sabato 27 febbraio 2010

Thom Yorke e i suoi Atomi per la pace


Atoms for peace è il nome della nuova band/progetto di Thom Yorke che pare esordirà al Festival di Coachella il 18 aprile (nella lineup ci sono ancora i punti interrogativi). L'altra sera suonando a Cambridge al UK's Green Party il cantante dei Radiohead ha presentato tre nuovi brani che probabilmente entreranno a far parte del repertorio del gruppo. I titoli:The Daily Mail (eseguita al piano), Give Up the Ghost e Mouse Dog Bird, due delicate ballate acustiche con un loop vocale a supporto che mi sono piaciute al primo ascolto.

venerdì 26 febbraio 2010

Anno Zero: Mauro Pagani e l'inquisitore Giovanardi

Il nostro "stupefacente" Giovanardi, già noto per la sensibilità di alcune sue recenti dichiarazioni (Stefano Cucchi è morto perché anoressico, drogato e sieropositivo) è tornato a sentenziare, questa volta contro Anno Zero, colpevole ieri sera di aver mandato in onda un inno alla droga. Premetto che mi sono perso qualche passaggio, avendo fatto zapping finché giocava Siena, impegnata in Eurolega, ma non ho avuto assolutamente questa impressione. Quest'uomo, già in diverse occasioni, mi è parso di un'ottusità avvilente! Ogni volta che lo vedo e lo sento parlare lo associo istintivamente ad un inquisitore medioevale, tipo Bernardo Gui ne Il nome della rosa.
Un uomo invece che ieri sera ho particolarmente apprezzato è stato Mauro Pagani. Ha parlato pochissimo ma in un intervento di cinque minuti, con lucidità e coerenza ha messo a fuoco problemi basilari legati al mondo giovanile e al valore e l'importanza della musica (la nostra seconda lingua) nell'educazione. Poi va beh, c'era Morgan con i soliti discorsi e quando parlava ne approfittavo per andare vedere la sfida di basket tra Siena e Real Madrid.

giovedì 25 febbraio 2010

The Jam - Going Underground

Nei primi mesi di vita del blog era una specie di rubrica: i video musicali dei primi anni '80 dalla tv inglese. Dopo Bauhaus, PIL, Japan, Siouxsie, Madness, New Order, Ultravox, è la volta dei Jam, che con questo 45 giri nel marzo del 1980 raggiunsero per la prima volta la vetta della classifica in UK e furono invitati come da prassi a Top of The Pops. Un canzone che ricorda lo stile irruento dei primi Clash con un testo politico rivolto contro la corsa agli armamenti delle potenze e l'indifferenza della gente, mentre la Thatcher si apprestava a governare in Inghilterra per tutti gli anni '80.

martedì 23 febbraio 2010

LP cover art: Blind Faith 1969


Uno dei primi esempi di supergruppo che adesso va così di moda: Eric Clapton, Stewe Winwood, Ginger Baker e Rich Grech. Fecero un solo disco dal titolo omonimo nel 1969 e poi ognuno andò per la sua strada. Insieme a Electric Ladyland è una delle copertine più famose, censurate e controverse nella storia della musica. Il fotografo Bob Seidemann, già famoso per aver fotografato nuda Janis Joplin, era amico di Eric Clapton e fu incaricato di realizzare la copertina. L'idea era di catturare il momento di passaggio dall'età dell'innocenza all'adolescenza. Seidemann racconta nel suo sito che un giorno in metro a Londra vede una ragazzina in divisa scolastica e rimane colpito dalla sua bellezza; la ferma e le chiede se vuole posare per la foto di copertina del nuovo disco di Eric Clapton. Lei (non proprio una sprovveduta) gli chiede se per caso dovrà spogliarsi e a risposta affermativa, accetta comunque. Viene organizzato l'incontro con i genitori che sono d'accordo, ma la ragazza si dimostra più timida del previsto, inoltre ha quattordici anni e ha già superato l'età dell'innocenza. La sorella undicenne Mariora Goschen si fa avanti offrendosi per la foto e il fotografo resta folgorato: un angelo di Botticelli. Così la foto si fece e venne intitolata Blind Faith (fede cieca), nome poi adottato da Clapton per la band. La casa discografica non era per niente d'accordo, anche per via del modellino d'areo dalla forma fallica, ma lo stesso Clapton si impuntò minacciando addirittura di non pubblicare il disco, che alla fine vide la luce senza il nome della band in copertina: solo la foto. In America scattò immediatamente la censura e lo scatto dello scandalo fu sostituito con l'immagine della band. Leggende metropolitane cominciarono a fiorire in Inghileterra sull'identità della ragazzina: si diceva che fosse la figlia illegittima di Ginger Baker o perfino una groupie tenuta prigioniera dai musicisti.

