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giovedì 16 aprile 2020

Life songs - Canzoni della vita

Essendo nato nel '60, questo disastroso 2020 rappresenta un giro di boa significativo. Visto il momento, bilanci direi che non è il caso di farne e guardo avanti perché non so ancora quanto mi toccherà lavorare. E così ho scelto dieci canzoni, non necessariamente le più belle, ma quelle che rappresentano la colonna sonora dei periodi e dei momenti più significativi della mia vita. In parte le ho scelte io, ma quasi sempre sono state loro a scegliere me.

Patti Smith - Gloria
Bologna 1979, il mio primo concerto.

R.E.M. - Shiny happy people
Dopo la guarigione da una grave malattia, l'estate 1991 la trascorsi tutta al mare aspettando la nascita di nostro figlio e ascoltando Out of Time.

Talking Heads - Psycho Killer
Primi anni '80: l'esordio su un palco con la cover di questa canzone.

Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici
La fine dell'adolescenza, le radio libere, le rivolte di Bologna del 1977 e la certezza di far parte di una minoranza.

The Cure - The Lovecats
1984: dopo un periodo buio, un lungo viaggio in camper fatale per i piloti di questa teiera volante.
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David Sylvian - Orpheus
Alla fine degli anni '80 siamo andati a vivere insieme e il sottofondo era questo: l'ultimo disco solista di Sylvian; l'ho amato e ascoltato a ripetizione.

Radiohead - Lucky
I nostri tempi richiamano alla mente i personaggi di Walt Disney quando corrono sull'orlo di un baratro senza rendersene conto. (Thom Yorke, a proposito del verso We are standing on the edge che chiude la canzone.)
Mai attuale come ora, ma in realtà questa canzone (anche per il titolo) è l'emblema di un periodo spensierato di viaggi in auto ascoltando della gran musica per tutti gli anni '90. Gli ultimi con le cassette.

Police - Message in a bottle
Autunno 1979: Finite le superiori, fuga da casa per vagabondare nell'Europa del nord finendo a fare lo squatter e, per mantenermi, il lavapiatti in un ristorante di lusso sul Mare del Nord. Tutte le sere passava in radio.

Tre allegri ragazzi morti - La mia vita senza te
2012: Una canzone che mi strappa il cuore, perché coincide con la prima volta in cui ho dovuto affrontare la scomparsa di una persona cara.

The Shins - Phantom Limb
Madagascar 2007, colonna sonora (per caso) di un viaggio solitario e indimenticabile in mezzo alla natura primordiale. Gruppo poco noto in Italia, ma portatore di un pop sopraffino.

venerdì 13 marzo 2020

Riascoltare vecchi dischi

Visti i tempi, è anche l'occasione per riascoltare dischi non vecchissimi, ma dimenticati troppo in fretta. Il 13 marzo 1995, esattamente venticinque, anni fa usciva The Bends, il secondo album dei Radiohead.
L'ho riascoltato tutto: era ed è ancora un fottuto capolavoro.

Fake plastic tree fu il terzo singolo e malgrado il disco non fosse andato molto bene nelle vendite, raggiunse il 20° posto in UK. Pochi accordi con la chitarra acustica bastarono a Thom Yorke per fare esplodere tutta la sua vocazione lirica. In studio registrò voce e chitarra in una sola sessione, lasciando poi le rifiniture agli altri. La dolcezza del brano stride spesso con il testo, a tratti lugubre, a tratti surreale: "She lives with a broken man/ A cracked polystyrene man who just crumbles and burn" (Lei vive con un uomo a pezzi / Un uomo di polistirolo marcio che si sbriciola e brucia)
L'albero finto di plastica del titolo si può interpretare come una metafora della finzione umana, anche se pare che Thom Yorke abbia scritto il testo pensando al consumismo e alla massificazione della società. Così l'incipit:
Il suo innaffiatoio di plastica verde
Per la sua piantina di gomma cinese finta
Nella terra di plastica finta 
Che ha comprato da un uomo di gomma

