G e Pier si lanciavano a pogare come forsennati seminando il panico e lo scompiglio nella pista, che ben presto si svuotava, visto anche l'aspetto minaccioso e la stazza notevole dei due soggetti. Bastò che la scena si ripetesse diverse sere perché i ragazzi cominciassero a diventare un problema. Così una sera furono avvicinati da Verdone, uno dello staff (fra l'altro mio amico di infanzia) così soprannominato per la stazza, e invitati nell'ufficio del direttore o del padrone del locale. Quando uscirono, tutti soddisfatti mi invitarono a mangiare nel costosissimo ristorantino della discoteca: in pratica gli era stata offerta una cena con la promessa di non danneggiare più l'immagine del locale. Li seguii perplesso, mi pareva strano conoscendoli che avessero accettato il compromesso. Ci sedemmo, ordinammo da bere e G propose un brindisi, finito il quale lanciò il bicchiere contro la parete, subito imitato da Pier. Ora li riconoscevo! Si metteva male; tempo dieci secondi e Verdone si precipitò al tavolo infuriato, dovendo però mantenere un certo contegno per il bonton del locale. Giuro, mi pareva di essere in un film; può anche darsi che G fosse stato ispirato da Blues Brothers che era uscito in quel periodo, tra l'altro come corporatura e fisionomia ricordava non poco John Belushi. Per concludere, Verdone avvisò che avrebbe chiamato i carabinieri e a quel punto io mi defilai con l'approvazione dei due che non vollero mettermi in mezzo. In effetti si stava andando veramente oltre; loro comunque, malgrado tentassi di convincerli, non si sarebbero mossi dal ristorante. Dopo pochi minuti arrivò la volante e furono accompagnati all'ingresso alla presenza di Verdone per chiarimenti. Fu a quel punto che la situazione precipitò, perché alla domanda delle forze dell'ordine relativa ai bicchieri rotti, G rispose con aria ingenua che non capiva tutto quel caos: erano stati invitati a cena dal padrone e i bicchieri si erano rotti durante un brindisi. Verdone, sentendosi preso per il culo, perse il lume della ragione e all'istante si scaraventò contro G. Entrambi andarono a sbattere con violenza inaudita contro l'auto dei carabinieri ammaccandola in maniera vistosa. I carabinieri basiti rimasero immobili; Verdone resosi conto della cazzata e del fatto che la situazione gli si stava rivoltando contro si calmò immediatamente e tutto finì con pacche sulle spalle. L'unica a rimetterci alla fine fu l'auto dei carabinieri. Non ho mai saputo chi risarcì il danno.
Quando incominciai a frequentare l'università a Bologna li persi di vista, i due fenomeni. Ogni tanto qualcuno mi aggiornava sulle loro gesta. Dopo vent'anni ho rincontrato G per caso all'ospedale, eravamo entrambi in visita ai genitori. Credo che ora faccia il rappresentante; la somiglianza con John Belushi c'è ancora tutta, anche se è svanito lo sguardo truce di un tempo: un ex-punk quarantenne in piena forma, un po' stempiato, con la faccia simpatica e la battuta pronta. Molto più dignitoso di John Lydon.
Dead Kennedys - Too drunk to fuck
mp3

mercoledì 29 aprile 2009

Impossibile non essere d'accordo

"Come ci si può divertire in una festa in cui le birre sono calde e le donne sono fredde?"
Groucho Marx da Monkey Business (Quattro folli in altomare 1931)
"Sono interessato al futuro perché ci passerò il resto della mia vita"
Charles F. Kettering 1876 - 1958
Uno dei più prolifici ingenieri ed inventori del xx secolo.

