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lunedì 2 marzo 2020

Waiting for the End of the World: paranoia, virus e sogni apocalittici



Ieri sera eravamo in cinque a cena qua sulla teiera a raccontarci, come in una specie di decamerone, fatti e novelle della settimana di delirio da poco terminata. Un'amica racconta che al supermercato qui vicino un signore si è presentato alla cassa con 70 barattoli di fagioli; se non l'ammazzerà il virus saranno i problemi intestinali!
Franco, il più preparato, ci ha esposto con fervore il contenuto di Spillover, il libro di David Quammen che aveva previsto la pandemia. L'abbiamo presa come sempre con ironia, ma su quello che racconta il libro, documentato scientificamente, non c'è molto da ridere, tanto che stanotte (sarà stata la troppa piadina) ho avuto un incubo...
Sono a Bologna da mio figlio che a giorni deve essere assunto definitivamente nell'azienda per cui sta lavorando. Gli chiedo se è tutto ok, ma mi accorgo che c'è qualcosa che non va, infatti mi racconta che ha rifiutato perché deve partire per un viaggio a Hong Kong. Messo alle strette mi confessa che fa parte di un'organizzazione che propugna l'estinzione della specie umana: si introducono nelle manifestazioni per spargere virus in tutti continenti. 

Al risveglio mi è tornata in mente Utopia, una serie britannica di qualche anno fa: vaccini tenuti segreti, corporazioni e cospirazioni, virus letali e una soluzione brutale al problema della sovrappopolazione mondiale.
Che il virus sia ruspante, o che sia stato creato e diffuso intenzionalmente come arma batteriologica, l’epidemia è comunque destinata a sfuggire al controllo. E dopo il numero dei morti, bisogna preoccuparsi di quello dei non morti. Carmilla - World War V

domenica 12 gennaio 2020

Gianni Rodari ieri e oggi, Marta Fana e lo sfacelo intellettuale di economisti e politici


È difficile fare | le cose difficili: | parlare al sordo | mostrare la rosa al cieco. | Bambini, imparate | a fare le cose difficili: | dare la mano al cieco, | cantare per il sordo, | liberare gli schiavi | che si credono liberi. (da Parole per giocare).
Cento anni fa nasceva Gianni Rodari. In casa ho parecchi dei suoi libri: quando li leggevo a mio figlio gli piacevano da impazzire. Passano i decenni e le sue storie illuminano ancora gli occhi e la mente di adulti e bambini.

Ora il ragazzo è cresciuto e laureato e si ritrova già per il secondo anno a guadagnare (grazie a dei contratti di merda) 650 euro al mese, stipendio che a Bologna non basta neppure per pagare l'affitto. Dà veramente fastidio sentire una persona che credevo almeno intellettualmente onesta come Teresa Bellanova, sostenere che con le riforme recenti sono aumentate le tutele per le persone che lavorano. Qui il link
Tutele per fare la fame, a proposito di liberare gli schiavi.

Oggi in Italia si guadagna meno di trent’anni fa, a parità di professione, di livello di istruzione, di carriera. Vale per tutti, tranne per quella minoranza che sta in alto. Questo dovrebbe essere il problema. Ci è stato detto che bisognava rendere il mercato del lavoro più flessibile e abbassare i salari per aumentare la competitività delle aziende e saremmo stati tutti più ricchi: l’abbiamo fatto ma siamo solo più poveri e ricattabili. Marta Fana (Basta salari da fame)

Ho letto il libro e ammiro questa giovane economista perché nelle discussioni spiazza tutti semplicemente con la verità; una semplice verità (suffragata dai dati) che nessuno ha il coraggio di ammettere.  link

lunedì 25 novembre 2019

Capitalismo e parassiti

Un film e un libro con approcci distanti anni luce affrontano lo stesso tema tristemente comune e attuale: gli effetti nefasti del capitalismo globalizzato.
Nella Corea del Sud rappresentata in Parasite la lotta di classe è stata ormai soppiantata dalla guerra tra poveracci. Bong Joon-ho racconta la marginalità contemporanea con sarcasmo e humour nero in una metafora geniale e tagliente della nostra società sempre più competitiva e nello stesso tempo indifferente verso gli ultimi o con chi è caduto in disgrazia. Senza dubbi uno dei film dell'anno. Se non l'avete ancora visto, non leggete assolutamente nulla della trama e ve lo godrete al cento per cento.