lunedì 22 febbraio 2010

Ricordi d'estate e di luce (Islanda 2009)

Ieri finalmente un po' di sole. Non sopporto l'inverno e questo sembra non finire mai, tant'è che oggi siamo ripiombati nel grigiore. Allora per consolarmi ripenso ad Aaron (sempre intento ad ascoltare i Sigur Ros e a scrutare l'orizzonte) e agli altri compagni di viaggio conosciuti l'estate scorsa in Islanda, una terra magica e primordiale dove le nostre giornate non finivano mai tra ghiacciai, vulcani, cascate e bagni caldi. Ebbri di luce come diventano tutti gli islandesi in quel periodo in cui il sole non tramonta mai. Se a noi sembra lungo e grigio l'inverno, provate a immaginare cosa vuol dire farsi sei mesi l'anno quasi sempre al buio. Per forza poi ci sono feste come Jónsmessunótt, organizzata in occasione del solstizio d'estate: un baccanale che dura due giorni. Per tradizione c'è chi si rotola nudo sull'erba ritenendo che la rugiada notturna abbia effetti benefici. L'anno successivo alla fine dell'inverno in Islanda nascono tanti bambini.
Le mie foto con colonna sonora di Sigur Ros e Eddie Vedder.

sabato 20 febbraio 2010

Dischi punizione

Nell'era pre-web a tutti è capitato uno sbandamento, un momento in cui ci siamo fatti influenzare da una recensione o da qualche suggestione e ci siamo messi in casa, a scatola chiusa, un disco indecente. Facciamo coming out: fuori gli scheletri dall'armadio!
A me è venuto in mente questo
Già solo la copertina avrebbe meritato la lapidazione.
Non so perché lo comprai, forse avevo diecimila lire da buttare: ricordo solo che era in vetrina nel triste negozietto del mio paese e che mi fece talamente schifo che lo ascoltai una volta sola per poi farlo sparire o scambiarlo.

venerdì 19 febbraio 2010

Githead - Landing


Colin Newman (voce e chitarra dei Wire); Robin Rimbaud (aka Scanner, musicista elettronico e multimediale, già collaboratore anche dei Radiohead) Malks Spigel e Max Franken (gli israeliani Minimal Compact).
Questi quattro insieme ci fanno capire perché ancora ai nostri giorni può avere senso parlare di post-punk al di fuori di operazioni revival o ricalchi più o meno ripetitivi. In questo caso l'etichetta ha più senso come riferimento biografico, perché è molto riduttiva sulle sonorità che si possono ascoltare nelle dieci tracce che meritano un'attento ascolto. Shoegaze, un filo di elettronica carburata al punto giusto, groove ipnotici e un basso pompante e oscuro come piace a me. L'album (il loro terzo da ascoltare a manetta) è uscito a dicembre 2009.
Take off

