Visualizzazione post con etichetta Massive Attack. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Massive Attack. Mostra tutti i post

martedì 29 marzo 2016

Sul tempo e la musica passati ascoltando una chiavetta mp3

Con le memorie attuali abbiamo ormai la possibilità di portarci appresso in una chiavetta una discografia sterminata. E' quello che stavo facendo proprio in questi giorni con la nuova flash usb che tengo in auto: ci stanno circa quattrocento album, per cui mi sono sbizzarrito. A parte quella decina di nuove uscite che poi sostituisco quasi ogni mese, ho cominciato ad inserire tutti gli album storici che ho amato.
Proprio ieri, dopo qualche anno di oblio, abbiamo ascoltato e riassaporato Protection dei Massive Attack e Dummy dei Portishead. Ma che dischi sono? Mentre guidavo facevo qualche calcolo e sono rimasto sorpreso nel ricordarmi che entrambi sono usciti nel 1994, prima di internet. Cioè, sono passati 22 anni! Come se negli anni '70 qualcuno avesse ascoltato la musica degli anni '50. Un dinosauro!
Eppure la mia percezione dello scarto tra il trip hop e parecchia musica attuale è veramente minima. Per fare un esempio prendiamo gli HÆLOS, trio londinese che sto ascoltando in questi giorni; siamo ancora in quei territori: sono figli dei Massive Attack con un occhio ai primi XX.
La percezione del cambiamento si avverte maggiormente nella fruizione, nei contesti e nell'utilizzo dei supporti, ma l'impressione è che negli ultimi vent'anni non ci siano stati grossi sommovimenti nei generi musicali. 

martedì 27 settembre 2011

Sette canzoni: Massive Attack

Sette canzoni (e non sei o dieci) sono circa 30 minuti di musica effettiva per un'ipotetico programma musicale. Un'idea che avevo in mente all'epoca in cui trasmettevo alla radio.
Stavolta è il turno dei Massive Attack, creatori con i Portishead del Bristol sound all'inizio degli anni '90, un periodo in cui ero meno immerso nella musica, preso da altri interessi, ma gradualmente la fiamma si riaccese grazie proprio a gruppi come loro. Sono riuscito finalmente a vederli dal vivo nel 2008 a Ravenna; dopo quel concerto ho scritto uno dei primi post per questo blog.
Deludente, a parte un paio di brani, l'ultimo album Heligoland: involuzione di un sound che vent'anni fa era innovativo.

Poche sorprese: sono andato sul loro repertorio classico.
  • Unfinished Sympathy - Blue Lines (1991). Sulla copertina appariva solo il nome Massive (c'era la guerra del golfo e fu deciso di rimuovere "Attack"). Grande performance vocale di Shara Nelson che nel video cammina cantando lungo i marciapiedi di Los Angeles indifferente all'umanità varia che la circonda.
  • Safe from harm - Blue Lines (1991). L'inizio folgorante di quello che viene considerato il primo album trip-hop.   
  • Protection - Protection (1994). La voce raffinata di Tracey Thron degli Everything but the girl.
  • Karmacoma - Protection (1994). Ritmo ipnotico: metropolitano e tribale allo stesso tempo. Un video clamorosamente bello e censurato in molti paesi (ne venne girata una seconda versione) che è anche un omaggio a molti registi, Kubrick in primis. 
  • Teardrop - Mezzanine (1998).  Love, love is a verb, love is a doing word, canta Elisabeth Fraser dei Cocteau Twins. Magica ed evocativa.
  • Dissolved Girl - Mezzanine (1998). Brano onirico all'inizio poi sempre più inquietante nella parte centrale, per poi dissolversi nel finale. Dall'album più dark.
  • Special Cases - da 100th Window (2003). Un altro di quei giri di basso che sono diventati il loro marchio di fabbrica. Collaborazione preziosa di Sinéad O'Connor in tre brani, fra cui questo.

lunedì 25 maggio 2009

Massive Attack e Radiohead: aspettando i nuovi album

Sono passati sei anni da 100th Window, ma i tempi per l'uscita del nuovo album dei Massive Attack non sono ancora maturi. La scorsa estate ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo a Ravenna dove hanno presentato diversi nuovi brani e si pensava che alla fine del tour l'uscita fosse imminente. Del Naja invece intervistato pochi giorni fa da Billboard ha precisato che l'album, dal titolo provvisorio Weather Underground, uscirà solo in ottobre, poco dopo la partenza del nuovo tour mondiale. Di certo c'è attesa, com'è giusto che sia per uno dei gruppi più influenti negli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio. Gli altri cavalli di razza che sceglierei per una fantastica accoppiata musicale sono sicuramente i Radiohead. Non mi vengono in mente altri nomi che abbiano segnato in modo così indelebile la musica negli ultimi 15 anni per qualità, originalità e carisma.
Difficile trovare un altro gruppo o un'artista che siano all'altezza per formare un eventuale terzetto!