La prima volta che ho conosciuto Marta Fana (ricercatrice di economia a Scienze politiche a Parigi) era in TV, contrapposta all'intoccabile Farinetti, il cui perenne sorriso di fronte alle critiche centrate della ragazza, si è congelato in un ghigno. Sto leggendo il suo libro (scritto col fratello Simone) che va in profondità, alle radici delle imprese parassitarie che hanno fatto impoverire milioni di lavoratori in Italia e in tutto il mondo con la complicità di quei governi che hanno contribuito a far diminuire i redditi, le tutele, i diritti, fino a far scomparire la prospettiva di un futuro decente.


Uno dei tantissimi esempi è quello di mio figlio, neo-laureato in scienze statistiche: per poter lavorare ha dovuto accettare due diversi impieghi (un contratto di sei mesi, poi un altro di un anno) il primo a 600 e il secondo a 700 euro mensili. L'affitto dell'appartamento in cui vive a Bologna è di 900 euro (devono dividerlo in quattro).

Si tratta di attrezzarsi, di giocare in anticipo, prima che qualcuno possa utilizzare la rabbia e la disperazione per dividere gli ultimi dai penultimi. Ci stanno già provando i nuovi imprenditori della paura, a scavare nei drammi che lo sfruttamento impone nelle vite di milioni di persone, in quel senso di insicurezza che travolge chi non ha nulla. Stanno provando a scaricare la rabbia verso il basso per poter liberare l'alto...

mercoledì 9 maggio 2018

Quello che lasciamo


Spesso me lo sono chiesto, perché quando pensavo ai miei genitori e in particolare a mio padre mi assaliva l'angoscia di ritrovarmi nella stessa situazione. Quando sono cresciuto io, la frattura generazionale era talmente netta che andando a frugare nei ricordi delle mie esperienze, non c'è quasi di nulla di condiviso o che mi sia stato trasmesso. Suonare, la passione per la musica, per i fumetti, i miei viaggi, le letture per cui mi entusiasmavo: un universo sconosciuto. Chi non ha avuto i genitori nati nel periodo della guerra forse non si rende conto delle distanze di cui sto parlando. Non ne faccio nessuna colpa, ma è un dato di fatto. Questi pensieri si sono di nuovo messi in moto nell'ascoltare mio figlio che proponeva la sua musica alla radio. 
Pensieri ben presto di soddisfazione, perché qualcosa (o forse più) è passato. Il tanto tempo trascorso insieme giocando, leggendo libri, viaggiando e poi discutendo di cinema e musica, è stato un periodo straordinario nonostante i problemi e i litigi fisiologici. Un percorso da equilibristi, in bilico tra la tentazione di proteggere, l'entusiasmo di trasmettere le proprie passioni e la necessità di trovare le giuste distanze. I nostri vinili sono diventati i suoi, ma la strada intrapresa ormai è solo sua. 

martedì 13 marzo 2018

Album vissuti: R.E.M. - Out of Time


Nel marzo del 1991: usciva Out of time. Un anno e un disco speciali.

Dopo i primi terribili due mesi con la Guerra del Golfo e il mio ricovero in ospedale per seri problemi di salute, l'anno non si annunciava tra i più promettenti. L'attesa per la nascita di mio figlio, prevista in agosto, era l'unico pensiero positivo, anche se aleggiava una certo pessimismo per un mondo in guerra e per le mie condizioni poco rassicuranti. Dopo la Tempesta nel Deserto, il 28 febbraio la guerra si concluse e nelle settimane successive al ricovero, il mio corpo cominciò a reagire positivamente ad una cura da cavallo. In primavera il nostro stato d'animo era più sereno e la gioia per l'imminente evento sempre più palpabile. L'estate poi fu caldissima e passammo giugno e luglio al mare in totale relax. Lei stava benissimo: ho ancora il flash del suo pancione che esce dall'acqua mentre si fa cullare dalla corrente appena due giorni prima di partorire. La colonna sonora di quei momenti fu questo disco dei R.E.M. Ancora oggi se lo ascolto mi prende un filo di nostalgia, ma di quella positiva per un periodo indimenticabile: la guarigione, l'estate, il mare, la nascita di nostro figlio. Ovviamente non posso non citare Shiny Happy People, brano sintonizzato sulle nostre frequenze interiori che Michael Stipe cantò con la partecipazione di Kate Pierson dei B-52's. Nel video qui sotto la versione con i Muppets, la passione di mio figlio da piccolo. Certo pensando all'Italia incarognita di oggi, tutto può venire in mente tranne "Shiny happy people holding hands". Qualcuno ha scritto che il futuro non è più quello di una volta, tuttavia malgrado analisi e previsioni ci funestino quotidianamente, può riservare cose impreviste e non per forza sempre negative. Mantenere un minimo di positività e al tempo stesso abituarsi ad un una vita più sobria (non da intendere senza alcol), può essere la maniera per vivere meglio questo presente.

