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venerdì 8 maggio 2020

Prima di noi















Quattro generazioni che attraversano un secolo di storia italiana: dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni. Di solito nutro una certa diffidenza per i libri lunghi (come anche i film) e questa è un'opera colossale che tuttavia si legge tutta d'un fiato nonostante le quasi novecento pagine. 
Giorgio Fontana (autore che non conoscevo, classe 1981) ci regala un grande romanzo che poi è la storia di milioni di famiglie italiane; lo fa con personaggi credibili alle prese con la Grande Storia; come lo siamo tutti in fondo e come recita De Gregori ne La Storia siamo noi. Una cicatrice che resta impressa sulla pelle. Si inizia con la disfatta di Caporetto e la fuga di un soldato disertore nelle campagne friulane, per poi proseguire con l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la ricostruzione, le lotte operaie, le contestazioni giovanili, il terrorismo, fino alla globalizzazione e alle fragilità dei giovani del nuovo millennio. Ho rivisto in parallelo la storia dei miei nonni: quello paterno tornato traumatizzato dalla Grecia con i piedi in cancrena e quello materno, falegname analfabeta, inventore di filastrocche romagnole (zirudell) per sfottere i potenti. Poi mio padre, la sua breve militanza in potere operaio e la fede a tratti ottusa di quelli della sua generazione nel sol dell'avvenire; fino alla frattura generazionale di fine anni settanta e l'incapacità di familiari e parenti di capire ogni mia scelta. Infine le problematiche complesse delle giovani generazioni che ho modo di toccare con mano grazie al lavoro che svolgo. Un libro ambizioso sì, ma anche molto coraggioso con riferimenti alla grande letteratura. Progressivamente ci si affeziona ai personaggi e infine ci si innamora di questa saga familiare nella quale mi sono immerso con una passione come non accadeva da qualche anno.
Per la potenza del racconto e per il suo ampio respiro vedrei bene un adattamento cinematografico o ancor meglio seriale.

domenica 5 aprile 2020

C'è troppa gente in giro? Too much pressure!

















Stamattina in panetteria c'erano tre persone prima di me in attesa di entrare: ho scoperto che la prima era una tipa che si trovava a 10 m. dall'ingresso fra le auto parcheggiate nella piazzetta. Con tutta la prudenza necessaria e soprattutto con il rispetto per la tragedia che ha colpito migliaia di persone, questa mi pare una forma di psicosi in piena regola: non è che stiamo un tantino esagerando? Ovunque il leitmotiv quotidiano è c'è troppa gente in giro. Cittadini indignati e giustizieri da social scrivono post incarogniti contro presunti untori/camminatori, minacciando foto (o addirittura scattandole) salvo poi fare marcia indietro per non beccarsi una giusta denuncia. All'epoca sarebbero stati ligi collaboratori di quartiere dell'OVRA. Un conto sono la coscienza civica e il rispetto assoluto delle regole, un altro è trasformarsi in cacciatori di streghe.

Ora spiego una cosa semplice: abito in una zona centrale e ieri sono uscito a piedi per andare in farmacia a prendere dei medicinali per mio padre. Nello spazio di 200 metri abbiamo alcuni fra i pochi esercizi ancora aperti: un frutta e verdura, due panetterie, un negozio di articoli per l'igiene, l'edicola, la tabaccheria, un supermercato. In paese di dodicimila abitanti, vorrei che qualcuno mi spiegasse come sia possibile pretendere che non ci sia nessuno in giro.

mercoledì 11 marzo 2020

Cara catastrofe

Chissà se con questo isolamento riprenderanno vita i blog, oltre ad un minimo di coscienza civica. Visti i recenti segnali, ne dubito. Comunque da un giorno all'altro sta cambiando la lista delle priorità; fra le mie non c'è mai stato l'aperitivo a Cortina o sui navigli. Mai come adesso, gli scacchi, i libri e la musica sono salvifici. 
E poi ci sono appunto le priorità. Mio padre col Parkinson, che frequentava un centro diurno per anziani, è dovuto rimanere a casa dalla sera alla mattina, per cui buona parte del mio tempo sarà dedicata a lui che abita in un altro paese e non può muoversi da casa. 
E poi mio figlio a Bologna che doveva partire, ma dovrà restare.
La sua compagna che presto deve laurearsi, ma l'università è chiusa.

