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lunedì 23 marzo 2020

Cara catastrofe 4 - Dagli all'untore

I promessi sposi (1840) 666.png
l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!"
“Chi? io! ah strega bugiarda! sta zitta,” gridò Renzo; e fece un salto verso di lei, per impaurirla e farla chetare. Ma s’avvide subito, che aveva bisogno piuttosto di pensare ai casi suoi. Allo strillar della vecchia, accorreva gente di qua e di là; non la folla che, in un caso simile, sarebbe stata, tre mesi prima; ma più che abbastanza per poter fare d’un uomo solo quel che volessero.


La storia si ripete. I nuovi untori sono i runner o ancora peggio semplicemente chi, per motivi di salute come il sottoscritto, dovrebbe camminare un'oretta tutti i giorni e si vergogna o addirittura ha paura di farlo anche attorno all'isolato. Il passo dall’aggressività social a quella faccia a faccia è molto più breve di quanto sembri.
A tal proposito è molto significativo il racconto di  Pietro De Vivo, editor di narrativa e saggistica per le edizioni Alegre, fermato a Roma mentre rincasava a piedi dal lavoro e trattato come un delinquente in maniera vergognosa.

Ho appreso con tristezza della scomparsa di Gianni Mura: l'unico narratore sportivo che amavo leggere. Riusciva a farti emozionare e a volare alto con i suoi racconti e la sua cultura.

Siamo andati a suonare da nostro zio che abita in fondo alla strada per chiedergli se aveva bisogno. Chissà se abbiamo trasgredito! Classe '28, pensava di averle viste tutte: il fascismo, la fame, la guerra, l'asiatica, Chernobyl, le torri gemelle, Trump, le citofonate... Questa gli mancava, ma non gli manca mai il senso dello humour. Ci ha tirato lui su di morale. Persona fantastica.

Periodo ideale per iniziare a leggere un libro come questo (896 pagine!). Una di quelle saghe familiari che mi sono sempre piaciute. C'è tutto il tempo.

lunedì 27 gennaio 2020

Av salùt

Per come intendo l'essere di sinistra oggi, lungi da me un qualsiasi elogio del PD, ma questa gentaglia che propone di liberarci (non si sa da cosa) mi fa ribrezzo. Per fortuna la loro infezione non ha attecchito, almeno non ancora del tutto.
Av salùt! Ci rivediamo tra cinque anni, ma a questo punto saremo noi emiliano-romagnoli a proporre la secessione...
Dai va là, si scherza, venite da noi che si sta ancora abbastanza bene.

ps: come Renzi, Matteo Salvini ha rotto i coglioni. Carmilla-Parmageddon

giovedì 16 gennaio 2020

The Comet is Coming, la gente e la propaganda tossica

Un viaggio interiore in linea con lo spirito della teiera volante. Benvenuti sulla cometa in fuga da Londra dove potete trovare Sun Ra, Coltrane e i Gong riuniti in un viaggio cosmico. Un trio che vede Shabaka al sax e al clarinetto, Dan Leavers alle tastiere e la batteria di Max Hallett (anche feat. Kate Tempest in un brano).
"Noi non vogliamo solo che i nostri ascoltatori ballino ai concerti, anche se lo fanno sempre: vogliamo cambiare la struttura del loro dna”.
Pazzi scatenati!



Sono tempi in cui la propaganda tossica delle macchine del consenso è sempre più invasiva; prima fra tutte quella del populismo che in questi giorni in particolare sta imperversando qui in Emilia Romagna. Alcuni sostenitori della Lega vengono intervistati e viene fatto loro notare che Salvini non è candidato; alla domanda per chi avrebbero quindi votato, hanno risposto Bonaccini... 
La realtà è sempre più schiacciata da narrazioni deformate. Alleniamoci a smontarle per poi pisciarci sopra. Si vivrà meglio.