domenica 11 marzo 2018

Guidare piangendo e sorridendo

Pensieri opposti si accavallano e si rincorrono mentre guido sotto un cielo che promette pioggia o sole; ancora non si capisce. Come il mio stato d'animo sospeso, che non sa quale lato della medaglia guardare: il sorriso incontenibile per la laurea e il nuovo lavoro di mio figlio o la desolazione per l'alzheimer di mia madre che nei primi mesi dell'anno è avanzato inesorabile. Poi arriva una canzone e smetto di pensare; l'emozione e una lacrima prendono il sopravvento.
Amo questo disco e la voce di questa donna.

Come spesso capita, nulla è mai a caso.
Holly Miranda - Mutual Horse. Il disco è dedicato alla madre Gina, che è morta quasi un mese prima del sua uscita. "Questo non vuol dire che sia una dolorosa esperienza d'ascolto", ha raccontato Miranda a Billboard. "Direi che è una delle cose più gioiose e divertenti che abbia mai fatto, ma ci sono alcune tracce che sarà difficile per me cantare dal vivo."  

giovedì 21 gennaio 2016

Piuttosto che finocchio meglio ladro o prete

Avete presente le feste di compleanno e le cene di classe quando i figli frequentano la materna o le elementari?
É stato lì, mentre i bambini giocavano nelle case delle famigliole etero-tradizionali, che ho raccolto perle di saggezza e cultura che hanno ispirato la mia carriera di genitore. Oggi ne rispolvero alcune:

- Piuttosto che finocchio preferisco che mio figlio diventi un ladro o un prete.
- Bisogna votare Berlusconi perché ci farà stare tutti meglio.
- Io non ho mai letto un libro e poi dirigo un'azienda...

Non so se era peggio la musica che si ascoltava o i discorsi di merda. Poi mio figlio è cresciuto e per fortuna le feste di compleanno sono finite. Era l'Italia di Berlusconi. E oggi? Dopo vent'anni mi sa che poco è cambiato. Siamo l'unico paese in Europa che non ha ancora uno straccio di legge sulle unioni civili. 
Non mi esalta la gogna mediatica dei gay di professione sempre pronti a indignarsi nel nome di un politically correct di facciata, però la vicenda tra Sarri e Mancini mi ha fatto tornare alla mente quei discorsi e la squallida realtà della nostra italietta.  



venerdì 25 dicembre 2015

Natale a Montevideo

Passaggi di consegne.
Quell'estate scrissi la tesi su Dino Campana. Per la mia sete di viaggiare la poesia che più amavo era Viaggio a Montevideo.

Ora proprio là, sul Rio de la Plata, si trova mio figlio; per la prima volta così lontano e mai così vicino allo spirito che ha animato la nostra gioventù.


Quando
In una baia profonda di un'isola equatoriale
In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
Una bianca città addormentata
Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
Nel soffio torbido dell'equatore...


