Se vi ricordate la si trova nella locandina de Il silenzio degli innocenti sulle labbra di Jodie Foster.
Benvenuti a bordo. Suoni, visioni e liberi pensieri dall'universo musicale e da altri mondi paralleli . . . . . .
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domenica 3 maggio 2020
Cara catastrofe 7 - Sfinge testa di morto
Incontro pomeridiano sul muretto del giardino. Che sia un segnale positivo? (Fine del lockdown: escono tutti, perfino la sfinge testa di morto in pieno giorno). Oppure della serie morirete tutti, parola di Acherontia atropos.
Se vi ricordate la si trova nella locandina de Il silenzio degli innocenti sulle labbra di Jodie Foster.
Se vi ricordate la si trova nella locandina de Il silenzio degli innocenti sulle labbra di Jodie Foster.
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venerdì 10 aprile 2020
Shopping war e distanziamento sociale
Uscita mattutina alla guerra per la spesa. Dalla finestra vedo una fila lunghissima già mezz'ora prima dell'apertura del supermercato. Rinuncio e mi bardo (più che altro per evitare eventuali rompicoglioni e sceriffi alla finestra) per una sana camminata che mi porta nei piccoli negozi di alimentari che vanno supportati e che sono molto più vivibili e tranquilli dei grandi iper, dove tutti si ammassano "stocazzando" tutto: merci, carrelli, casse. La retorica del restate a casa mi ha nauseato, preferisco alla grande #iostoatremetri o #iostodasolo come ho letto su questo articolo illuminante che condivido totalmente di R. Manzotti.
Soltanto questa deriva salvifico-moralista può spiegare l’acredine e l’astio moralistico (l’onda di m…a con cui si sono affrontate le posizioni non allineate). Il dissenso è stato immediatamente associato con la indegnità morale del difensore. Chi sosteneva l’importanza dell’attività fisica è stato immediatamente deriso (la “corsetta”, “andare a spasso”) o associato a tratti moralmente inferiori (narciso, egoista, individualista, persona priva di rispetto), mentre l’abuso di carboidrati, tabacco e alcool che pure ha accompagnato la clausura domestica viene visto con indulgenza (tabacco) e generalmente con vera e propria simpatia (alcool e cibo). È ovviamente irrazionale pensare che chi corre manchi di rispetto mentre chi sforna torte e pizze sia un monaco penitente, ma è coerente con la cornice ideologica dove il virus deve essere sconfitto dal sacrificio e dalla sottomissione alla autorità e non dall'intelligenza e dalla tenacia.
venerdì 3 gennaio 2020
Blob romano: Sergio Leone, Il Male, cimitero acattolico e un cinema a sorpresa
Cinque giorni a Roma e gli autobus funzionavano. Non è meraviglioso? Poi tanto Bernini e Caravaggio e due mostre a cui tenevo molto. Una sera ci siamo accorti che dormivamo a poche centinaia di metri da un palazzo cinquecentesco con all'interno il cinema Quattro Fontane da pochissimo ristrutturato e riaperto; quattro sale proprio come le famose fontane del XVI secolo che danno il nome all'omonima strada. Ho visto Ritratto della giovane in fiamme della regista francese Céline Sciamma. Qui sta la bellezza di Roma, città sempre affollata nei soliti posti, ma se si esce dai circuiti ben noti ci si ritrova nel silenzio di una chiesa o in una piazzetta di quartiere con una rosticceria e tre tavoli dove con 10 euro si mangia da dio.
Emozionante la mostra su Sergio Leone (fino al 3 maggio all'Ara Pacis).
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Sergio Leone con Fellini sul set di Amarcord |
La Mostra per i 40 anni del Male (ne avevo parlato qui)
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Le foto del finto arresto di Ugo Tognazzi |
Il cimitero acattolico
Lungo Tevere di prima mattina
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venerdì 1 novembre 2019
C'era una volta al cinema
Il cinema di un tempo che fu...
L'ingresso del mio condominio si trovava a venti passi dal Cinema Italia dove lavorava mio zio. La domenica pomeriggio c'era la doppia proiezione in mezzo a nuvole di fumo (una era sempre un western). Sono cresciuto giocando e fantasticando davanti ai manifesti di quella galleria.
L'ingresso del mio condominio si trovava a venti passi dal Cinema Italia dove lavorava mio zio. La domenica pomeriggio c'era la doppia proiezione in mezzo a nuvole di fumo (una era sempre un western). Sono cresciuto giocando e fantasticando davanti ai manifesti di quella galleria.
Incontro fatale
Un giorno, sicuramente per caso, arrivò El Topo di Jodorowsky: sembrava un western, ma era ben altro. Fu lì che intuii che esisteva anche un altro cinema.