Una volta al mese scatta la giornata del cagacazzi: ovunque vai (poste, panetteria, uffici) sai che prima o poi ti tocca: ci sarà prima di te una persona pedante o incattivita che ti farà aspettare come se ne avessi dieci davanti. C'est la vie, ormai lo so e passo il tempo a studiarne la psiche; è sopravvivenza.

domenica 12 gennaio 2020

Gianni Rodari ieri e oggi, Marta Fana e lo sfacelo intellettuale di economisti e politici


È difficile fare | le cose difficili: | parlare al sordo | mostrare la rosa al cieco. | Bambini, imparate | a fare le cose difficili: | dare la mano al cieco, | cantare per il sordo, | liberare gli schiavi | che si credono liberi. (da Parole per giocare).
Cento anni fa nasceva Gianni Rodari. In casa ho parecchi dei suoi libri: quando li leggevo a mio figlio gli piacevano da impazzire. Passano i decenni e le sue storie illuminano ancora gli occhi e la mente di adulti e bambini.

Ora il ragazzo è cresciuto e laureato e si ritrova già per il secondo anno a guadagnare (grazie a dei contratti di merda) 650 euro al mese, stipendio che a Bologna non basta neppure per pagare l'affitto. Dà veramente fastidio sentire una persona che credevo almeno intellettualmente onesta come Teresa Bellanova, sostenere che con le riforme recenti sono aumentate le tutele per le persone che lavorano. Qui il link
Tutele per fare la fame, a proposito di liberare gli schiavi.

Oggi in Italia si guadagna meno di trent’anni fa, a parità di professione, di livello di istruzione, di carriera. Vale per tutti, tranne per quella minoranza che sta in alto. Questo dovrebbe essere il problema. Ci è stato detto che bisognava rendere il mercato del lavoro più flessibile e abbassare i salari per aumentare la competitività delle aziende e saremmo stati tutti più ricchi: l’abbiamo fatto ma siamo solo più poveri e ricattabili. Marta Fana (Basta salari da fame)

Ho letto il libro e ammiro questa giovane economista perché nelle discussioni spiazza tutti semplicemente con la verità; una semplice verità (suffragata dai dati) che nessuno ha il coraggio di ammettere.  link

lunedì 25 novembre 2019

Capitalismo e parassiti

Un film e un libro con approcci distanti anni luce affrontano lo stesso tema tristemente comune e attuale: gli effetti nefasti del capitalismo globalizzato.
Nella Corea del Sud rappresentata in Parasite la lotta di classe è stata ormai soppiantata dalla guerra tra poveracci. Bong Joon-ho racconta la marginalità contemporanea con sarcasmo e humour nero in una metafora geniale e tagliente della nostra società sempre più competitiva e nello stesso tempo indifferente verso gli ultimi o con chi è caduto in disgrazia. Senza dubbi uno dei film dell'anno. Se non l'avete ancora visto, non leggete assolutamente nulla della trama e ve lo godrete al cento per cento.

La prima volta che ho conosciuto Marta Fana (ricercatrice di economia a Scienze politiche a Parigi) era in TV, contrapposta all'intoccabile Farinetti, il cui perenne sorriso di fronte alle critiche centrate della ragazza, si è congelato in un ghigno. Sto leggendo il suo libro (scritto col fratello Simone) che va in profondità, alle radici delle imprese parassitarie che hanno fatto impoverire milioni di lavoratori in Italia e in tutto il mondo con la complicità di quei governi che hanno contribuito a far diminuire i redditi, le tutele, i diritti, fino a far scomparire la prospettiva di un futuro decente.


Uno dei tantissimi esempi è quello di mio figlio, neo-laureato in scienze statistiche: per poter lavorare ha dovuto accettare due diversi impieghi (un contratto di sei mesi, poi un altro di un anno) il primo a 600 e il secondo a 700 euro mensili. L'affitto dell'appartamento in cui vive a Bologna è di 900 euro (devono dividerlo in quattro).

Si tratta di attrezzarsi, di giocare in anticipo, prima che qualcuno possa utilizzare la rabbia e la disperazione per dividere gli ultimi dai penultimi. Ci stanno già provando i nuovi imprenditori della paura, a scavare nei drammi che lo sfruttamento impone nelle vite di milioni di persone, in quel senso di insicurezza che travolge chi non ha nulla. Stanno provando a scaricare la rabbia verso il basso per poter liberare l'alto...

