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venerdì 15 febbraio 2013

Patti Smith: sentirsi alieni

"Durante la mia infanzia mi sentivo un'aliena nei confronti della razza umana. Mi faceva sentire bene il pensiero di provenire da un altro pianeta. Ero molto alta e magra e non assomigliavo a nessun altro, neanche ai membri della mia famiglia." Patti Smith da un'intervista al Guardian, maggio 2005 
 









La forza e l'immaginazione dell'infanzia e dell'adolescenza. Io proprio per questo genere di sensazioni un giorno di primavera mi alzai all'alba e pianificai la fuga. Preparai un sacchetto di provviste, attraversai il paese ancora addormentato e andai a nascondermi sotto l'argine del fiume, vicino all'acqua. Non volevo più andare a scuola con quella maestra stronza che menava come un fabbro e nessun rappresentante della razza umana aveva mai niente da ridire. Ricordo il giorno in cui il mio compagno di banco sbagliò a scrivere il proprio nome: "Getto Muro" al posto di Ghetti Mauro; un sacrilegio. Partirono un dritto e un rovescio che gli fecero girare la faccia a destra e a sinistra. Ho ancora negli occhi in slow motion gli sbruffi di sangue che partono dal suo naso e a pioggia macchiano le pagine del mio quaderno. Io ero anche bravo e me la cavavo senza botte, ma deve essere stato in quegli anni che ho cominciato a manifestare una profonda insofferenza verso le istituzioni e le persone che le rappresentano quando non rispettano la dignità e i diritti delle persone.
Va beh, ora sul versante scuola la situazione è quasi rovesciata: sono più spesso i docenti a prendersi mazzate (mediatiche) ma anche reali, se non stanno in occhio! In Italia non c'è mai la via di mezzo.

sabato 17 novembre 2012

L’italico cetomediume


Il più grave problema di questo Paese, storicamente, è l’ignavia della piccola borghesia, che è la più becera d’Europa e oscilla perennemente tra l’indifferenza a tutto e la disponibilità a qualunque avventura autoritaria. Avventura “vicaria”, naturalmente, vissuta per interposto Duce che sbraita. Giusto un brivido ogni tanto, per interrompere il tran tran, godersi l’endorfina e tornare al proprio posto.
Finché non sente il dolore, l’italico cetomediume rimane apatico. Quando inizia a sentirlo, non sa dire cosa gli sia successo, blatera incoerentemente, dà la colpa ai primi falsi nemici che gli vengono agitati davanti (a scelta: i migranti, gli zingari, i comunisti, quelli che scioperano, gli ebrei…)  e cerca un Uomo Forte che li combatta.
In Italia come in poche altre nazioni, non c’è nulla di più facile che spingere l’impoverito a odiare il povero. Wu Ming

Questa bella mentalità che vede spesso l'italiano alzare la voce e sgomitare per far valere i propri diritti (esempi lampanti i farmacisti e i taxisti) dimenticando o peggio calpestando quelli altrui, è perfettamente sintetizzata nella brillante proposta fatta da un genitore, preoccupato per l'educazione del proprio figlio, durante un'assemblea scolastica:
Dal momento che sono state tagliate le ore di sostegno e che questi bambini quando non sono seguiti individualmente disturbano la classe e rallentano l'apprendimento, non si possono raggruppare con un insegnante tutti in aula? 