In una città piena di piani di gomma

giovedì 22 marzo 2018

Album vissuti: Hail to the Thief - Radiohead, 2003

All'inizio del 2003 c'era grande attesa per l'uscita di questo disco. Dopo le sperimentazioni di Kid A e Amnesiac circolava la notizia (oltre a svariati mp3 in rete) che i Radiohead fossero tornati alle atmosfere di OK Computer. Dopo aver resistito ad ogni tentazione, il giorno dell'uscita comprai l'album a scatola chiusa; cose che ormai non succedono più.
Non intendo fare la millesima recensione: dico semplicemente che questo disco è un capolavoro e che i Radiohead quindici anni fa ci hanno regalato qualcosa che non appartiene all'industria discografica e neanche in senso stretto alla musica. Appartiene alla bellezza, come tutte quelle cose a cui abbiamo dato il nome di arte. (Luca Valtorta)
Dopo un'ascolto ininterrotto di parecchie settimane, comprammo subito i biglietti per il concerto al Castello di Ferrara del 12 luglio 2003, l'anno del caldo pazzesco. I concerti sono strani: a volte hai grandi aspettative e poi, per qualche motivo, capita che resti deluso. Ricordo ancora lo sconforto quando nel '90 David Bowie, dopo poche canzoni, ebbe un calo di voce fino a restare quasi del tutto afono. Era l'ultima volta in cui cantava tutto il vecchio repertorio; un'incredibile occasione sfumata proprio mentre iniziava il divertimento. Quella sera invece la realtà superò ogni aspettativa: due ore di pura magia abbinata ad un livello tecnico ed esecutivo stratosferico. Brividi fin dall'inizio (con l'introduzione delle percussioni tribali di There There) al gran finale, con i bis di Sit Down Stand Up e Karma Police cantata in coro. Ne uscimmo spossati (il caldo era veramente terribile), ma entusiasti e carichi di emozioni che continuarono a riaffiorare anche nei giorni successivi.

giovedì 4 maggio 2017

Ok Computer 1997-2007

Maggio 1997, vent'anni fa usciva quello che cronologicamente considero l'ultimo capolavoro in musica del secolo scorso. All'epoca la rete era ancora assente dalle nostre esistenze e ricordo una certa frustrazione perché tra amici e conoscenti non trovavo nessuno con cui condividere il mio entusiasmo. Da sempre non sono interessato ai cofanetti anniversary e non comprerò neppure questo, però per omaggiare un album che non mi sono mai stancato di ascoltare (e di suonare) ho il piacere di raccontare in breve la genesi di due canzoni meravigliose.


PARANOID ANDROID
Il titolo
E' un riferimento a Marvin, il robot depresso e paranoico di Guida galattica per gli autostoppisti, romanzo di Douglas Adams da cui è stato tratto l'omonimo film.
La musica
L'idea venne a Thom durante le prove, quando convinse i suoi compagni a comporre una canzone sul modello di Happiness is a warm gun dei Beatles, formata da tre temi musicali ben distinti assemblati con bruschi cambi di ritmo. I Radiohead si misero al lavoro cercando di creare un pezzo con svariati elementi sonori il più possibile diversi tra loro: la scommessa era nel riuscire a cucirli insieme. Nella versione originale il brano durava 8-10 minuti in più che comprendevano anche una lunga coda di organo Hammond. 
Il contenuto
Paranoid Android parla della gente più ottusa del cazzo che vive sulla faccia della Terra. (Thom Yorke)
L'ispirazione per il testo venne a Thom Yorke dopo essere entrato per bere qualcosa in un locale di Los Angeles, dove si era visto circondato da yuppies e gente odiosa (a quanto pare strafatta di coca), compreso il personaggio della "kicking screaming Gucci little pig" (porcellina firmata Gucci scalciante e urlante). Racconta Thom che qualcuno le aveva versato accidentalmente un drink sul vestito e lei si era trasformata in un demonio, con uno sguardo talmente disumano che l'aveva scioccato.