Secondo incontro fatale
A dodici anni ho visto 2001 Odissea nello spazio. Probabilmente senza capirci quasi nulla, ma anche senza fare una piega. Di sicuro è nata allora la passione per la fantascienza.
Proiezione a ciclo continuo
Ovunque nei cinema si poteva entrare a caso, anche nel secondo tempo. Forse non era il massimo, però se ti piaceva un film potevi vederlo due volte consecutive.
La decadenza
Nel paesello dove sono cresciuto c'erano ben tre sale. Negli anni '80 due hanno chiuso dopo una breve agonia fatta di film a luci rosse.
Soddisfazioni
Un giorno, sicuramente per caso, arrivò El Topo di Jodorowsky: sembrava un western, ma era ben altro. Fu lì che intuii che esisteva anche un altro cinema.
Secondo incontro fatale
A dodici anni ho visto 2001 Odissea nello spazio. Probabilmente senza capirci quasi nulla, ma anche senza fare una piega. Di sicuro è nata allora la passione per la fantascienza.
Proiezione a ciclo continuo
Ovunque nei cinema si poteva entrare a caso, anche nel secondo tempo. Forse non era il massimo, però se ti piaceva un film potevi vederlo due volte consecutive.
La decadenza
Nel paesello dove sono cresciuto c'erano ben tre sale. Negli anni '80 due hanno chiuso dopo una breve agonia fatta di film a luci rosse.
Soddisfazioni
Era il periodo delle contestazioni dure. Con i primi amici patentati, una sera andammo in una grande sala per vedere A Ovest di Paperino. Per la prima volta tentarono di proiettare della pubblicità orrenda: ricordo che cominciammo e fischiare e protestare coinvolgendo tutti gli spettatori in una bolgia che costrinse all'immediata interruzione.
Il dibattito no!
Per chi non lo sa o non ricorda, esistevano i cineforum, dove alla fine scattava il pallosissimo dibattito di morettiana memoria. Giovani intellettualoidi gareggiavano a chi ce l'aveva più lungo. L'unica volta che prese la parola mio cugino, stroncò senza pietà Tre donne di Robert Altman, lasciando con la faccia di pietra gli estimatori cinefili. Novanta minuti d'applausi come Fantozzi con la Corazzata Potemkin.
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giovedì 7 marzo 2019
Kubrick 20: indovina i titoli
- Certo lei non facilita le cose, né agli spettatori, né ai critici. Ha affermato di voler suscitare reazioni emotive nel pubblico. Crea delle emozioni forti, ma si rifiuta di darci risposte semplici.
- É perché non ho risposte semplici.
Stanley Kubrick (intervistato su Rolling Stone 27/8/87)
- É perché non ho risposte semplici.
Stanley Kubrick (intervistato su Rolling Stone 27/8/87)
Sarò un fanatico, ma per me è come esistesse un prima e un dopo Kubrick; è il regista che mi ha fatto amare il cinema più di chiunque altro. La sua filmografia è una sfilata di capolavori pazzeschi e non ha senso stilare una classifica: dico solo che Arancia meccanica è il film che colloco nell'empireo. Se ne avete voglia, ditemi qual è il vostro.
Per chi non l'avesse visto, consiglio la visione del bellissimo documentario di Alex Infascelli S is for Stanley, uscito un paio di anni fa; ne ho già parlato qui nel blog: è un racconto sorprendente che aggiunge tasselli preziosi di conoscenza della biografia e della filmografia di un genio.
Nel ventennale dalla scomparsa, il primo che indovina i titoli riceverà in premio un litro di latte+ offerto dal Korova Milk Bar, sponsor della teiera volante.
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giovedì 19 ottobre 2017
L'unico vero problema di Blade Runner 2049
Per dirla in breve: l'unico vero problema di Blade Runner 2049 è che quando uscì l'originale di Ridley Scott si era di fronte ad un'opera che non assomigliava a niente di visto in precedenza. Da allora in 35 anni, il cinema ha raccontato il futuro, specie quello distopico, in svariati modi e declinazioni; ecco perché gli scenari immaginati da Villeneuve li abbiamo più o meno già interiorizzati attraverso decine e decine di film di fantascienza con il rischio dell'effetto assuefazione. Ciò non toglie che il regista canadese sia riuscito ad ottenere il massimo possibile da una sfida ad alto rischio, salvaguardando la propria autorialità e mantenendo al tempo stesso un solido collegamento all'universo visivo e narrativo di uno dei cult che ha fatto la storia del cinema, non solo di fantascienza. Quasi tre ore che al cinema sono volate. Eccessivo pretendere di ritrovare sensazioni uniche come quelle trasmesse dal poetico monologo di Rutger Hauer nel finale.