Colin Greenwood ha rivelato in un'intervista che i Radiohead sono da pochi giorni rientrati in studio per lavorare ai nuovi brani, in un seguito ideale di In Rainbows.

sabato 26 luglio 2008

20 Album vissuti: 9° Patti Smith Group - Easter 1978

Per proiettare questo disco nell'empireo del rock bastano tre canzoni:
1) Because the night, scritta con Springsteen; non ha bisogno di commenti, dopo tanti anni basta riascoltarla per emozionarsi.
2) Rock n roll nigger, pura energia e incazzatura rock.
3) We three, ballatona da brividi accompagnata da un piano perfetto. Tutto il resto del disco è sullo stesso livello, o quasi.
Il mio primo vero concerto: Patti Smith allo stadio di Bologna, settembre 1979. Nel sito del fotografo
Enrico Scuro sono pubblicate bellissime foto in bianco e nero di quell'evento. Per quattro anni, dal 1975 al 1979, gli artisti stranieri avevano evitato l'Italia come la peste, a causa del disastro accaduto a Roma in occasione del concerto di Lou Reed, dove gli scontri tra la polizia e manifestanti, che volevano entrare gratis, provocarono diversi feriti schiacciati dal fuggi fuggi e dalla calca che si creò all'interno del palazzetto al cui interno era volato di tutto, perfino lacrimogeni e bottiglie molotov. Patti Smith fu un evento e rappresentò un nuovo inizio per i concerti in Italia. Ho un ricordo molto confuso delle sensazioni provate e dell'atmosfera; di certo ero emozionato e più o meno andò tutto bene; ero anche in dolce compagnia! Di lì a poco arrivarono i Clash e tutti gli altri.
Ecco
in ordine cronologico, a partire dal più recente, i cinque concerti più belli in assoluto che ho visto:
1) Massive Attack - Ravenna 2008
2) Radiohead - Ferrara 2003

3) Pink Floyd - Modena 1994

4) Bauhaus - Punto a Capo Bologna 1982

5) Talking Heads - Bologna 1981

domenica 20 luglio 2008

Massive Attack - Fantastico live a Ravenna

Sabato sera ho assistito ad uno strepitoso concerto dei Massive Attack al Pala de Andrè di Ravenna. Il collettivo di Bristol ha presentato diversi pezzi del nuovo album in uscita "Weather underground", con una formazione che ha visto il ritorno di Daddy G, il supporto di tre vocalist, il cantante jamaicano Horace Andy (Angel e 16 Seeter) e un gruppo di musicisti eccezionale. Una base ritmica ipnotica e trascinante (due batterie sempre presenti) e un impianto luci sobrio ma spettacolare allo stesso tempo per la sua capacità di trasformarsi e produrre messaggi scorrevoli fra cui anche frasi di denuncia come quando a sorpresa è apparsa la scritta: "Alemanno, evacuare campi nomadi". A Napoli uno dei leder Del Naja ha dedicato il concerto a Roberto Saviano e Matteo Garrone, autori rispettivamente del libro e del film Gomorra, dimostrando sensibilità e una conoscenza sorprendente delle questioni italiane.
Da brividi la voce della cantante di colore Jolanda che ha interpretato Safe from arm e Unfinished simpathy in uno dei due bis. Il concerto si è concluso con Karmacoma con tutto il pubblico che ondeggiava trascinato dal ritmo sinuoso del celeberrimo brano. Una prova da 10 e lode per quello che si può definire un collettivo più che un gruppo, anche per l'atteggiamento assolutamente da anti-star di tutti gli elementi che sono subito entrati in perfetta sintonia con il pubblico fra l'altro numeroso. I nuovi brani presentati sono interessanti e coinvolgenti e fanno presagire che l'album, presto in uscita, sarà di altissimo livello.
Teardrop Live Ravenna