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giovedì 4 gennaio 2018

Juana Molina - Halo

Colpi di fulmine con la musica: succede sempre più di rado, ma succede ancora. In viaggio per la montagna, ascoltavo l'idealista su radio 3 (ottimo programma) e mi sono imbattuto in questa musicista di Buenos Aires molto apprezzata anche da David Byrne.
Il suo nome è Juana Molina e nella sua musica confluiscono un mix di generi: pop, folk e tropicalismo, sorretti da un tappeto di elettronica minimale. Bizzarro il suo percorso artistico, che l'ha vista esordire e riscuotere successo negli anni '90 come attrice comica alla tv argentina, per poi trasferirsi a Los Angeles e dedicarsi alla musica fra lo scetticismo generale. Dopo il ritorno in patria e la pubblicazione dei primi lavori si è capito qual era il suo vero talento. Halo è il suo ultimo album: un lavoro d'avanguardia, ma non di quella inaccessibile o estrema alla Bjork (artista a cui spesso viene impropriamente associata). Nel suo mondo la forma canzone non viene frantumata: il ritmo è essenziale e parecchi brani sono sostenuti da linee di basso pulsanti, su cui si innestano loop, sintetizzatori e chitarre. Juana Molina canta in lingua madre con una voce leggera e impalpabile e mi è apparsa subito come una musicista completamente libera da vincoli di genere.
Halo è un album fuori dagli schemi; spiritualmente indipendente e in grado di trasportarti in un'altra dimensione come è nel caso di In the Lassa, brano ipnotico e palpitante che ben rappresenta l'anima di questo disco che sto ascoltando in loop dall'inizio dell'anno.



mercoledì 20 dicembre 2017

2017 up & down - musica

Come ogni dicembre che si rispetti nei blog e nei siti musicali fioccano i classificoni di fine anno; qui sulla teiera volante mi limito ai quattro album che hanno procurato più gioie ai piloti. Per fortuna c'è sempre più vita oltre X-Factor, Fazio, The Giornalisti, lo pseudo indie pop e il 99% delle radio che propinano la stessa sbobba uniforme.

Black Grape - Pop Voodoo
Una delle delle vere sorprese. A vent'anni di distanza sono ricomparsi i Black Grape con un album bello carico fin dal titolo. Sciabolate funky e cori contagiosi da pub in un reload miracoloso della scena di Madchester che ebbe negli Happy Mondays il gruppo di punta.

Arcade Fire - Everything now
Resta sempre l'annoso problema degli album e degli anni che passano anche e soprattutto per band dagli esordi così folgoranti; è difficile però trovare di meglio parlando di main stream come ormai pare siano avviati a diventare.


Balmorhea - Clear Language
Dopo cinque anni di silenzio è un notevole ritorno quello dell'ensemble texano. Post-rock dalle atmosfere oniriche, senza ridondanze e con un equilibrio mirabile tra sonorità acustiche ed elettroniche. Less is more: la mia musica da meditazione e da sottofondo per quest'inverno appena iniziato.





DISCO ITALIANO

Julie's Haircut - Invocation and Ritual Dance of My Demon Twin
Sulle antiche piste tracciate dei Can. Ipnotici, circolari, psichedelici e soprattutto curiosi di spaziare ed esplorare, senza ansie da prestazione o singoli da lanciare. In Italia pochi hanno il coraggio di spingersi così avanti e contaminare in modo originale l'idea di Kraut Rock.

GRANDE ATTESE PER...
David Byrne con un nuovo disco e udite, udite: tre concerti in Italia. Il biglietto è già in cassaforte!

Johnny Marr (ex chitarra degli Smiths) e il suo nuovo progetto molto interessante.
Qui sotto un'anteprima.

giovedì 12 ottobre 2017

Tricky, St. Vincent, The National e la musica dal vivo

Un tempo si andava sempre ai concerti ed è una delle cose che spesso facevo che più mi manca. Mi dispiace solo di essermi perso Thom Yorke e J. Greenwood quest'estate a Macerata. Il programma di Ferrara sotto le Stelle da qualche anno non ispira più di tanto; d'altra parte se chiamano anche Thegiornalisti... 

Uscite interessanti e piccole delusioni in questo autunno mascherato da primavera.

Malgrado il coro di elogi, per la prima volta non sono entusiasta di un nuovo disco di The NationalSleep Well Beast, dopo due ascolti non mi ha convinto: mi sembra la ripetizione di una formula ormai logora e non sono riuscito a cogliere la svolta di cui tanto si parla. Mi dispiace. Per me Matt Berninger e soci sono una band di culto, fra le più amate del nuovo millennio. 
Tornando al discorso live, ricordo ancora con emozione il concerto del 2011.