E' chiaro che in un approccio di tipo maniacale, basato principalmente sul confronto con il predecessore, il film rischia di dissolversi nonostante la trama intelligente e un impianto visivo-cromatico affascinante grazie al lavoro di Roger Deakins.
Solo qualche lievissima stonatura l'ho avvertita nella sequenza finale, pochi minuti in cui si scivola in un action-movie stranamente piatto e scontato; anche la figura di Wallace (Jared Leto nel ruolo del cattivo di turno) non è molto convincente convincente, forse anche a causa di un pessimo doppiaggio.
Villeneuve, canadese classe '67, ha dichiarato che fin da ragazzino è stato un appassionato di fantascienza e sognò di diventare regista proprio dopo aver visto Blade Runner. Bene, vista la filmografia del regista, aspirazione direi realizzata ai massimi livelli.
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro
venerdì 14 luglio 2017
Autobiografia cinematografica #3 - venticinque film fondamentali degli anni ottanta
Negli anni ottanta i cinema si frequentavano settimanalmente: solo nel paese in cui sono cresciuto (8.000 abitanti) c'erano tre sale che hanno resistito fino alla decadenza verso la fine del decennio, quando si è iniziato ad andare in videoteca a fare il pieno di VHS.
Stavolta la scelta era molto ampia e limando qua e là ho selezionato i titoli personalmente più significativi per la mia formazione dai 20 ai 30. Magari può essere un'occasione, per i lettori e amici che durante l'estate avranno voglia di passare da queste parti, di recuperare qualche film mai visto e darmi un parere.
- Shining - Stanley Kubrick (1980)
- The Blues Brothers . John Landis (1980)
- The Elephant Man - David Lynch (1980)
- 1997 Fuga da New York - John Carpenter (1981)
- I misteri del giardino di Compton House - Peter Greenaway (1982)
- La Cosa - John Carpenter (1982)
- Blade Runner - Ridley Scott (1982)
- La zona morta - David Cronemberg (1983)
- Zelig - Woody Allen (1983)
- C'era una volta in America - Sergio Leone (1984)
- Bianca - Nanni Moretti (1984)
- Stop Making Sense - Jonathan Demme (1984)
- Ritorno al futuro - Robert Zemeckis (1985)
- Brazil - Terry Gilliam (1985)
- Ran - Akira Kurosawa (1985)
- Velluto Blu - David Lynch (1986)
- Qualcosa di travolgente - Jonathan Demme (1986)
- Il cielo sopra Berlino - Wim Wenders (1987)
- Full Metal Jacket - Stanley Kubrick (1987)
- Arizona Junior - Joel ed Ethan Coen (1987)
- Akira - Katsuhiro Ôtomo (1988)
- Le relazioni pericolose - Stephen Frears (1988)
- Crimini e Misfatti - Woody Allen (1989)
- Harry ti presento Sally - Bob Reiner (1989)
- Fa' la cosa giusta - Spike Lee (1989)
giovedì 29 giugno 2017
Autobiografia cinematografica #2: i miei cult movies del passato
Seconda parte con la storia del cinema, ovvero la lista dei 10 film che ho più amato. Visti e spesso rivisti nel corso del tempo; parliamo di capolavori girati prima degli anni settanta, o poco più, che per ovvi motivi anagrafici ho potuto apprezzare successivamente.
Rashômon
Viale del tramonto
Orizzonti di gloria
La ricotta
Hollywood Party
Rosemary's baby
I Diavoli
Freaks
Preso ad esempio da fotografi (Diane Arbus), cantanti rock (Ramones, David Bowie) e registi (Alejandro Jodorowsky) proprio a sostegno delle lotte dei diritti dei diversi. Anche se in decenni successivi altri autori come David Lynch, Terry Gilliam e Tim Burton si sono ispirati ai Freaks di Tod Browning, solo pochi (Ciprì e Maresco è l’esempio più calzante) ne hanno compreso veramente il potenziale eversivo. Sentieriselvaggi
I pregiudizi e il perbenismo costarono al regista il bando da Hollywood e danneggiarono per sempre la sua carriera.
I pregiudizi e il perbenismo costarono al regista il bando da Hollywood e danneggiarono per sempre la sua carriera.
