Da qualche giorno sto ascoltando Fantasma e mi hanno colpito l'ambizione altissima (presunzione?) e il coraggio (pretenziosità?) pensando al mercato italiano.
Momenti veramente affascinanti e suggestivi, grazie alle orchestrazioni e ai testi profondi e poetici, si alternano a cadute più meno eclatanti. Difficile dare un giudizio complessivo: alcune canzoni si imprimono nella mente con la forza delle parole e delle immagini che evocano, però man mano che si avanza diventa faticoso arrivare fino in fondo. Non mi manca il background, essendo cresciuto musicalmente quando i concept album, anche doppi, erano frequenti; è che dalla metà in poi si comincia ad accusare la pesantezza delle orchestrazioni e di un pessimismo cosmico che fanno un po' rimpiangere il sarcasmo di Charlie fa surf o l'ironia pop di Un romantico a Milano. Li ho già visti dal vivo una volta e la domanda che mi sono posto è la seguente: dopo questo ascolto sarei invogliato a rivederli? Più no che sì. Settantadue minuti così sono tanti, anche se va dato il merito a Bianconi e soci di provare, a tratti riuscendoci, a coniugare musica colta e popolare con la poesia e la letteratura come pochi, o nessuno ormai, si sogna di fare. Tracce come Nessuno e la cinematica Il futuro (per me un capolavoro), lasciano il segno. Difficile immaginare il futuro musicale dei Baustelle dopo un'opera del genere che tratta un tema assoluto come quello del tempo.
Momenti veramente affascinanti e suggestivi, grazie alle orchestrazioni e ai testi profondi e poetici, si alternano a cadute più meno eclatanti. Difficile dare un giudizio complessivo: alcune canzoni si imprimono nella mente con la forza delle parole e delle immagini che evocano, però man mano che si avanza diventa faticoso arrivare fino in fondo. Non mi manca il background, essendo cresciuto musicalmente quando i concept album, anche doppi, erano frequenti; è che dalla metà in poi si comincia ad accusare la pesantezza delle orchestrazioni e di un pessimismo cosmico che fanno un po' rimpiangere il sarcasmo di Charlie fa surf o l'ironia pop di Un romantico a Milano. Li ho già visti dal vivo una volta e la domanda che mi sono posto è la seguente: dopo questo ascolto sarei invogliato a rivederli? Più no che sì. Settantadue minuti così sono tanti, anche se va dato il merito a Bianconi e soci di provare, a tratti riuscendoci, a coniugare musica colta e popolare con la poesia e la letteratura come pochi, o nessuno ormai, si sogna di fare. Tracce come Nessuno e la cinematica Il futuro (per me un capolavoro), lasciano il segno. Difficile immaginare il futuro musicale dei Baustelle dopo un'opera del genere che tratta un tema assoluto come quello del tempo.
Il futuro desertifica
La vita ipotetica
Qui la vista era magnifica
Da oggi significa
Che ciò che siamo stati non saremo più
Qui la vista era magnifica
Da oggi significa
Che ciò che siamo stati non saremo più
a me sta piacendo.
RispondiEliminacerto, è un po' pesante verso la fine per l'eccessiva lunghezza, però l'atmosfera da colonna sonora riesce a comporre un film musicale per lo più interessante
Lo ascolto più volentieri de "I mistici dell'occidente" che mi era piaciuto poco e niente.
EliminaL'ho addirittura comprato! ;)
RispondiEliminaMi piace moltissimo, è un album intenso
Non da tutti i giorni. Di certo non si confondono con nessun altro gruppo italiano!
EliminaDevo ancora sentirlo, ma mi piacciono i Baustelle e la tua definizione iniziale è perfetta "l'ambizione altissima (presunzione?) e il coraggio (pretenziosità?)" sono loro caratteristiche da sempre. Mai visti live, però ...
RispondiEliminaQuando li ho visti io, qualche anno fa, Bianconi dal vivo aveva non pochi problemi con la voce, poi mi dicono che è migliorato. Rachele molto brava. Questo tour ho letto lo fanno solo nei teatri con orchestra al seguito.
EliminaComprato anche io e non riesco a smettere di ascoltarlo.
RispondiEliminaschifoso. un disco che insulta la musica (italiana, in particolare). irrispettosi, volgari, inutili.
RispondiEliminavoglia di spaccargli la faccia.
@ Joyello:
RispondiEliminaPiù che un giudizio mi sembra astio allo stato puro. Era già sufficientemente chiaro il primo aggettivo!
L'astio c'è, ma è l'effetto, non la causa.
RispondiEliminaIo ascolto e poi giudico. Mai viceversa.
Su questo non ho dubbi: ti seguo sempre ultravolentieri. E' che stavolta mi sembrava una bordata senza precedenti; non ti avevo mai "sentito" rivolgerti così verso nessuno.
RispondiEliminasono arrabbiato perché in giro ne parlano tutti (no, dai, QUASI tutti) come di un buon disco. Non riesco a capire cosa ci sia sotto. :)
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