mercoledì 17 febbraio 2010

Dalla Melevisione al Grande Fratello

Sta per chiudere La Melevisione, uno degli ultimi spazi televisivi ideati al di fuori della logica puramente commerciale (cartoni + pubblicità = consumi) che mira a trasformare i bambini in accaniti consumatori, despoti tra le mura domestiche. La TV dei ragazzi diventa sempre di più la TV dei paparazzi, con la fascia pomeridiana che vede il dominio incontrastato del modello Uomini e Donne, o meglio: Decerebrati e Zoccole.
La mia fonte (figlia di amici) raccontava tempo fa di due sue compagne di scuola di nove anni, esaltate perché un lunedì sera si erano trovate per stare alzate a guardare Il Grande Fratello fino a tarda ora e votare. Dalla Melevisione direttamente alle gesta di Cristina Del Basso e company: la videocrazia esige il suo tributo di carne sempre più giovane e fresca.

martedì 16 febbraio 2010

Quando Iggy Pop e Debbie Harry per un soffio non andarono a Sanremo

Alla fine degli anni '70 dovevano andare a Sanremo. La manifestazione era in crisi e doveva aprirsi un po' alla trasgressione e alle nuove tendenze, ma dopo queste due foto la RAI decise di non chiamarli più e furono rimpiazzati da Anna Oxa in versione punk.

foto Bob Gruen - Toronto 1977


Bob Gruen - Toronto 1977

Passato qualche anno ci riprovarono dopo essersi pentiti e dati un contegno, ma il direttore artistico aveva già scelto un'altra coppia: Amedeo Minghi e Mietta, che quell'anno (1990) con Vattene amore arrivarono terzi.

foto Timothy White - Jersey City 1990

A parte il finto scoop demenziale, le foto sono vere e Iggy Pop è un vero lucky bastard! A chi non sarebbe piaciuto stare al suo posto?
Foto tratte da morrisonhotelgallery.com

lunedì 15 febbraio 2010

Ian Dury - Hit Me with Your Rhythm Stick

In attesa di sapere se verrà distribuito anche in Italia il film sulla vita di Ian Dury (siamo alle solite) interpretato da Andy Serkis (Gollum), ecco un bel flashback con uno dei suoi brani più trascinanti, uscito il 23 novembre del 1978. Nel gennaio del 1979 raggiunse il primo posto della classifica UK riuscendo a scalzare YMCA dei Village People che stava spopolando. A metà degli anni settanta, brutto, sporco e cattivo, anticipò il punk e non a caso Clash e Sex Pistols lo consideravano un loro precursore.
Il trailer di Sex & Drugs & Rock & Roll.

sabato 13 febbraio 2010

L'uomo che verrà

Il film racconta l'eccidio di Marzabotto del 1944 sulle colline bolognesi: uno dei più gravi crimini compiuti dai nazisti nella seconda guerra mondiale verso la popolazione civile.
Un pezzo della nostra memoria storica raccontata senza retorica, ma con la forza delle immagini attraverso lo sguardo puro di una bambina che non parla più a causa di un trauma.
Nella prima parte la guerra è un'eco lontana (il rombo degli aerei, i paracadudisti, i bombardamenti su Bologna) mentre Martina passa le sue giornate tra la scuola e la sua famiglia contadina osservando il mondo e gli adulti. Poi dopo l'Armistizio con l'invasione tedesca dell'Italia, la situazione precipita: il fronte avanza e i partigiani cominciano ad agire. Martina aspetta trepidante la nascita del fratellino che avverrà proprio alla vigilia del rastrellamento delle SS.
Sono uscito dal cinema con un groppo alla gola, ma con la consapevolezza di aver visto un capolavoro: di estrema sofferenza, ma necessario; doloroso, ma pervaso di poesia; raccontato con rigore e onestà intellettuale, evitando inutili spettacolarizzazioni dell'immane violenza e volando alto, al di là di ogni possibile diatriba di tipo ideologico. L'uomo che verrà è anche uno splendido titolo simbolico oltre che un racconto sulla forza della vita che si chiude con una delle immagini più struggenti e liriche che io abbia mai visto al cinema.
Giorgio Diritti ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, facendo recitare in dialetto bolognese gli attori (con i sottotitoli in italiano); forse un piccolo limite per chi non lo capisce, più che altro per le sfumature e alcuni modi di dire. Per me è stato un piacere, in quanto molto simile al mio dialetto.
Gran Premio della Giuria e Premio Marc’Aurelio d’Oro del pubblico come miglior film al festival di Roma.

