mercoledì 29 luglio 2009

Gli immigrati, i pensionati e i carrelli della spesa


Ritengo la multiculturalità della nostra società un valore oltre che un processo inevitabile; ci convivo da anni grazie al mio lavoro e ho sempre affrontato le situazioni con la mente aperta e spero senza preconcetti. Quando sento parlare di panchine o carrozze da riservare agli italiani o milanesi doc, inorridisco. Come pure mi fanno ribrezzo le ronde e le tutte le altre pseudo-misure propagandistiche di destra volte a far credere all'italico gregge non pensante che i nostri governanti usino il pugno di ferro con gli immigrati che minacciano il nostro benessere. Dall'altra parte però, a sinistra è una pena: il nulla, o quasi.
Dalle mie parti (come penso in quasi tutta la penisola) chi va a fare la spesa ogni giorno, perciò in particolar modo gli anziani, deve regolarmente superare lo sbarramento dei soliti noti che ti danno la voce e ti guardano con gli occhi inizialmente pietosi tentando di farti sentire una merda se non gli lasci l'euro del carrello o non compri qualcosa; idem succede spesso nei parcheggi di ospedali e supermercati. Qualcuno ogni tanto tenta di spiegare che uno o due euro al giorno, per chi come mio padre prende 800 al mese di pensione, fanno la differenza, ma pare che non ci sia niente da fare: evidentemente le nostre TV riescono ancora a vendere l'illusione a chi viene da fuori che siamo il paese di Bengodi. Qualche giorno fa al mare stavo per incazzarmi (poi ho lasciato perdere come è giusto che sia) perché ad un mio cortese rifiuto, un senegalese con fare rabbioso mi ha chiesto: - Ma a te cosa ti cambia? Un'ora prima avevo comprato un bel libro di fiabe africane ma in quel momento ero quasi più arrabbiato con me stesso che con lui per i sentimenti che provavo.
Col passare del tempo le persone diventano insofferenti, andando poi spesso a parare dove si sbandierano soluzioni demagogiche e patetica tolleranza zero; ed è questo che fa rabbia. E' la guerra strisciante dei poveretti che avanza insieme alle paure, orchestrate ed alimentate ad arte dall'informazione di regime per farci credere che se non alziamo argini solidi verremo sommersi da enormi kebab, moschee, ristoranti cinesi e noi barricati in casa davanti alla tv. Al di là dello specifico esempio, sui problemi dell'immigrazione riuscire individuare concrete soluzioni restando equidistanti ideologicamente sia dal rondo-razzismo che dal buonismo permessivista è certamente complicato. Questo sarebbe uno dei compiti della sinistra, ma a quanto pare viene più naturale farsi le seghe mentali su Beppe Grillo o sul conflitto di interessi (nuovo passatempo di Veltroni). Intanto ad ogni tornata elettorale amministrativa la Lega rosicchia regolarmente voti alla sinistra proprio su questi temi.

8 commenti:

  1. Ciao Lucien me ne vado in vacanza per un paio di settimane. Ci si vede dopo ferragosto. ciao, un saluto, silvano.

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  2. Capita a fagiolo: ieri sera mi trovavo a Torino per una pizza e una serata con zii che frequnto spesso. Eravamo seduti fuori e ad un certo punto, come sempre, passa l'indiano con le rose colorate. Questa volta e gentilmente ho negato l'aquisto e la donazione di un euro perchè l'ho già dato al parcheggiatore abusivo, al marocchino passato prima .... insomma è un continuo. Purtroppo si è piazzato nel mezzo delle sedie e non si allontanava piu' continuando a cercare di vendere le sue rose. Al quinto NO (detto un po' seccato) ha alzato la sua mano per salutare e si è allontanato. In quel gesto le gocce di sudore (aveva un giubbotto per tenere ciondoli e portachiavi con 33°C), di acqua delle rose sono finite nei bicchieri, nei piatti e addosso alle persone. Ovviamente ognuno di noi ha fatto finta di nulla, gettato il liquido del bicchiere, cambiato i piatti ma, capendo i disagi di tutti, capendo lo stato di degrado del nostro paese .... possibile che i razzisti siamo sempre noi. Vogliamo vedere e mettere sul conto che non siamo piu' liberi di parcheggiare un mezzo fra le righe bianche e di mangiare una pizza in santa pace o no? Non siamo piu' liberi di tenere un crocifisso a scuola e non siamo piu' liberi di parlare il mio piemontese al quale sono legatissimo?
    Se mi fossi incazzato come una iena ieri sera sarei stato uno sporco razzista intollerante?

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  3. @ Bruno
    Il punto è proprio questo. Nella situazione in cui ci troviamo, spesso si fatica a capire qual è la linea di confine tra la reazione sacrosanta nei confronti di qualcuno che ti importuna ed invece un atteggiamento razzista o di prevenzione. Con tutti i rischi che ne conseguono. E' su questo che ci vogliono far giocare.

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  4. io penso una cosa: essere gentili con una persona che ti chiede se vuoi comprare una rosa per cinque volte è una cosa semplicissima, basta semplicemente considerare quella persona non inferiori a se stessi...vi viene mai spontaneo di dare del lei ad un "vu cumprà"? Io credo di no. é inutile che ci facciamo illusioni: siamo quasi naturalmente portati a mettere queste persone un tantino più in basso di noi.

    poi trovo assurdo che tra tante incredibili e lampanti ingiustizie che ogni giorno dobbiamo sopportare, ci andiamo ad avvelenare per un lavavetri che osa mettere le mani sul nostro sacro mezzo.

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  5. @Matteo
    Giustissime considerazioni!

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  6. già, condivisibile al 100%...
    anzi,no, al 99%: chi è veltroni?

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