Nell'estate del 2001 con un motorhome a noleggio ho viaggiato per venti giorni attraverso l'Arizona e la California. Uno dei sogni realizzati non appena finito di pagare il mutuo della casa l'ultimo anno della lira.
In uno dei primi campground in cui ci fermammo, quando fu ora di pagare, la padrona, una signora paffuta e simpatica, non volle un centesimo; amava l'Italia dove era stata da giovane: le nostre città d'arte, la gente, il cibo e ci chiese di mandarle una cartolina quando saremmo tornati (scelsi i mosaici di Ravenna). Ovunque ci spostassimo: nei ristoranti, nei supermercati, nei campeggi, nei parchi naturali, abbiamo sempre incontrato nelle persone una gentilezza e una socievolezza sorprendenti proprio perché eravamo italiani. Non erano ancora i tempi dei sorrisini e delle battutine sul bunga bunga. Mai mi sarei immaginato una cosa simile prima di partire. Un patrimonio e un credito che stiamo dilapidando e che se fosse gestito come si deve ci consentirebbe di attirare il quintuplo di turisti e investitori e quindi di vivere tutti meglio.
Non so bene perché, ma mi sono tornati in mente questi ricordi guardando per caso il video dei Loch Lomond girato in buona parte in Italia (alcune location facilmente riconoscibili) in occasione del loro tour europeo. La band americana di Portland, spesso gruppo di supporto ai Decemberists, sembra ancora dimostrare lo stesso sentimento di cui raccontavo sopra nei confronti del nostro Paese.