Il ritorno di Tricky, rinfrescato dalla permanenza a Berlino, qui dal vivo accompagnato dalla presenza di Martina Topley-Bird.




Altro brano live con St. Vincent al Late Show with Stephen Colbert. Uscirà a giorni Masseduction, il nuovo lavoro di Annie Clark, polistrumentista originaria di Tulsa. Dopo la collaborazione con David Byrne, probabilmente sarà l'album della sua consacrazione.

lunedì 28 agosto 2017

Tormentoni, cult e cose belle dell'estate 2017

SERIE

Top of the Lake - China Girl
Dopo quattro anni, ritornano Jane Campion e la detective Robin Griffin (Elisabeth Moss, affiancata da Gwendoline Christie, la Brienne de Il Trono di spade) con la seconda stagione di una delle serie più originali degli ultimi tempi. Una storia intricata ed intensa, ambientata in una Sydney inedita in cui, ahimè, il genere maschile ne esce con le ossa rotte. Da segnalare anche Nicole Kidman con la chioma grigia  in un ruolo interessante e diverso dal solito. Attualmente trasmessa su BBC; non si sa ancora quando in Italia.

Ozark
Jason Bateman, protagonista nel ruolo di produttore e regista di alcune puntate, è un cinico consulente finanziario che di punto in bianco si trova in guai molto seri sia con l'FBI che con il cartello della droga messicano a causa del riciclaggio di denaro. Parte in sordina, ma poi si rivela abbastanza coinvolgente e originale.

Il Trono di Spade 7
Ormai ci sono affezionato, anche se da quando gli sceneggiatori hanno sopravanzato il romanzo, la serie si sta trasformando sempre più nella lotta convenzionale tra bene e male. Chissà Martin se ha ancora voce in capitolo. Vedremo. Stasera mi aspetta l'ultima puntata.


MUSICA
Black Grape - Pop Voodoo
Una delle (poche) sorprese dell'estate. A vent'anni di distanza sono ricomparsi i Black Grape con un album bello carico fin dal titolo. Un reload positivo della scena Madchester che ebbe negli Happy Mondays il gruppo di punta.



LIBRI
Massimo Zamboni - Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest


Ora che di nuove barriere si arma quotidianamente il mondo, il simbolo murario è la manifestazione più concreta ed eterna del fallimento non di un regime, ma dell'esperienza umana tout court.

Il racconto dell'ex-chitarrista dei CCCP che nell'estate del 1981 lascia gli studi di medicina e si trasferisce a Berlino. La Berlino del muro raccontata con verve e sincero amore per una città unica. Uno di quei viaggi che ti cambiano la vita, grazie anche ad un incontro che contribuirà alla nascita di uno dei gruppi più influenti degli anni '80.




Jack London - Il vagabondo delle stelle
Ho (ri)scoperto grazie al post di wrong uno scrittore in passato poco considerato.
Incipit:Assai spesso, nella mia vita, ho provato la strana impressione che il mio essere si sdoppiasse, che altri esseri vivessero o avessero vissuto in lui, in altri tempi o in altri luoghi.” 


TORMENTONI
Il caldo e la musica latinoamericana...

Se tra gli effetti del riscaldamento globale c’è anche l’aumento delle canzoni estive latinoamericane, allora è il momento di intervenire seriamente. Alessandro Bartolini


ATAC E VACCINAZIONI

Un'altra accoppiata micidiale!
Tu puoi sembrare un idiota e parlare come un idiota, ma non devi stupirti: sei realmente un idiota. Groucho Marx