Il grande dittatore
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Rivisto di recente: risate e occhi lucidi per un capolavoro senza tempo. Qua |
Rashômon
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Ne ho parlato qua. |
Viale del tramonto
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Spietata satira sul mondo di Hollywood con Gloria Swanson diva decadente. |
Orizzonti di gloria
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Una delle più efficaci rappresentazioni sull'assurdità della guerra. |
La ricotta
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La pellicola con Orson Welles sequestrata per vilipendio alla religione. Post |
Hollywood Party
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Peter Sellers in una serie di gag devastanti. Alta scuola di regia e recitazione. |
Rosemary's baby
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L'horror psicologico per eccellenza. |
I Diavoli
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Su questo film, visto due anni fa, uno dei miei post più lunghi di sempre |
venerdì 16 giugno 2017
Potere della settima arte: autobiografia cinematografica #1
Negli anni '70 nel piccolo paese in cui sono cresciuto c'erano ben tre sale. Io abitavo in un appartamento che si trovava proprio di fianco all'ingresso del glorioso Cinema Italia dove fin da bambino ho trascorso tutte le domeniche pomeriggio.
Che cosa ci porta ad amare un film per poi elevarlo nel corso degli anni allo status di cult personale? Nella lista che segue mi sono divertito a tracciare un percorso che in quattro fasi attraversa idealmente la passione per il cinema con le visioni che per differenti motivi hanno contribuito alla mia formazione.
ADOLESCENZA (CON TANTA FANTASCIENZA)
Che cosa ci porta ad amare un film per poi elevarlo nel corso degli anni allo status di cult personale? Nella lista che segue mi sono divertito a tracciare un percorso che in quattro fasi attraversa idealmente la passione per il cinema con le visioni che per differenti motivi hanno contribuito alla mia formazione.
- 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (Boris Sagal - 1971)Charlton Eston, ultimo sopravvissuto ad un virus planetario, ha acceso fin da ragazzino la mia fissa per il genere post apocalittico; da allora non ne perdo uno (ciofeche incluse).
- 2001 Odissea nello spazio (Stannley Kubrick - 1968)Devo averlo visto a 12-13 anni al cinema parrocchiale senza capirci una mazza. Eppure quelle immagini, quella musica, qualche effetto l'hanno avuto...
- Arancia Meccanica (Stanley Kubrick - 1971)Ero già più grandicello (16-17) e ne uscii traumatizzato, frastornato, ma soprattutto affascinato. Un colpo di fulmine e l'inizio di un amore assoluto per un genio.
- Harold e Maude (Hal Ashby - 1971)Un toccasana per chi nell'adolescenza ha ben presto manifestato insofferenza verso l'omologazione e l'autorità.
- Novecento (Bernardo Bertolucci - 1976)Le nuove uscite arrivavano nelle sale di paese un paio di anni dopo la prima visione. Questo film alla soglia dei 18 anni è stata un'esperienza formativa.
- Tommy (Ken Russel - 1975)
La scoperta che il connubio musica e cinema poteva generare una miscela esplosiva. Allucinato dal vortice di immagini al ritmo della musica degli Who. Da questo film, da Il fantasma del palcoscenico, Jesus Christ Superstar, Hair e Rocky Horror Picture Show (visti più tardi) è nata l'esaltazione per i musical.
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via |
venerdì 13 gennaio 2017
S is for Stanley
Il racconto dell'uomo, oggi 75enne, è fluente e ricco di aneddoti, come quando conosce Jack Nicholson e Kubrick domanda se gli piace; lui risponde: - è ok, sì, ma perché non prendi Charles Bronson? In realtà lo detesta, perché come racconta senza peli sulla lingua, Jack Nicholson sniffava in continuazione e fermava le donne per strada mentre erano in auto.
Alex Infascelli, regista di questo prezioso documentario, lascia quasi sempre a lui la parola con pochi interventi fuori campo. Emerge la quotidianità del rapporto tra i due che diventa sempre più intimo; la precisione e la meticolosità di Emilio, sono di certo le doti che avevano conquistato Stanley Kubrick, noto per il suo perfezionismo. Sicuramente anche la sua pazienza e la disponibilità totale, visto che a un certo punto viene installata a casa sua una linea telefonica dedicata solo al regista, nonostante le proteste della moglie.
Oltre ai documenti e alle foto mai viste, è incredibile il numero biglietti, scritti a mano o a macchina, firmati sempre S, lasciati dal regista al suo collaboratore fidato con svariate richieste: da quelle ordinarie a quelle più assurde, come quando gli chiede di trovare un quantitativo impossibile di candele per coprire il lunghissimo periodo delle riprese di Barry Lyndon. La narrazione diventa commovente quando Emilio racconta del loro addio, per poi ritrovarsi qualche anno dopo l'ultima volta per le riprese di Eyes Wide Shut, dove il regista omaggia l'amico con un cameo.
Dopo la morte del regista Emilio, torna definitivamente a Cassino dove finalmente si decide a vedere tutti i film del maestro. All'epoca non aveva tempo e li trovava troppo lunghi. Solo a quel punto si rende pienamente conto della genialità di un uomo con cui ha avuto un rapporto privilegiato.