Magari con una recinzione a basso voltaggio...

lunedì 17 settembre 2012

Diversamente stronzi

Oggi riapre le scuola in Emilia Romagna.
Per non rodermi il fegato mi ero ripromesso di non tornare più su argomenti scolastici, ma di fronte alla stupidità e alla malafede difficile trattenersi. In un incontro per l'assegnazione degli insegnanti di sostegno, un dirigente ha puntigliosamente sottolineato non tanto i soliti tagli al personale educativo, ma l'obbligo normativo di definire gli alunni non più disabili o portatori d'handicap, ma diversamente abili. Peccato che tali abilità abbiano sempre meno la possibilità di esprimersi, viste le politiche scolastiche che nell'ultimo decennio, grazie al contribuito di ministre microcefaliche supportate da funzionari e dirigenti diversamente stronzi, si sono limitate a tagli micidiali (spacciati per risparmi doverosi) lasciando alunni bisognosi d'aiuto abbandonati, in certi casi anche per diverse ore, in classi sempre più numerose.

giovedì 31 marzo 2011

Due grandi problemi della scuola italiana

Mario Biani
Il primo ci è stato svelato una decina di giorni fa: ed è che in Italia abbiamo più bidelli che carabinieri, ma le scuole sono sporche. Da notare che nel nostro Paese ci sono 5.000 stazioni dei carabinieri a fronte di 40.000 scuole.









Il secondo problema riguarda i testi scolastici: sono troppo faziosi. Da qui la proposta di legge di un'altra mente eccelsa di istituire una Commissione d'inchiesta sull'imparzialità dei libri di testo. Ecco un passaggio illuminante:
Con la caduta del Muro di Berlino e con la fine dell'ideologia comunista in Italia i tentativi subdoli di indottrinamento restano tali, anzi si rafforzano e si scagliano non solo contro gli attori della storia che hanno combattuto l'avanzata del comunismo ma anche contro la parte politica che oggi è antagonista alla sinistra.

giovedì 25 novembre 2010

Modi diversi di sopravvivere a scuola

Questa settimana nel liceo frequentato da mio figlio sono stati organizzati tre giorni di autogestione con iniziative culturali, proiezioni, dibattiti sulla riforma e approfondimenti gestiti totalmente dagli studenti, lasciando comunque la possibilità  per chi lo volesse di seguire il normale orario scolastico. 
Apriti cielo: "Le istituzioni intervengano" tuona il consigliere regionale delle Libertà Del suo Padrone, affinché sia bloccata "l'autogestione anarcoide", soprattutto per la presenza di "due conferenze: una sull’omosessualità, l’altra sulle droghe, in particolare derivate dalla cannabis".
L'accorato appello è dovuto soprattutto alla presenza dell'arcigay all'interno della scuola, invitata per un laboratorio non sull'omosessualità, bensì sui pregiudizi e l'omofobia a cui ha partecipato anche mio figlio giudicandolo molto interessante e istruttivo. Come alternativa ai corsi di sopravvivenza paramilitari proposti nelle scuole della Lombardia dalla nefasta accoppiata Gelmini-La Russa mi pare decisamente da medaglia d'oro alla resistenza, visto il declino della nostra istruzione.  
Invitando l'illuminato consigliere delle libertà di plastica a partecipare al seminario, l'arcigay ha così risposto:
Il nostro intervento di educazione non formale formulato appositamente per le scuole, per consentire la comprensione profonda di concetti come stereotipo, pregiudizio e discriminazione, si occupa di omosessualità solo in termini di discriminazione. Ma dopo aver sentito l’affermazione omofoba del presidente del Consiglio "meglio guardare le belle ragazze che essere gay" non ci stupisce il timore del consigliere regionale. La risposta degli studenti
Ho anche letto il programma degli studenti (cineforum, storia del rock, conferenza su Fabrizio De André, la nascita del metodo scientifico, dibattito sulla riforma, ecc...) e devo dire che se c'è ancora un qualche barlume di speranza per il futuro di questo Paese lo dobbiamo a ragazzi come questi che nonostante tutto riescono ancora a ritagliarsi spazi intelligenti con responsabilità e senso critico.  