lunedì 27 aprile 2009

Motori di ricerca mp3 al limite

Navigare in rete alla ricerca di informazioni musicali, ma soprattutto di musica vera è sempre uno spasso (con il rischio però di dimenticarsi il mondo reale, come quella volta che ho acceso il forno a 200° con dentro un contenitore di plastica). Un mondo in continua evoluzione pieno di risorse, che può essere suddiviso in tre categorie.
La musica legale: youtube, i-tunes, last fm, myspace, ecc..
La musica pirata: rappresentata soprattutto dal peer to peer, dove praticamente chiunque sia un po' sveglio è in grado di scaricare il 90% e passa della musica prodotta negli ultimi 50 anni.
Infine c'è una rete border line fatta di blogs, motori di ricerca strani e servizi di upload tramite i quali chiunque può condividere velocemente anche files molto pesanti.
dilandau - motore di ricerca di file mp3 che uso spesso. Se nella rete un gruppo o un artista mette a disposizione un brano in occasione dell'uscita di un disco, prima o poi comparirà anche qui. Ho visto che va anche a pescare da fileden e questo non so quanto sia legale. Dà la possibilità di ascoltare, scaricare il brano e riprodurlo nel proprio blog con un lettore molto leggero.

airmp3 - molto simile al motore precedente, ma poggia su un server un po' ballerino: certe volte non si carica o rallenta. Il lettore messo a disposizione mi piace molto perché è essenziale (come si vede dall'immagine) ed ha una scritta scorrevole con artista e brano. Bisogna però guadagnarselo copiandosi il codice dalla sorgente pagina. Ovviamente il brano si può anche scaricare.
music.katz.cd - a quanto pare raccoglie in un motore di ricerca costantemente aggiornato tutti i link ai files che vengono caricati su servizi tipo rapidshare e tanti altri simili da tutto il mondo. Ci si trova di tutto e tanto. Credo però che i files abbiano vita breve.
C'è anche seeqpod, più votato alla legalità (da qualche giorno però inagibile), e altri servizi che tengo per la prossima puntata. Ovviamente nulla di esaustivo, figuriamoci.
La rete è sempre più condivisione e a me piace condividere non solo la musica, ma anche il resto.

domenica 26 aprile 2009

La musica in televisione: MTV live, un'altra occasione persa

Ingenuamente, nutrivo qualche aspettativa nei confronti di questo nuovo canale musicale della piattaforma Sky (702). In una giornata uggiosa come oggi ho pensato di andare a vedere quale concerto potevo gustarmi e mi sono trovato Eros Ramazzotti (ieri ho girato per caso e c'era Ricky Martin). Allora ho scorso la programmazione odierna ed ecco le proposte: 14: Laura Pausini - 16,10: Spice Girls - 17,30: Ligabue - 19,20: Fabri Fibra - 21,05: Pino Daniele
Poi mi sono fermato perché mi è venuta la depressione.
Leggo dal sito di Sky: "Esibizioni live a 360°: rock, pop, hip hop, elettronica, ma anche black, r&b, chill out, jazz, acid jazz, house con attenzione alle band emergenti ed alle nuove sonorità."
Va beh, sarò stato sfortunato; però sono più propenso a credere che televisivamente siamo il terzo mondo della musica. Per non parlare della RAI che, come ha già sottolineato l'amico Silvano, manda in onda programmi al limite della pedofilia musicale come "Ti lascio una canzone". Poi ci si esalta tanto perché a Xfactor ci sono tre ragazzi trentini che suonano del rock; ma in che mondo vive sta gente? (Critici musicali, dj delle radio, ecc...)
A parte lo squallido fenomeno delle cover band, la musica italiana è dieci volte meglio di come viene rappresentata in TV. Basta un esempio tra i tanti: Julie's Haircut, fortissimo gruppo emiliano, al quarto disco più EP in 10 anni: qualcuno ne ha mai sentito parlare?

venerdì 24 aprile 2009

Silversun Pickups: live session at Kwod Radio of Sacramento

Breve ma intensa session live alla radio di Sacramento della band californiana guidata da Brian Aubert. Insieme a Decemberists, The National e Stateless tra i preferiti delle nuove leve degli ultimi anni.