Intanto 
in Uruguay, mentre da noi si soffoca con le polveri sottili... 
Nel giro di dieci anni sono arrivati all’84% di energia rinnovabile nel 2014 secondo dati ufficiali del Ministero dell’Industria, Energia e Miniere del paese. Uno strabiliante 84% in dieci anni. Da dove arriva questa energia? Dal solare, dall’idroelettrico, dalle biomasse agricole e dal vento. Tutto fatto in casa. Alla base di tutto una parola sconosciuta a tutti i governanti italiani: la programmazione.  fonte

sabato 29 agosto 2015

Cordone ombelicale musicale

Non avevo mai immaginato che un giorno i miei dischi prendessero la porta di casa per traslocare in un'altra città.
E' successo quasi all'improvviso ed è una sensazione strana. 
D'altra parte sarà una delle mie eredità, insieme a qualche migliaio di fumetti, libri e chissà, forse questo blog se resisterà alla mannaia del tempo.
Il ritorno dei vinili tra le nuove generazioni è stato fatale; io ormai ascolto solo mp3 mentre mio figlio anche 33 giri e CD che ordina su discogs, oltre ovviamente tutti quelli sottratti (giustamente) ai piloti genitori.

Solo questi due... non ce l'ho fatta a staccarmene, ci sono ancora troppe cose dentro. Penso che abbia capito.
Li comprai da Nannucci a Bologna all'inizio degli anni '90 quando i vinili venivano svenduti perché stavano per essere soppiantati dai CD. I miei originali erano devastati da centinaia di ascolti. 
Questi invece sono ancora nuovi di zecca.


lunedì 13 aprile 2015

Il lettore di vinili

Il mio l'avevo mandato in pensione insieme al xx secolo...

Mio figlio un mese fa si è presentato con un piatto nuovo di zecca e in seguito mi ha sequestrato una parte dei vecchi 33 giri! La cosa più divertente (non ho capito se in senso ironico) è stata quando l'ha definito lettore di vinili.
Sarà anche una moda vintage di questo periodo, ma forse chi è cresciuto con la smaterializzazione della musica ha bisogno di conoscere i supporti fisici.
Io comunque non tornerei indietro, se non per godere della bellezza delle copertine... quanti post gli ho dedicato! (Una settantina)


venerdì 12 dicembre 2014

Ai figli regalate una laurea, non una casa*

Quando eri più piccolo ti dicevamo: "Studia, perché noi non abbiamo nulla di meglio della nostra mente." Niente intrallazzi, né conoscenze o raccomandazioni e neppure l'azienda di famiglia per regalarti un lavoro.

A turno di sera (siccome non dormivi mai) ti leggevamo il GGG, Asterix, Gianni Rodari e qualsiasi altro libro ci capitasse per le mani, pur di riuscire nell'impresa di farti prendere sonno. Fino a quando, per fortuna, hai cominciato a farlo da solo. Ricordi la tua sfida con "Il signore degli anelli? E poi i viaggi, le mostre, il cinema e i concerti per la nostra gioia e per il tuo interesse (almeno così speravamo). 
E la musica...  Possibile che con due genitori "pallinati" non ti venisse voglia di suonare?
I genitori hanno sempre troppa fretta, ma tutto arriva quando meno te lo aspetti o quando sei distratto. 

All'inizio coi figli il tempo sembra rallentare, poi accelera improvvisamente e vola via veloce. E così un giorno ci si ritrova, quasi increduli, alla vigilia di una laurea che dovrebbe sancire la tua specializzazione in Sviluppo e Cooperazione Internazionale con una tesi sull'immigrazione. Beh, visto lo stato della cooperazione in Italia dopo le ultime vicende romane, c'è da mettersi le mani nei capelli. E poi l'hai detto anche tu: - Cos'ho imparato in questi anni? Ho soltanto un po' di cultura in più! Alla domanda di amici e parenti che chiedono cosa sei diventato, rispondo scherzando, ma neanche troppo: "Un nuovo impiegato per i Call Center."

Ecco, allora che si fottano: l'Italia, il lavoro e il 47% di disoccupazione giovanile.
Io oggi sono felice e te lo ripeto ancora: studia, conosci, viaggia; e ricordati di amare sempre la vita e le persone che lo meritano, magari anche lontano dai miasmi di questo paese.