Nelle nostre camere separate
a inchiodare le stelle
a dichiarare guerre
 

Dieci anni fa usciva questo disco.
  

lunedì 27 gennaio 2020

Av salùt

Per come intendo l'essere di sinistra oggi, lungi da me un qualsiasi elogio del PD, ma questa gentaglia che propone di liberarci (non si sa da cosa) mi fa ribrezzo. Per fortuna la loro infezione non ha attecchito, almeno non ancora del tutto.
Av salùt! Ci rivediamo tra cinque anni, ma a questo punto saremo noi emiliano-romagnoli a proporre la secessione...
Dai va là, si scherza, venite da noi che si sta ancora abbastanza bene.

ps: come Renzi, Matteo Salvini ha rotto i coglioni. Carmilla-Parmageddon

giovedì 6 giugno 2019

La fiera dei cialtroni

C'era una volta Berlusconi che annunciava la sconfitta del cancro; Renzi che tra mille proclami è riuscito solo in due cose: far quasi scomparire la sinistra e demolire la scuola; Di Maio che dal balcone inneggiava alla fine della povertà; Salvini che un anno fa assicurava l'espulsione di mezzo milione di clandestini (ne mancano ancora 496 mila).

Cosa prometterà il prossimo cazzaro per farsi votare dagli italiani creduloni?

In Europa almeno avanza un'onda verde e ambientalista, mentre da noi...

   Con questo passo e chiudo

venerdì 21 dicembre 2018

Un articolo che sottoscrivo, due documentari e un libro

L’immagine perfetta della contemporaneità per le nuove destre europee che si nutrono della paura è quella di una zattera sempre più piccola. Salvarsi vuol dire buttare qualcuno a mare per liberare spazio.
L'articolo in questione è quello di Christian Raimo su minimaetmoraliaUna riflessione dolorosa e cristallina sul nostro presente che si apre con una citazione tratta da Orizzonti di Gloria, il capolavoro di Kubrick.

Per chi ama musica e letteratura, mi pare il regalo ideale da fare e da farsi. Anche perché, cos'altro potrà mai salvarci dalla barbarie di cui sopra?

Robert Smith che da adolescente legge Lo straniero e scrive di getto Killing an Arab, uno dei primi successi dei Cure. William S. Burroughs e la sua tecnica di scrittura – il cut up – che influenzò Patti Smith, Michael Stipe dei R.E.M. e Kurt Cobain. Ma anche un viaggio nella narrativa Southern Gothic, fondamentale per artisti come Sparklehorse o Nick Cave, e il ruolo di Alice, il personaggio creato da Lewis Carroll, nelle canzoni dei Beatles e del rock psichedelico. I Radiohead e George Orwell.

Jimenez è una realtà editoriale indipendente nata a Roma nel 2018.


Ho letto su Solaris la recensione del docufilm Santiago, Italia di Nanni Moretti. Spero di poterlo vedere presto. Come ho commentato nel blog, una storia che mi coinvolge anche perché l'ho conosciuta una di quelle famiglie cilene, accolta in Romagna nel paese dove sono cresciuto da ragazzino. Si integrarono alla perfezione e uno dei figli entrò a far parte del gruppo dei miei amici. Tempi che purtroppo pochi ricordano e ha fatto bene Nanni a ripercorrere questa storia. 