Well thought out twinkles (dal primo album CARNAVAS) mp3

giovedì 23 aprile 2009

Arthur Rimbaud - Saldo


L'attualità di Arthur Rimbaud (1854-1891) malgrado sia morto ormai da più di un secolo è ancora impressionante. Dal suo capolavoro Illuminazioni, un testo che pare una visione della nostra epoca: intuizioni geniali che forse vanno oltre l'intento stesso del poeta. La prosa è lucida e crudele e non può lasciare indifferenti; ogni frase evoca riflessi e visioni del nostro presente. A chi avrà voglia di leggere questa splendida poesia in prosa, il gusto di coglierne i significati e le molteplici chiavi di lettura.
SALDO
In vendita quel che gli Ebrei non hanno mai venduto, quel che nobiltà e delitto non hanno mai gustato, quel che l'amore maledetto e la probità infernale delle masse ignorano; quel che né il tempo né la scienza devono riconoscere;
Le Voci ricostituite; il fraterno risveglio di tutte le energie corali ed orchestrali e le loro applicazioni istantanee; l'occasione, unica, di liberare i nostri sensi! In vendita i Corpi senza prezzo, fuori da ogni razza, da ogni mondo, da ogni sesso, da ogni discendenza! Le ricchezze che scaturiscono ad ogni passo! Svendita di diamanti senza controllo! In vendita l'anarchia per le masse; la soddisfazione irrefrenabile per i dilettanti superiori; la morte atroce per i fedeli e gli amanti! In vendita le abitazioni e le migrazioni, sport, fantasmagorie e comfort perfetti, e il rumore, il movimento e l'avvenire che essi producono! In vendita le applicazioni del calcolo e i salti d'armonia inauditi. Le trovate e i termini insospettati, possesso immediato. Slancio insensato e infinito verso splendori invisibili, verso delizie insensibili, - e i suoi segreti sconvolgenti per ogni vizio - e la sua spaventosa allegria per la folla. In vendita i Corpi, le voci, l'immensa opulenza incontestabile, ciò che non sarà mai venduto. I venditori non hanno ancora terminato la svendita! I viaggiatori non dovranno consegnare la loro provvigione così presto!
A. R. - Roberto Vecchioni

mercoledì 22 aprile 2009

Signor Censore

In ordine più o meno cronologico: Dario Fo e Franca Rame, Pasolini, Alighiero Noschese, Beppe Grillo, Luttazzi, Travaglio, Paolo Rossi, Caterina Guzzanti, Paolo Hendel e di certo altri ne dimentico. Finalmente anche tu sei entrato nel club, caro Vauro. Passano gli anni ma il vizietto italico non si smentisce mai. Ormai anche Silvan, noto polemista satirico, rischia la radiazione.
A una settimana dalla ridicola sospensione da Annozero, dedico questa canzone di Bennato a tutti i censori e ai loro patetici lacché.

Signor Censore - Io che non sono l'imperatore (1975!!)

lunedì 20 aprile 2009

Vivere a San Francisco


Outsidelands Festival di San Francisco. Anno scorso il gruppo di punta furono i Radiohead (qui il loro concerto del 22/08).
Quando vedo manifesti come questo, la voglia di espatriare e trasferirmi a San Francisco dalla mia amica Rita diventa irrefrenabile. Andammo a trovarla nell'estate del 2001, ma sfortunatamente lei dovette tornare in Italia per un lutto famigliare. Ci mise anche la sua casa a disposizione, ma preferimmo noleggiare un camper e girare la California e l'Arizona in libertà. Passammo tre settimane indimenticabili: San Diego, Joshua Tree, Gran Canyon, Sequoia Park, San Francisco e poi lungo la Pacific Coast Road, da Monterey fino a Los Angeles. Torneremo cara amica; non credo che abbandoneremo questa zattera marcia alla deriva che è l'Italia (come tu hai avuto il coraggio di fare 15 anni fa) ma prima o poi torneremo. Finalmente siete riusciti a cacciare Bush sostituendolo con l'Abbronzato e a occhio e croce direi che dovreste averci guadagnato (in compenso però avete ancora Terminator). Per quanto riguarda noi, lasciamo stare: qui regna la gerontocrazia dei culi cosparsi di colla attak!


