Benvenuti a bordo. Suoni, visioni e liberi pensieri dall'universo musicale e da altri mondi paralleli . . . . . .
martedì 30 aprile 2013
Cinema 2013: visioni e pagelle di aprile
Qualcosa nell'aria di Olivier Assayas (Francia) - 8 limpido
Gli anni dell'utopia e del dogmatismo raccontati con commovente lucidità attraverso i percorsi di crescita di un gruppo di ragazzi parigini all'ultimo anno di liceo.
Nella casa di François Ozon (Francia) - 7½ multilivel
Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (Italia) - 7½ profondo
Raramente si sono letti giudizi così contrastanti come per il terzo film del regista bolognese. Io sono fra quelli che l'ha amato per la sincerità, la splendida fotografia dei paesaggi brasiliani e perché il tema della fuga alla ricerca di se stessi è affrontato in maniera profonda. Un grande regista italiano poco conosciuto al grande pubblico.
Bellas mariposas di Salvatore Mereu (Italia) - 7 tribal urbano (qua)
Promised Land di Gus Van Sant (Usa) - 6 Gus main stream
Sulla teiera preferiamo decisamente il Van Sant di Restless ed Elephant.
Il ministro - L'esercizio del potere di Pierre Schoeller (Francia - Belgio) - 5½ forzato
L'ipnotista di Lasse Hallström (Svezia) - 4½ scialbo
Etichette:
cinema,
classifiche,
film 2013
lunedì 29 aprile 2013
Titoli di testa: I guerrieri della notte - Walter Hill 1979
La ruota panoramica di Coney Island si staglia in una meravigliosa New York notturna; poi, dal buio, appaiono i vagoni della metropolitana e iniziano sei minuti da antologia (mettete a tutto schermo) con la partenza di tutte le gang per il Bronx, alternate ai dialoghi degli otto warriors. Immagini rimaste scolpite nella memoria collettiva grazie anche al tema musicale di Barry DeVorzon.
Quando i film si giravano sul serio: due mesi circa di riprese notturne nei veri quartieri controllati dalle gang, tant'è che una banda locale venne assunta dalla produzione a 500 dollari al giorno per proteggere la troupe e la strumentazione.
lunedì 22 aprile 2013
Duecento album fondamentali: 1995 - 1996
Il viaggio sta per concludersi. Naturalmente con lo scorrere degli anni diminuisce il numero degli album fondamentali. Per acquisire tale status penso servano sette - otto anni di decantazione: sono quei dischi che a distanza di tempo, ciclicamente, ritornano in mente e ti viene una gran voglia di riascoltare.
Partendo dal 1970 pensavo di arrivare a duecento, ma mi fermerò prima perché ormai siamo agli sgoccioli: manca qualcosa dei Radiohead e pochi altri.
141) Smashing Pumpkins – Mellon Collie And The Infinite Sadness
142) PJ Harvey - To bring you my love
ITALIANI
Un testamento artistico di bellezza cristallina che riusciva a sintetizzare tutti i tratti caratteristici della sua carriera portandoli al massimo compimento, cioè alla sublimazione della parola che diventa potente messaggio. (Storia della musica)
144) Elio e Le Storie Tese - Eat the Phikis
Jimi Hendrix (er Chitara/er voodoocialdaro), Freddie Mercury (er Mafrodito), Bob Marley (er Rastamanno), Elvis Presley (er Pelvicaro), Jim Morrison (er Lucertolaro), John Lennon (er Quattrocchi immaginaro), Luigi Tenco (er Vedraro), Ian Curtis (l'Impiccato), Kurt Cobain (er Fucilense), Brian Jones (er Piscina), Michael Jackson (er Thrilleraro), i Rolling Stones (Li sassi rotolà). Tutti guidati dar moog der Guardiano der faro.
145) Üstmamò – Üst
Memobox
Cosa conta
venerdì 19 aprile 2013
Implosione (blob presidenziale)
La baronessa gattopardo (8° legislatura) "Non capisco cosa voglia questa gente" |
La volpe del tavoliere |
Il pugile suonato |
Il 2 di coppe con la briscola a denari |
Ora spero solo che non si completi il suicidio con la volpe del tavoliere... perché come ha detto Fassina in un'intervista: «Mio cognato lavora alle Poste e non sa neppure chi è, Stefano Rodotà»
Mi sa che i miei due euro a dicembre, pur non avendo votato Bersani, potevo risparmiarli.