Premiato col David di Donatello, questo di Alex Infascelli è gran bel documentario con le musiche originali di John Cummings (ex chitarrista dei Mogwai). Da non perdere. Purtroppo ha avuto una presenza lampo al cinema come evento speciale a fine maggio 2016. I meriti a Sky Arte per averlo trasmesso qualche sera fa. Un tassello importante per approfondire la personalità di un genio: il regista fra tutti quelli che ci hanno lasciato di cui sento veramente la mancanza. Quando usciva un suo film, anche dopo attese di anni, è stato sempre un momento indelebile. Come una cerimonia che portava ad un appagamento per gli occhi e per la mente. Peccato aver potuto vivere solo tre volte queste emozioni. Pochissimi altri al cinema sono mai più riusciti a trasmettermi qualcosa di simile.
Ha voluto portarci in posti che non avremmo mai immaginato, così li ha immaginati lui per noi. Spielberg
voto
Ha voluto portarci in posti che non avremmo mai immaginato, così li ha immaginati lui per noi. Spielberg
voto
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Kubrick con Emilio D'Alessandro |
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Alex Infascelli con Emilio D'Alessandro |
martedì 13 settembre 2016
Cento anni fa nasceva uno scrittore meraviglioso
Esattamente 100 anni fa nasceva Roald Dahl: uno scrittore meraviglioso, genio della letteratura infantile, ma non solo. Leggevo i suoi libri a mio figlio divertendomi da pazzi.
E' anche uno degli autori più rappresentati al cinema:
Chi ha paura delle streghe?
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato
Io vivo a Los Angeles: quando mi chiedono da dove vengo rispondo sempre la stessa cosa, dall'Inghilterra. Da un paesino chiamato Great Missenden, nel Buckinghamshire, fra Londra e Oxford. È il posto dove ho trascorso l'infanzia, quello che si può trovare su una cartina delle Chiltern Hills e su Google, ma il posto da dove vengo DAVVERO non ha un nome o una città gemellata. Io vengo da un paese di streghe e magie, giganti e minipin, boschi e campi, quadrifogli e soffioni dei desideri: vengo dall'immaginazione di mio padre, Roald Dahl. (Lucy Dahl)
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sabato 10 settembre 2016
Cult movie: Punto Zero (Vanishing Point)
"Che cos'è Punto Zero? E' uno dei migliori film americani di tutti i tempi" (da Grindhouse -Tarantino 2007)
Tutti i luoghi sono buoni per concepire un film, ma solo uno è il luogo perfetto: il viaggio. Paolo Sorrentino
"Nessuno si chiede più quando Kowalski si fermerà, ma chi riuscirà a fermarlo". (Supersoul)
Tutti i luoghi sono buoni per concepire un film, ma solo uno è il luogo perfetto: il viaggio. Paolo Sorrentino
"Nessuno si chiede più quando Kowalski si fermerà, ma chi riuscirà a fermarlo". (Supersoul)
Il contributo di questo cineasta di origini armene e in particolare di questo classico del cinema Usa on the road che gli dette celebrità mondiale, è stato gigantesco. Si capisce che Sarafian fu per tutta la vita un grande amico e assistente di Robert Altman, e che ne sposò la sorella Helen Joan da cui ha avuto 5 figli, tutti lavoratori del cinema. (sentieri selvaggi)
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domenica 1 maggio 2016
25 indiscrete domande cinematografiche
Non sono appassionato di premi blogger stile catena di sant'antonio, mentre mi diverto a partecipare a tempo perso ad un meme, in questo caso cinematografico, come quello ideato da Sofàsophia.
1. Il personaggio cinematografico che vorrei essere
2. Genere che amo e genere che odio
+ Fantascienza intelligente.
3. Film in lingua originale o doppiati?
E' uguale.
4. L'ultimo film che ho comprato
Comprare? Scherzo, Eisenstein in Messico.
11. Un film che mi ha fatto riflettere?
17. Il film più lungo che ho visto?
La meglio gioventù (366 min)
18. Il film che mi ha deluso?
21. Il film più bello tratto da un libro?
I tre mi vengono in mente al volo: Shining, Blade Runner e Non lasciarmi.
22. Il film più datato che ho visto?
Lebowski tutta la vita.
2. Genere che amo e genere che odio
+ Fantascienza intelligente.
- Commedie italiane gggiovani per anziani.
3. Film in lingua originale o doppiati?
E' uguale.
4. L'ultimo film che ho comprato
Comprare? Scherzo, Eisenstein in Messico.