LUCKY

Pochi mesi dopo l'uscita ed il successo inaspettato di The Bends, i Radiohead furono contattati da War Child per inserire una loro canzone nell'album di beneficenza a favore dei bambini bosniaci. Erano ancora una band emergente e nel 1995 facevano da spalla al "Monster Tour" dei R.E.M. (ancora per poco). Su suggerimento di Jonny Greenwood la scelta cadde su un nuovo brano che era stato composto di getto e che era già stato suonato qualche volta dal vivo. L'idea era partita dallo stridio prodotto dallo sfregamento delle corde vicino ai pioli della chitarra da parte di Ed O'Brian durante un soundcheck: è il suono che si sente nell'introduzione e che poi prosegue in sottofondo. Quando uscì OK Computer e il brano fu inserito come penultima traccia, nonostante fosse già uscito come singolo e nella raccolta di War Child quasi due anni prima. Ci angosciava l'idea di lasciarla fuori: pensavamo fosse uno dei nostri pezzi migliori di sempre. (J. Greenwood). 
Lo penso anch'io. Lucky è una di quelle canzoni che non mi stanco mai di ascoltare e di suonare. Nel suo irresistibile incedere tra dolcezza e malinconia blues, ogni volta affiora una sfumatura, un suono o un passaggio che riesce ad emozionarmi. E' grazie a brani come questo che ho iniziato ad amare i Radiohead.

giovedì 6 ottobre 2016

Jonny, Thom & CR78: l'arte della semplicità

Arrivare a questo livello di apparente semplicità non è da tutti. Quello che mi hanno trasmesso i Radiohead negli ultimi 20 anni... pochissimi altri ci sono riusciti.
L'accompagnamento è realizzato con il CR78 della Roland, drum machine utilizzata tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80. Ad esempio in Vienna degli Ultravox e Heart of Glass di Blondie.
Il video è di Paul Thomas Anderson.


lunedì 9 maggio 2016

Il nuovo Radiohead: impressione dopo i primi ascolti

Notturno come un sogno liquido in una piscina a forma di luna.
Meno frenesia di sperimentare e più ricerca della melodia.
Una sintesi di varie anime musicali.
Con una semplice regola: niente soluzioni scontate e banali

Nella parte centrale tre gemme di rara bellezza:
Desert Island Disk - Una sorprendente ballata acustica che via via si arricchisce di effetti cosmici.
The NumbersRitmo lento e avvolgente con orchestrazioni pazzesche (sicuramente J. Greenwood).
Present Tense - Una nenia dolce e sbilenca a metà strada tra samba psichedelica e ninna nanna.

Da ascoltare ancora tante volte.
In solitudine.

L'annuncio domenica sera su twitter alle 19.56











mercoledì 20 marzo 2013

Atom for Peace - Ingenue

Un po' d'anni fa, quando capitavano serate alcoliche sulla teiera volante, a volte mi esibivo in una performance ispirata a David Byrne, soprannominata il manichino impazzito, che faceva piegare dalle risate i miei amici ospiti. C'è anche un video a testimoniarlo (che per decenza non posterò mai). Questo per dire che mi sarei trovato molto bene a danzare con la coppia Thom Yorke e Fukiko Takase diretti da Garth Jennings (Guida galattica per autostoppisti).
Per quanto riguardo il disco degli Atom for Peace, l'ho dovuto masticare diverse volte. All'inizio ho trovato indigesta un'elettronica così frastagliata e minimale. Devo dire che dopo la nebbia iniziale, grazie a brani come questo, una luce eterea e piacevole ha dissolto in parte le mie reticenze senza però indurmi all'entusiasmo dei tempi in cui i Radiohead mi abbagliavano.