Secondo documentario - che non vedrò mai - e che mi urta già solo col titolo è Firenze secondo me ad opera di un uomo dall'ego inutilmente smisurato. A tal proposito un articolo molto persuasivo su linkiesta che inizia così: Non lo invitiamo a cambiare mestiere, sennò poi ce lo ritroviamo di nuovo a fare il premier. E sarebbe un’eventualità decisamente più pericolosa rispetto al ruolo tutto sommato innocuo dell’Alberto Angela dei poveri.


via

giovedì 20 settembre 2018

Sulla nostra pelle

Ho visto Sulla mia pelle: devastante e al tempo stesso coinvolgente e sincero. Senza sconti per nessuno, Cucchi compreso. Non mi piace la definizione di film necessario, quello che conta è che ti fa vedere con una lente d'ingrandimento come la stupidità della burocrazia e la violenza di uno Stato, unite all'indifferenza dei suoi rappresentanti, possono annientare la vita delle persone. A tutti prima o poi sarà capitato di provare sulla propria pelle la rabbia e la frustrazione nel trovarsi di fronte a un muro di gomma; una barriera eretta da funzionari di qualsiasi settore si voglia; ottusi rappresentanti di un apparato statale che verrebbe voglia di radere al suolo per ricostruire da zero. C'è chi ne è uscito ammaccato moralmente e/o fisicamente, ma c'è anche chi come il povero Cucchi, ci ha lasciato le penne.



E come troppo spesso accade in Italia, è stato nauseante l'atteggiamento di condanna del film da parte di certi settori delle forze dell'ordine, che continuano ancora a giustificare e a difendere l'indifendibile: Aldrovandi, G7 e compagnia bella. Va bene solo Don Matteo.


venerdì 9 febbraio 2018

Sanremo e altre piccole (grandi) insofferenze
















Il Festival di Sanremo
Lo giuro, non è snobismo: non ce la faccio proprio e oltretutto non me ne frega una beata mazza di classifiche, commenti, ospiti marchettari e alla fine anche delle canzoni. L'ultima volta devo averlo visto (comunque a spezzoni) nel 1996, l'anno de La terra dei cachi. Oggi il senso è tutto in questo tweet:
Se una signora è andata in coma 50 anni fa, si sveglia ora e vede Sanremo con Baglioni, Pippo Baudo, La Vanoni e i Pooh pensa di aver dormito solo un paio di mesi.

La polo col colletto alzato
Tornerà l'estate.
Amici ometti: già la polo è triste... col colletto alzato sappiate che scatta l'effetto pavone o peggio ancora, pataca (alla romagnola con una c) che pensa di essere di figo.

I bambini che corrono, sbraitano e fanno danni nei luoghi pubblici 
La scorsa estate un pargolo di 6/7 anni che aveva l'abitudine di dare dello stupido al padre (sentito con le mie orecchie), ha scavato una buca praticamente sotto al nostro lettino nella più totale indifferenza. Vista la drammatica inerzia di certi genitori, serve una nuova figura professionale: l'esorcista da supermercato, da ristorante e da spiaggia.

Quelli che parlano al cinema
Non quelli che ridono o piangono.

Quelli che non mettono la freccia
... e quelli che in autostrada lampeggiano come pazzi arrivando da dietro (nonostante tu stia facendo i 135 km/h). Le ipotesi sono due: forse state impedendo loro di decollare; oppure, più banalmente, vogliono segnalare che loro ce l’hanno molto lungo.

lunedì 28 agosto 2017

Tormentoni, cult e cose belle dell'estate 2017

SERIE

Top of the Lake - China Girl
Dopo quattro anni, ritornano Jane Campion e la detective Robin Griffin (Elisabeth Moss, affiancata da Gwendoline Christie, la Brienne de Il Trono di spade) con la seconda stagione di una delle serie più originali degli ultimi tempi. Una storia intricata ed intensa, ambientata in una Sydney inedita in cui, ahimè, il genere maschile ne esce con le ossa rotte. Da segnalare anche Nicole Kidman con la chioma grigia  in un ruolo interessante e diverso dal solito. Attualmente trasmessa su BBC; non si sa ancora quando in Italia.

