Ci contavo molto, ma anche Spike Lee è rimasto invischiato nel pantano del Vietnam. Un terreno in cui non è parso sempre a suo agio; diverse idee interessanti, però sembra proprio non essere riuscito a sfruttare al meglio il suo talento. Troppi generi si mischiano e si sovrappongono; il tema politico, sempre presente, è pure interessante grazie ai filmati originali, ma diversi cliché seminati lungo la trama sono poco convincenti (su tutti Jean Reno in ruolo da macchietta). Non è una stroncatura, perché nel complesso risulta scorrevole ed anche ricco di colpi di scena. Il problema sono i termini di paragone: film come La 25ª ora, He got game, Inside man sono capolavori che si collocano non uno, ma parecchi gradini sopra. Un altro intoccabile è Fa' la cosa giusta che a distanza di 30 anni è ancora attualissimo. Per chi, anche per motivi anagrafici, non conosce bene il regista di Atlanta (già oltre i venti film) e volesse approfondire, questo è come un poker d'assi.
Ora aspetto con curiosità l'uscita dell’adattamento cinematografico di American Utopia, il live spettacolare di David Byrne (visto a Ravenna due anni fa). Sarà diretto proprio da Spike Lee e uscirà a fine anno per HBO. Datemi un pizzicotto - ha commentato Byrne - non avrei potuto pensare a niente di meglio per questo progetto.
Mi piace molto Spike Lee, ma come Woody Allen, che adoro, qualche film meno bello lo hanno fatto. Sicuramente da vedere anche questo, che mi segno, e se permetti al tuo poker di suoi film da vedere aggiungo anche "Malcolm X" (ambizioso, non bello come l'autobiografia dalla quale è tratta, che è insuperabile e consiglio di leggere, ma da vedere).
RispondiEliminaSai che è uno dei pochi che non ho visto? Prima o poi dovrò rimediare.
EliminaIo sono molto legato a He got game e a Summer of Sam perché mi ricordano un ragazzo che mi ha cambiato la vita e che me li fece vedere.
RispondiEliminaAnch'io in particolare He got game, è coinciso con la nostra passione per il basket quando mio figlio ha iniziato a giocare.
Elimina