giovedì 12 luglio 2012

Paranoid Android: genesi di un capolavoro

Quindici anni fa i Radiohead per me erano solo un nome come tanti nell'universo musicale e qualche brano ascoltato di sfuggita. Fino a quando, nell'estate del 1997, dalla radio della mia auto uscirono le note di questa canzone. Fu un colpo di fulmine coronato sei anni dopo con il concerto di Ferrara.
IL TITOLO
E' un riferimento a Marvin, il robot depresso e paranoico di Guida galattica per gli autostoppisti, romanzo di Douglas Adams da cui è stato tratto l'omonimo film.
LA MUSICA
L'idea venne a Thom durante le prove, quando convinse i suoi compagni a comporre una canzone sul modello di Happiness is a warm gun dei Beatles, formata da tre temi musicali ben distinti assemblati con bruschi cambi di ritmo. I Radiohead si misero al lavoro cercando di creare un pezzo con svariati elementi sonori il più possibile diversi tra loro: la scommessa era nel riuscire a cucirli insieme. Nella versione originale il brano durava 8-10 minuti in più che comprendevano anche una lunga coda di organo Hammond. Eseguirla dal vivo era veramente divertente... Avevamo pensato di portare anche il glockenspiel sul palco, sarebbe stato uno spasso. Ed O'Brien
IL CONTENUTO
Paranoid Android parla della gente più ottusa del cazzo che vive sulla faccia della Terra. (Thom Yorke
L'ispirazione per il testo venne a Thom Yorke dopo essere entrato per bere qualcosa in un locale di Los Angeles, dove si era visto circondato da yuppies e gente odiosa (a quanto pare strafatta di coca), compreso il personaggio della "kicking screaming Gucci little pig" (porcellina firmata Gucci scalciante e urlante). Racconta Thom che qualcuno le aveva versato accidentalmente un drink sul vestito e lei si era trasformata in un demonio, con uno sguardo talmente disumano che l'aveva scioccato. 
USCITA
Nel 1996 i Radiohead aprivano i concerti di Alanis Morisette e suonarono Paranoid Android diverse volte arrivando spesso a 15 minuti e oltre. L'anno seguente fu inciso come singolo un mese prima dell'uscita di OK Computer e ridotto a 6:25. Una scommessa vinta.
COVER
Austra, band elettronica di Toronto, ne ha fatto una cover coraggiosa, uscita un mese fa insieme ad un tributo a Ok Computer. A me non dispiace.

Paranoid Android recensita dai bambini

FONTI
radiohead1.tripod.com
followmearound.com
songfact.com
James Doheny - Radiohead: la storia - le canzoni (Giunti)

venerdì 6 luglio 2012

Sostegno a Save the Arctic

Sulla teiera non è abitudine promuovere appelli, petizioni e raccolte di firme per ogni questione, ma in certi casi è doveroso.

Cambiamenti climatici, perforazioni petrolifere e pesca industriale stanno facendo morire gli orsi polari e distruggendo il loro habitat. Greenpeace chiede ai leader mondiali di creare un santuario globale al Polo Nord, di vietare le perforazioni e la pesca industriale nelle acque dell'Artico. Andate a questo indirizzo e firmate: bastano trenta secondi. Obiettivo: un milione di firme. 
30 anni fa abbiamo lanciato una campagna simile per proteggere l'Antartide. Nessuno pensava che ci saremmo riusciti ma ce l'abbiamo fatta e abbiamo creato una riserva mondiale al Polo Sud.
Il video a sostegno della campagna Save the Arctic con la musica dei Radiohead: Everything in its right place dall'album Kid A. (la voce è di Margherita Buy)



Dal sito di Greenpeace: la ribellione degli orsi (immagini da ogni parte del pianeta)


lunedì 2 aprile 2012

Lucky (We are standing on the edge)

I nostri tempi richiamano alla mente i personaggi di Walt Disney quando corrono sull'orlo di un baratro senza rendersene conto. 
Thom Yorke, a proposito del verso We are standing on the edge che chiude la canzone.