domenica 6 agosto 2017

Arcade Fire - Everything Now

Gli esordi di Funeral sembrano in realtà più distanti dei 13 anni passati. Everything Now sarà anche un sogno di una notte di mezz’estate e nulla più come lo hanno definito su sentireascoltare, ma come fan della prima ora, non sono così deluso. Basta prenderlo così, un po' più alla leggera. Tanto il concetto di indie band in generale si è ormai svuotato di significato e ci ha anche frantumato i cosiddetti. Ci sarebbe invece da ridire sulle trovate promozionali: un'esposizione eccessiva, un po' squinternata e francamente controproducente; i Radiohead a confronto sono avanti anni luce. 
Senza ombra di dubbio il loro meglio resta ancora The Suburbs, però quando sento brani funk come Good God Damn con quel basso strepitoso e mi giungono alle orecchie echi di Sandinista e Talking Heads, io mi esalto. La (temporanea?) svolta pop e main stream è innegabile: a molti fa storcere il naso (spesso con giudizi affrettati e non giustificati), ma il loro pop è più bello degli altri. (deerwaves)
Magari al prossimo giro ci stupiranno, ma resta sempre l'annoso problema degli anni che passano anche e soprattutto per band dagli esordi così folgoranti come gli Arcade Fire. Prendiamo l'esempio dei Beirut (visti a Ferrara nel 2011) che al quarto album si sono fossilizzati nel tentativo di restare fedeli ad un formula ormai logora che dieci anni prima li aveva fatti diventare un gruppo di culto. 

sabato 1 luglio 2017

Teiera volante vol.15

Immagini e musica da una Romagna che si sta tropicalizzando (come il resto d'Italia). Subito sotto, due foto dell'impressionante tempesta dell'altro ieri, arrivata dopo una settimana torrida... e poi la Teiera #15: con Paul Weller, Texas, Karen Elson, Portugal. the man, Thievery Corporation, Fergeby? (unica presenza italiana), The Killers, The National, Arcade Fire, Manchester Orchestra, PJ Harvey, Slowdive.
Che cosa aggiungere se non buon ascolto a chi fosse interessato e buona estate.




















lunedì 20 marzo 2017

Rhiannon Giddens - A volte per andare avanti bisogna saper guardare indietro

... alle radici e all'anima della musica



Pochi mesi fa una sera d'inverno, dopo cena si discute di musica fuori dall'osteria e come un fantasma compare e si unisce a noi un vecchio amico, nonché cugino e mentore detto Silver Mask (per via di una storia spassosa che prima o poi racconterò). L'ex chitarrista del mio gruppo suona ancora nella casa di famiglia adibita a sala prove e Silver Mask che abita lì vicino, spesso l'ha sentito e gli chiede:
- Ma che robaccia suoni!?
- Beh, sto sperimentando. Cerco di andare avanti, di fare delle cose nuove.

S.M. scossa la testa e sentenzia:
- Ricordati che a volte per andare avanti bisogna tornare indietro. Il blues, il folk...

Disorientamento nel volto del mio amico chitarrista mentre io (dopo diverse birre medie) me la rido di gusto. Sembra un dialogo da film, ma giuro, l'ho riportato tale e quale.
Poi a distanza di mesi mi imbatto in questo disco di Rhiannon Giddens recensito ottimamente nel blog di Blackswan e ascoltandolo arriva il flash: è la frase che mi torna in mente. Sempre stato un grande Silver Mask: la quasi totale cecità che l'ha accompagnato fin da bambino ha acuito altri sensi oltre che la sua sensibilità. Certa musica da giovanissimo l'ho conosciuta solo a casa sua.
Come ho commentato nel blog di cui sopra: L'ho ascoltato tutto oggi pomeriggio sdraiato sul divano e non credo sia stata solo la febbre a farmi venire i brividi. 
Un disco che parla di temi attuali, con un percorso che si evolve in modo sorprendente, partendo dalle radici musicali con la sensibilità dei nostri tempi. Album del mese su Rootshighway

giovedì 16 febbraio 2017

Julie's Haircut in un'altra dimensione

Ipnotici, circolari, psichedelici e soprattutto curiosi di spaziare ed esplorare, senza ansie da prestazione o singoli da lanciare. In Italia pochi hanno il coraggio di spingersi così avanti. Pur partendo da presupposti molto diversi, uno spirito (che non so bene come) sento vicino a quel flusso creativo di libertà musicale che mi ha fatto amare un collettivo di culto come i Gong (la band a cui si deve il titolo di questo blog). 
Il rock del levare, come ho letto in una felice definizione. «Non scriviamo più le canzoni, le troviamo nei suoni e le rifiniamo» Un metodo molto simile a quello che veniva utilizzato da Damo Suzuki dei Can, che non a caso ha collaborato più volte con Jiulie's Haircut.
Più che di canzoni si può parlare di visioni che partendo da una trama elementare si evolvono in vere e proprie session, impreziosite dall'apporto non convenzionale del sax della bolognese Laura Agnusdei. In questi anni di assuefazione alle solite hit radiofoniche che vengono propinate in ogni dove, di talent fast food e finti indie italiani precotti, un'oasi di resistenza che intende ancora la musica come ricerca dove rifugiarsi (non dico tutti i giorni) quando i rumori di fondo diventano insopportabili.
Da una settimana sulla teiera volante, la band emiliana accompagna i momenti di relax. Pubblicato per l'etichetta inglese Rocket Recordings, è in uscita il settimo album Invocation and Ritual Dance of My Demon Twin qui in streaming integrale.
L'intervista nel blog dell'Alligatore. 