* titolo preso in prestito da un articolo del Sole 24 ore (comunque, coi tempi che corrono, anche una casa non è poi così male).

martedì 16 settembre 2014

Appunti musicali: alt-J (∆) e J Mascis

 

Fattore J, lettera comune agli alt-J ed a J Mascis che con tre decenni di carriera alle spalle potrebbe essere idealmente loro padre.
Alt-J, ovvero ∆, sono i ragazzi di Leeds che dopo il botto del primo album in tanti stavamo aspettando al varco. 
Per quanto mi riguarda non hanno tradito le aspettative: dallo scorso weekend è in rete e in streaming il loro secondo lavoro, intitolato This is all yours. L'ho già ascoltato tre volte. I singoli avevano fatto ben presagire e devo dire che nonostante una flessione nella parte finale, il livello è alto ed il loro stile inconfondibile (un mix di ritmi, elettronica, folk e ballate malinconiche) resta una delle sorprese musicali più gradevoli degli ultimi anni. Attenzione a non esagerare con i coretti (tipo quelli predominanti nell'intro) che personalmente non mi entusiasmano. Provate però ad ascoltare Nara, la terza canzone: i Radiohead sanno ancora scrivere pezzi così? Commovente!



Una settimana fa mi è arrivato un messaggio da Bologna:
"J Mascis - Tied a star, secondo me ti piace". Non sono stato un fan dei Dinosaur Jr, ma non potevo sottrarmi a questa dritta.
Ho fatto bene perché alla soglia dei cinquant'anni l'ultimo lavoro solista di J Mascis è l'esempio di chi non dorme sugli allori e si rimette in gioco alla grande. Una vena acustica ed elettrica da songwriter alla Neil Young che prima ti spiazza e poi scalda l'anima con quel mix di malinconia e vibrazioni positive. Per me una sorpresa/scoperta doppia, anche perché il consiglio era di mio figlio.

Due dischi che hanno riacceso un 2014 musicalmente abbastanza fiacco.

lunedì 11 marzo 2013

Duecento album fondamentali: 1991

Dopo il mio ricovero in ospedale per gravi problemi di salute, l'anno non si annunciava tra i più promettenti. L'attesa della nascita di mio figlio era l'unico pensiero positivo, anche se sulla teiera aleggiava una certo pessimismo per un mondo in guerra, oltre che per le mie condizioni poco rassicuranti. Dopo la Tempesta nel Deserto, il 28 febbraio, la guerra si concluse e nei mesi successivi il mio corpo cominciò a reagire positivamente ad una cura da cavallo. L'estate poi fu molto calda e passammo giugno e luglio al mare in totale relax. Ho ancora il flash del suo pancione che affiora dall'acqua mentre si fa cullare appena due giorni prima di partorire. La colonna sonora di quel periodo fu Out of Time: ancora oggi, ascoltandolo, mi prende un filo di nostalgia, ma di quella positiva per un periodo indimenticabile: la guarigione, l'estate, il mare, la nascita di nostro figlio.
Veniamo ai dischi. Annata particolarmente ricca con il disco d'esordio dei Massive Attack, insieme ai Radiohead il gruppo che ho più amato e seguito negli anni '90. Per i singoli c'è solo l'imbarazzo della scelta!

119) R.E.M. - Out of Time
Radio Song






120) Red Hot Chili Peppers - Blood Sugar Sex Magic
Suck my kiss






121) U2 - Achtung Baby
Mysterious Ways






122) Lenny Kravitz - Mama said
Always on the run






123) Massive Attack - Blue lines
Safe from arm (fantastica versione live)






124) Nirvana - Nevermind
Come as you are






125) Julian Cope - Peggy Suicide
East easy rider






126) Pearl Jam - Ten
Jeremy






127) Rain Tree Crow
Blackwater

lunedì 4 marzo 2013

Duecento dischi fondamentali: 1989, 1990 - Disintegration

Disintegrazione: mai il titolo di un album, uscito sei mesi prima del crollo del muro di Berlino, si è rivelato più profetico. Alla fine degli anni ottanta avevamo sperato e immaginato un mondo migliore senza i blocchi contrapposti. In Italia riprese lentamente ad aumentare il tasso di natalità, anche se dopo pochi mesi io e la copilota col pancione, ci ritrovammo a guardare con inquietudine la prima guerra globalizzata alla tv, seguita a pochi mesi di distanza da un'altra disintegrazione: quella che ha portato alla dissoluzione della Jugoslavia. Nonostante ciò, ricordo questo nuovo decennio che vado a inaugurare in musica come il più sereno della mia vita. La paternità cambia le persone e il tempo trascorso con i figli che crescono è un'esperienza meravigliosa.