Ozark
Jason Bateman, protagonista nel ruolo di produttore e regista di alcune puntate, è un cinico consulente finanziario che di punto in bianco si trova in guai molto seri sia con l'FBI che con il cartello della droga messicano a causa del riciclaggio di denaro. Parte in sordina, ma poi si rivela abbastanza coinvolgente e originale.

Il Trono di Spade 7
Ormai ci sono affezionato, anche se da quando gli sceneggiatori hanno sopravanzato il romanzo, la serie si sta trasformando sempre più nella lotta convenzionale tra bene e male. Chissà Martin se ha ancora voce in capitolo. Vedremo. Stasera mi aspetta l'ultima puntata.


MUSICA
Black Grape - Pop Voodoo
Una delle (poche) sorprese dell'estate. A vent'anni di distanza sono ricomparsi i Black Grape con un album bello carico fin dal titolo. Un reload positivo della scena Madchester che ebbe negli Happy Mondays il gruppo di punta.



LIBRI
Massimo Zamboni - Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest


Ora che di nuove barriere si arma quotidianamente il mondo, il simbolo murario è la manifestazione più concreta ed eterna del fallimento non di un regime, ma dell'esperienza umana tout court.

Il racconto dell'ex-chitarrista dei CCCP che nell'estate del 1981 lascia gli studi di medicina e si trasferisce a Berlino. La Berlino del muro raccontata con verve e sincero amore per una città unica. Uno di quei viaggi che ti cambiano la vita, grazie anche ad un incontro che contribuirà alla nascita di uno dei gruppi più influenti degli anni '80.




Jack London - Il vagabondo delle stelle
Ho (ri)scoperto grazie al post di wrong uno scrittore in passato poco considerato.
Incipit:Assai spesso, nella mia vita, ho provato la strana impressione che il mio essere si sdoppiasse, che altri esseri vivessero o avessero vissuto in lui, in altri tempi o in altri luoghi.” 


TORMENTONI
Il caldo e la musica latinoamericana...

Se tra gli effetti del riscaldamento globale c’è anche l’aumento delle canzoni estive latinoamericane, allora è il momento di intervenire seriamente. Alessandro Bartolini


ATAC E VACCINAZIONI

Un'altra accoppiata micidiale!
Tu puoi sembrare un idiota e parlare come un idiota, ma non devi stupirti: sei realmente un idiota. Groucho Marx





venerdì 22 aprile 2016

Digital divide

Anche se negli ultimi anni la situazione è leggermente migliorata, purtroppo il livello medio di competenza digitale degli italiani si limita alla scrittura di qualche stronzata su facebook e a ditate varie su tablet e smartphone. Non è un caso che il nostro Paese sia uno dei peggiori in Europa in quanto a digital divide.
Le immagini qui sotto dicono tutto.
























giovedì 21 gennaio 2016

Piuttosto che finocchio meglio ladro o prete

Avete presente le feste di compleanno e le cene di classe quando i figli frequentano la materna o le elementari?
É stato lì, mentre i bambini giocavano nelle case delle famigliole etero-tradizionali, che ho raccolto perle di saggezza e cultura che hanno ispirato la mia carriera di genitore. Oggi ne rispolvero alcune:

- Piuttosto che finocchio preferisco che mio figlio diventi un ladro o un prete.
- Bisogna votare Berlusconi perché ci farà stare tutti meglio.
- Io non ho mai letto un libro e poi dirigo un'azienda...