domenica 11 agosto 2019

Strane estati - Corsi e ricorsi della politica e una compilation

Ci si è indigna (giustamente) per Salvini al Papeete, ma ricordo bene una notte a Rimini quando mi ritrovai di fianco De Michelis, ministro del governo Craxi. Unto e sudato danzava contorniato dal solito seguito di nani e ballerine. Fu un'estate strana. Fu un trauma difficile da superare. Intuii che forse stavo sbagliando locali e compagnie
Per tornare al presente, la trap, ahimè, è la colonna sonora ideale per i tempi di merda che stiamo vivendo. Almeno all'epoca la musica era un po' meglio: bastava grattare la patina e i lustrini tipici degli anni '80. 


giovedì 6 giugno 2019

La fiera dei cialtroni

C'era una volta Berlusconi che annunciava la sconfitta del cancro; Renzi che tra mille proclami è riuscito solo in due cose: far quasi scomparire la sinistra e demolire la scuola; Di Maio che dal balcone inneggiava alla fine della povertà; Salvini che un anno fa assicurava l'espulsione di mezzo milione di clandestini (ne mancano ancora 496 mila).

Cosa prometterà il prossimo cazzaro per farsi votare dagli italiani creduloni?

In Europa almeno avanza un'onda verde e ambientalista, mentre da noi...

   Con questo passo e chiudo

mercoledì 22 maggio 2019

Un angolo speciale della mia libreria


Nella mia libreria uno scaffale è occupato solo dalle opere del collettivo bolognese Wu Ming. Esattamente vent'anni fa, quando erano ancora Luther Blisset, usciva Q: per me un romanzo storico illuminante, un fottuto capolavoro. A posteriori lo ha certificato anche Libero, un giornale che ha fatto della raffinatezza culturale la sua cifra: «Altai è una boiata, proprio come Q
Da ieri è in libreria con un'edizione speciale illustrata.
Breve post solo per dire grazie per questi anni di storie e di Storia.
Spesso sono criticati per le posizioni estreme, ma è anche grazie a loro se al salone del libro di Torino non si è consumato il definitivo sdoganamento del fascismo. Come disse Pertini: "Essere antifascisti è impedire ai fascisti di manifestare." 

lunedì 18 febbraio 2019

Le quote musicali

L'idiozia è dilagante: dopo le polemiche demenziali di Sanremo, è arrivata anche la proposta di legge sulla quota italiana obbligatoria di canzoni alle radio. Già ora io ascolto poco e niente le radio nazionali perché ti ammazzano di musica di merda e pubblicità; infatti, a quanto pare, le cinque principali emittenti già trasmettono il 50% di musica fatta in Italia, per cui come sempre ai piani alti sono anche male informati.
E se anche non fosse? Con una norma del genere si potrebbe ascoltare più musica alternativa e di qualità o dosi ancora più massicce di letame sonoro? Già solo il titolo della proposta di legge sa di ventennio: “Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana”. Chi ha memoria o ha studiato un po' di storia sa che è successo: si comincia così, poi arriva l'obbligo di utilizzare il termine brioscia invece di brioche, insalata tricolore invece che insalata russa e via dicendo; in un cerchio che si stringe lentamente prima verso l'omologazione e poi in territori abbastanza pericolosi da MinCulPop. E chi non dovesse rispettare le quote? A chi sostiene che in Francia esiste questa forma di tutela, ribatto che l'Italia ahimè non è la Francia; anche se bisogna ammettere che a livello musicale non c'è gara (a nostro vantaggio).

Si è dichiarato favorevole una mente illuminata come Claudio Cecchetto ("Se davvero aiuta i nostri talenti, perché non provarci un po'?") 
Prepariamoci quindi ad una stagione gloriosa con i nuovi Sandy Marton (anche se era di Zagabria l'abbiamo adottato con entusiasmo), Sabrina Salerno, Via Verdi e DJ Francesco, per citare alcuni dei talenti lanciati dall'autore di Gioca jouer.

venerdì 21 dicembre 2018

Un articolo che sottoscrivo, due documentari e un libro

L’immagine perfetta della contemporaneità per le nuove destre europee che si nutrono della paura è quella di una zattera sempre più piccola. Salvarsi vuol dire buttare qualcuno a mare per liberare spazio.
L'articolo in questione è quello di Christian Raimo su minimaetmoraliaUna riflessione dolorosa e cristallina sul nostro presente che si apre con una citazione tratta da Orizzonti di Gloria, il capolavoro di Kubrick.