domenica 20 giugno 2010

Scuola schizofrenica

Lunedì 7 giugno verso mezzanotte vedo comparire in tv la faccia da stitica cronica della Gelmini che invita i docenti ad usare il buon senso per l'ammissione all'esame di maturità: soprattutto nei casi di una sola insufficienza non è il caso di applicare la norma alla lettera. A parte che questo tipo di indicazioni il Ministero le dovrebbe inviare sotto forma di nota scritta alle scuole, peccato che nella stessa giornata una parte degli scrutini si fossero già svolti. Il giorno dopo veniamo a sapere che nella quinta di un amico di mio figlio nove studenti non sono stati ammessi all'esame di Stato. Stessa scuola, però in prima superiore: il figlio di una conoscente ha avuto il giudizio sospeso con quattro debiti (meglio tenersi buoni i clienti i primi anni quando potrebbero ancora cambiare scuola). La madre ha chiesto un incontro col preside durante il quale ha definito ridicoli i professori e ha firmato per la bocciatura.
Nelle scuole quest'anno si è verificata una totale mancanza di uniformità di giudizio: l'ammissione agli esami di Stato, specie per chi zoppicava un po', è stata una specie di lotteria: ragazzi con più insufficienze ammessi solo perché si trovavano nella sezione o nella scuola giusta mentre altri, magari più meritevoli, sono stati segati inesorabilmente proprio in vista del traguardo.
I continui cambiamenti normativi in assenza di un progetto educativo, i tagli, la scarsa professionalità e la demotivazione di una buona percentuale di docenti, l'atteggiamento dei genitori (troppo spesso pronti a giustificare l'indolenza dei figli), hanno dato vita ad una scuola schizofrenica, il cui emblema è la ministra dalla doppia personalità inventata da Caterina Guzzanti. Adesso arriveranno anche i quiz.

Ma se io avessi previsto tutto questo

dati causa e pretesto le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi
questa gloria da stronzi
non avrei cercato altre occupazioni...

mercoledì 9 giugno 2010

Ci sono disgrazie peggiori


La collezione estate della teiera volante è in dirittura d'arrivo, ma il pilota è a terra come suo figlio.
Amici e parenti non fanno che ripetere la frase del titolo, però dopo cinque anni (sudati per tutti) trovare all'ultimo istante nella buchetta della posta un gelido telegramma che comunica la non ammissione all'esame di stato, crea una sensazione sgradevole di vuoto e impotenza.
Il tutto mentre il diretto interessato stava studiando in biblioteca convinto di avercela fatta. Passerà. Non cerco alibi, ma conosco bene i meccanismi e ce ne sarebbero di cose da raccontare sulle storture della scuola a cominciare dalla malafede e dall'inettitudine di chi la governa; ora non ne ho nè la forza, né la voglia.

giovedì 11 febbraio 2010

Analfabetismo non solo di ritorno


La cultura degli italiani è un libro di Tullio De Mauro (ed. La Terza) del 2004. Dopo sei anni è uscita l'edizione aggiornata in cui il linguista analizza il termine "cultura" nella sua accezione più ampia, prendendo in considerazione non solo gli aspetti umanistico-letterari. C'è da mettersi le mani nei capelli. Ciò che emerge dalle indagini più recenti è a dir poco sconfortante e sa tanto di declino irreversibile: praticamente il 70% dei nostri connazionali fatica a leggere e comprendere un testo; il 33% si ferma addirittura alla semplice frase, oltre la quale cominciano i problemi e il 60% non ha mai letto un libro. Analfabetismo di ritorno, dicono. Per molti italiani io penso sia stato sufficiente il viaggio di sola andata, in una scuola fatiscente e senza stimoli, nella quale si taglia a colpi d'accetta di tutto tranne l'insegnamento della religione. D'altra parte non c'è molto da meravigliarsi, soprattutto se un Paese ha come ministro dell'Istruzione un insulso avvocato dall'aria stordita, mentre dieci anni fa (non un secolo fa) allo stesso posto in viale Trastevere ci stava l'autore del saggio (uno dei maggiori studiosi di linguistica d'Italia). Dopo De Mauro l'escalation verso il nulla ha avuto questa rapida sequenza: Letizia Moratti, il democristiano Fioroni e infine la sciagura Gelmini a degno coronamento di un processo che ovviamente ha radici più lontane e profonde. Ultima brillante idea: ridimensionare lo studio di Storia dell'Arte.
Fu Berlusconi che durante una convention d'addestramento dei quadri di Forza Italia spiegò ai suoi adepti che in genere gli elettori sono come bambini di 12 anni e nemmeno tanto intelligenti! Non so se quella frase sia mai stata pronunciata o rappresenti invece un obiettivo finale dal quale purtroppo non siamo molto lontani.