Non so se era peggio la musica che si ascoltava o i discorsi di merda. Poi mio figlio è cresciuto e per fortuna le feste di compleanno sono finite. Era l'Italia di Berlusconi. E oggi? Dopo vent'anni mi sa che poco è cambiato. Siamo l'unico paese in Europa che non ha ancora uno straccio di legge sulle unioni civili. 
Non mi esalta la gogna mediatica dei gay di professione sempre pronti a indignarsi nel nome di un politically correct di facciata, però la vicenda tra Sarri e Mancini mi ha fatto tornare alla mente quei discorsi e la squallida realtà della nostra italietta.  



mercoledì 19 agosto 2015

Umanità in panetteria


Quasi ogni mattina vado nella panetteria sotto casa e mi capita di assistere a scene che all'inizio mi spazientivano ma che col tempo ho imparato ad apprezzare per ciò che rappresentano. Chissà perché capita spesso proprio quando non c'è fila; magari hai fretta, c'è un solo cliente ed è proprio lì che si scatena la perversione delle mamme romagnole e dei pensionati che al mattino presto potrebbero stare a letto o al bar a leggere il giornale. 

Stamattina una giovane mamma con due figli al seguito ha fatto riempire un cabaret gigante di biscotti insistendo nel lasciarli scegliere uno ad uno alla figliola indecisa, incurante dello sconforto della commessa che vedeva aumentare a vista d'occhio la fila dei clienti. - Sai, oggi pomeriggio facciamo un merenda party. 
Quando è il turno della zdora mettetevi il cuore in pace perché la sua missione quotidiana è nutrire un esercito di figli, nipoti, mariti, nuore, anziani parenti e forse anche vicini di casa. Lei non compra, saccheggia! Dopo il suo passaggio è come entrare in una panetteria russa degli anni '50. Di solito il suo portafoglio ha le dimensioni di un A4 con all'interno le foto dell'albero genealogico familiare.
Il pensionato o la pensionata indecisi, sono un altro classico: se viene a mancare il tipo di pane abituale, vengono sopraffatti dai dubbi amletici e passano in rassegna centinaia di opzioni senza mai decidersi mentre il resto dei clienti rischia di far tardi al lavoro. 
Dalle somme mediamente spese e dal quantitativo di prodotti dolciari che la gente consuma, sono giunto alla conclusione che non c'è crisi.



mercoledì 10 settembre 2014

Belluscone - una storia siciliana


Belluscone - Una storia siciliana non è l'ennesimo racconto moralistico sul caimano, ma un vero trattato di antropologia; un'opera multiforme e autodistruttiva; una visione agghiacciante e paradossalmente carica di calore umano. Più che un film, un finto documentario su un vero film incompiuto e smarrito per strada tra mille difficoltà, nato in origine per raccontare i rapporti tra Berlusconi e la Sicilia, terra fertile di conquista elettorale dopo la discesa in campo del Cavaliere.
Vagando nei quartieri di Palermo, tra feste rionali e tv locali, trash oltre ogni comprensione umana, come ai tempi di Cinico TV, Maresco mette in scena un universo parallelo popolato dai suoi freaks, a cominciare dai cantanti neo-melodici, idolatrati da una moltitudine eterogenea di fans, intervistata a dall'inconfondibile voce fuori campo del regista palermitano. Alla loro guida c'è lo storico impresario locale Ciccio Mira, il vero protagonista e l'anima della storia. Risate amare ed incredulità si alternano mentre il critico Tati Sanguineti tenta di guidarci nei meandri del capoluogo siciliano alla ricerca di Maresco, scomparso dopo due anni di lavoro e decine di ore di riprese, fra cui anche una surreale intervista a Dell'Utri seduto su un trono.
E quando pensi di aver raggiunto il fondo, ovvero il cuore di tenebra dell'anti-stato:
... a un certo punto arriva l’Italia perfetta, quella post-berlusconiana, quella che si accende nel finale con appena due tocchi di pennello: Renzi e la suora (The Voice), l’orrore eccetera. Ancora una volta nei Mira e nelle borgate trovi residui di un’umanità che è infinitamente più umana e infinitamente meno mostruosa di quella che poi si vede per tre secondi nel finale. Questo è quello che a me interessava sostanzialmente.
(Da Conversazione con Franco Maresco del 24 agosto 2014 su Rapporto Confidenziale