venerdì 12 febbraio 2010

SECTION 25


Cosa sarebbe potuto uscire da un frullatore musicale shakerando le sonorità dei Joy Division insieme a quelle dei Pil? I Section 25 da Blackpool. Chissà se qualcuno se li ricorda. Era un gruppo post-punk il cui primo singolo fu lanciato nel 1980 da Rob Gretton, già manager dei Joy Division. Agli esordi fecero da supporters proprio al gruppo di Ian Curtis come si vede dal biglietto/reperto scovato in rete. Alienanti e malinconici allo stesso tempo: il loro suono è un mix tra new wave, postpunk ed elettronica con bassi ipnotici, batterie marziali, chitarre distorte proveniente dalla Manchester degli anni 80. (il mucchio)
Ebbero un successo di nicchia, ma era un po' il genere di musica che ci piaceva suonare e sperimentare. Ai tempi trasmettevo in una radio con un mio programma settimanale dedicato alla new wave e alle nuove tendenze e fu proprio in quel periodo che organizzammo il loro concerto in un cinema.
Dopo quattro album si sciolsero verso la fine degli anni '80, per poi riunirsi dal 2001 anche in esibizioni live con la partecipazione di Peter Hook (il bassista di Joy Division e New Order).

giovedì 11 febbraio 2010

Analfabetismo non solo di ritorno


La cultura degli italiani è un libro di Tullio De Mauro (ed. La Terza) del 2004. Dopo sei anni è uscita l'edizione aggiornata in cui il linguista analizza il termine "cultura" nella sua accezione più ampia, prendendo in considerazione non solo gli aspetti umanistico-letterari. C'è da mettersi le mani nei capelli. Ciò che emerge dalle indagini più recenti è a dir poco sconfortante e sa tanto di declino irreversibile: praticamente il 70% dei nostri connazionali fatica a leggere e comprendere un testo; il 33% si ferma addirittura alla semplice frase, oltre la quale cominciano i problemi e il 60% non ha mai letto un libro. Analfabetismo di ritorno, dicono. Per molti italiani io penso sia stato sufficiente il viaggio di sola andata, in una scuola fatiscente e senza stimoli, nella quale si taglia a colpi d'accetta di tutto tranne l'insegnamento della religione. D'altra parte non c'è molto da meravigliarsi, soprattutto se un Paese ha come ministro dell'Istruzione un insulso avvocato dall'aria stordita, mentre dieci anni fa (non un secolo fa) allo stesso posto in viale Trastevere ci stava l'autore del saggio (uno dei maggiori studiosi di linguistica d'Italia). Dopo De Mauro l'escalation verso il nulla ha avuto questa rapida sequenza: Letizia Moratti, il democristiano Fioroni e infine la sciagura Gelmini a degno coronamento di un processo che ovviamente ha radici più lontane e profonde. Ultima brillante idea: ridimensionare lo studio di Storia dell'Arte.
Fu Berlusconi che durante una convention d'addestramento dei quadri di Forza Italia spiegò ai suoi adepti che in genere gli elettori sono come bambini di 12 anni e nemmeno tanto intelligenti! Non so se quella frase sia mai stata pronunciata o rappresenti invece un obiettivo finale dal quale purtroppo non siamo molto lontani.