lunedì 4 gennaio 2010

Etica scolastica

Kant è una brutta bestia, gli studenti non l'hanno mai amato. Chi l'ha dovuto studiare alle superiori lo sa bene: frantumava i maroni come nessun altro filosofo.
Sta di fatto che questo professore liceale, prima delle vacanze natalizie, deve interrogare i suoi studenti su tutta l'opera del filosofo tedesco. I ragazzi si lamentano di aver avuto poco tempo per preparasi su un argomento così difficile e corposo (ce stanno sempre a prova'), ma niente da fare. Mio figlio per evitare un quattro assicurato, vuole restare a casa per prepararsi meglio proprio il mattino delle temute interrogazioni. Riusciamo a convincerlo ad andare, facendolo ragionare sul fatto che non sarebbe stato corretto nei confronti dei suoi compagni. Morale: a scuola si ritrovano in otto (un terzo della classe) e visto che ne avrebbe chiamati quattro, prima della lezione il capoclasse va a parlare con il professore spiegandogli la situazione chiedendogli se può venire loro incontro e interrogarne solo due. Niente da fare, irremovibile. A quel punto altri due, maggiorenni, si firmano l'uscita anticipata e i superstiti vengono interrogati con ovvi risultati. Ora non voglio qui discutere il comportamento dei ragazzi, evidentemente scorretto e forse lavativo, ma il fatto che a questo li porta anche la miopia di certi insegnanti, incapaci di instaurare un rapporto basato sull'onestà, sulla trasparenza e sul dialogo.
Alla fine cosa si è ottenuto? I furbi sono stati premiati e avvantaggiati e i coglioni bastonati.
Cosa hanno imparato i ragazzi? Nulla, se non che l'arte del sotterfugio è la cosa migliore. Uno specchio perfetto dell'Italia attuale. Dal mio punto di vista, preso atto della situazione, il retto docente avrebbe avuto almeno un paio di alternative più intelligenti e moralmente corrette.
Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me, recita la celeberrima massima di Kant. Chissà da quali leggi interiori è regolata la mente di certe persone.

sabato 21 novembre 2009

Non si uccidono così i giovani lettori?

Abbiamo fatto il possibile per fare amare la lettura a nostro figlio e ci siamo (quasi) riusciti. Mi ricordo in particolare le serate passate a leggergli Roald Dahl, un sano divertimento anche per noi. Le nostre frecce di carta erano riuscite a far scoccare la passione: leggere Il signore degli anelli (in versione originale) a 13 anni, non è da tutti.
Poi, inspiegabilmente, in prima liceo gli sono stati imposti con tanto di recensione obbligatoria: Le ultime lettere di Jacopo Ortis e Cronache di poveri amanti, testo assolutamente inadatto per un ragazzino di 14 anni. Mi ricordo che per la stizza gli scaricai il film di Lizzani e glielo feci vedere in alternativa alla lettura. Come stroncare sul nascere la passione di un giovane lettore. Ora legge pochissimo, certo non solo per l'episodio descritto, ma spero che la fiammella sia rimasta accesa.

martedì 16 giugno 2009

La pagella della Gelmini: bocciata

Finito l'anno scolastico, è tempo di giudizi: quello della nostra ministra è penoso.