Per chi ama musica e letteratura, mi pare il regalo ideale da fare e da farsi. Anche perché, cos'altro potrà mai salvarci dalla barbarie di cui sopra?

Robert Smith che da adolescente legge Lo straniero e scrive di getto Killing an Arab, uno dei primi successi dei Cure. William S. Burroughs e la sua tecnica di scrittura – il cut up – che influenzò Patti Smith, Michael Stipe dei R.E.M. e Kurt Cobain. Ma anche un viaggio nella narrativa Southern Gothic, fondamentale per artisti come Sparklehorse o Nick Cave, e il ruolo di Alice, il personaggio creato da Lewis Carroll, nelle canzoni dei Beatles e del rock psichedelico. I Radiohead e George Orwell.

Jimenez è una realtà editoriale indipendente nata a Roma nel 2018.


Ho letto su Solaris la recensione del docufilm Santiago, Italia di Nanni Moretti. Spero di poterlo vedere presto. Come ho commentato nel blog, una storia che mi coinvolge anche perché l'ho conosciuta una di quelle famiglie cilene, accolta in Romagna nel paese dove sono cresciuto da ragazzino. Si integrarono alla perfezione e uno dei figli entrò a far parte del gruppo dei miei amici. Tempi che purtroppo pochi ricordano e ha fatto bene Nanni a ripercorrere questa storia. 

Secondo documentario - che non vedrò mai - e che mi urta già solo col titolo è Firenze secondo me ad opera di un uomo dall'ego inutilmente smisurato. A tal proposito un articolo molto persuasivo su linkiesta che inizia così: Non lo invitiamo a cambiare mestiere, sennò poi ce lo ritroviamo di nuovo a fare il premier. E sarebbe un’eventualità decisamente più pericolosa rispetto al ruolo tutto sommato innocuo dell’Alberto Angela dei poveri.


via

lunedì 25 giugno 2018

Uccidi Paul Breitner: quella maglia color arancione utopia

I primi istanti della finale della Coppa del mondo del 1974.
In campo Germania Ovest e Olanda. Dal calcio d'inizio i giocatori in maglia arancione toccano la palla quattordici volte di seguito con quattordici giocatori in continuo movimento e in perenne interscambio di posizioni tra loro, fino a quando il quindicesimo giocatore che poi indossa il numero quattordici e risponde al nome solenne di Johan Cruijff, al termine di un'improvvisa progressione individuale entra in area ed è atterrato dal difensore tedesco Uli Hoeneß. L'arbitro fischia rigore. É passato meno di un minuto. La Germania Ovest non ha ancora toccato la palla. É il momento più alto e sublime del "calcio totale".


“Uccidi Paul Breitner” di Luca Pisapia (Alegre, pag. 285)


In tanti credono di saper raccontare di calcio, ma è una dote che in pochi hanno: in questo libro Luca Pisapia lo fa in una maniera affascinante, evitando l'onanismo del pur bravo Federico Buffa e la spocchia dei tecnici pallonari e filosofi che salgono in cattedra. Partendo da Argentina 1978: i mondiali della colpa (quando i desaparecidos venivano torturati e assassinati nei bunker di regime) e della marmellata peruviana, fino alla più recente edizione in Brasile grondante corruzione, una narrazione che mette in luce i grandi eretici e i visionari del pallone senza tralasciare i contesti socio-politici. Da sempre, fin dall'inizio del XX secolo, le dittature, la politica ed i potentati economici hanno trovato nello sport e nel calcio in particolare uno dei loro principali strumenti di propaganda. L'altra faccia della medaglia, quella più moderna, è quella dove il calcio è potere, declinato nella corruzione fondamento delle democrazie capitaliste. É l'evoluzione di un apparato ideologico utile a produrre consensi e che nella declinazione berlusconiana raggiungerà una delle sue massime espressioni, per poi essere a sua volta superato da una globalizzazione sempre più vorace che sta portando i prossimi mondiali in Qatar.
Pagina dopo pagina, fiction e realtà storica scorrono su binari paralleli per poi intrecciarsi in modo avvincente. Una controstoria a tratti struggente, che scava nel profondo ed emoziona chi come me da ragazzino aveva pianto di rabbia nel vedere l'Olanda scippata del titolo che avrebbe meritato esattamente 40 anni fa in una finale nella quale l'arbitro italiano Gonella permise di tutto all'Argentina del dittatore Videla. Dieci anni dopo la nostra folle squadra amatoriale avrebbe avuto come divisa quella stessa maglia color arancione utopia.

venerdì 22 giugno 2018

E intanto in Ungheria cancellano il musical Billy Elliot...