mercoledì 8 febbraio 2017

Tinariwen - Elwan: c'era una volta il desert blues

C'era una volta il Festival au Desert, un evento che dava vita a progetti meravigliosi come Dirtmusic, con la musica a fare da ponte tra due mondi che purtroppo hanno smarrito la via del dialogo. Dopo quello che è successo negli ultimi anni, ascoltare quello che fu felicemente battezzato desert blues, crea un effetto straniante.
I Tinariwen però resistono: il blues ce l'hanno nel dna come i Touareg che ho conosciuto e con cui ho avuto la fortuna di suonare. Dopo domani uscirà il secondo album dal loro esilio in California, dove ormai sono stati adottati con lo scoppio della guerra civile in Mali. Stavolta hanno collaborato Kurt Vile, Mark Lanegan e altri. Elwan (Elefanti) è il titolo del disco.

venerdì 20 gennaio 2017

Arcade Fire, Sohn, The XX e Baustelle: in musica le cose migliori di questo inizio d'anno

A distanza di quattro anni tornano a farsi sentire gli Arcade Fire con un pezzo trascinante, accompagnati dalla mitica voce soul di Mavis Staples. Speriamo arrivi presto il nuovo album.



Il musicista e producer inglese Cristopher Taylor, meglio noto come Sohn, è uscito con un signor disco intitolato Rennen: un connubio eccellente di elettronica e songwriting. Qui sotto un gustoso assaggio dal vivo.



Atteso ritorno anche quello dei Baustelle. A seconda delle canzoni, non hanno perso la capacità di provocarmi sensazioni contrastanti: dal divertimento intelligente alla rottura di palle per i soliti scivoloni plateali. Partenza ispirata e spumeggiante con il dittico che accosta in modo blasfemo Il Vangelo di Giovanni e Amanda Lear, poi troppa carne al fuoco in un diluvio citazionista.

Si rivedono anche gli XX che proseguono sulla strada di un intimismo minimale, però in una dimensione più pop moderna e raffinata che li distingue nettamente dalla massa. Tutto gradevole, però continuo a preferirli nel loro album d'esordio del 2009.
Qui live al Jimmy Fallon.

lunedì 2 gennaio 2017

Blob di fine/inizio anno

via
























Propositi per i prossimi natale e capodanno:
1 opzione: aggiornare e sfoltire la rubrica del telefono.
2 opzione: neutralizzare WhatsApp per quella decina di giorni onde evitare il diluvio di stronzate (sempre le stesse). Un bel sms di auguri e bona lè.



I 70 anni di Patti Smith 
nella sua città ha tenuto un concerto suonando Horses. Sorpresona di Michael Stipe che si è presentato sul palco con la torta cantando Happy Birthday.

















La stronzata musicale di fine anno
Fausto Brizzi intervistato a proposito della morte di George Michael: Gli anni '80 sono finiti quando si sono sciolti gli Wham. (1986).
Smiths, Cure, The The... giusto per fare qualche nome.



Gli album più attesi sulla teiera per il 2017
The XX – I See You
The Shins - I Gleek on Your Grave
The National
Arcade Fire
Gorillaz

E ricordate gente
Un uomo senza musica è come un uomo senza gusto o senza udito; ha un senso in meno.Gianni Rodari


venerdì 11 novembre 2016

Motivo per cui anche quest'anno non guarderò più X Factor

Mi direte (giustamente): ma chi te lo fa fare...
Che volete, com'è capitato altre volte, ho abboccato alle audizioni dove spesso emergono ragazzi di vero talento. Quando però si viene al dunque, come ieri sera con l'eliminazione di Silva Fortes, la musica non c'entra più nulla; è solo pessima televisione.
Giudici imbarazzanti e in malafede che con i soliti inciuci eliminano una ragazza di Capo Verde con la voce vellutata (ricorda Sade) per salvare il proprio ego.
E Manuel Agnelli, l'unico competente, che pensa: ma chi me lo ho fatto fare? Pecunia (ovviamente) e forse un po' di vanità, che ci può stare. Però secondo me il prossimo anno non lo si vedrà più.

A proposito di X... il nuovo XX. L'album esce a gennaio.