Pochi mesi dopo l'uscita ed il successo inaspettato di The Bends, i Radiohead furono contattati da War Child per inserire una loro canzone nell'album di beneficenza a favore dei bambini bosniaci. Erano ancora una band emergente e nel 1995 facevano da spalla al "Monster Tour" dei R.E.M. (ancora per poco). Su suggerimento di Jonny Greenwood la scelta cadde su un nuovo brano che era stato composto di getto e che era già stato suonato qualche volta dal vivo. L'idea era partita dallo stridio prodotto dallo sfregamento delle corde vicino ai pioli della chitarra da parte di Ed O'Brian durante un soundcheck: è il suono che si sente nell'introduzione e che poi prosegue in sottofondo. Il 16 giugno 1997 uscì OK Computer e il brano fu inserito come penultima traccia, nonostante fosse già uscito come singolo e nella raccolta di War Child quasi due anni prima. Ci angosciava l'idea di lasciarla fuori: pensavamo fosse uno dei nostri pezzi migliori di sempre. (J. Greenwood). 
Lo penso anch'io. Lucky è una di quelle canzoni che non mi stanco mai di ascoltare e di suonare. Nel suo irresistibile incedere tra dolcezza e malinconia blues, ogni volta affiora una sfumatura, un suono o un passaggio che riesce ad emozionarmi. E' grazie a brani come questo che ho iniziato ad amare i Radiohead.

martedì 21 giugno 2011

Arcade Fire + Radiohead live

Il 17 giugno gli Arcade Fire hanno suonato alla radio WBEZ di Chicago eseguendo una bellissima versione alternativa di We use to wait.




Per la prima volta dopo l'uscita di The King of Limbs i Radiohead si esibirranno dal vivo nel programma della BBC Live from the Basament. Ospite speciale il batterista Clive Deamer.
Nel video sotto un'anticipazione in cui la band suona un pezzo inedito intitolato Starcase (molto più bello del maggior parte dei brani inclusi nell'album).

domenica 17 aprile 2011

Radiohead: singolo per il Record Store Day

Una delle etichette scaricabili
Due brani nuovi di zecca su vinile 12" per la quarta edizione del Record Store Day:
Supercollider e The Butcher.
Il primo era già stato presentato qualche volta dal vivo.
Curioso l'errore che farà del vinile un pezzo da collezionismo; i Radiohead nel loro Deadairspace annunciano che diverse copie hanno le etichette invertite rispetto ai titoli ed essendo troppo tardi per ritirare i pezzi invitano a scaricare un file con le stampe giuste da incollare.
Un errore casuale?

lunedì 21 febbraio 2011

The King Of Limbs (Prova a prenderci)

Passati i trent'anni i Radiohead sono stati il gruppo che più ho amato insieme a Massive Attack. Ancora una volta con queste nuove otto canzoni che hanno cadenzato il weekend appena trascorso, ho trovato suoni e sensazioni che sono riusciti a sorprendermi e a conquistarmi, riportando la memoria a quella sera del 12 luglio 2003 a Ferrara, quando ebbi modo di assistere ad una delle performance musicali più esaltanti ed emozionanti mai viste. 
Dopo un percorso ventennale e vari cambi di rotta, i Radiohead si mantengono sostanzialmente sulle posizioni di In Rainbows, equidistanti dalle sperimentazioni di Kid A e Amnesiac e dalla forma canzone più convenzionale di The Bends, OK Computer ed anche Hail to the thief. Eppure anche stavolta sono riusciti a guardare avanti, aggiungendo altri preziosi tasselli alla loro arte. Le atmosfere sono sempre più metafisiche; i suoni elettronici e quelli acustici sempre meglio amalgamati; la voce di Thom Yorke sempre più uno strumento versatile che vibra e fa vibrare. 
Su tutto brilla Codex: un'autentica perla di poesia e intensità che riesce a trasmettere emozioni uniche, come solo certe canzoni riescono a fare. Subito a ridosso Morning Mr. Magpie e Lotus Flower e poi tutti gli altri brani, ad esclusione di Bloom, la prima traccia, forse la più ostica ed anche l'unica che per ora mi ha lasciato indifferente all'interno di 37 minuti ancora tutti da esplorare. L'ultimo brano, che circolava già da un anno con il titolo di Mouse Dog Bird, è stato stranamente rinominato Separator. Che sia l'anello di congiunzione tra questa e una prossima raccolta di canzoni? Accadde anche con Kid A e Amnesiac, due album registrati nella stessa sessione che uscirono a distanza di soli otto mesi tra il 2000 e il 2001. Forse le sorprese non sono finite. Provate a prenderli o almeno a non perderli di vista.