Sottoscrivo!
mercoledì 17 aprile 2013
40 anni di musica in 40 secondi
I cambiamenti dell'industria dei supporti musicali in 40 anni attraverso una gif animata. Fonte: Digital Music News (dove si può guardare con calma ogni singolo frame).
Picco di vendita dei CD nel 2002 (95,5%).
Picco di vendita dei vinili (LP/EP) nel 1977 (62,7%)
Picco di vendita musicassette nel 1984-85 (55%).
Picco di vendita stereo 8 nel 1974 (25%). Ero un bambino e me li ricordo sulle auto.
Non rimpiango la faticaccia per fare le compilation. Passione, pazienza e sudati calcoli aritmetici al secondo per farci stare più canzoni possibili.
Picco di vendita dei CD nel 2002 (95,5%).
Picco di vendita dei vinili (LP/EP) nel 1977 (62,7%)
Picco di vendita musicassette nel 1984-85 (55%).
Picco di vendita stereo 8 nel 1974 (25%). Ero un bambino e me li ricordo sulle auto.
Pirateria musicale anni 70/80 (un mio reperto archeologico) |
Non rimpiango la faticaccia per fare le compilation. Passione, pazienza e sudati calcoli aritmetici al secondo per farci stare più canzoni possibili.
Etichette:
ricordi,
storia della musica,
web
lunedì 15 aprile 2013
Yeah Yeah Yeahs e i cellulari ai concerti
L'annuncio scritto dagli Yeah Yeah Yeahs prima del loro recente live a New York: Per favore non guardate lo show attraverso uno schermo. Mettete via quella merda come cortesia alle persone dietro di voi e a Nick, Karen e Brian (la band).
Non facile da ottenere, ma viste le esperienze degli ultimi anni, sono d'accordo. Un conto è scattare qualche foto (cosa che anch'io ho fatto spesso), altro è riprendere continuamente a braccia alzate, anche perché non riesco a capire come i soggetti in questione possano godersi un concerto e in genere le riprese sono pietose. Poi, per carità, ognuno si diverte come gli pare e non sarò certo io (con i miei 190 cm) ad intimare a qualcuno di abbassare l'aggeggio. Se però lo chiedono i musicisti ...
Karen O all'inizio del live ha invitato tutti a sfogarsi nelle prime due canzoni e poi “put those motherfuckers away”. Desiderio/richiesta, a quanto ho letto, rispettati dalla maggioranza dei presenti.
Etichette:
live
sabato 13 aprile 2013
Bellas mariposas e il cinema resistente
Sant'Elia non è solo lo stadio di Cagliari, ma anche il quartiere più meridionale della città nei pressi di un'area paludosa. Negli anni '70 nella parte nord sono sorti palazzoni in serie: una periferia d'asfalto con un alto tasso di criminalità e degrado. Nella finzione siamo a Sante Lamenera nell'estrema periferia della città in un caldissimo giorno d'agosto; Cate, tredici anni, vive in un condominio con i numerosi fratelli e sorelle (la più grande avviata alla prostituzione e un ragazzino già tossico), un padre odioso, laido e segaiolo con finta pensione di invalidità e la madre sforna-figli.
Lei e la sua amica Luna hanno imparato presto la lotta per la sopravvivenza circondate perennemente dallo squallore. L'ironia e una sorta di istinto di purezza adolescenziale le guidano nella giungla urbana piena d'insidie, tra giovani maschi aggressivi e adulti indifferenti. Salvatore Mereu (regista sardo, classe 1965) le segue con occhio lucido per un'intera giornata, dalla mattina alla sera, in una specie di diario pubblico senza filtri nel quale la ragazzina rivela direttamente allo spettatore le sue riflessioni più intime sulla vita e sull'ambiente disastrato in cui è costretta a crescere.