5. Sono mai andato al cinema da solo?
E' capitato anche se non spessissimo.
6. Cosa ne penso dei Blu-Ray?
Non li utilizzo.
7. Che rapporto ho con il 3D?
6. Cosa ne penso dei Blu-Ray?
Non li utilizzo.
7. Che rapporto ho con il 3D?
Lo evito, sono prevenuto.
8. Cosa rende un film uno dei miei preferiti?
Qualcosa di intelligente, emozionante e originale.
9. Preferisco vedere i film da solo o in compagnia?
Dipende dalla compagnia, ci sono persone, anche amiche, che al cinema diventano insopportabili. Quindi in coppia.
10. Ultimo film che ho visto?
8. Cosa rende un film uno dei miei preferiti?
Qualcosa di intelligente, emozionante e originale.
9. Preferisco vedere i film da solo o in compagnia?
Dipende dalla compagnia, ci sono persone, anche amiche, che al cinema diventano insopportabili. Quindi in coppia.
10. Ultimo film che ho visto?
11. Un film che mi ha fatto riflettere?
Lui (Hitler) è tornato. Dimostra che oggi avrebbe ancora seguito e questo è parecchio inquietante.
12. Un film che mi ha fatto ridere?
Smetto quando voglio.
13. Un film che mi ha fatto piangere?
Big Fish di Tim Burton
14. Un film orribile?Cattivi vicini. Banale al limite dell'insostenibile.
12. Un film che mi ha fatto ridere?
Smetto quando voglio.
13. Un film che mi ha fatto piangere?
Big Fish di Tim Burton
14. Un film orribile?Cattivi vicini. Banale al limite dell'insostenibile.
15. Un film che non ho visto perché mi sono addormentato?
Top Secret! di Zucker-Abrahams-Zucker. La morosa si incazzò di brutto e uscì dalla sala (l'avevo portata io). Quando mi svegliai fu traumatico: mai più addormentato al cinema.
16. Un film che non ho visto perché stavo facendo le cosacce?
16. Un film che non ho visto perché stavo facendo le cosacce?
Forse un porno.
17. Il film più lungo che ho visto?
18. Il film che mi ha deluso?
Gigolo per caso di John Turturro con Woody Allen: pensavo fosse divertente, invece è fiacco.
19. Un film che so a memoria?
19. Un film che so a memoria?
Il Grande Lebowski.
20. Un film che ho visto al cinema perché mi ci hanno trascinato?
Di solito sono io che trascino gli altri e poi mi pento.
20. Un film che ho visto al cinema perché mi ci hanno trascinato?
Di solito sono io che trascino gli altri e poi mi pento.
21. Il film più bello tratto da un libro?
I tre mi vengono in mente al volo: Shining, Blade Runner e Non lasciarmi.
22. Il film più datato che ho visto?
Quarto potere.
23. Miglior colonna sonora?
Magnolia - Il Giovane Favoloso - Across the Universe
24. Migliore saga cinematografica?
23. Miglior colonna sonora?
Magnolia - Il Giovane Favoloso - Across the Universe
24. Migliore saga cinematografica?
Non amo particolarmente le saghe.
25. Miglior Remake?
25. Miglior Remake?
La Cosa di John Carpenter
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mercoledì 24 febbraio 2016
Titoli di testa e soundtrack: Trainspotting
Princes Street, Edimburgo. Vi dice niente? E' la strada in cui fu girata la prima scena (quella della fuga sulle note incalzanti di Lust for Life di Iggy Pop) di Trainspotting.
Esattamente vent'anni fa usciva in UK il film di Danny Boyle, in Italia sarebbe poi arrivato solo in ottobre. Una pellicola ormai storica che merita un omaggio con i titoli di testa originali, dove uno per uno vengono presentati tutti i protagonisti. Da sottolineare la favolosa colonna sonora: da Brian Eno a Lou Reed passando da Blondie.
I sequel rappresentano sempre un terreno insidioso, ma in questo caso mi affido al talento del regista inglese che sta lavorando al seguito intitolato Porno dal romanzo di Irvine Welsh che riprende il filo del discorso con gli stessi personaggi.
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giovedì 28 gennaio 2016
Capolavori restaurati: Il Grande Dittatore
Continua il fantastico lavoro di recupero di pellicole storiche, patrimonio del cinema italiano e mondiale, svolto dalla Cineteca di Bologna. Alcune tra le ultime opere restaurate: Amarcord, I Mostri, Rocco e i suoi fratelli, Vogliamo i colonnelli.
Dopo molti anni ho rivisto al cinema Il Grande Dittatore di Chaplin nella nuova versione: risate e occhi lucidi per un capolavoro senza tempo.
