giovedì 18 maggio 2017

Black Hole Sun

Oggi la notizia: in un albergo di Detroit è morto anche Chris Cornell. Un buco nero ha ormai risucchiato tutti i front-man del quintetto grunge che nella prima metà degli anni '90, dopo la sbornia di elettronica, mi riportò felicemente sulle strade del rock più puro. 
Cinque voci uniche, pazzesche, di cui resta il solo Eddie Vedder e se fossi in lui una toccatina me la darei. 
Cinque gruppi: Nirvana, Stone Temple Pilots,  Alice in Chains, Soundgarden e Pearl Jam che hanno saputo riscrivere l'ultima grande stagione del rock con il secolo quasi ai titoli di coda. Dischi che ho divorato, in particolar modo: Unplugged dei Nirvana, Purple, Vs e i due E.P. di Alice in Chains. 

Black Hole Sun in una recente versione acustica su CBS.

martedì 9 maggio 2017

Dischi senza tempo

Ci sono gruppi, o meglio dischi, di cui ci si innamora intensamente e poi il tutto si consuma nell'arco di poco tempo e vengono abbandonati, anche per sempre. A me è capitato con Achtung Baby e gli U2 in generale; oppure il processo è avvenuto a fuoco lento, però il risultato finale è stato simile (ad esempio con i Pink Floyd).
Ci sono dischi che col passare degli anni diventano colonne sonore ricorrenti della tua esistenza: a volte ti piacciono fin dal primo ascolto, altre volte partono in sordina per poi conquistarsi un posto speciale; alcuni, invece, li scopri a distanza di anni dalla loro uscita, vuoi per motivi anagrafici, vuoi per una casualità. I nostri archivi musicali sono diventati enormi, ma sta di fatto che per motivi insondabili ci sono album che non ti stancano mai e nell'arco di un anno senti il desiderio di riascoltarli anche più di una volta: in auto, in cuffia mentre cammini, a casa. Sotto alcuni esempi. Con chi vi capita?

Nick Drake - Pink Moon (1972)
Mi rilassa e fa sognare. Con poche pennellate è riuscito a creare undici perle. Un songwriter sopraffino come pochi nella storia della musica.








Lucio Battisti - Anima Latina (1974)
Mi ci sono voluti vent'anni per comprendere a pieno quello che può essere considerato un capolavoro assoluto. 


The Beatles - Revolver (1966)
L'album dei fab four che non mi stancherò mai di riascoltare. Cinquant'anni fa, per primi, hanno scoperchiato tutto il potenziale rivoluzionario della musica pop cambiandone le coordinate.







Talking Heads - Stop Making Sense (1984)
Dal film (alla regia il grande Jonathan Demme) all'album con i Talking Heads nel loro massimo splendore.
Una sintesi esauriente del loro repertorio e una goduria totale grazie all'utilizzo per la prima volta della tecnologia digital audio.






THE THE - Infected (1986)
E pensare che c'è chi ancora sostiene che gli anni '80 siano stati una decade fasulla musicalmente. Basta grattare sotto la plastica e riscoprire artisti dimenticati come Matt Johnson.








Alice in Chains - Jar of Flies (1994)
Struggente, poetico, fuori da ogni catalogazione.


If I can't be my own
I'd feel better dead
Nutshell
Air - Moon Safari (1998)
Uno degli ultimi arrivati e uno dei preferiti quando si tratta di viaggiare dopo il tramonto.

giovedì 4 maggio 2017

Ok Computer 1997-2007

Maggio 1997, vent'anni fa usciva quello che cronologicamente considero l'ultimo capolavoro in musica del secolo scorso. All'epoca la rete era ancora assente dalle nostre esistenze e ricordo una certa frustrazione perché tra amici e conoscenti non trovavo nessuno con cui condividere il mio entusiasmo. Da sempre non sono interessato ai cofanetti anniversary e non comprerò neppure questo, però per omaggiare un album che non mi sono mai stancato di ascoltare (e di suonare) ho il piacere di raccontare in breve la genesi di due canzoni meravigliose.