Il nostro supertecnologico motorhome.

domenica 19 aprile 2009

Stella - Sylvie Verheyde

Segnali di vitalità dal cinema francese. Dopo La Classe e Racconto di Natale, un'altra storia che ho perso al cinema, ma che merita di essere vista.
Stella, dell'esordiente Sylvie Verheyde, racconta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza di una bambina alla fine degli anni '70. Il racconto si snoda nell'arco di un anno scolastico e descrive con realismo e sensibilità un'età di passaggio delicata, una tappa obbligata per gli adolescenti di ogni epoca, cioè il momento in cui si compiono scelte e si vivono situazioni che spesso andranno a condizionare la nostra vita: la scelta delle amicizie, gli interessi, le difficoltà a scuola, i problemi familiari. Il film, d'ispirazione autobiografica, riesce a toccare tutte queste corde facendole vibrare, grazie anche alla bravura di Léora Barbara, la cui apparente indifferenza e l'essere cresciuta troppo in fretta celano una sofferenza e una fragilità che emergeranno quando entrerà inevitabilmente in contatto con un ambiente sociale più elevato del suo. - Sapevo tutto sul flipper, sul biliardo, sul gioco delle carte e anche su come nascevano i bambini, ma niente di tutto il resto. Una sorta di 400 colpi al femminile, con tutte le dovute distanze per il capolavoro di Truffaut che proprio quest'anno compie 40 anni. Merito alla Sacher di Nanni Moretti per averlo distribuito in Italia.

venerdì 17 aprile 2009

Fake plastic tree - Radiohead

E' il terzo singolo tratto dal secondo album The Bends dei Radiohead del 1995. Malgrado il disco non fosse andato molto bene nelle vendite, Fake plastic tree raggiunse un buon 20° posto in UK.
E' proprio vero che spesso le canzoni più semplici sono le migliori. Pochi accordi con la chitarra acustica bastarono a Thom Yorke per fare esplodere tutta la sua vocazione lirica. In studio registrò voce e chitarra in una sola sessione, lasciando poi le rifiniture agli altri.
La dolcezza del brano stride spesso con il testo, a tratti lugubre, a tratti surreale: "She lives with a broken man/ A cracked polystyrene man who just crumbles and burn" ("Lei vive con un uomo a pezzi/Un uomo di polistirolo marcio che si sbriciola e brucia)
L'albero finto di plastica del titolo si può interpretare come una metafora della finzione umana, anche se pare che Thom Yorke abbia scritto il testo pensando al consumismo e alla massificazione della società. Così l'incipit:
Il suo innaffiatoio di plastica verde
Per la sua piantina di gomma cinese finta
Nella terra di plastica finta
Che ha comprato da un uomo di gomma

In una città piena di piani di gomma

mercoledì 15 aprile 2009

Ti ricordi quando eri di plastica?