martedì 9 febbraio 2010

LP cover art: The Who Sell Out 1967


Il terzo album degli Who è un concept incentrato sulla società dei consumi e sulla pubblicità. Si finge che la canzoni vengano trasmesse da una radio pirata, intervallate da jingles ed annunci. Nelle due copertine compaiono, a coppie, i membri della band in foto grottesche mentre pubblicizzano finti prodotti di dimensioni sproporzionate. Townshend ha in mano un deodorante (Odorono) il cui nome è anche il titolo della canzone che parla di una storia d'amore conclusasi a causa dei cattivi odori di lei. Roger Daltrey pubblicizza i fagioli Heinz.
Sul retro compaiono Keith Moon con la crema contro l'acne Medac e John Entwislte con l'orsetto Charles Atlas (una presa per il culo di Teddy Bear). Da notare le didascalie sotto le foto che rafforzano il tutto con un finto messaggio pubblicitario dal tono sarcastico. Gli Who andarono incontro a beghe legali per aver utilizzato gli stacchetti di Radio London senza il permesso della PAMS (la ditta americana che li aveva realizzati); gli stessi problemi si ebbero con alcune società commerciali che avevano riconosciuto i loro prodotti chiamati in causa in maniera più o meno evidente.
L'unico singolo tratto da questo album fu I can see for miles, raramente suonata dal vivo a causa delle complesse armonie vocali. Fa una certa impressione vederli nel video di questa canzone giovani e pimpanti, soprattutto dopo la loro recente esibizione al Superbowl.

lunedì 8 febbraio 2010

Scherzi da bar: l'appeso

I bar di paese aprivano all'alba e chiudevano a notte fonda. Non erano ancora spuntati i wine bar o quei locali anonimi con le bariste gnocche che chiudono alle otto di sera. Il bar era un luogo ruspante, palestra quotidiana di goliardia e maschilismo, ma anche di confronto tra generazioni. Nel suo Bar Sport Stefano Benni ne ha colto l'essenza. Altrettanto ha fatto Ligabue in Radio Freccia, con Guccini nella parte del barista finto cinico e una galleria di personaggi tipici: dal pazzo del paese al puttaniere, oltre che ovviamente al gruppo di giovinastri irrequieti.
Nel corso principale del paese in cui sono cresciuto, lungo il porticato vicino alll'ingresso del bar c'erano delle sbarre orizzontali che attraversavano gli archi. Un pomeriggio mi fu chiesto se fossi stato in grado di aggrapparmi con un salto ad una di esse per fare non so quante flessioni, perché... mica tutti ce la fanno! Non sospettai di nulla e con una certa aria di superiorità, facendo valere la mia statura, mi appesi alla sbarra con sospetta facilità .
Immediatamente sentii da dietro quattro braccia prendermi le gambe e tirarle con forza; mi ritrovai così in trazione in posizione obliqua: lasciare la presa significava farsi tanto male, per cui era obbligatorio resistere. Nel frattempo altre mani provvedevano (in pieno giorno e in centro) a calarmi jeans e mutande fino alle caviglie. Il mio patetico tentativo di coprirmi con una mano, non migliorò di molto la situazione, che si protrasse per un interminabile minuto. La presi sul ridere e seppi subito dopo che lo stesso battesimo ero toccato alla maggior parte dei nuovi giovani frequentatori del bar. Già pregustavo il momento della rivalsa, che avvenne qualche tempo dopo: solo che il coglione di turno, preso dal panico o dalla vergogna lasciò le mani e si spaccò un polso! Fine di questo gioco. Ma ce n'erano altri...