- Dovevo nascere pesce, quando nuoto mi dimentico tutto - racconta dopo il bagno al mare con l'amica. Due volti di giovanissime attrici non professioniste che rimangono impresse per la loro naturalezza nell'essere sboccate, irriverenti e al tempo stesso "pulite". L'irruzione dell'elemento magico porta nel finale un tocco fiabesco forse forzato, ma che non mi è dispiaciuto, ricordandomi altri recenti esempi di ottimo cinema come Miracolo a Le Havre e Ricky di François Ozon, dove realtà sociale e fantastico convivono felicemente. In questo caso, grazie all'intervento di una maga, accadono eventi che modificano la vita delle due protagoniste. Il film è tratto da un racconto, uscito postumo, dello scrittore e giornalista sardo Sergio Atzeni.
Lei e la sua amica Luna hanno imparato presto la lotta per la sopravvivenza circondate perennemente dallo squallore. L'ironia e una sorta di istinto di purezza adolescenziale le guidano nella giungla urbana piena d'insidie, tra giovani maschi aggressivi e adulti indifferenti. Salvatore Mereu (regista sardo, classe 1965) le segue con occhio lucido per un'intera giornata, dalla mattina alla sera, in una specie di diario pubblico senza filtri nel quale la ragazzina rivela direttamente allo spettatore le sue riflessioni più intime sulla vita e sull'ambiente disastrato in cui è costretta a crescere.
- Dovevo nascere pesce, quando nuoto mi dimentico tutto - racconta dopo il bagno al mare con l'amica. Due volti di giovanissime attrici non professioniste che rimangono impresse per la loro naturalezza nell'essere sboccate, irriverenti e al tempo stesso "pulite". L'irruzione dell'elemento magico porta nel finale un tocco fiabesco forse forzato, ma che non mi è dispiaciuto, ricordandomi altri recenti esempi di ottimo cinema come Miracolo a Le Havre e Ricky di François Ozon, dove realtà sociale e fantastico convivono felicemente. In questo caso, grazie all'intervento di una maga, accadono eventi che modificano la vita delle due protagoniste. Il film è tratto da un racconto, uscito postumo, dello scrittore e giornalista sardo Sergio Atzeni.
Diversi premi per questo film nei vari festival e nessuna distribuzione nonostante l'ottimo riscontro di pubblico e critica ottenuto a Venezia. Se ieri sera l'ho potuto vedere è grazie alla caparbietà di un amico che riesce ancora a contrastare lo strapotere delle multisale organizzando dalle nostre parti rassegne come quest'ultima, intitolata aprile resistente, con quattro opere: Qualcosa nell'aria (molto bello, visto la settimana scorsa); Bellas Mariposas: la resistenza, appunto, di due belle farfalle nel girone dantesco di una periferia tribale; In Darkness: la resistenza di una famiglia di ebrei polacchi nelle fogne di Leopoli; La scelta di Barbara: ovvero la vita d'inferno dei dissidenti nella Germania Est.
Cate e Luna alle prese con un maniaco che subirà una punizione esemplare. |
martedì 9 aprile 2013
Appunti musicali #8 (il mondo di domani??)
Tomorrow's world - Tomorrow's world: 5
Il nuovo progetto elettronico di J.B. Dunckel degli Air con Lou Hayter, la tastierista dei New Young Pony Club. Speriamo che la colonna sonora del mondo futuro non assomigli a questa.
Drive (video)
John Grant - Pale Green Ghost: 6
Peccato! Un sei di stima: troppo difficile replicare la magia di Queen of Denmark con un pallido fantasma verde. La svolta elettronica ha un suo fascino, ma non mi convince; nonostante ciò le belle canzoni non mancano, ad esempio il duetto con Sinead O'Connor.
GMF (video)
Leisure Society - Alone aboard the ark 6½
La Società dello svago, fin dal nome, promette leggerezza riuscendoci in buona parte in sintonia con l'arrivo di una tardiva primavera.
Fight for everyone (video)
Matthew E. White - Big Inner: 7
In rete ho letto lodi sperticate nei confronti di questo ragazzone trentenne di Richmond che dopo aver affascinato gli states è uscito anche in Europa a fine gennaio col suo primo album. Certo è che se il disco fosse tutto come Big Love nel video sotto, saremmo a livelli stratosferici: una bella cura ricostituente a base di fede soul, con piano martellante, handclapping, cori gospel, archi e fiati.