Manet - bevitore d'assenzio 1859
Dopo il chiromante, ecco un altro personaggio appartenente alla galleria di strambi fantastici che si potevano incontrare nel mio paese d'origine.
Wilkinson aveva un'età tra i 40 e i 50 anni, era basso di statura e corpulento, portava barba e capelli lunghi ma l'abbigliamento era sempre molto curato, con un tocco di classe dato dai cappelli a tesa larga che quasi sempre indossava. Abitava con la madre, non lavorava e tutti i giorni percorreva il marciapiede del corso principale facendo tappa metodicamente in tutti i bar a bere superalcolici. Un po' ci metteva soggezione, ma era diventato l'idolo di noi giovinastri perché i suoi numeri erano improvvisi ed esilaranti. Di giorno solitamente parlava poco, forse perché troppo impegnato nell'opera di autodistruzione etilica e se si rivolgeva a qualcuno, non lo faceva per dialogare, ma per esprimere un concetto o un ragionamento non sempre di facile interpretazione. Una frase ermetica diventata storica fu quella che pronunciò verso di me in dialetto una volta che lo incrociai sulla porta del bar: - Ti ricordi quando eri di plastica?
Un po' più pesante fu l'invettiva che un pomeriggio urlò rivolto al prete, vedendolo passare: - Le suore le abbiamo già cxxxxxxe tutte, adesso vogliamo inxxxxxxe i preti. Eravamo seduti all'esterno del bar e l'imbarazzo fu totale, ma tutti lo conoscevano e lo tolleravano, tanti lo avevano in simpatia. Con il passare degli anni la sua camminata si fece sempre più lenta e strascicata, il respiro affannoso; l'alcol lo stava debilitando e probabilmente fu proprio in quel periodo, quando fu obbligato a ridurre il suo consumo, che cominciò a soffrire di delirium tremens. Fu visto e sentito mentre urlava guardandosi attorno: - Wilkinson dove sei? Lo so che sei venuto a uccidermi. Chissà da quale incubo era uscito il suo uomo. Brutta bestia l'alcolismo.
Quando era ancora in forma ogni tanto lo si vedeva sfrecciare con il Cavalcone, il motore da cross che ben presto gli venne requisito. Finì anche nelle cronache locali perché un giorno salì senza essere visto su un furgone del latte, lo mise in moto e fuggì. Fu avvistato e inseguito dalla polizia sulla strada per Bologna. Vistosi raggiunto, accostò il furgone, scese e tentò la fuga nei campi. I poliziotti, una volta che l'ebbero catturato e identificato, capirono subito che non era un furto "normale" e quando gli chiesero il motivo del suo gesto, rispose che l'aveva fatto perché voleva andare al concerto di Patti Smith. Il giorno dopo sulla cronaca locale: "RUBA FURGONE DEL LATTE PER ANDARE AL CONCERTO DI PATTI SMITH".
Ci eravamo affezionati e la sua presenza accompagnava i nostri pomeriggi di studenti svogliati e le calde notti estive, quando si tirava tardi davanti al bar già chiuso. Spesso si affacciava e quando era in forma cominciavano discussioni surreali sui massimi sistemi. Quasi mai veniva preso in giro, perché in fondo lo sentivamo come uno di noi; noi che non volevamo integrarci e tentavamo di sfuggire alla vita monotona di provincia. Qualche stupido ogni tanto ci provava, ma Wilkinson aveva una specie di radar: con calma e compostezza, chiudeva gli scuroni e con un cordiale "buonanotte ragazzi" usciva di scena: un vero loser di classe. Una sera vedemmo del fumo uscire dalla finestra e poco dopo arrivarono i vigili del fuoco: Wilkinson aveva dato fuoco al letto. "E brusa ben parò" fu il suo secco commento in dialetto.
Se ne andò per sempre versò la metà degli anni '80. Amici di un gruppo rock locale composero e gli dedicarono una canzone. Chissà quale splendida poesia in musica avrebbe composto Faber se lo avesse conosciuto.

martedì 14 aprile 2009

La teiera volante

Da oggi ho assunto un nuovo titolo: 360 gradi prima e dopo la musica va in pensione. In un pomeriggio d'estate dell'anno scorso ero partito con l'intenzione di parlare esclusivamente di musica (che resta comunque il riferimento principe) poi col passare dei mesi, anche grazie alle vostre visite e ai vostri spunti, il raggio d'azione si è allargato e un po' alla volta ho preso confidenza con la realtà dei blog, un aspetto della rete che avevo quasi sempre ignorato. Non mi sono montato la testa: La teiera volante - già comunque presente come simbolo in omaggio ai Gong - è semplicemente un titolo che rappresenta meglio ciò che queste pagine sono diventate. Il viaggio prosegue. Always 360° on the flying teapot.

COVER vs ORIGINAL: Bat For Lashes - Use somebody

Proviamo a riprenderci con la musica.
La classe di Natasha Khan, affascinante musicista anglo-pakistana, nel reinventare magicamente questa canzone dei Kings of Leon già comunque bella.
BBC Radio1 Live Lounge.