Storicizzare Il grande dittatore è oggi indispensabile per apprezzarne l'unicità, per comprendere gli sforzi titanici che accompagnarono la sua realizzazione; ripercorrere la sua genesi è assolutamente necessario per cogliere appieno l'evoluzione artistica, civile e politica di Chaplin. Ma il film è così libero, coraggioso e sincero, non solo perché riuscì a ridicolizzare Adolf Hitler durante il secondo conflitto mondiale, ma perché continua a parlarci della natura dell'uomo. Come osserva Ugo Casiraghi: "le radici del male non sono state affatto estirpate, sono solo ‘emigrate' altrove e questo film continua a reinterpretarle". (Cecilia Cenciarelli)
Storicizzare Il grande dittatore è oggi indispensabile per apprezzarne l'unicità, per comprendere gli sforzi titanici che accompagnarono la sua realizzazione; ripercorrere la sua genesi è assolutamente necessario per cogliere appieno l'evoluzione artistica, civile e politica di Chaplin. Ma il film è così libero, coraggioso e sincero, non solo perché riuscì a ridicolizzare Adolf Hitler durante il secondo conflitto mondiale, ma perché continua a parlarci della natura dell'uomo. Come osserva Ugo Casiraghi: "le radici del male non sono state affatto estirpate, sono solo ‘emigrate' altrove e questo film continua a reinterpretarle". (Cecilia Cenciarelli)
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mercoledì 30 dicembre 2015
Star Wars - Il Risveglio della Forza in un tweet e ½
Se n'è già parlato tantissimo, perciò chiudo l'anno con estrema sintesi.
Legenda voti
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro
Sequel, newquel, reboot, remake, mera operazione commerciale...
Al netto del martellante e fastidioso tam tam mediatico, una mirabolante creatura cinematografica in cui immergersi piacevolmente, sospesi tra revival e rinnovamento.
Legenda voti
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro
mercoledì 16 dicembre 2015
May the Force be with you (anche a cappella)
Tutto il cast (umano e non) di Star Wars con The Roots in una favolosa versione a cappella della celeberrima colonna sonora. Nel finale anche Mr. Harrison Ford.
Io comunque non sono un fanatico della serie: aspetterò il 2016 e forse l'Epifania per evitare la ressa.
giovedì 19 novembre 2015
Musica e Cinema: dieci scene indimenticabili
Difficile trovare qualcosa che riesca ad emozionarmi, esaltarmi o commuovermi come il cinema in quei momenti unici dove le parole si fermano e la musica assume il ruolo di protagonista fino a diventare, in certi casi, il motore narrativo.
Dieci scene musicali da vedere, rivedere (e ascoltare).
- Easy Rider - Dennis Hopper 1969
Born to be wild - Steppenwolf
Scelta scontata, ma obbligatoria per un film-manifesto della cultura alternativa. Inizio a palla con i titoli di testa: Peter Fonda getta in terra l'orologio e i due amici partono in viaggio per gli States a cavallo dei loro choppers. - Zabriskie Point - Michelangelo Antonioni 1970
Careful with that axe, Eugene - Pink Floyd
L'esplosione finale della rabbia rappresentata dalla villa con i simboli del benessere che fluttuano disintegrati in slow motion. - Apocalypse Now - Francis Ford Coppola 1979
Cavalcata delle Walkirie - Wagner
La scena memorabile con gli elicotteri che arrivano dal mare. - Blue Velvet - David Lynch 1986
In Dreams - Roy Orbison
I'll fuck anything that moves! Meglio non contraddire uno psicopatico Hopper quando si eccita ascoltando questa canzone del 1963. - Trainspotting - Danny Boyle 1986
Lust for Life - Iggy Pop
Partenza che è tutto un programma. - Dead Man - Jim Jarmush 1995
Dead Man Theme - Neil Young - Magnolia - Paul Thomas Anderson 1999
Wise up - Aimee Mann
Pensieri notturni cantati nei momenti di solitudine. - Donnie Darko - Richard Kelly 2001
Mad World - Gary Jules
Il finale tragico ed enigmatico sulle note dolci e malinconiche della cover dei Tears For Fears. - Into the wild - Sean Penn 2007
No Ceiling - Eddie Vedder
Due minuti che racchiudono magicamente l'essenza del film: le speranze, l'utopia, il coraggio e le illusioni. - Inglourious Bastards - Quentin Tarantino 2009
Cat People (Putting out the fire) - David Bowie (purtroppo niente video)
Un'idea geniale per raccontare la preparazione della vendetta di Shoshanna contro i nazisti.