L’Opera nazionale di Budapest ha annullato 15 repliche del musical Billy Elliot dopo le accuse del giornale filo-governativo Magyar Idők di “voler convertire all'omosessualità i giovani spettatori". Qua

Se avevo qualche dubbio riguardo un eventuale viaggio in Ungheria e in particolare a Budapest, questa notizia mi ha definitivamente chiarito le idee. Non è un caso che nel 2010 sia stato inaugurato un Consiglio per i media che ha trasformato l’editoria pubblica in un mezzo di propaganda. Che bel posto sta diventando l'Europa! Specie quella dell'est tanto presa ad esempio da alcuni nostri politici.
L'intro del film sulle note dei T. Rex.

sabato 12 maggio 2018

Distopie presenti e future: The Rain, Westworld, The Crossing, The Handmaid's Tale, 3%

Dopo un periodo poco prolifico, grazie alle serie, la fantascienza negli ultimi anni è tornata vitale. A volte pure troppo! Infatti non tutto quel che luccica è oro; notevole ad esempio è stata la delusione per Altered Carbon.
Nelle prossime settimane inizierò comunque a seguire diverse storie, per poi decidere quali meritano di essere portate a termine. Con calma. Al momento, dopo appena quattro puntate, sono immerso in una delle cose migliori prodotte nell'ultimo decennio insieme a Breaking Bad: si tratta di The handmaid's tale. Chi volesse approfondire, ne ho già parlato qua. Sulle altre ci torneremo più avanti, forse. 
Dico forse, perché anche se in questi giorni mi è tornata la voglia di scrivere, la carenza di sonno dovuta ad un disturbo notturno di cui mi sto lentamente liberando, di giorno mi fa quasi assopire e (senza quasi) incazzare; specie se capita quando mi siedo davanti ad una tastiera. Forse i dieci anni di blog (fra un mese il compleanno) si fanno sentire? Chissà! 
Nel frattempo, chi è appassionato del genere butti un occhio su:

- The Rain (serie danese) Netflix
aggiornamento: Dopo poche puntate si è capito che siamo nel filone young adult, però con attori mediocri e dialoghi di una banalità sconcertante. Peccato, perché l'idea di partenza e l'ambientazione non sono male.

- 3% (serie brasiliana 2 stagione) Netflix

- Westworld 2 (Sky Atlantic) - Per ora non si capisce una mazza, ma il fascino resta inalterato.

- The Crossing (serie ABC) ora su Amazon. Forse la meno promettente, anche se in realtà la trama sembra intrigante. 

ps:  Senza bisogno di spingerci troppo nel futuro abbiamo già le nostre realtà più o meno distopiche...  Dipende dalla prospettiva da cui si guarda, ma dalla caduta del muro di Berlino in poi fino ad arrivare a Trump, a Putin e all'Europa attuale, qualcosa è andato storto.

sabato 16 dicembre 2017

L'anno degli idioti

Un idiota è un idiota; due idioti sono due idioti. Diecimila idioti sono un partito politico.
Franz Kafka

Un anno di macelleria bancaria. Di alluvioni, incendi e siccità.
Di muri visibili e invisibili. Di idioti nelle stanze del potere.
Di parchi delle meraviglie aperti h24 dai padroni moderni
per il mercato dei nuovi schiavi/consumatori.
Come questo o quest'altro.

Fra qualche mese andremo anche a votare e penso proprio che stavolta non potrò neanche turarmi il naso. Allora mi tornano in mente i pensieri di un uomo; idee che riescano a darmi una prospettiva più autentica, benché utopica e lontana.