Kings of Leon - Use somebody mp3
Bat for Lashes - Use somebody mp3

sabato 11 aprile 2009

Guitar heroes #5

Anche se non si può proprio parlare di nuove leve, rispetto alle precedenti gallerie facciamo un salto in avanti per immortalare una delle ultime generazioni di chitarristi. Sono nati negli anni settanta, perciò non ancora quarantenni. Non è neanche facile trovare chitarristi più giovani emersi negli ultimi anni. La chitarra elettrica non è più considerata lo strumento principe all'interno delle ultime generazioni di band, soprattutto un certo uso più tradizionale legato agli assoli, ai virtuosismi o alla creazione di riff alla Rolling Stones.
Non nascondo la mia ammirazione per Jonny Greenwood. L'ho visto all'opera dal vivo molto da vicino e devo dire che insieme al talento e al carisma di Tom Yorke emerge la sua straordinaria vena compositiva unita alla sua capacità di eseguire i brani dal vivo portandoli ogni volta in territori nuovi.

Jonny Greenwood (Radiohead) Rolling Stones best 100 guitarists all time #52


John Frusciante (Red Hot Chili Peppers) Rolling Stones #18


Jack White (White Stripes - Racounters) Rolling Stones #17


Yoav - Chitarrista di origine israeliana di cui ho già parlato.

venerdì 10 aprile 2009

mercoledì 8 aprile 2009

L'invasione musicale primaverile

La primavera è un momento prolifico per le nuove uscite. Ho fatto una selezione delle cose che ho più ascoltato ultimamente.

PJ Harvey & John Parish - A Woman A Man Walked By
Forse io sono rimasto fermo con una mia idea, mentre lei è andata oltre. Mi piace sì, ma non con l'entusiasmo di un tempo. Ci sono episodi strabilianti e qualche brano che mi convince meno. Comunque PJ è sempre PJ: una spanna sopra alle sue colleghe.

Silversun Pickups - Swoon
- Sembra una donna con la voce da uomo; anzi no sembra un maschio con la voce da femmina. Due anni fa in auto, ascoltandoli per la prima volta io e il resto della ciurma a discutere senza trovarsi d'accordo. Arrivato a casa, scopro che sono di Los Angeles e il cantante dalla voce molto particolare si chiama Brian Aubert. A questo loro secondo lavoro forse manca un po' della freschezza del loro primo Carnavas. Indie rock, dream-pop, alt-rock, neo-gaze: le solite insulse etichette-gabbia. Io li trovo divertenti ed estremamente "californiani"; forse leggermente adolescenziali, ma ogni tanto ci sta.
Panic switch mp3

Bat
for Lashes - Two suns
Vocalità molto originale (in certi passaggi ricorda Kate Bush) per Natasha Khan, musicista anglo-pakistana che ama le sonorità eteree, le percussioni tribali e sipingersi il viso come una dea pagana. I Radiohead l'hanno voluta come supporter al loro ultimo tour. Questo secondo disco cresce ad ogni ascolto e conferma le sue doti.
Glass mp3
Moon and moon mp3

The Decemberists - The hazards of love

Ne ho già parlato pochi giorni prima della sua uscita: per me finora il miglior disco del 2009.

Cursive - Mama I'm Swollen
Ho conosciuto per caso questo gruppo americano del Nebraska vedendoli suonare al David Lettermann Show. E dire che sono già al sesto album. Dal vivo mi sono parsi interessanti, ma il disco, in cui comunque spiccano buone canzoni, non mi ha convinto del tutto; non ho ritrovato quel phatos che avevo intravisto dal vivo.

lunedì 6 aprile 2009

...and now the end is near

Lo scorso sabato mattina passavo davanti ad uno dei negozi di dischi più forniti della mia provincia, uno dei pochi che ancora resiste. Volevo avere subito l'ultimo dei Decemberists, The hazards of love, senza attendere i soliti tempi di spedizione. Mi hanno chiesto 21,90€! Anche qualche goccia di sangue no?
A questo punto ho realizzato che la parola fine per i negozi di dischi è molto più prossima di quanto pensassi. La chiusura imminente di Nannucci ne è l'emblema.
Su Amazon UK ho pagato 13€, spese di spedizione comprese.
Pazienza, aspetterò qualche giorno, ci sono problemi ben più gravi. Mentre sto concludendo questo post ho saputo del terremoto in Abruzzo. Domenica sera si era avvertita qualche leggera scossa anche qui in Romagna. Oltre al dispiacere, mi viene una gran rabbia: una tragedia annunciata; leggete cosa scrive Anna, amica blogger de L'Aquila.