114) The Cure - Disintegration
Lullaby
115) Public Enemy - Fear of a black planet
Fight the power (titoli di testa di Do the right thing di Spike Lee)



116) Depeche Mode - Violator
Enjoy the silence






117) The Charlatans - Some Friendly
The only I know






118) The The - Mind Bomb


lunedì 28 gennaio 2013

BACHI DA PIETRA: barattare e scaricare a scrocco

La prima novità italiana dell'anno è l'album dei Bachi da Pietra che s'intitola Quintale. Nel loro sito trovate tre canzoni in streaming, fra cui la strepitosa Fessura, che nel weekend scorso ha viaggiato in loop nel mio pc. Nel complesso un disco interessante, anche se per i miei gusti troppo duro, specie quando la loro matrice blues subisce una metamorfosi metal. Baratto@bachidapietra.com è il brano di chiusura dell'album, registrato appositamente con un telefonino e con un testo superpolemico riguardo il download selvaggio che di certo non fa piacere a chi incide musica e poi deve rientrare almeno con le spese. Lo so che è dura e fa rabbia, ma fatevene una ragione: mio figlio ha 21 anni e come il 99% dei suoi coetanei non compra cd, né scarica canzoni pagando. Suona pure lui in un gruppo che incassa qualcosa con i compensi dei concerti durante i quali vendono anche la musica che si sono autoprodotti (pagando lo studio di registrazione) e le magliette; gli mp3 sono gratis online.
Comunque lo dice anche mia madre che il baratto, tipo quello che proponete nella canzone, è la prospettiva del futuro; lei ha iniziato da tempo: fa la sarta e scambia i suoi servizi con frutta e verdura e altri beni che le danno i suoi clienti. In ogni caso auguro a voi Stone-worms di riuscire a continuare a fare della musica il vostro mestiere, nonostante i tempi difficili. Il tempo degli acquisti al buio, quando noi vecchi appassionati ci facevamo inchiappettare dalle recensioni dei critici o dall'ascolto di un brano promozionale alla radio, per fortuna è finito da almeno un decennio, per cui: prima ascoltare e poi forse pagare per sostenere i musicisti se il loro lavoro ci ha conquistato.


mercoledì 2 maggio 2012

Amoeba music (viaggio troppo breve nel paese dei balocchi)

Dieci anni fa nel paese dei balocchi
Luglio 2001: il nostro viaggio californiano in camper fa tappa a San Francisco per qualche giorno. Molto prima di partire c'era un nome segnato nella mia agenda: Amoeba Music. Non solo un immenso negozio di dischi (2.200 m²), ma il più fornito a livello mondiale di musica alternativa e indipendente con anche concerti settimanali gratuiti al suo interno: la locandina dei Sonic Youth era lì a testimoniarlo.
Una volta entrato, resto come ipnotizzato per un intero pomeriggio senza accorgermi del tempo che passa e senza decidere cosa comprare. Intanto la copilota con i nostri due amici ed i bambini aspettano pazienti in un parco nelle vicinanze. Quando vedo comparire mio figlio all'ingresso e subito dopo tutti gli altri, stanchi e affamati, ho in mano un misero cd di Lou Reed: "Lasciatemi qua, ancora un po!" imploro (considerate che il download selvaggio non era ancora entrato nelle nostre abitudini). Per amore dei figli e rispetto dei nostri compagni di viaggio ho dovuto concludere veloce prima che mi crescessero le orecchio da asino; per un giorno ancora ho continuato a sentire il richiamo delle sirene amebiche, poi il fascino della costa dell'Oceano Pacifico ha giustamente preso il sopravvento.
L'esperienza insegna: due anni dopo a Londra con la lista della spesa nel marsupio.

martedì 17 gennaio 2012

L'ordine non è il nostro forte

Urgono supporti per strumenti e più tempo da dedicare alla casa (haimè, da sottrarre ai blog).

Quanto tempo gli dedicate al giorno? Io a volte un po' troppo! Anche se non con il fanatismo
dei primi tempi. Una cosa a cui non rinuncio però è la vita sociale non virtuale.

sabato 3 dicembre 2011

Limite Minimo 130 al Ravenna Festival Underground

Il meglio dell'underground musicale ravennate.
8, 9, 10 dicembre: scatta la prima edizione. Allo Spartaco (c.s.a).