Aspetterò domani, dopodomani e magari cent’anni ancora finché la signora Libertà e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopia.
Fabrizio De André




mercoledì 4 gennaio 2017

Quarant'anni fa un titolo profetico: Disoccupate le strade dai sogni

















Dopo il successo di Ho visto anche degli zingari felici e lo sdoganamento verso un pubblico più ampio, nel 1977 Claudio Lolli se ne uscì con album cupo e spigoloso, figlio della repressione delle rivolte che ebbero l'epicentro nella grassa e dotta Bologna del Pci di Zangheri. Ribellione che segnò anche la fine delle illusioni all'alba del 13 marzo, quando una colonna di carri armati sfilò nelle strade del centro. Trent'anni dopo, in un'intervista, l'ex sindaco ammise: di quei giovani non è che avessimo capito un granché. Io che a Bologna c'ero (anche se all'epoca ero solo uno sbarbatello che ci andava di nascosto dai genitori) non posso che confermare. Un vizietto che ancora oggi la sinistra italiana - se così vogliamo chiamare il PD - non ha ancora perso. 

Ed il potere
nella sua immensa intelligenza
nella sua complessità.
Non mi ha mai commosso
con la sua solitudine
non l'ho mai salutato come tale.
Però ho raccolto la sfida,
con molta eleganza e molta sicurezza,
da quando ho chiamato prigione la sua felicità.


Incubo numero zero
Disoccupate le strade dai sogni,
per contenerli in un modo migliore,
possiamo fornirvi fotocopie d'assegno,
un portamonete, un falso diploma, una ventiquattrore...




Di Bologna, dopo 40 anni, che dire... Forse le sue strade non fanno più sognare i giovani, ma io la amo ancora: da Piazza Maggiore ai suoi 40 chilometri di portici; i pochi anni trascorsi lì, sono una parte fondamentale di quello che sono diventato. 
Purtroppo ormai per immaginare un futuro, se non più a cambiare la società, tanti ragazzi (anche non più ragazzi) prendono la via dell'estero: in fuga dall'incubo dei voucher, dai mediocri politici di turno e da un paese dove la ricchezza delle famiglie over 65 è sette volte superiore rispetto a quelle under 30. La prima generazione del dopo-guerra che ha visto arretrare, quasi di colpo, i propri diritti e privilegi. 
Allora mi viene in mente una scritta sul muro. Forse è una storia già vista, chissà... o forse riuscire a fuggire è già una piccola rivolta.


sabato 23 gennaio 2016

Le sceneggiate di Spike Lee e le quote etniche ai premi Oscar

Premesso che i premi Oscar mi entusiasmano come la birra calda, Spike Lee non gira un film decente ormai da dieci anni (Inside Man del 2006). In compenso con le sceneggiate è diventato un fenomeno. Patetica quella con Tarantino [1] a proposito del linguaggio razzista utilizzato in Django; la più recente è quella sulla mancanza di candidati afroamericani ai premi Oscar. Avanti così si arriverà alla buffonata (proposta già avanzata) delle quote etniche per la candidature dei premi cinematografici, artistici o letterari che siano.
Sul boicottaggio della cerimonia di premiazione pare che Spike Lee abbia fatto parzialmente marcia indietro, dichiarando che quella sera semplicemente preferisce andare a vedere i New York Knicks.
Sicuramente anch'io avrò di meglio da fare, tipo vedere The Hateful Eight o dormire.

[1] Tarantino qualche mese fa ha partecipato alla marcia della comunità nera newyorkese contro la violenza delle forze di polizia, venendo successivamente attaccato sui giornali dagli agenti, che hanno prima minacciato e poi dato inizio a una campagna di boicottaggio contro l’uscita di The Hateful Eight nelle sale americane. (Fonte bestmovie - indiewire)

venerdì 25 dicembre 2015

Natale a Montevideo

Passaggi di consegne.
Quell'estate scrissi la tesi su Dino Campana. Per la mia sete di viaggiare la poesia che più amavo era Viaggio a Montevideo.

Ora proprio là, sul Rio de la Plata, si trova mio figlio; per la prima volta così lontano e mai così vicino allo spirito che ha animato la nostra gioventù.


Quando
In una baia profonda di un'isola equatoriale
In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
Una bianca città addormentata
Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
Nel soffio torbido dell'equatore...


Intanto 
in Uruguay, mentre da noi si soffoca con le polveri sottili... 
Nel giro di dieci anni sono arrivati all’84% di energia rinnovabile nel 2014 secondo dati ufficiali del Ministero dell’Industria, Energia e Miniere del paese. Uno strabiliante 84% in dieci anni. Da dove arriva questa energia? Dal solare, dall’idroelettrico, dalle biomasse agricole e dal vento. Tutto fatto in casa. Alla base di tutto una parola sconosciuta a tutti i governanti italiani: la programmazione.  fonte

mercoledì 25 novembre 2015

Giochiamo all'ISIS?