venerdì 3 aprile 2009

Il tempo della rete

Ho un caro amico che lavora a Milano per una multinazionale con un incarico di una certa importanza. Una sera qualche anno fa era ospite a cena e notando un quotidiano sulla libreria mi chiese se ero abituato a comprarlo tutti i giorni. Alla mia risposta positiva mi chiese quasi stupito: - Ma dove trovi il tempo di leggerlo? Ecco la chiave dei due quesiti: il tempo. Averlo, trovarlo, come utilizzarlo; uno dei beni più preziosi che ci sono concessi.
Negli ultimi tempi però il giornale non lo compro più tutti i giorni, ma non per questioni di tempo, che per fortuna continua a non mancarmi. Indovinate perché? Colpa (o merito?) della rete e dei blog, oltre che della qualità dei giornali/sti. Mi sono fatto prendere, mi interessa e mi soddisfa il poter condividere i miei interessi, le mie idee e nello stesso tempo recepire quelle degli altri. Ogni tanto mi prende un pizzico di rammarico perché oltre alla lettura del quotidiano, ha subito un crollo notevole il tempo per i libri. Sono sempre stato un lettore assiduo: saggi, romanzi, fumetti. Ora sono alle prese con il terzo capitolo della trilogia di Stieg Larsson, peraltro molto avvincente, ma procedo con una lentezza irritante. La presenza davanti al monitor ha preso il sopravvento, però immagino che una volta passato l'entusiasmo per la novità (sono già otto mesi) la distribuzione del tempo da dedicare ai miei interessi tornerà ad un maggior equilibrio. In caso contrario non me ne farò un cruccio eccessivo, almeno fino a quando i miei occhi non cominceranno a creparsi come quelli di gatto Silvestro.
La mia curiosità a questo punto sarebbe di capire se si tratta di una specie di sindrome che ha preso solo me o risulta una condizione condivisa da altri gestori di blog.

mercoledì 1 aprile 2009

L . P. Cover Art: David Bowie - Pin Ups 1973


Per la copertina del suo primo e unico disco di cover, Bowie scelse una foto che in realtà era stata scattata per Vogue dal fotografo Justin De Villeneuve, il quale si fece convincere dal cantante a non cederla alla famosa rivista di moda con un semplice argomentazione numerica: Vogue vendeva di solito circa 80.000 copie, il suo nuovo disco si prevedeva arrivasse intorno al milione.
La modella inglese Twiggy, prototipo della bellezza androgena e anoressica che stava prendendo piede nel mondo della moda, arrivò per il servizio fotografico dopo una vacanza alle Bahamas. Il pallore di Bowie strideva con l'abbronzatura della modella, perciò i due vennero truccati in modo da invertire gli effetti: il volto di lei fu schiarito con una maschera che riprendeva la carnagione del corpo del cantante, il cui viso fu abbronzato come il corpo di Twiggy. La presenza della modella costituiva anche un richiamo al titolo Pin Ups, metaforicamente le covers scelte da Bowie per sfilare in questo album. Il disco fu registrato a Parigi e uscì nei negozi il 19 ottobre del 1973, in contemporanea con un'altro disco di cover di Brian Ferry, These Foolish Things. Probabilmente furono presi accordi dalle case discografiche (RCA e Virgin) per non danneggiarsi a vicenda, ma la vendite com'era facile prevedere, premiarono Bowie che il 3 novembre entrò al primo posto nella classifica degli album UK dove rimase per ben cinque settimane.
Una delle mie cover preferite di questo disco, che segna il distacco dagli Spiders From Mars, è See Emily Play di Syd Barrett, musicista che Bowie aveva sempre ammirato.