PARANOID ANDROID
Il titolo
E' un riferimento a Marvin, il robot depresso e paranoico di Guida galattica per gli autostoppisti, romanzo di Douglas Adams da cui è stato tratto l'omonimo film.
La musica
L'idea venne a Thom durante le prove, quando convinse i suoi compagni a comporre una canzone sul modello di Happiness is a warm gun dei Beatles, formata da tre temi musicali ben distinti assemblati con bruschi cambi di ritmo. I Radiohead si misero al lavoro cercando di creare un pezzo con svariati elementi sonori il più possibile diversi tra loro: la scommessa era nel riuscire a cucirli insieme. Nella versione originale il brano durava 8-10 minuti in più che comprendevano anche una lunga coda di organo Hammond. 
Il contenuto
Paranoid Android parla della gente più ottusa del cazzo che vive sulla faccia della Terra. (Thom Yorke)
L'ispirazione per il testo venne a Thom Yorke dopo essere entrato per bere qualcosa in un locale di Los Angeles, dove si era visto circondato da yuppies e gente odiosa (a quanto pare strafatta di coca), compreso il personaggio della "kicking screaming Gucci little pig" (porcellina firmata Gucci scalciante e urlante). Racconta Thom che qualcuno le aveva versato accidentalmente un drink sul vestito e lei si era trasformata in un demonio, con uno sguardo talmente disumano che l'aveva scioccato.

LUCKY

Pochi mesi dopo l'uscita ed il successo inaspettato di The Bends, i Radiohead furono contattati da War Child per inserire una loro canzone nell'album di beneficenza a favore dei bambini bosniaci. Erano ancora una band emergente e nel 1995 facevano da spalla al "Monster Tour" dei R.E.M. (ancora per poco). Su suggerimento di Jonny Greenwood la scelta cadde su un nuovo brano che era stato composto di getto e che era già stato suonato qualche volta dal vivo. L'idea era partita dallo stridio prodotto dallo sfregamento delle corde vicino ai pioli della chitarra da parte di Ed O'Brian durante un soundcheck: è il suono che si sente nell'introduzione e che poi prosegue in sottofondo. Quando uscì OK Computer e il brano fu inserito come penultima traccia, nonostante fosse già uscito come singolo e nella raccolta di War Child quasi due anni prima. Ci angosciava l'idea di lasciarla fuori: pensavamo fosse uno dei nostri pezzi migliori di sempre. (J. Greenwood). 
Lo penso anch'io. Lucky è una di quelle canzoni che non mi stanco mai di ascoltare e di suonare. Nel suo irresistibile incedere tra dolcezza e malinconia blues, ogni volta affiora una sfumatura, un suono o un passaggio che riesce ad emozionarmi. E' grazie a brani come questo che ho iniziato ad amare i Radiohead.

martedì 2 maggio 2017

50 giorni di malessere, Utopia e un mondo troppo affollato

Dai primi di marzo qualcosa si è inceppato e ha smesso di funzionare. Dopo quasi due mesi e diversi chili persi, grazie a una mia intuizione, si è finalmente capito che altri malanni avevano mascherato quello principale: la mononucleosi! Ogni sera la febbre o come se avessi appena corso una maratona.
La voglia e gli stimoli, anche solo per entrare nel blog, prossimi allo zero.

Di recente i primi segnali di ripresa, complice un tour nella splendida Val D'Orcia. Il primo tentativo di riprendere le normali funzioni: camminare in salita e in discesa, bersi una birra o un bicchiere di vino, mangiare...
Venerdì e sabato un incanto, poi domenica e il primo maggio troppa gente in giro. Mi crea disagio e vado subito a cercare posti isolati. Forse sto diventando misantropo o forse la recente visione della serie inglese Utopia mi ha condizionato. Tra fantascienza, thriller e fumetto, una visione che ti spara in faccia colori acidi e complotti planetari. Due stagioni da sei puntate inedite in Italia. Il progetto delle folle menti del network per risolvere in modo definitivo il problema della sovrappopolazione non mi troverebbe poi così ostile. Possibile presto una versione americana firmata HBO; inizialmente era stata affidata a Fincher che però non si è accordato.