Non c’è giornalista o testata che non celebri l’orrendo rituale della reiterazione dell’orrore e della paura senza soluzione di continuità e indifferente al senso del limite. Carmilla - Verrà L'Islam e avrà i tuoi occhi

Non so. Di certo sarà a causa del bombardamento mediatico e di tutti quei video mostrati ad ogni ora e sicuramente assorbiti senza filtri, ma vedere dei ragazzini giocare ingenuamente ad emulare i tagliagole come in un videogioco vivente, mi ha lasciato interdetto. We need to talk.  
I maschi, si sa, crescono sempre più tardi e si divertono a giocare alla guerra. Io da piccolo mi costruivo le spade e facevo combattere interminabili guerre ai miei soldatini, poi con l'adolescenza leggendo libri e ascoltando certa musica ho velocemente cambiato prospettiva. Speriamo sempre bene.
Che tempacci per i bambini di oggi!


giovedì 1 ottobre 2015

Il nuovo libro Wu Ming e la beffa mediatica che segna il ritorno di Luther Blisset


Siamo ad un mese circa dall'uscita di L'invisibile ovunque ed è oggi riapparso in grande stile Luther Blisset (ora Wu Ming) il collettivo già autore nel 1999 del magnifico Q, un libro che adoro.
La bufala accreditata a Ryanair per far volare i profughi senza visto, è opera loro attraverso il sito ryanfair.com  Il primo giornale che se n'è accorto è stato La Stampa.

La design fiction è una forma di design critico che usa scenari immaginari e narrativi per immaginare, spiegare e sollevare questioni circa possibili contesti futuri per la grafica e la società. Questo è ciò che la campagna RyanFair è. Naturalmente, è completamente fittizia. Si può inquadrare come burla e falso. Ma è una realtà possibile.
Alcune persone possono volare, gli altri non possono. Questo è il motivo per cui i migranti nuotano, navigano e annegano. Perché gli altri non consentono loro di utilizzare altri mezzi di trasporto. Non sto parlando di RyanAir. Sto parlando di regole, delle persone che hanno fatto le regole e delle persone che rispettano queste regole.
In questo universo 3000 persone sono morte nel Mediterraneo nel 2015. Per qualche ora altre persone hanno potuto immaginare un universo parallelo.
Guardate la risposta emotiva sui social network.
Guardate i media di tutto il mondo.
Guarda le quotazioni RYAAY al Nasdaq.
Basta con la realtà, dobbiamo superarla.
Dobbiamo cambiare le regole o violare.
Luther Blissett

sabato 8 agosto 2015

Disconnettersi per pensare, leggere, scrivere...

Nei mesi estivi ho la fortuna di poter disporre di molto tempo libero e nell'arco degli anni diverse volte è capitato che le persone con sincera curiosità (stranamente quasi mai con invidia) mi chiedessero come trascorrevo le mie ore. La risposta messa a punto ormai da anni è sempre la stessa: Penso, leggo, scrivo, cammino, ascolto musica, guardo film, gioco a scacchi o a carte, faccio il casalingo e ovviamente ozio. A questo proposito sembra quasi che avere del tempo libero, alieni al mito dell'efficienza produttiva e allo stesso tempo sfuggenti alla dittatura dei social network più in voga sia una cosa sconveniente. A tal proposito leggetevi: perché facebook vale un abbandono.

Nel suo saggio intitolato In pausa (sottotitolo: come l'ossessione per il fare sta distruggendo le nostre menti) Andrew Smart, ricercatore della N.Y. University, descrive su basi scientifiche la necessità del nostro cervello di trovare momenti di sosta per vagare libero affinché possa attivarsi la rete neurale di default, sede fondamentale deputata alla creatività e al benessere delle nostre menti. I tempi sospesi (o se preferite morti) sono di vitale importanza e quando è possibile li vado a cercare come strategia per sopravvivere intellettualmente.
L'ultima frontiera da colonizzare è quella del sonno e piano piano ci stanno riuscendo.