In una società soffocata dal conformismo e dall'omologazione c'è bisogno come l'ossigeno di spazi per le nuove generazioni per respirare musica e libertà. Due elementi che (modestamente) a casa nostra sono sempre andati come il pane.
Ci sono anche loro e ci sono pure io; se non fisicamente di certo col pensiero.
Dài burdèl, dad is proud (anglo-romagnolo). Limite minimo 130

 
Giovedì 8/12
Io e Bobby - Commando Nuova Era - Shimeon Cars - Travis One - Post Etere - Blindsidehit - LavisThe Way to Gents - Fundamental
Venerdì 9/12
Rust in Peace - Kites - Caostica - Touch too Much - Cleaniswood - Malestremo Gang - Black Sound Empire - Void of Sleep - MioticBad More Ending
Sabato 10/12
Television Sixties - From Space to Hell - She Said Destroy - Freestyle Battle - Lato Oscuro della Costa - Limite Minimo 130 - The Adrenaline - Action Men - Senza Fissa Dimora

mercoledì 28 settembre 2011

Studiate finché potete (e non vi fate fottere)

Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite.
(Gilbert Keith Chesterton)


Prendo spunto da un breve post di Reanto che affronta alla sua maniera la questione dello studiare in un paese come il nostro.
Qualche anno fa, quando mio figlio era un bambino e il nostro Paese sembrava ancora un luogo normale in cui vivere, gli dicevo sempre di impegnarsi a scuola per poi iscriversi all'università, laurearsi e magari trovare un lavoro che gli piacesse. E ora che all'università c'è arrivato? L'unico suggerimento che mi sentirei di esprimere è un concetto solo in apparenza paradossale, visto il periodo completamente assurdo e anche un po' di merda che stiamo vivendo: erosione dei diritti, precarietà perenne e modelli lavorativi schiavistici che stanno prendendo una forma sempre più definita ovunque, anche là dove si pensa che tutto sia friendly e democratico.
"Come dovevasi sospettare, il “miracolo” Amazon (super-sconti, spedizioni velocissime, “coda lunga”, offerta apparentemente infinita) si regge sullo sfruttamento di forza-lavoro in condizioni vessatorie, pericolose, umilianti. Proprio come il “miracolo”-Walmart, il “miracolo”-Marchionne e qualunque altro miracolo aziendale ci abbiano propinato i media nel corso degli anni." da un'articolo molto documentato di Wuming.

Tornando al concetto di cui sopra, mi verrebbe da dire a mio figlio e a tutti i suoi coetanei: "Cari ragazzi: studiate finché potete, o almeno fino a quando i genitori ve lo consentono (e io mi toglierei il pane dalla bocca), perché - sempre che un lavoro riusciate a trovarlo - vi toccherà comunque arrivare a 80 anni per avere una pensione di merda. Tante vale iniziare il più tardi possibile." 

domenica 11 settembre 2011

Dal sogno all'incubo

Nell'estate del 2001 mio figlio era un bambino ed io un neo-quarantenne abbastanza felice e fiducioso nel futuro che finalmente realizzava un sogno: viaggiare in camper per gli States. Venti giorni on the road con Born to be wild e Neil Young alla radio attraverso la California e l'Arizona: dal Mohave Desert al Gran Canyon; lungo la pacific road da San Francisco a Venice Beach; da Joshua Tree al Sequoia Park.
Due mesi dopo vi fu l'attentato delle torri gemelle e oggi, dopo dieci anni, ci ritroviamo in un altro mondo: i figli sono ragazzi ormai adulti che insieme a noi hanno conosciuto la politica della paura e del terrorismo, le guerre per esportare la democrazia, la recessione e l'incertezza del futuro; in più hanno passato quasi vent'anni della loro vita con Berlusconi sempre al centro della politica italiana e vissuto sulla propria pelle la degenerazione del nostro sistema educativo. Ultimamente mi chiedo se sia possibile che i prossimi dieci anni possano essere peggiori e d'istinto mi viene da pensare di no. Forse sono un inguaribile ottimista.