In un Paese dove per guadagnare consenso ci si presenta ad Amici con il giubbino di pelle, sosteniamo Maresco e il suo cinema duro e puro, risorto e al tempo stesso vittima delle macerie di un'opera fallita.
Cercate il film nella sale che lo proiettano ancora.

lunedì 28 luglio 2014

Uno così riesce a far fare bella figura perfino a Blatter

Ecco quello che si può definire un fine pensatore. Uno così, che riesce a far fare bella figura perfino a Blatter, dovrebbe dirigere al massimo una bocciofila e invece è candidato alla guida della federcalcio italiana.
Al di là del concetto di razzismo e della solita menata del politically correct che sempre fa insorgere i paladini dell'ipocrisia, sorgono grossi dubbi non solo sull'intelligenza, ma anche sulle capacità di un personaggio (pluricondannato) che ormai certo di avere le chiavi in mano della FIGC, se ne esce con una frase così infelice in un contesto ufficiale. Indicativa dello spessore dell'uomo.
Qualche tempo fa Tavecchio, da saggio dirigente qual è, ha elargito perle di saggezza anche sul calcio femminile: “Si pensava che le donne fossero handicappate rispetto al maschio, ma abbiamo riscontrato che sono molto simili”
Qualche mese fa Donald Sterling, presidente dei Clippers di Los Angeles, è stato sospeso a vita dalla NBA per aver detto alla fidanzata "niente neri alle partite".


martedì 22 aprile 2014

Liberiamo la musica e l'Italia dagli italiani

Mentre sono in fila al distributore arriva un furgone con due tizi vestiti da lavoro che si fermano a pochi centimetri dal paraurti della mia auto. Va beh, un'occhiata storta e finita lì. Scendono, e il più vecchio (comunque un po' più giovane di me) per ingannare l'attesa inizia a canticchiare, in modo ben udibile e con aria compiaciuta, una canzone inneggiante il duce. A quel punto il sottoscritto non può esimersi dal commentare a voce alta:- "Bella canzoncina di merda". Ne nasce un parapiglia (fortunatamente solo verbale) sull'orgoglio di essere italiani, su come ci siamo ridotti e sul nonno tornato a piedi dalla Germania. E quindi? Se è per questo, il mio di nonno ha avuto i piedi amputati per assideramento in Grecia dove era andato a combattere proprio per Mussolini.
Ancora oggi, dopo 70 anni, c'è ancora gente che vive tristemente di queste mitologie. Pace all'anima loro.


Il giorno di Pasqua Klaus-Peter Diehl, flautista e musicista tedesco che ha suonato in svariate orchestre d'Europa, si presenta in frac e papillon nella piazza principale di Ravenna per allietare la giornata con brani di musica classica. Ben presto viene bloccato da due zelanti vigili urbani che gli notificano un verbale da 50 euro per la mancanza di permessi: è il regolamento comunale sui buskers. Un norma che obbliga a presentare preventivamente una Scia (Segnalazione certificata inizio attività) dove l'artista deve dichiarare le proprie generalità, il possesso dei requisiti morali, il tipo di spettacolo previsto, il luogo e gli orari dello stesso. Il commento dell'artista di fronte all'idiozia della burocrazia: Ho sempre suonato ovunque liberamente. E poi questa non è la città candidata a capitale europea della cultura? Eccolo qui in un live con Sinead O'Connor.

venerdì 19 aprile 2013

Implosione (blob presidenziale)

La baronessa gattopardo (8° legislatura)
"Non capisco cosa voglia questa gente"

La volpe del tavoliere
Il pugile suonato
Il 2 di coppe con la briscola a denari

















Ora spero solo che non si completi il suicidio con la volpe del tavoliere... perché come ha detto Fassina in un'intervista: «Mio cognato lavora alle Poste e non sa neppure chi è, Stefano Rodotà»
Mi sa che i miei due euro a dicembre, pur non avendo votato Bersani, potevo risparmiarli.  