Il nuovo progetto elettronico di J.B. Dunckel degli Air con Lou Hayter, la tastierista dei New Young Pony Club. Speriamo che la colonna sonora del mondo futuro non assomigli a questa.
Drive (video)
John Grant - Pale Green Ghost: 6
Peccato! Un sei di stima: troppo difficile replicare la magia di Queen of Denmark con un pallido fantasma verde. La svolta elettronica ha un suo fascino, ma non mi convince; nonostante ciò le belle canzoni non mancano, ad esempio il duetto con Sinead O'Connor.
GMF (video)
Leisure Society - Alone aboard the ark 6½
La Società dello svago, fin dal nome, promette leggerezza riuscendoci in buona parte in sintonia con l'arrivo di una tardiva primavera.
Fight for everyone (video)
Matthew E. White - Big Inner: 7
In rete ho letto lodi sperticate nei confronti di questo ragazzone trentenne di Richmond che dopo aver affascinato gli states è uscito anche in Europa a fine gennaio col suo primo album. Certo è che se il disco fosse tutto come Big Love nel video sotto, saremmo a livelli stratosferici: una bella cura ricostituente a base di fede soul, con piano martellante, handclapping, cori gospel, archi e fiati.
Etichette:
dischi 2013,
flash review,
video
lunedì 8 aprile 2013
Duecento album fondamentali: 1994
Tra grunge e trip-hop un'annata niente male, a cui si aggiunge il trionfo a Cannes di Pulp Fiction... con la strepitosa colonna sonora che ho voluto inserire con uno strappo alla regola.
134) Portishead - Dummy
135) Nirvana - MTV Unplugged
136) Jeff Buckley - Grace
137) Massive Attack - Protection
138) Alice in Chains - Jar of Flies
139) Stone Temple Pilots - Purple
140) Pulp Fiction - Soundtrack
134) Portishead - Dummy
135) Nirvana - MTV Unplugged
136) Jeff Buckley - Grace
137) Massive Attack - Protection
138) Alice in Chains - Jar of Flies
139) Stone Temple Pilots - Purple
140) Pulp Fiction - Soundtrack
venerdì 5 aprile 2013
Disco del weekend: Hiss Golden Messenger - Haw
Fin dalle prime note sembra di tornare indietro per rivisitare (in chiave attuale) i primi anni settanta di Laurel Canyon e devo ammettere che non mi dispiace. Canzoni intrise di anima country per Michael C. Taylor dal North Carolina, cresciuto però nella California del sud e ispirato dal padre musicista che aveva suonato con John Denver. Dopo gli esordi punk harcore, l'influenza di Byrds e Buffalo Springfield ha preso il sopravvento. Signor disco: alt folk con le radici nel passato capace di spiccare il volo.
Etichette:
dischi 2013,
flash review
martedì 2 aprile 2013
Cinema 2013: le pagelle del primo trimestre
Django Unchained di Quentin Tarantino: 9 travolgente
Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin: 8 primordiale
Zero dark thirty di Kathryn Bigelow: 8 tosto
The Master di P. Thomas Anderson: 7½ complesso
Il lato positivo di David O. Russel: 7½ brillante
Noi siamo infinito di Stephen Chbosky: 7 formativo
Looper di Ryan Johnson: 7 ispirato
Viva la libertà di Roberto Andò: 6½ attuale
Anna Karenina di Joe Wright 6½ audace
Cloud Atlas di Tom Tykwer, Andy e Lana Wachowski: 6½ ridondante
Educazione siberiana di Gabriele Salvatores: 6 addomesticato
La frode - di Nicholas Jarecki 6 onesto
Gambit di Michael Hoffman: 6 simpatico
In darkness di Agnieszka Holland: 6 meccanico
Les Misérables di Tom Hooper: 6 estenuante
La scelta di Barbara di Christian Petzold: 6 algido
La cuoca del presidente di Christian Vincent 5½ insipido
Upside down di Juan Diego Solanas: 5½ annacquato
The Impossible di J. Antonio Bayona 5 inutile
Our day will come di Romain Gravas: 5 presuntuoso
Cercasi amore per la fine del mondo di Lorene Scafaria: 5 bla bla bla
La madre di Andres Muschietti: 5 solita fuffa in salsa ghost
Etichette:
classifiche,
film 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)