venerdì 18 febbraio 2011

Per noi mangiatori di loto



Sono tornati! E se le altre sette canzoni (solo?) che mi accingo ora ad ascoltare sono tutte a questo livello: beh, che dire.... ma non anticipiamo troppo.
Buon ascolto!
In questo momento il server europeo dei Radiohead per il download di The King of Limbs a 7 euro è saltato, ma ci sono gli altri canali...

lunedì 11 ottobre 2010

La musica e la rete

    (via knowaguy.com)

Il 10 ottobre 2007 è una data da ricordare per la musica in rete. In quella giornata, esattamente alle 7:30, i Radiohead resero disponibile per il download il loro nuovo album In Rainbows, con la possibilità di pagarlo ciò che si voleva, zero compreso. Io mi ricordo digitai 5€ sulla tastiera e per la prima volta scaricai musica a pagamento dalla rete (mai voluto saperne di iTunes o simili). 
Dopo tre anni il paesaggio digitale è nuovamente cambiato e siamo ancora in una fase di transizione tecnologica in cui il cd e il concetto di distribuzione di album musicale stanno morendo non ancora del tutto sostituiti da soddisfacenti sistemi di distribuzione. Questo in sostanza il ragionamento di Colin Greenwood che in un'intervista ha raccontato di come il gruppo stia ancora studiando la maniera migliore per far uscire le loro nuove canzoni, ormai praticamente finite. (...we are trying to find ways to put out our music that feel as good as the music itself). Vediamo che cosa si inventeranno questa volta.
Il bassista dei Radiohead confessa che negli ultimi anni il suo appetito musicale è tornato insaziabile come quando aveva 13 anni, grazie a tutte le opportunità della rete: Spotify, iTunes, blog playlists, podcasts, online streaming, ecc... Esperienza simile a tanti di noi appassionati di musica, accomunati dalla filosofia sinteticamente rappresentata dall'immagine in alto: in fondo sempre la stessa (applicata però a livello esponenziale) di quando si duplicavano i dischi e anche i primi cd con le audiocassette.

venerdì 25 settembre 2009

Povera Creep!

Qualche settimana fa avevo postato una splendida cover di Creep ad opera dei Pretenders. Oggi pomeriggio, appena tornato dal lavoro, accendo il pc, vado su inkiostro 2.0 e al titolo L'ORRORE, leggo che anche Vasco Rossi si è cimentato nella riproposizione (in italiano) del successo dei Radiohead, da oggi nelle radio. Non posso resistere alla curiosità, infatti su youtube c'è già il brano. Per motivi anagrafici giustamente il testo è stato modificato (Thom Yorke all'epoca era poco più che un ragazzino) però è di una banalità sconcertante, compresi i classici na na na, che come gli zombie, a volte ritornano. Si intitola: Ad ogni costo. Un ascolto mi basta e avanza .
Mentre poi cercavo in rete, ho scoperto che anche Dolcenera tre anni fa ha attinto al repertorio dei Radiohead: per la precisione A wolf at the door, rifatta con il titolo assurdo di Il luminal d'immenso (l'ombra di lui). Questa mi era sfuggita! Pur non nutrendo il sottoscritto una particolare stima per la cantautrice pugliese, pare che il gruppo, oltre a concedere l'autorizzazione per la cover, abbia avuto parole di apprezzamento. Diciamo che a differenza dell'altra, almeno si ascolta.

mercoledì 26 agosto 2009

Radiohead: il nuovo brano per la prima volta dal vivo

Il nuovo brano dei Radiohead, These are my twisted words, suonato per la prima volta dal vivo a St. Pölten in Austria.
Sono passati sei anni ma il loro concerto a Ferrara è ancora stampato nella mia memoria: there there, 2+2=5, fog, morning bell, talk show host, kid a, scatterbrain, national anthem, backdrifs, sail to the moon, fake plastic trees, go to sleep, where i end and you begin, pyramid song, wolf at the door, paranoid android, idioteque, everything in its right place (primo bis) i will, the bends, the gloaming, how to disappear completely (secondo bis) sit down stand up, karma police.

venerdì 21 agosto 2009

COVER vs ORIGINAL: Creep - The Pretenders (Radiohead)

Il primo successo dei Radiohead: la struggente e adolescenziale Creep, in una superba versione unplugged dei Pretenders.
Chrissie Hynde
da brividi in questa interpretazione.