Sottoscrivo!









No comment!













I soliti inciuci

domenica 17 marzo 2013

Zitti zitti (il silenzio è d'oro)

Quando si presenta la possibilità di rispolverare i vecchi e arrugginiti cavalli di battaglia... (che una volta davano il 10%) non si può resistere.
A proposito, dov'è finito in campagna elettorale il problema immigrazione?














Aeroplani Italiani (1992) - Zitti zitti (il silenzio è d'oro)

sabato 17 novembre 2012

L’italico cetomediume


Il più grave problema di questo Paese, storicamente, è l’ignavia della piccola borghesia, che è la più becera d’Europa e oscilla perennemente tra l’indifferenza a tutto e la disponibilità a qualunque avventura autoritaria. Avventura “vicaria”, naturalmente, vissuta per interposto Duce che sbraita. Giusto un brivido ogni tanto, per interrompere il tran tran, godersi l’endorfina e tornare al proprio posto.
Finché non sente il dolore, l’italico cetomediume rimane apatico. Quando inizia a sentirlo, non sa dire cosa gli sia successo, blatera incoerentemente, dà la colpa ai primi falsi nemici che gli vengono agitati davanti (a scelta: i migranti, gli zingari, i comunisti, quelli che scioperano, gli ebrei…)  e cerca un Uomo Forte che li combatta.
In Italia come in poche altre nazioni, non c’è nulla di più facile che spingere l’impoverito a odiare il povero. Wu Ming

Questa bella mentalità che vede spesso l'italiano alzare la voce e sgomitare per far valere i propri diritti (esempi lampanti i farmacisti e i taxisti) dimenticando o peggio calpestando quelli altrui, è perfettamente sintetizzata nella brillante proposta fatta da un genitore, preoccupato per l'educazione del proprio figlio, durante un'assemblea scolastica:
Dal momento che sono state tagliate le ore di sostegno e che questi bambini quando non sono seguiti individualmente disturbano la classe e rallentano l'apprendimento, non si possono raggruppare con un insegnante tutti in aula? 

Magari con una recinzione a basso voltaggio...

giovedì 27 settembre 2012

Italians hungry & foolish

Mentre la politica sta buttando nel cesso gli ultimi spicci rimasti alla faccia di noi contribuenti, gli italiani più illuminati, sempre molto hungry and foolish, hanno già studiato le loro mosse.
Da due giorni in attesa davanti all'Apple Store di Bologna per il gingillo nr. 5





















L'iPhone 5 sarebbe prodotto in condizioni disumane. E non avete visto le condizioni degli acquirenti.  Spinoza

Come ho scritto commentando il post di Tyler Durden (fenomenologia dell'Ai-Fon) siamo proprio al declino conclamato e definitivo: l'ai-fon in tasca (o chi per lui) le pezze al culo e il nome del figlio tatuato sul braccio. Per lavoro sono "costretto" a conoscere molte persone e il modello di cui sopra, purtroppo, non è frutto della mia immaginazione.  
Mi viene in mente anche un collega che gira tutto tronfio sempre con il fonino di ultima generazione in bella vista e poi viene a chiedere aiuto perché ha smarrito la barra di word.

mercoledì 25 aprile 2012

Giovanna Marturano: 100 anni di resitenza

Dedico questo 25 aprile ad una splendida donna partigiana: incarcerata e mandata al confino durante gli anni del fascismo.
Un mese fa ha compiuto 100 anni.
L'anno scorso, parlando alla festa della liberazione a Roma, aveva detto:
Ho 99 anni e non voglio morire sotto Berlusconi.