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mercoledì 4 novembre 2015
Su Pasolini difendo Muccino anche se i suoi film fanno cagare
Io con Muccino ho deciso di chiudere dopo la sofferenza a cui mi sono sottoposto con la visione di Sette Anime: uno dei film più noiosi e ruffiani del nuovo millennio. Lo considero un regista piacione e presuntuoso.
Però c'è un'altra cosa che non sopporto ed è lo squadrismo e gli insulti che si scatenano ogni volta che sui social qualcuno esprime un'opinione, certamente criticabile come ha fatto lui, stroncando Pasolini. Lo stesso Fellini non ne aveva una grande considerazione come regista, ma questi sono pareri e discutere civilmente è sempre una base di partenza fondamentale senza la quale internet diventa una merda.
Mentre di Pasolini intellettuale ho una sconfinata ammirazione, sul regista non ho un'opinione netta. Alcune sue opere come La Ricotta le adoro; altre, come Uccellacci e Uccellini non le ho capite (sarà stata la gioventù); infine certe, come Salò, mi hanno devastato (non reggerei un'altra visione).
Certo che... A Muccì, ce sei annato giù pesante!
Qui e qui tutta la polemica.
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martedì 20 ottobre 2015
Se io fossi regista (5 film che mi sarebbe piaciuto dirigere)
Pur non essendo questo un blog prettamente di cinema, non posso sottrarmi a questo intrigante gioco lanciato da Solaris. Cinque film che vi sarebbe piaciuto dirigere. Eccoli qua, scelti di pancia.
Il Grande Lebowski (Coen, 1997)
Uno stile di vita che abbraccerei in toto perché... I momenti d'ozio sono intervalli di lucidità nei disordini della vita (Ambrose Bierce)
Purtroppo nella bassa romagna i bowling e i white russian scarseggiano, ma ci sarebbero tante altre particolarità da far emergere e da raccontare.
The Road (John Hillcoat 2009)
Da ragazzino la visione di 1984 Occhi bianchi sul pianeta Terra mi ha fulminato. Da allora ho sviluppato una passione insana per il genere post-apocalittico. Qualsiasi cosa esca, anche le porcherie, la devo vedere.
Sarei indeciso tra questo e 28 giorni dopo di Danny Boyle.
Ecce Bombo (Nanni Moretti, 1978)
Lo avrei girato in versione provincia romagnola. Da giovane ogni tanto ci ho pensato: avrei avuto a disposizione una galleria di situazioni e personaggi unici da raccontare. Qualcuno è anche apparso fra le pagine di questo blog.
Into the wild (Sean Penn, 2008)
True Stories (David Byrne, 1986)
Per me la musica è una componente fondamentale nel cinema. Mi sarebbe piaciuto girare un film ispirato alla cronaca locale più assurda come ha fatto in questo capolavoro surreale quel genio fottuto di Byrne. Magari potrebbe farmi lui la colonna sonora.
It's like 60 minutes on acid (autointervista di D. Byrne).
Il Grande Lebowski (Coen, 1997)
Uno stile di vita che abbraccerei in toto perché... I momenti d'ozio sono intervalli di lucidità nei disordini della vita (Ambrose Bierce)
Purtroppo nella bassa romagna i bowling e i white russian scarseggiano, ma ci sarebbero tante altre particolarità da far emergere e da raccontare.
The Road (John Hillcoat 2009)
Da ragazzino la visione di 1984 Occhi bianchi sul pianeta Terra mi ha fulminato. Da allora ho sviluppato una passione insana per il genere post-apocalittico. Qualsiasi cosa esca, anche le porcherie, la devo vedere.
Sarei indeciso tra questo e 28 giorni dopo di Danny Boyle.
Ecce Bombo (Nanni Moretti, 1978)
Lo avrei girato in versione provincia romagnola. Da giovane ogni tanto ci ho pensato: avrei avuto a disposizione una galleria di situazioni e personaggi unici da raccontare. Qualcuno è anche apparso fra le pagine di questo blog.
Into the wild (Sean Penn, 2008)
Il concetto di viaggio ha sempre rappresentato tantissimo per me. Nella mia versione avrei messo molto di autobiografico: all'inizio degli anni '80 ho rischiato la pelle disperso tra le montagne del Marocco; per fortuna mi andò meglio che ad Alexander Supertramp. Ce ne sarebbero da raccontare. Sembra ormai la vita di un'altra persona.
True Stories (David Byrne, 1986)
Per me la musica è una componente fondamentale nel cinema. Mi sarebbe piaciuto girare un film ispirato alla cronaca locale più assurda come ha fatto in questo capolavoro surreale quel genio fottuto di Byrne. Magari potrebbe farmi lui la colonna sonora.
It's like 60 minutes on acid (autointervista di D. Byrne).
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