venerdì 5 febbraio 2010

Il totem, il chitarrista della porta accanto e il maniaco

It might get loud
Chi ama la musica e la chitarra elettrica non può perdersi questo film documentario che mette a confronto tre musicisti di tre generazioni diverse: Jimmy Page (classe 1944), The Edge (classe 1961) e Jack White (classe 1975): il totem, il chitarrista della porta accanto (senza offesa) e il maniaco.
Per quanto il chitarrista dei Led Zeppelin appare imperturbabile e ieratico come un sacerdote pagano, Jack White risulta schizzato: dà l'idea di uno che pensa solo alla musica e non dorme mai tanto è pallido e febbrile. The Edge rappresenta invece la parte più riflessiva, forse perchè meno fantasioso e dotato tecnicamente, ma in grado comunque di creare nel tempo un suo marchio di fabbrica, uno stile inconfondibile che ha contrassegnato la musica degli U2.
Quando lo trovo, comprerò il DVD con i sottotitoli in italiano, perché nella versione originale sono riuscito a capire il significato della metà dei dialoghi e di ciò che viene raccontato dai protagonisti sulle loro storie personali. Per fortuna spesso è la musica a parlare e questa breve performance sulle note di In my time of dying (da Physical Graffiti) vale più di ogni frase.



Altro momento emozionante è stato sentire Page accennare la melodia di The Battle of Evermore. Narra la leggenda che un giorno Jimmy prendesse in mano il mandolino che apparteneva a John Paul Jones: non ne aveva mai suonato uno in vita sua e, affascinato dal suono del strumento, buttò giù d'istinto gli accordi sui quali Plant scrisse un testo ispirandosi a The lord of the rings. Uno dei brani di folk rock moderno più geniali mai scritti.

giovedì 4 febbraio 2010

Punto Zero


Titolo originale Vanishing Point (1971) di Richard C. Sarafian.
Fonte dichiarata d'ispirazione per registi come Tarantino. Il padre e la madre (insieme a Easy Rider) del Road Movie, genere che amo e che ha dato al cinema capolavori come Thelma e Lousie, Into the wild, Una storia vera di David Lynch.
Kowalski (Barry Newman) deve arrivare da Denver a San Francisco su una Dodge Challenger dal motore elaborato con la polizia alle calcagna. Super Soul, DJ cieco di una radio, ne narra le gesta e sostiene la sua fuga: Questa stazione viene ribattezzata Kowalski in onore dell'ultimo vero eroe americano per il quale la velocità è sinonimo di libertà dell'anima...
I Primal Scream in omaggio a Punto Zero hanno intitolato Vanishing Point il loro quinto album del 1997, che contiene la canzone Kowalski, uscita anche come singolo.
Trailer originale

martedì 2 febbraio 2010

LP cover art: Miles Davis - Tutu 1986


Le foto sono del grande fotografo di moda Irving Penn, morto lo scorso ottobre. L'art concept e il design di Eiko Ishioka. Copertina di grande impatto: il nudo ritratto in bianco e nero di Davis si pone in evidente contrasto con l'etichetta rossa in verticale.
Il titolo è un tributo in onore a Desmond Tutu, il primo arcivescovo di colore di Città del Capo in Sud Africa che negli anni '80 fu uno dei più strenui oppositori dell'apartheid e vincitore del premio Nobel per la pace nel 1984.
Ho avuto la fortuna di vedere proprio la tournée successiva all'uscita di questo album, a Imola nel 1987. So che molti puristi del primo Miles Davis non apprezzarono questo lavoro. A me dal vivo quella miscela di funk-rock-fusion-jazz suonata da dio, fece impazzire.

lunedì 1 febbraio 2010

Quelli che non digerisco

Ogni riferimento a persone veramente conosciute e situazioni reali non è per niente casuale.

Quelli che... prova a costruire una chiesa in un paese musulmano.

Quelli che i loro figlioli hanno sempre ragione.

Quelli che prendono il SUV per andare a lavorare a 300 metri da casa e ti dicono: Tanto la benzina me la pago io!

Quelli che con la erre moscia e l'aria annoiata dicono: La prossima estate pensavamo di andare a fare un giro nel New England.

Quelli che fanno i popolari nei salotti e gli snob quando sono tra la gente.

Quelli che dicevano: a sinistra il più intelligente è D'Alema.

Quelli che sono iscritti alla CGIL e li senti dire: Adesso il primo marzo anche lo sciopero gli lasciamo fare!

Quelli che si fanno un'opinione guardando il TG1 e leggendo Il Resto del Carlino.

Quelli che si stupiscono se sei puntuale.