Il primo lancio di Creep in UK nel settembre del 1992 fu un buco nell'acqua. Il singolo sfondò invece negli USA (cogliendo di sorpresa gli stessi Radiohead) dove diventò in quegli anni una specie di inno, una manifesto del malessere e dell'inquietudine giovanili insieme a Smell Like Teen Spirit dei Nirvana. Da quel momento i Radiohead rischiarono di diventare il gruppo di Creep e nient'altro; durante i loro primi concerti il pubblico chiedeva sempre e solo questa canzone con gran disappunto della band.
But I'm a creep/
I'm a weirdo/What the hell am I doin' here?/I don't belong here (Sono uno sfigato/sono uno strano/cosa diavolo ci faccio qui/sono fuori posto...).
La canzone, scritta alla fine degli anni '80, probabilmente riflette le inquietudini giovanili di Thom Yorke, legati alla paralisi ed alla chiusura dell'occhio sinistro che gli causarono sofferenza, anche per le prese in giro dei compagni di scuola che lo avevano soprannominato Salamandra. Nelle prime foto della band, infatti, compare spesso con gli occhiali da sole o con i capelli che gli coprono l'occhio.
Informazioni parzialmente tratte da Radiohead di James Doheny (Ed. Giunti)

lunedì 25 maggio 2009

Massive Attack e Radiohead: aspettando i nuovi album

Sono passati sei anni da 100th Window, ma i tempi per l'uscita del nuovo album dei Massive Attack non sono ancora maturi. La scorsa estate ho avuto la fortuna di ascoltarli dal vivo a Ravenna dove hanno presentato diversi nuovi brani e si pensava che alla fine del tour l'uscita fosse imminente. Del Naja invece intervistato pochi giorni fa da Billboard ha precisato che l'album, dal titolo provvisorio Weather Underground, uscirà solo in ottobre, poco dopo la partenza del nuovo tour mondiale. Di certo c'è attesa, com'è giusto che sia per uno dei gruppi più influenti negli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio. Gli altri cavalli di razza che sceglierei per una fantastica accoppiata musicale sono sicuramente i Radiohead. Non mi vengono in mente altri nomi che abbiano segnato in modo così indelebile la musica negli ultimi 15 anni per qualità, originalità e carisma.
Difficile trovare un altro gruppo o un'artista che siano all'altezza per formare un eventuale terzetto!

Colin Greenwood ha rivelato in un'intervista che i Radiohead sono da pochi giorni rientrati in studio per lavorare ai nuovi brani, in un seguito ideale di In Rainbows.

venerdì 17 aprile 2009

Fake plastic tree - Radiohead

E' il terzo singolo tratto dal secondo album The Bends dei Radiohead del 1995. Malgrado il disco non fosse andato molto bene nelle vendite, Fake plastic tree raggiunse un buon 20° posto in UK.
E' proprio vero che spesso le canzoni più semplici sono le migliori. Pochi accordi con la chitarra acustica bastarono a Thom Yorke per fare esplodere tutta la sua vocazione lirica. In studio registrò voce e chitarra in una sola sessione, lasciando poi le rifiniture agli altri.
La dolcezza del brano stride spesso con il testo, a tratti lugubre, a tratti surreale: "She lives with a broken man/ A cracked polystyrene man who just crumbles and burn" ("Lei vive con un uomo a pezzi/Un uomo di polistirolo marcio che si sbriciola e brucia)
L'albero finto di plastica del titolo si può interpretare come una metafora della finzione umana, anche se pare che Thom Yorke abbia scritto il testo pensando al consumismo e alla massificazione della società. Così l'incipit:
Il suo innaffiatoio di plastica verde
Per la sua piantina di gomma cinese finta
Nella terra di plastica finta
Che ha comprato da un uomo di gomma

In una città piena di piani di gomma