La pagella completa
scaricata dal sito retescuole.net

lunedì 8 giugno 2009

L'ora di religione e il bravo padre di famiglia

Pochi giorni fa un professore di un liceo di Cesena è stato sospeso per due mesi per aver distribuito un questionario in cui chiedeva agli studenti cosa avrebbero scelto se invece dell'ora di religione avessero potuto effettuare in alternativa Storia delle religioni e Diritti umani. Ora qui lo diciamo a chiare lettere: l'ora di religione, così come è attualmente strutturata nella scuola, è una boiata pazzesca, oltre che un oltraggio al pluralismo. Una di quelle boiate che la maggioranza dei genitori italiani accetta per conformismo, pigrizia o ignoranza, salvo poi lamentarsi perché i figli oltre alla storia e la grammatica si ritrovano a dover studiare anche Mosé o perchè al catechismo si annoiano dovendo rifare argomenti già affrontati a scuola. Alla scuola primaria le ore sono addirittura due, come storia, scienze o geografia; in Italia, si sa, per queste cose siamo all'avanguardia, soprattutto in campo scientifico: proprio ieri infatti il Papa ha annunciato l'ultima importante scoperta, rivelando ai fedeli durante l'Angelus che nel genoma umano vi sono tracce profonde della Trinità. Come no!
Una volta parlai con un conoscente, tipico esemplare del conformismo italiano, che si lamentava perché suo figlio, coetaneo del mio, non seguiva più volentieri le lezioni di religione cattolica. Il motivo scatenante, a suo modo di vedere, era dovuto al fatto che alcuni compagni esonerati, durante le stesse ore nelle attività alternative, lavoravano al computer. Sosteneva che non era giusto e che avrebbero dovuto svolgere delle attività meno "divertenti" per non generare l'insofferenza degli altri nei confronti della religione. Parole testuali:- Uncinetto dovrebbero fargli fare - disse credendo di essere spiritoso. A quel punto gli risposi: - Va beh, che problema c'è, fatelo esonerare, mica siete cattolici praticanti. Eh no, perché dovrà fare la Comunione, il prete avrebbe da ridire, poi i parenti, i nonni che ci tengono, ecc...
La lungimiranza dei bravi papi di famiglia italiani, che poi votano nello stesso modo in cui ragionano.

venerdì 13 marzo 2009

Gratta e forse vinci il futuro

Ho un'amica italiana che ormai vive a San Francisco da parecchi anni (beata lei). Quando ottenne una borsa di studio all'inizio degli anni '90 andò a San Diego e la prima voltà che tornò in Italia mi raccontò che alcuni studenti californiani le avevano chiesto seriamente se in Italia le strade erano asfaltate. Questa la diceva lunga sulla mentalità e sul livello di istruzione di un popolo. E noi allora a sfotterli. Quando l'andai a trovare nel 2001 rimasi però entusiasta oltre che delle bellezze naturali della California anche per la civiltà e la cortesia della gente.
Quasi vent'anni dopo, Obama ha capito che bisogna investire sulla scuola pubblica per continuare ad essere una nazione civile (cosa che stanno facendo tutti i governi avveduti vedi in Svezia il governo di destra) e per fronteggiare le battaglie che il futuro ci riserva.
L'ignoranza dilagante, la mancanza di cultura e senso civico invece sono ormai un dato di fatto per il nostro Paese. Ora purtroppo siamo noi ad essere sfottuti dagli altri. Un altro amico, spesso all'estero per lavoro, ogni volta torna a casa sempre più seccato e avvilito per le battute di colleghi francesi, tedeschi o chicchessia, riferite soprattutto alle gesta del nostro special-one e alla ottusità della maggioranza dei nostri connazionali che continua a sostenerlo.
Negli ultimi anni la scuola è stata oggetto, oltre che di tagli continui, anche di un'opera di discredito da parte della classe politica e di certa opinione pubblica che vedono l'istruzione e i docenti come inutili zavorre. Le conseguenze le ho riscontrate ampiamente su mio figlio che ha ormai attraversato tre ordini di scuola. Devo dire che finora è stato un viaggio allucinante (come il famoso film) all'interno di un organismo che, mano a mano ci si addentra, si rivela sempre più contorto e malato. Eravamo partiti bene con la scuola elementare (ora già molto peggiorata rispetto 10 anni fa) per poi attraversare il limbo mediocre della scuola media ed arrivare ad una scuola superiore totalmente deprimente. Ci manca solo l'Università, se mai ci arriveremo, per completare il percorso formativo di un Paese governato da un ultrasettantenne che crede nel futuro e nei giovani come se si trattasse di un gratta e vinci: con un po' di fortuna le cose miglioreranno e i problemi si risolveranno. Basta essere ottimisti, ci dicono come in uno spot.

