venerdì 25 maggio 2012

In bianco e nero


















La RAI cominciava a trasmettere a colori, ma io quel periodo lo ricordo in un nitido bianco e nero. Nelle tasche c'erano poche lire (più che altro miniassegni stropicciati) e la condivisione spesso diventava una necessità, oltre che un piacere.
Verso la fine degli anni '70, tre del nostro gruppo che avevano superato la maggior età ed erano già patentati, si misero in società per acquistare da uno sfasciacarrozze, a poche centinaia di migliaia di lire, una Mercedes malandata degli anni sessanta. Aveva il cambio con la manopola al volante, sei posti col sedile davanti tutto unito e il bombolone del metano nel baule. La vedete immortalata nella foto, scattata in un grigio pomeriggio invernale con due Simca scassate sullo sfondo. All'interno sulla sinistra ci sono pure io coi baffi (dovevo aver compiuto da poco diciotto anni).
Per forza tutti si giravano al nostro passaggio! Invece delle tipiche Dyane o R4, giravamo su un'auto che all'epoca si poteva immaginare più che altro sotto al culo di nomadi, papponi o al limite vecchi benestanti di campagna. Davanti ai bar ed ai locali della bassa romagna si aprivano gli sportelli e ne uscivano invece sei giovinastri (non sempre gli stessi!): una combriccola eterogenea di post-freak, pre-punk, aspiranti indiani metropolitani e non so cos'altro che per un anno e mezzo sfruttò quella specie di taxi collettivo quasi gratuito perennemente ingolfato, ma comodissimo! Poi arrivarono gli anni '80 a normalizzare e il macchinone rimase ancora per qualche tempo ad arrugginirsi nel cortile di Renzo.

giovedì 24 maggio 2012

2:54 & Friends

Pausa (quasi) obbligata per problemi tecnici alla cpu del pc, stressata quanto la mia schiena.
Tornato operativo, segnalo questo nuovo gruppo inglese che potrebbe rappresentare una delle sorprese più piacevoli dell'estate che comincia timidamente a bussare. Uscirà tra pochi giorni il loro omonimo album d'esordio, anticipato da un paio di singoli e da un EP dello scorso anno. Siamo sulla scia degli XX, cioè gruppi che attingono alle sonorità Cure (per intenderci) cercando di rielabolarle in chiave soft dark. Come sempre negli ultimi tempi, niente di nuovo sotto il sole, ma un pensierino per andarli a sentire dal vivo (il 10 luglio all'Hana Bi) lo faccio.
2:54 è un quartetto londinese capitanato dalle sorelle Colette e Hannah Thurlow; gli altri due membri del gruppo sono Alex Robins Joel Porter.



Ci spostiamo sull'altra sponda dell'oceano a Brooklyn con i Friends (nome che pare fatto apposta per ostacolare le ricerche sul web), per raschiare ancora dall'infinito serbatoio storico lasciato dalla new wave, periodo musicale che continua ad attrarre fatalmente tante nuove giovani band. Primo album anche per loro intitolato Manifest! Premesse interessanti nei due singoli che ho potuto ascoltare (l'album uscirà ai primi di giugno) con riferimenti alla post disco-wave newyorkese.

mercoledì 16 maggio 2012

God bless America

Per ricollegarmi al post di ieri... Certi film girano solo per rassegne e purtroppo non vengono quasi mai distribuiti, specialmente in Italia. Meno male che in rete si riescono quasi sempre a recuperare (sottotitolati più o meno bene).
God bless America, diretto da Bobcat Goldthwait, è stato presentato nel settembre scorso al festival di Toronto e in America si può vedere on demand. Ottimamente interpreto da Joel Murray (fratello di Bill), divorziato e solitario di mezza età in caduta libera e da Tara Lynne Barr, improbabile e terribile ragazzina killer-intellettuale. Si tratta di una black comedy sarcastica e grottesca con dialoghi incisivi che mirano diretti a colpire gli aspetti più trash e consumistici della società americana. Tra satira sociale e killer movie, un on the road con la strana coppia formata da Frank e Roxy in giro per l'America a far fuori senza pietà tutti quelli che secondo i loro parametri non meritano di stare al mondo: stupidi protagonisti di reality e talent show, presentatori stronzi, cafoni e maleducati incontrati per caso, attivisti del tea party, in una escalation delirante. Non un capolavoro, ma spassoso e liberatorio.
Voto: 8

No one has any shame anymore, and we are supposed to celebrate it. (Joel Murray - Frank)

martedì 15 maggio 2012

La mia 25° ora

Fanculo al PIL.

A quelli che si stupiscono del caldo in estate e del freddo in inverno (quindi anche a me stesso).

Ai centri commerciali aperti la domenica, all'aria condizionata a palla, ai villaggi vacanze.

Ai 20 minuti di orrida pubblicità delle multisale.

Alla musica di merda che inquina i luoghi pubblici.

Alla retorica televisiva di ogni colore.

A tutti quelli che non capiscono il XXV aprile e il primo maggio.

A quelli che dicono che le prospettive di vita (malata) si sono allungate per farti lavorare fino a 70 anni.

A chi ti vuole obbligare a vivere anche quando sei un vegetale.

A tutti quelli che hanno sempre sostenuto che il problema principale è l'immigrazione.

A chi dimentica troppo in fretta.

Agli omofobi e ai guerrafondai di tutto il mondo.

Ai censori e ai proibizionisti.

A quelli che fanno pesare la loro cultura invece di rendere gli altri partecipi.

Agli idioti che sostengono che con la cultura non si mangia.

A tutti quelli che hanno contribuito a demolire la scuola pubblica.

Ai mercati finanziari.