mercoledì 26 novembre 2008

LA FRASE: "Discriminazione transitoria positiva"

Bisogna parlare ancora di questo argomento perché non cada nel dimenticatoio come forse qualcuno spera. Questa frase, contenuta all'interno della mozione del leghista Cota già passata alla Camera, è un capolavoro di malafede e rozza ingegneria lessicale. La questione è preoccupante perchè rischia di diventare norma una proposta che prevede appunto come dice il testo la "discriminazione" degli alunni stranieri per i quali si prevede la frequentazione di fantomatiche classi d'inserimento nel caso non conoscano a sufficienza (in base ad una prova) la lingua italiana. A livello pedagogico è risaputo che le classi separate sono destinate a diventare un ghetto e a stimolare in chi le frequenta disagio e demotivazione. Inoltre, non solo i linguisti, ma chiunque abbia un minimo di buon senso è in grado di capire che una seconda lingua si impara frequentando l'ambiente e le persone che la parlano. Per la lingua scritta invece servono risorse alle scuole ed interventi mirati da parte di docenti qualificati. Poi sempre il buon senso suggerirebbe di introdurre una normativa che stabilisca dei limiti ragionevoli in percentuale al numero di stranieri all'interno delle classi, in modo da distribuire in modo più omogeneo la loro presenza per prevenire l'insorgenza di ghetti o di situazioni complicate da gestire. Le invasioni barbariche le abbiamo già al nostro interno.

Le quattro principali associazioni linguistiche italiane:
SIG - Società Italiana di Glottologia
SLI - Società di Linguistica Italiana
AItLA - Associazione Italiana di Linguistica Applicata
GISCEL - Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica
hanno elaborato pochi giorni fa una nota tecnica sulla mozione Cota e le classi ponte, bocciandola clamorosamente e indicando tutt'altre vie per affrontare e risolvere queste problematiche, concludendo il documento con le seguenti osservazioni:
"Le Società scientifiche sopraelencate invitano pertanto coloro che ricoprono incarichi di rappresentanza a riformulare la mozione qui in discussione in termini più consoni alla realtà dei fatti e a promuovere iniziative legislative atte a meglio coordinare le iniziative già in atto presso numerosi Uffici Scolastici Provinciali ai fini dell’integrazione scolastica e linguistica di allievi non italofoni."
Il testo completo del documento molto interessante.

lunedì 24 novembre 2008

Crolla la scuola insieme all'Italia
















Per oggi avevo preparato tutt'altri argomenti, ma ho preferito rimandare per dare spazio a questa amara vignetta di Mauro Biani che purtroppo sintetizza molto bene il Paese che stiamo diventando. L'altro giorno alla notizia della tragedia di Rivoli mi sono venuti i brividi e anche una lacrima di rabbia. Ho un figlio della stessa età che frequenta la quarta G, proprio come il povero ragazzo deceduto, ma di un altro dei tanti licei fatiscenti della nostra penisola. Nell'Italia del nuovo millennio si trovano subito i soldi per le banche e per l'Alitalia, mentre gli insegnanti sono sempre più frustrati e malpagati e i nostri figli muoiono seppelliti sotto scuole di merda che non si reggono in tutti i sensi. Ma sono tutte fatalità.