Alla maggioranza silenziosa.

lunedì 14 maggio 2012

Happy 60th birthday Mr. Byrne

Byrne, Eno + teiera: foto perfetta per il blog
La mia vita musicale (e non) è legata come a pochi altri a quest'uomo. Sua è la prima canzone che ho massacrato dal vivo; suoi e dei Talking Heads i dischi che mi hanno ispirato e spinto a cercare nella musica qualcosa in più. Suo il film che volli assolutamente proiettare in apertura della prima rassegna estiva organizzata nel lontano 1987. Per non parlare del live di Remain in light...
Oggi compie 60 anni: arrivarci così alla sua età! Happy Birthday, Mr. Byrne.

venerdì 11 maggio 2012

Appunti musicali #7 (sottotono)

Sarà il periodo o l'umore, ma risulta sempre più difficile provare soddisfazione e trovare nuova linfa dalla musica del 2012. Da quando nel 2008 è nato questo spazio (il prossimo mese fanno 4 anni) è sicuramente l'anno più fiacco. Anche il programma di Ferrara sotto le stelle sembra sottotono.
La selezione si fa sempre più spietata: qualche sprazzo e qualche brano qua e là, buono per le mie teiere da viaggio. Allo stesso tempo ho anche poca voglia di ascoltare dischi e gruppi che ormai conosco a memoria. Qui sotto un veloce resoconto delle ultime settimane.

Electric Guest - Mondo
Sicuramente presto spopoleranno su MTV. Io li ho conosciuti qualche giorno fa guardando il David Letterman Show e il loro singolo This head I hold mi aveva colpito per l'immediatezza e la freschezza pop. Da dimenticare però l'album.

Silversun Pickups - Neck of the Woods
Il sole d'argento non brucia più e non entusiasma come ai primi tempi. Al terzo disco, dopo gli splendidi Carnavas (2006) e Swoon (2009), la formula sembra ormai logora.

The Brian Jonestown Massacre - Aufheben 
Retromaniaci e citazionisti come pochi. Partenza a razzo con Panic in Babylon: raga indianeggiante che richiama i primi Kula Shaker. Poi solo qualche spunto interessante tra psichedelia junkie e fumi d'oriente.

The Inner Banks - Wild
Interessante coppia da Brooklyn (Caroline Shultz e David Gould) che nel loro sito dichiarano di ispirarsi ed essere influenzati dal folk britannico, dal pop '60 e dalle sonorità shoegaze.



CALLmeKAT - Where The River Turns Black
Viene dalla Norvegia ed è un bel vedere. Il suo nome è Katrine Ottosen, ma preferisce essere CALLmeKat. Amante delle tastiere vintage e portatrice di un art-pop malinconico di stampo "nordico" spesso interessante ma in questo caso abbastanza flebile. Qualche bella canzone non manca.



Iori's Eyes - Double Soul
Electro-soul notturno per la coppia milanese formata da Clod e Sofia. Primo album ufficiale per l'etichetta La Tempesta (Zen Circus,  Pan del Diavolo, Teatro degli Orrori). I riferimenti vanno al sound d'oltremanica (dove i due musicisti hanno già suonato e si sono fatti conoscere) partendo da Massive Attack e Portishead fino a James Blake. Da tenere d'occhio.

mercoledì 9 maggio 2012

Diaz - Don't clean up this blood

Difficile raccontare senza sganciarsi emotivamente dal turbinio di sensazioni. Sì, perché quello che si prova nel rivivere al cinema gli avvenimenti che dieci anni fa hanno lordato la nostra democrazia già marcia, è un incubo reale che lascia il segno: un senso di impotenza, rabbia e frustrazione che solo oggi, a due giorni di distanza, comincia a sfumare. Ammirevoli il coraggio e la volontà di Procacci e l'abilità visiva e narrativa di Daniele Vicari nel tessere i fili delle storie personali che vanno a confluire in quel destino condiviso che ha rovinato la vita a 93 persone inermi. Un horror che raschia e fa sanguinare le nostre coscienze e che come quel giorno fa risuonare nella testa la domanda più semplice; quella domanda che fece mio figlio (allora aveva 10 anni) sentendo i nostri discorsi davanti alla tv: perchè fanno così?
Come spiegare...

mercoledì 2 maggio 2012

Amoeba music (viaggio troppo breve nel paese dei balocchi)

Dieci anni fa nel paese dei balocchi
Luglio 2001: il nostro viaggio californiano in camper fa tappa a San Francisco per qualche giorno. Molto prima di partire c'era un nome segnato nella mia agenda: Amoeba Music. Non solo un immenso negozio di dischi (2.200 m²), ma il più fornito a livello mondiale di musica alternativa e indipendente con anche concerti settimanali gratuiti al suo interno: la locandina dei Sonic Youth era lì a testimoniarlo.
Una volta entrato, resto come ipnotizzato per un intero pomeriggio senza accorgermi del tempo che passa e senza decidere cosa comprare. Intanto la copilota con i nostri due amici ed i bambini aspettano pazienti in un parco nelle vicinanze. Quando vedo comparire mio figlio all'ingresso e subito dopo tutti gli altri, stanchi e affamati, ho in mano un misero cd di Lou Reed: "Lasciatemi qua, ancora un po!" imploro (considerate che il download selvaggio non era ancora entrato nelle nostre abitudini). Per amore dei figli e rispetto dei nostri compagni di viaggio ho dovuto concludere veloce prima che mi crescessero le orecchio da asino; per un giorno ancora ho continuato a sentire il richiamo delle sirene amebiche, poi il fascino della costa dell'Oceano Pacifico ha giustamente preso il sopravvento.
L'esperienza insegna: due anni dopo a Londra con la lista della spesa nel marsupio.